sabato 30 giugno 2012
Quanto vale la vita di un uomo? Secondo il pentito Torcasio per uccidere un uomo il clan Ciampà chiedeva circa seimila euro.
OPERAZIONE MEDUSA.... Quanto vale la vita di un uomo?
A Lamezia Terme la vita di un uomo vale qualche migliaio di euro. Un inquietante particolare che emerge dalle carte dell'inchiesta “Medusa” che ieri ha portato all'arresto di 34 affiliati al clan Giampà. Nell'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Catanzaro è riportato un dettagliato “listino prezzi” in cui sono raccontati i costi da sostenere per organizzare un omicidio. A fornire agli inquirenti questi raccapriccianti dettagli è il collaboratore di giustizia Angelo Torcasio, che per quasi dieci anni è stato “esattore” della cosca Giampà con il compito di portare a conclusione, cioè “chiudere” le estorsioni, in ragione delle sue riconosciute capacità di intrattenere i rapporti con gli operatori economici. In uno dei suoi primi verbali da collaboratore Angelo Torcasio svelò che «chi commette omicidi nella cosca Giampà prende sei – settemila euro per ogni fatto di sangue commesso per conto dell’organizzazione». In un successivo interrogatorio, datato 3 gennaio 2012, l'ex affiliato scende nei dettagli e chiarisce: «Voglio specificare che quella somma era l’importo complessivo che veniva in media destinato al “gruppo di fuoco” composto in genere da tre o quattro persone o anche di più a seconda del tipo di omicidio da commettere». A questo punto il collaboratore di giustizia fornisce un vero e proprio prezziario: «Colui che sparava in ogni caso era destinatario della somma maggiore pari a circa 1500\1600 euro e gli altri che facevano la staffetta o lo scambio percepivano dagli 800 ai 1000 euro». Spiccioli per un'organizzazione potente come quella dei Giampà. Un clan che,venerdì 29 giugno 2012
L'Incredibile storia di Roberta in coma 15 anni dopo il marito
Sempre su un treno, nello stesso luogo, sempre un incidente.
A 15 anni di distanza. Qualcuno la chiamerà sfortuna, qualcun altro
tirerà in ballo il destino per descrivere la storia
dell’incidente-fotocopia di Brescia. Roberta Rolandi, 44 anni, era la
capotreno sulla linea Corte Franca-Borgonato della Trenord che mercoledì
mattina ha speronato un camion carico di terra fermo nel passaggio a
livello. Roberta è in fin di vita, ricoverata agli Spedali Civili di
Brescia. A casa la aspetta il figlio Matteo, 18 anni, che spera di non
dover rivivere lo stesso finale di una storia (identica) che 15 anni fa
gli ha ucciso il padre.
La mattina del 30 dicembre 1996 il marito di Roberta, Roberto Romele, 30 anni, era macchinista sulla Brescia-Iseo-Edolo. Uno schianto tra due treni a Calino, Roberto viene ricoverato in ospedale in fin di vita. Sua moglie è infermiera in quell’ospedale. Prega e spera. Ma Roberto muore, è una delle 5 vittime di quell’incidente. E qui ci si mette il destino o, se vogliamo, la sfortuna. Roberta accetta l’offerta della Trenord (allora si chiamava Ferrovie Nord Milano). Prima bigliettaia poi negli anni diventa capotreno. Mercoledì era nella posizione peggiore: di fianco al macchinista. Lo schianto ha squarciato il treno proprio dal lato di Roberta. Ora la donna lotta per la vita, ha fratture dappertutto ed è in coma farmacologico.
Un errore umano dietro l’incidente. Il camionista Manrico Maninfior (ricoverato, fuori pericolo) secondo la ricostruzione di Trenord ha attraversato il passaggio a livello con il rosso. Rimanendo bloccato tra le sbarre, in mezzo ai binari. Poteva dare un colpo d’acceleratore e sfondare la barra che aveva davanti. Forse in preda la panico è invece rimasto fermo, suonando col clacson all’impazzata perché qualcuno riaprisse quella sbarra.
La mattina del 30 dicembre 1996 il marito di Roberta, Roberto Romele, 30 anni, era macchinista sulla Brescia-Iseo-Edolo. Uno schianto tra due treni a Calino, Roberto viene ricoverato in ospedale in fin di vita. Sua moglie è infermiera in quell’ospedale. Prega e spera. Ma Roberto muore, è una delle 5 vittime di quell’incidente. E qui ci si mette il destino o, se vogliamo, la sfortuna. Roberta accetta l’offerta della Trenord (allora si chiamava Ferrovie Nord Milano). Prima bigliettaia poi negli anni diventa capotreno. Mercoledì era nella posizione peggiore: di fianco al macchinista. Lo schianto ha squarciato il treno proprio dal lato di Roberta. Ora la donna lotta per la vita, ha fratture dappertutto ed è in coma farmacologico.
Un errore umano dietro l’incidente. Il camionista Manrico Maninfior (ricoverato, fuori pericolo) secondo la ricostruzione di Trenord ha attraversato il passaggio a livello con il rosso. Rimanendo bloccato tra le sbarre, in mezzo ai binari. Poteva dare un colpo d’acceleratore e sfondare la barra che aveva davanti. Forse in preda la panico è invece rimasto fermo, suonando col clacson all’impazzata perché qualcuno riaprisse quella sbarra.
giovedì 28 giugno 2012
Il ministero dello sviluppo economico stanzia17,5 milioni di euro alla Calabria
Quattro le zone interessate: 6 milioni di euro per l’Alto
Tirreno Cosentino, 5 milioni di euro per Catanzaro, 4,5 milioni di euro
per la Locride ed 1,4 milioni di euro per il Lametino
Si è svolto a Roma un incontro con i responsabili
del Ministero dello Sviluppo Economico sulle rimodulazioni di patti
territoriali e contratti d’area già autorizzate dal Ministero e sulle
modalità e condizioni per l’utilizzo delle risorse. “Presenti - spiega
una nota - per il ministero dello sviluppo economico il Direttore
Generale Carlo Sappino e Gerardo Baione ai lavori, coordinati da Michele
Giannattasio segretario generale Anpaca, hanno partecipato i
responsabili dei circa 40 soggetti responsabili operanti in Italia già
destinatari di Decreti Ministeriali di approvazione di proposte di
rimodulazione emessi negli anni 2003 - 2006 ed allo stato privi di
copertura finanziaria”. Il Direttore Generale del MISE Sappino, si
legge, “ha comunicato lo sblocco e la possibilità di un rapido utilizzo
di risorse finanziarie pari complessivamente a 147 milioni di euro
riguardanti in particolare 36 rimodulazioni di patti territoriali già
oggetto di decreto ministeriale per complessivi 104 milioni di euro e 7
rimodulazioni di contratti d’area per 43 milioni di euro”. Per la
Calabria sono interessati 4 patti territoriali per un importo
complessivo di 17,5 milioni di euro così suddiviso: 6,6 milioni di euro
per l’Alto Tirreno Cosentino, 5 milioni di euro per Catanzaro, 4,5
milioni di euro per la Locride ed 1,4 milioni di euro per il Patto
territoriale lametino gestito da Lameziaeuropa spa che si aggiungono ai 3
milioni di euro già ottenuti negli anni scorsi a valere sul patto
agrolametino ed utilizzati per la realizzazione del mercato
ortofrutticolo all’ingrosso di contrada Rotoli. “Tali risorse per motivi
tecnici e di indirizzo politico da parte del Ministero - è scritto -
dovranno essere indirizzate esclusivamente alla realizzazione di
iniziative infrastrutturali mirate a migliorare la competitività dei
territori aree di patto o di contratto. L’obiettivo è quello di
utilizzare velocemente risorse da lungo tempo inutilizzate attraverso
progetti infrastrutturali immediatamente cantierabili realizzati in
qualità di soggetti attuatori da enti pubblici la cui istruttoria
tecnica verrà svolta direttamente dal ministero”. Il consorzio di bonifica Ionio Catanzarese lancia l'allarme per il servizio irriguo che sta creando numerosi problemi
Riunitosi ieri nella Sala dei Cristalli del Palazzo di Bonifica di Via Veraldi, il consiglio dei delegati del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, tra le altre cose, ha discusso anche della necessità di rafforzare ulteriormente la vicinanza alle istanze dei consorziati.
L’esigenza è emersa al tavolo della discussione a cui hanno preso parte
il presidente, Grazioso Manno, il vice presidente Alessandro Tallarico,
il deputato Pasquale Greco, il direttore amministrativo, Silvestro
Giacoppo, il presidente del collegio dei revisiori dei conti, Pietro
Sculco, il rappresentante della Regione, Vito Suppa e i componenti del
condiglio dei delegati al gran completo.
Un tratto incontaminato del fiume Simeri |
Dopo un’attenta analisi e una discussione avvalorata dal contributo di tutti, il
Consiglio ha deciso di attivare una procedura finalizzata alla
convocazione di una conferenza tecnica alla quale prenderanno parte, oltre ai vertici consortili, i rappresentanti del Dipartimento dei Lavori Pubblici della Regione Calabria,
della Provincia di Catanzaro, della “A2A Spa” e della Sorical Spa. Nei
punti all’ordine del giorno dell’assemblea, la gestione del fiume Simeri
e del servizio irriguo allo scopo di definire le modalità operative e
gestionali delle portate fluenti del corso d’acqua.
mercoledì 27 giugno 2012
Trovato nella Sila Catanzarese un fungo enorme di circa 5kg, il tutto grazie all'ambiente salubre e incontaminato .... Provate a pensare cosa succederebbe con le paventate centrali a biomassa
martedì 26 giugno 2012
Indovinate qual è la regione con più consiglieri inquisiti per ndrangheta? No! Non si tratta della Calabria ma è la Lombardia
Romano La Russa è il numero dieci. Non nel senso calcistico, ma nella
speciale e poco invidiabile lista degli indagati al Pirellone, tra
consiglio regionale della Lombardia e giunta Formigoni. L’assessore alla
Sicurezza in quota Pdl, fratello del più noto Ignazio, è sotto inchiesta
per finanziamento illecito al suo partito per alcune elezioni tra il
2010 e il 2011. Il decimo dunque, su un totale di 80 consiglieri e 16
assessori.
Il primo a finire sotto la lente della magistratura è stato Gianluca
Rinaldin, 37 anni, consigliere regionale comasco del Pdl. Nel febbraio
2008 era finito ai domiciliari per truffa, falso, corruzione e
finanziamento illecito. Rinaldin, ora sotto processo per quelle vicende,
avrebbe utilizzato 331 mila euro per acquistare tessere di Forza Italia
in vista del congresso provinciale del partito e avrebbe ottenuto
finanziamenti dalla regione gonfiando, con l’emissione di fatture false,
il valore di un’opera pubblica, la ristrutturazione del lido di
Menaggio. Altre indagini per corruzione sono state avvisate sul suo
conto anche nel 2010, appena due settimane dopo l’elezione in Regione.Alla fine del 2010 è toccato a Nicole Minetti, sicuramente la più famosa tra gli indagati del Pirellone. L’ex igienista dentale riminese, 27 anni, inserita nel listino bloccato del presidente Roberto Formigoni, è imputata per induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile insieme a Emilio Fede e a Lele Mora. La vicenda è quella del cosiddetto Rubygate: Minetti, dopo il fermo per furto della marocchina Karima El Mahroug, conosciuta appunto come Ruby, si presentò in questura per ottenere l’affidamento della ragazza, allora minorenne. Per la procura, Nicole Minetti aveva il compito di arruolare le ragazze per i festini ad Arcore, nella villa di Silvio Berlusconi.
Un anno fa è arrivata una delle accuse più curiose: concorso in associazione per delinquere. Curiosa perché proviene dall’inchiesta della procura di Bergamo sul tifo violento. Daniele Belotti, classe 1968, assessore leghista al Territorio e all’urbanistica, sarebbe l’anello di congiunzione tra istituzioni e curva: sarebbe l’ideologo degli ultrà e il consigliere dei leader della curva dell’Atalanta. Tra i reati contestati ai tifosi, rissa e danneggiamento.
A luglio 2011 a tremare è stato il Partito Democratico. Filippo Penati, già sindaco di Sesto San Giovanni e presidente della provincia di Milano, candidato del Pd alle regionali del 2010 e ora ex vicepresidente del consiglio regionale, è indagato dalla procura di Monza per corruzione e concussione riguardo alla riqualificazione delle ex aree Falck di Sesto. Penati sarebbe al vertice del cosiddetto “sistema Sesto”, un giro di tangenti per gli appalti nella ex Stalingrado d’Italia. L’ex uomo forte del Pd milanese è indagato anche per concorso in corruzione per una presunta plusvalenza sull’acquisto delle azioni della Milano-Serravalle.
Sempre a luglio 2011 è stata la volta dell’unica non eletta, Monica Rizzi, assessore leghista a Sport e giovani. Rizzi è indagata per trattamento illecito dei dati personali: secondo l’accusa sarebbe stata aiutata da un sottufficiale della Guardia di Finanza per avere accesso a informazioni riservate. Il dossieraggio sarebbe servito a a favorire la candidatura di Renzo Bossi al consiglio regionale. Pochi mesi prima Rizzi era stata denunciata dall’ordine degli psicologi perché si spacciava per psicanalista pur non avendo mai conseguito il titolo di studio. Sulla vicenda indagò la procura di Brescia.
La cartina di tutte le provincie Italiane che rischiano la soppressione. In Calabria Crotone e Vibo nate nel 1992 rischiano di essere abolite
Se abitate in una delle province colorate in verde, potete stare tranquilli. Ma se la vostra è di color arancio potreste non abitare più in provincia Siena, piuttosto che di Ascoli Piceno. Nel grafico del Corriere della Sera è rappresentato il modo in cui cambierebbe l’Italia se il piano “dimezza-province” di Patroni Griffi fosse approvato. Quelle in verde sono le province che resterebbero in funzione, in arancio quelle che verrebbero soppresse e in grigio quelle che non rientrano nel progetto. Secondo il piano sono in tutto 42 gli enti a rischio sugli 86 che compongono le regioni a statuto ordinario. Il colpo di spugna, al vaglio del governo Monti, potrebbe arrivare per decreto, si punta a inserirlo nel pacchetto della Spending Review, e individuerebbe tre parametri: popolazione oltre 350mila abitanti, superficie di non meno di 3mila chilometri quadrati, almeno 50 comuni all’interno del territorio. Il mancato rispetto di almeno due di quei vincoli
lunedì 25 giugno 2012
Zagarise i commenti delle autorità presenti all'inaugurazione di Piazza Cesare Battisti
In
occasione dell'inaugurazione della Piazza Cesare Battisti la città di
Zagarise ha accolto ospiti illustri, un convegno pregno di emozioni e
riflessioni ed uno spettacolo che ha fatto rituffare tutti nell’età
medievale fra mito e leggenda.
E’
iniziato tutto, come previsto e con assoluta puntualità, alle 16 con
l’incontro dibattito sul tema Piazza è Agorà; lieta è stata la sorpresa,
sottolineata dal moderatore Procolo Guida, a nome dell’amministrazione
comunale retta dal Sindaco Pietro Raimondo, di dare la parola all’Arcivescono Vincenzo Bertolone,
venuto a compiere un atto di vicinanza a questa comunità e subito dopo
la proiezione di un breve quanto suggestivo video su com’era e com’è
diventata la città dell’olio prima ancora che la Piazza che si sarebbe
inaugurata subito dopo il convegno. “Il tema proposto è sicuramente
centrale rispetto allo sviluppo di questa società d’oggi” le parole del
presule “il problema più urgente è sicuramente ripartire dall’etica” ha
proseguito con una citazione sicuramente poco consueta quanto esemplare
di uno dei padri del costituzionalismo democratico quale Enrico
Berlinguer.
Altrettanto pregnante e poco protocollare è stato il contributo del Prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci:
“se a riscoprire il gusto della legalità non c’è una partecipazione
collettiva non andiamo da nessuna parte, ne in Italia, tanto meno nel
mezzogiorno ed in Calabria”. “Ad un processo di tale portata ci si può
dirigere solo se istituzioni importanti come la scuola danno un impulso
deciso a far comprendere che gli atteggiamenti “mafiosi” non sono solo
quelli criminali ma anche, se non soprattutto, quelli della mancanza di
rispetto delle regole quotidiane cui continuano a dare linfa tante,
troppe persone apparentemente per bene con giacca e cravatta”.
È stata dunque la volta del Presidente dell’Upi Calabria Wanda Ferro che si è data staffetta con il suo Vice Maurizio Vento fra partecipazione al convegno e celebrazioni e taglio del nastro
“Voglio sottolineare l’importanza di fare squadra nella testimonianza
di una società che necessita di buone pratiche amministrative,
efficienti e dunque pronte a far crescere il senso di legalità” ha dichiarato il Presidente della Provincia di Catanzaro
“Oltre agli illustri relatori sono particolarmente felice di salutare
la presenza di autorità civili e religiose ch tutte assieme, e solo se
tutte assieme, possono dare quell’impulso culturale a cui si
richiamavano Arcivescovo e Prefetto nei loro autorevolissimi
interventi”.
Nonostante
il caldo la partecipatissima platea ha continuato a seguire con
pregevole attenzione gli interventi dei ragazzi e del mini sindaco e
l’appassionata ricostruzione storica dell’epopea irredentista oltre che
della vita di Cesare Battisti proposta dal Professor Cesare Molè. Così
come è stato seguitissimo ed apprezzato il contributo del Procuratore Generale della Repubblica di Bologna:
“le pratiche illegali sono divenute così diffuse che anche i più alti
esponenti della repubblica, a partire dal nostro Presidente Napolitano
denunciano, così come già esposto da chi mi ha preceduto, l’esigenza di
uno slancio che non può che essere collettivo.” Ha esordito il già Procuratore Nazionale Antimafia Emilio Le donne zagaritano di nascita:
“se non facciamo comprendere ai giovanissimi che il rispetto delle
regole è conveniente oltre che doveroso e, contestualmente, se non
riusciamo ad essere credibili ed autorevoli nei confronti dei loro
genitori nel chiedere civicamente loro una mano, noi rappresentanti
dello stato a tutti i livelli, non compieremo passi significativi in
avanti”. Prima di dirigersi verso la camminata che ha attraversato
le vie di Zagarise con tappe significative come quelle al Museo
dell’Olio, per arrivare alla nuova e splendida Piazza Cesare Battisti da
inaugurare a cui è seguita lo spettacolo rievocativo della I Legione Glaudius & Trampolieri dei Templari,
il pubblico, (fra i quali c’erano il Comandante dei Carabinieri di
Sellia Del nuzzo, il Presidente del Consorzio di Bonifica Manno il
Direttore dell’Urbi Mazzonello ed i sindaci di Sersale ed Albi e gli
amministratori del Comune di Sellia Marina), ha particolarmente
Inventario dei beni del Sig.r Horatio Sersale Conte della citta di Belcastro, Barone di Sellia,Cotronei,Zagarise, Carfizzi
Dall’altra parte si costituiva il Signor Angilo Mollo della città di Cosenza che nei confronti del Sersale, vantava un credito relativo all’annuo censo di ducati 144, per il prestito di un capitale di ducati 1600 alla ragione del 9 %. In merito a ciò, con lettera spedita da Napoli il 14 febbraio1634, il Marchese aveva ordinato al capitano Valasco, di pagare ad Angilo Mollo ducati 500, consegnandogli alcuni beni mobili che si trovavano in “los Cotroneos”, nel “palazzo baronale nelle Camare dove si Conservano li mobili del Signor donno Horatio”, provvedendo attraverso Salvatore Virga e Gio : And.a Grastello che detenevano le chiavi delle dette camere e dei “baulli”. Questi mobili furono apprezzati dai mastri policastresi Marco Ant.o Caccurio e Gio : Dom.co Falcune e da mastro Gio : Ant.o de Martino della città di Cosenza “mastri sartori, et prattichi”, con l’aiuto di donna Jacova Virga e Lucretia Gangale “donne prattiche” del “Casale” di Cotronei, tutti eletti di comune accordo dalle parti, cosi come mastro Gio : Battista Lia “mastro tornaro, et Carpentiero” che ebbe il compito di apprezzare due “travacche”.
(f. 81v)
Baullo n. 10
Uno paviglione di tela usato con Riticelle bianche, et frangie di
Canne n.o tridici alla Ragione di Carlini quatro la canna fan
no la sonma di docati Cinque, et un tari d. 5.1.0
le frangie attorno di filo al detto spolveri di canne cinque aprez
zate a grana quattro la canna d. 0.1.0
lo lavore di detto spolveri dentro le lense arriticelle Canne 25
a ragione di tre cinquine la canna fanno la somma d. 1.3.15
Uno spolveri usato, et rotto di tila bianca aprezzato per docati Cinque d. 5.0.0
Uno paro di lenzola di Canne nove, et meza a ragione di Carlini cinque
et mezo la canna d. 5.1.5 ½
Uno spolveri di filo jndente, lavorato con Cappelletto con Zagarelle tur
chine aprezzato per docati quattordici pezzi numero tre uni
to lo Cappelletto d. 14
Baullo n. p.o
Le rizze Gialle, et bianche di seta lavorate di undici palmi, et mezo
(f. 82)
a raggione di Carlini dudici la canna d. 1.2.10
Et più palmi sette larga a raggione di Carlini quindici la canna d. 1.1.10
Et più rizza longa palmi dieci a Carlini dudici la canna lavorata
di bianco, et Giallo, et paunazzo d. 1.1.0
Una canna di Rizza bianca larga aprezzata Carlini d. 1.1.0
Uno paro di Coscini lavorati di tila di olanda con Rizza gialla et bianca
aprezzata docati quatro d. 4.0.0
Una tovaglia di olanda lavorata di varij Colori aprezzata d. 5.0.0
Uno paro di Coscini di olanda lavorati di seta nigra aprezzati per Car
lini trenta Cinque d. 3.2.10
Uno altro paro di Coscini piccoli lavorati di seta nigra per carlini
otto aprezzati d. 0.4.0
Una tovaglia di tila di Cava aprezzata Carlini dudici d. 1.1.0
Una tovaglia lavorata di sita nigra aprezzata d. 1
Uno paro di Coscini di tela accattatizza di filo bianco per Carlini dudici d. 1.1.0
Una tovaglia di olanda con Rizza bianca lavorata di filo bianco d. 1.2.10
Uno paro di Coscini con Rizza aprezzata Carlini otto d. 0.4.0
Uno lenzolo di tila di olanda lavorata di seta nigra di Canne Cinque
et un braccio aprezzata docati otto d. 8
domenica 24 giugno 2012
Oggi tutti a Simeri per fare un tuffo nel passato con la prima edizione del palio della Perdonanza di San Giovanni Battista
Il Vangelo della domenica 24. 06. 2012 Natività di San Giovanni Battista
San Giovanni Battista |
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.
I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.
All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.
Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».
Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse.
Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.
In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.
Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Oggi viene al mondo il grande Precursore,
nato dal seno sterile di Elisabetta.
E' il più grande fra tutti i profeti;
nessun altro è stato come lui,
poiché è la lampada che precede di poco la luce sfolgorante
e la voce che precede il Verbo.
Conduce a Cristo la Chiesa, sua fidanzata,
e prepara per il Signore il popolo eletto,
purificandolo con l'acqua in vista dello Spirito.
Da Zaccaria nasce questo germoglio,
il più bello fra i figli del deserto,
l'araldo della conversione,
colui che purifica con l'acqua chi si era smarrito,
annuncia la resurrezione
fin nel soggiorno dei morti,
e intercede per le anime nostre.
Dal seno di tua madre, beato Giovanni,
sei stato il profeta e precursore di Cristo:
hai sussultato di gioia
vedendo la Regina venire dalla sua serva,
e portarti Colui che il Padre genera senza madre da tutta l'eternità,
tu, nato da una donna sterile e da un vecchio,
secondo la promessa del Signore.
Pregalo di avere pietà delle anime nostre.
sabato 23 giugno 2012
Per la morte dell'appuntato dei carabinieri Luigi Mirante originario di Simeri Crichi avvenuta nel 2006 in un incidente stradale condannati due dipendenti dell'Anas
Il tribunale di Terni ha condannato oggi a un anno di reclusione
ciascuno due dipendenti dell’Anas dell’Umbria accusati di omicidio
colposo a seguito della morte, avvenuta in un incidente stradale il 9
maggio 2006 nei pressi dello svincolo per Capitone lungo il raccordo
Terni-Orte, dell’appuntato dei carabinieri Luigi Mirante, 41enne originario di Simeri Crichi, in provincia di Catanzaro.
Sono stati invece assolti dalla stessa accusa tre superiori di Mirante: il comandante pro tempore del reparto comando Reggio Calabria dell’epoca, il capo officina e il responsabile del servizio autorimessa.
Per tutti gli imputati la procura aveva chiesto la condanna a un anno e 6 mesi di reclusione, tranne che per il comandante del reparto per cui era stata chiesta l’assoluzione. Secondo la procura il mezzo di servizio sul quale viaggiava Mirante - impegnato in un’attività logistica in Umbria insieme a un commilitone, rimasto ferito - non era sicuro, così come pessime sarebbero state le condizioni della strada di competenza dell’Anas.
Sono stati invece assolti dalla stessa accusa tre superiori di Mirante: il comandante pro tempore del reparto comando Reggio Calabria dell’epoca, il capo officina e il responsabile del servizio autorimessa.
Per tutti gli imputati la procura aveva chiesto la condanna a un anno e 6 mesi di reclusione, tranne che per il comandante del reparto per cui era stata chiesta l’assoluzione. Secondo la procura il mezzo di servizio sul quale viaggiava Mirante - impegnato in un’attività logistica in Umbria insieme a un commilitone, rimasto ferito - non era sicuro, così come pessime sarebbero state le condizioni della strada di competenza dell’Anas.
Un terremoto devastante tra la Sicilia e la Calabria. Questa la terribile previsione dei geologi Italiani
L'adunanza generale dell'organizzazione ha avuto al centro della discussione la tormentata realtà geologica italiana
I tormenti peggiori della condizione geologica del nostro Paese riguardano i terremoti. Soprattutto tra Calabria e Sicilia. «I tempi di ricorrenza dei terremoti nell’arco calabropeloritano – spiega all’Accademia dei Lincei, Annibale Mottana – sembrano indicare che siamo ormai vicini a un prossimo evento devastante». Se questo, si chiede Mottana, «dovesse sviluppare tutta la sua violenza al largo di Catania, che cosa resterà della città e dei suoi abitanti?». Dai Colli Albani al Vesuvio, dal Marsili alle Alpi passando per le faglie sismiche calabresi e per le miniere abbandonate in Sardegna e in Toscana: la relazione di apertura dell’Adunanza generale solenne dell’Accademia dei Lincei ha avuto al centro la tormentata realtà geologica italiana e le sue conseguenze sociali e sanitarie.
L’intervento è stato tenuto dall’accademico Annibale Mottana alla presenza, tra gli altri, del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e di numerosi ministri. «Dalla ricca Geodiversità del nostro paese – dice Montana – discende anche quel mosaico di scenari insediamenti e usanze, che fanno dell’Italia uno dei più affascinanti poli d’attrattiva del mondo. Come tutti i mosaici anche il nostro, di tanto in tanto, ha un frammento mal messo che si connette male con gli altri, crea difetti e si traduce in difficoltà e disagi per i suoi abitanti». Le tessere del mosaico geologico italiano che sarebbero, nella metafora di Mottana, scomposta sono molteplici. Nel suo intervento l'accademico ha prima affrontato il rischio vulcanico. Lo Stromboli
venerdì 22 giugno 2012
La mia prima Comunione. Ricordi,pensieri ad alta voce di Zagor*
Proprio in questo periodo un caro amico con insistenza mi ha invitato alla prima comunione di sua figlia, io più di una volta rifiutai dicendogli che era una cerimonia intima da invitare al massimo i paranti ma lui quasi offeso insistette, alla fine fu impossibile dirgli di no. Ero un po’ impreparato non sapevo cosa regalargli,cosi lo chiesi direttamente all’interessata la quale con molta naturalezza mi disse che come regali da comprare potevo scegliere tra la il cellulare o un orologio, scelsi l’orologio perché mi sembrava un regalo più consono per una bambina di 10 anni forse perché speravo che era anche il meno costoso… ma non fu cosi. Nel vedere tutti questi preparativi: il ristorante,le bomboniere,i fiori, i vestiti, il fotografo, i vari regali, tutta questa frenesia di fare una grande festa dove molto probabilmente ci si dimentica il valore religioso della prima comunione. Con i ricordi rivivo la mia prima comunione una cerimonia semplice ma piena di fede, piena di emozioni. Come minimo un giorno prima non bisognava mangiare nulla perché il pancino doveva ospitare il Corpo di Gesù si aveva paura di non essere pronti, di non essere preparati per un evento cosi grande. L’arciprete durante il catechismo ci aveva spiegato ogni cosa dando il giusto valore per quel giorno cosi importante nella crescita religiosa della nostra vita. Ricordo la prima confessione, mi vergognavo dei miei peccati, peccati di un bambino di circa 10 anni,avevo voglia (per sentirmi con la coscienza apposto) di raccontare ogni giorno dei miei 10 anni con le varie monellerie che avevo combinato. feci di tutto per essere il primo a confessarmi, l’arciprete appena mi inginocchiai nel confessionale aveva premura nel fare in fretta ( visto che in fila dopo di me c’erano circa 25 bambini ) io invece avevo premura nel non dimenticare nulla. Fui un fiume in piena, ogni volta che l’arciprete alzava le mani per darmi l’assoluzione io ricordavo un altro piccolo peccato alla fine era cosi stanco che esclamò: “Figgliarè! A prossima Duminica veni e continui ccu u secondu tempu sinnò oja cunfessu sulu a ttia e a prima Comuniona a facimu a duminica prossima… decidata tu…” A malincuore decisi per la prima opzione, durante la settimana quando mi venivano in mente alcune monellerie le annotavo per poterle poi dirle alla confessione della domenica successiva. Ora invece ci si confessa molto più di rado e spesso volutamente non si vogliono ricordare alcuni episodi che creerebbero imbarazzo nel dirle. Alla fine quando anche l’ultimo bambino fece la sua prima confessione vedevamo di capire chi aveva ricevuto la penitenza più grande ….
Domani a Zagarise sarà inagurata piazza Cesare Battisti prevista la presenza di numerose autorità.
Sarà inaugurata domani sabato 23 giugno a Zagarise Piazza Cesare Battisti la quale è stata interessata
da lavori di restyling. Per l’occasione è attesa la presenza di molte autorità
come: il prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci, dal procuratore della Repubblica di Bologna (ex
procuratore nazionale antimafia) Emilio Ledonne, dall’assessore all’urbanistica
della regione Calabria Pietro Aiello, dall’assessore regionale alla cultura
Massimo Caligiuri, dal presidente della
provincia di Catanzaro Wanda Ferro, dallo scrittore Cesare Mulè, dal presidente
del Parco nazionale della Sila Sonia Ferrari e dal dirigente dell’istituto
scolastico comprensivo Gina Guzzi. Si parte alle ore 16 con un incontro
dibattito dal tema “Piazza e Agorà” che
si svolgerà nella sala convegni di piazza Aldo Moro. L’amministrazione comunale
guidata da Pietro Raimondi per il solenne evento ha organizzato una giornata
dedicata all’educazione sulla legalità programmando un ricco susseguirsi di momenti
di spettacoli che partiranno subito dopo il classico taglio del nastro della
nuova piazza Cesare Battisti prevista per le 18,30 subito dopo si riempierà di
giocolieri e trampolieri della prima legione Glaudius & trampolieri, dai
templari “ Il Castello Normanno”
rivivendo anche l’atmosfera medioevale tra mito e leggenda. Si restituisce così ufficialmente
alla cittadina un luogo
importante della vita dell’intera comunità con
giovedì 21 giugno 2012
Il parco della Sila bellezza naturalistica unica al mondo si presta a entrare come candidato dell'Unesco a patrimonio dell'Umanità
PARCO DELLA SILA CANDIDATO A ENTRARE NEL PATRIMONIO UNESCO
CANDIDATURA DEL PARCO DELLA SILA PER LA TUTELA COME PATRIMONIO
UNESCO, PLAUSO DI WANDA FERRO: “OPPORTUNITA’ DI PROMOZIONE PER TUTTA LA
REGIONE”
“L’iniziativa di inserire il Parco della Sila nella ‘tentative list’
dell’Unesco affinché il sito naturalistico venga riconosciuto come
Patrimonio Mondiale dell’Umanità, rappresenta certamente un grande
motivo di orgoglio per l’intera Calabria, ma soprattutto una importante
opportunità”. Lo afferma il vice presidente dell’Ente Parco, Wanda
Ferro, che spiega: “L’inserimento del Parco nella ‘World Heritage List’
dell'Unesco consentirà di completare in maniera straordinaria
l’importante progetto di rilancio e di promozione del Parco avviato con
la presidente Sonia Ferrari, attirando tantissimi turisti, escursionisti
e amanti della natura, non soltanto verso i ‘Giganti della Sila’ e le
meraviglie dell’altopiano silano, ma verso quel grande patrimonio
naturalistico e paesaggistico rappresentato dalla Calabria nella sua
interezza, dal Pollino all’Aspromonte, e che ancora oggi è poco
conosciuto nei circuiti internazionali. Va in questa direzione, tra
l’altro, la rassegna di mostre ed eventi ‘Il respiro della Sila’, che
sarà inaugurata il prossimo 12 aprile presso il Centro Studi Cappella
Orsini a Roma. L’iniziativa, organizzata dall’Ente Parco, punta a
raccontare i misteri, le tipicità e le eccellenze di un parco che ospita
la foresta più grande del Mediterraneo e che può rappresentare un
grande attrattore turistico per tutta la regione”. “Per concretizzare il
progetto di far riconoscere il Parco della Sila come Patrimonio
Mondiale dell’Umanità, che ha avuto anche il plauso e la piena
condivisione del ministro dell’Ambiente Corrado Clini – conclude Wanda
Ferro - servirà grande coesione istituzionale e un lavoro sinergico che
dovrà coinvolgere gli enti a tutti i livelli, a partire dalla Regione
Calabria che, con il presidente Scopelliti, dimostra grande attenzione e
sensibilità rispetto ai temi della tutela dell’ambiente e della
valorizzazione turistica delle straordinarie risorse della nostra
terra”.
mercoledì 20 giugno 2012
La Calabria brucia. Non siamo neppure ufficialmente entrati nella stagione estiva ma diversi incendi hanno già distrutto ettari di boschi. Legambiente lancia l'allarme per il mancato rinnovo da parte della regione con i mezzi aerei,e le squadre di terra, mentre i piromani agiscono impuniti
Le preoccupazioni di Legambiente per la non predisposizione del
piano per la prevenzione e per il mancato rinnovo delle convenzioni per i
mezzi aerei e le fondamentali squadre di spegnimento a terra
“La Calabria brucia, la Regione latita, e gli speculatori restano impuniti. Preceduta da alcuni gravissimi episodi primaverili, si ripresenta puntualmente la stagione degli incendi estivi. Migliaia di ettari in fumo nelle aree boschive e nelle zone collinari, con gravissimo danno al patrimonio arboreo e agli habitat naturali, senza che si riesca a contrastare il fenomeno. Un’inerzia tutta calabrese aggravata quest’anno dall’assenteismo della Regione Calabria, che non ha ancora predisposto il piano per la prevenzione degli incendi e rinnovato le convenzioni per i mezzi aerei e le fondamentali squadre di spegnimento a terra”. Lo si legge in un comunicato di Legambiente. “Inoltre - è scritto - anche le Amministrazioni locali fanno del loro, ritardando ancora l’approvazione dei catasti degli incendi, l’unico strumento in grado di arginare i roghi pilotati da faccendieri senza scrupoli. In pratica, - si legge - in questo inizio estate 2012 per i piromani e gli speculatori il semaforo è verde. Negli ultimi giorni, complice il clima torrido, in diverse aree della Calabria l’allarme è costante e i centralini dei vigili del fuoco squillano senza sosta. A Santa Severina un intero quartiere è esposto alle fiamme”. Legambiente aggiunge che “nella sola giornata di ieri in due zone collinari a ridosso dei centri abitati - quella di Zumpano a Cosenza e quella di Pentimele a Reggio Calabria - il fuoco ha lambito direttamente le case, imponendo evacuazioni preventive e la chiusura dell’autostrada A3. Incendi particolarmente gravi: si tratta di aree puntualmente colpite dai roghi, spesso di origine dolosa, zone che fanno gola alla speculazione edilizia e che rischiano di veder compromesso il loro delicato equilibrio dalle fiamme prima e dal cemento dopo. In particolare la Collina di Pentimele, che così come diverse zone collinari rientra tra le “aree SIC” e le aree protette”, e andrebbe quindi sottoposta a particolare tutela, anche con l’istituzione di un vero e proprio Parco, come rivendicato da diversi anni dal circolo di Reggio Calabria di Legambiente. Un progetto colpevolmente abbandonato dall’Amministrazione dello Stretto. Più in generale, - si legge - un altro problema spesso sottovalutato è quello degli effetti degli incendi sull’assetto idrogeologico, in particolare proprio delle aree collinari, spesso costituite da suoli sabbiosi e quindi particolarmente fragili che, privati anno dopo anno della vegetazione e dell’humus superficiale, alle prime piogge intense o normali ma prolungate nel tempo, si imbibiscono e franano con conseguenze drammatiche per le persone e le cose”. Per Legambiente “la prevenzione degli incendi, dunque, è anche prevenzione da frane e alluvioni, che si ripetono negli ultimi tempi con effetti sempre più catastrofici.
“La Calabria brucia, la Regione latita, e gli speculatori restano impuniti. Preceduta da alcuni gravissimi episodi primaverili, si ripresenta puntualmente la stagione degli incendi estivi. Migliaia di ettari in fumo nelle aree boschive e nelle zone collinari, con gravissimo danno al patrimonio arboreo e agli habitat naturali, senza che si riesca a contrastare il fenomeno. Un’inerzia tutta calabrese aggravata quest’anno dall’assenteismo della Regione Calabria, che non ha ancora predisposto il piano per la prevenzione degli incendi e rinnovato le convenzioni per i mezzi aerei e le fondamentali squadre di spegnimento a terra”. Lo si legge in un comunicato di Legambiente. “Inoltre - è scritto - anche le Amministrazioni locali fanno del loro, ritardando ancora l’approvazione dei catasti degli incendi, l’unico strumento in grado di arginare i roghi pilotati da faccendieri senza scrupoli. In pratica, - si legge - in questo inizio estate 2012 per i piromani e gli speculatori il semaforo è verde. Negli ultimi giorni, complice il clima torrido, in diverse aree della Calabria l’allarme è costante e i centralini dei vigili del fuoco squillano senza sosta. A Santa Severina un intero quartiere è esposto alle fiamme”. Legambiente aggiunge che “nella sola giornata di ieri in due zone collinari a ridosso dei centri abitati - quella di Zumpano a Cosenza e quella di Pentimele a Reggio Calabria - il fuoco ha lambito direttamente le case, imponendo evacuazioni preventive e la chiusura dell’autostrada A3. Incendi particolarmente gravi: si tratta di aree puntualmente colpite dai roghi, spesso di origine dolosa, zone che fanno gola alla speculazione edilizia e che rischiano di veder compromesso il loro delicato equilibrio dalle fiamme prima e dal cemento dopo. In particolare la Collina di Pentimele, che così come diverse zone collinari rientra tra le “aree SIC” e le aree protette”, e andrebbe quindi sottoposta a particolare tutela, anche con l’istituzione di un vero e proprio Parco, come rivendicato da diversi anni dal circolo di Reggio Calabria di Legambiente. Un progetto colpevolmente abbandonato dall’Amministrazione dello Stretto. Più in generale, - si legge - un altro problema spesso sottovalutato è quello degli effetti degli incendi sull’assetto idrogeologico, in particolare proprio delle aree collinari, spesso costituite da suoli sabbiosi e quindi particolarmente fragili che, privati anno dopo anno della vegetazione e dell’humus superficiale, alle prime piogge intense o normali ma prolungate nel tempo, si imbibiscono e franano con conseguenze drammatiche per le persone e le cose”. Per Legambiente “la prevenzione degli incendi, dunque, è anche prevenzione da frane e alluvioni, che si ripetono negli ultimi tempi con effetti sempre più catastrofici.
martedì 19 giugno 2012
Ricette tipiche calabresi. Parmigiana alla calabrese
Le melanzane: ortaggi che si differenziano per grandezza, forma e colore a seconda della varietà. Originaria dell’India, fu introdotta in Europa a partire da metà del 1400 dagli Arabi e da alcuni Carmelitani. Il nome melanzana, di origine araba, veniva letto come "mela non sana", a definirne la impossibilità di mangiarla cruda, perché non buona e non salutare.La melanzana presenta un grande contenuto di potassio, poco calcio e fosforo. Contiene un alto contenuto in fibra alimentare, ideale contro la stipsi.
Oltre alle proprietà nutritive la melanzana è nota anche per le sue proprietà depurative; regolarizza e stimola l’attività del fegato, aumentando la produzione e l’eliminazione della bile.
Nella cucina calabrese si fa un uso grandissimo di melanzane, saranno parecchie le ricette a base di melanzane he inseriremo,iniziamocon questa ricetta tipica Italiana con un tocco di ingredienti calabresi
PARMIGIANA ALLA CALABRESE
ingredienti
8 melanzane grosse del tipo dolce; 2 tazze da latte di salsa di pomodoro già cotta;3 etti di provola a fettine sottili; 2 fette di mortadella tagliata fine; parmigiano abbondante; pane grattugiato; olio per friggere; sale e pepe q.b.
preparazione
lunedì 18 giugno 2012
L'opposizione di Zagarise vuole vederci chiaro sui conti in rosso del comune inviando le varie documentazioni alla Corte dei Conti
Panoramica di Zagarise dall'alto |
Dopo l’ultimo consiglio comunale di Zagarise di cui ne
abbiamo parlato QUI. Con una nota I il gruppo di minoranza con l’aggiunta
dell’ex consigliera di maggioranza Norma Faragò
la quale si è dimessa nel mese di settembre per forti contrasti con il sindaco Pietro
Raimondi. Nel messaggio si chiede
l’intervento della Corte dei conti verso la quale saranno inviate le
documentazioni attinenti all’approvazione del bilancio consultivo 2012. Il
tutto per cercare di fare luce sui conti in rosso dell’ente comunale, cercando
di arginare la situazione economica che
ormai desta serie preoccupazioni. In tanti anni di attività (continua la
nota)mai avevamo assistito ad una situazione che ha del paradossale, dove in
una pubblica assise il revisore dei conti fa la sua relazione basandosi
essenzialmente sui dati forniti dal primo cittadino e non sulle varie
documentazioni elaborate dagli uffici amministrativi, il sindaco (prosegue il
consigliere Domenico Gallelli ) sui debiti fuori bilancio tira fuori dal
cilindro la famosa frase che il tutto è da addebitare alla gestione poco
oculata della passata amministrazione, dimenticandosi però che nella passata
gestione il sindaco era il vicesindaco con delega proprio al bilancio. Sarebbe
ora di finirla nel dare colpe ad altri sull’attuale condizione debitoria
dell’ente,debiti che graveranno fortemente sulle future amministrazioni. Ritornando
sulla pubblicità promossa dalla giunta di solidarietà verso la popolazione Emiliana colpita dal
terremoto promuovendo una raccolta fondi grazie al contributo delle varie
associazioni del territorio delle quali solo l’Associazione “La Coccinella” ( di cui Raimondi è anche il presidente) si
vuole rammendare verso chi ha la memoria corta che già nel 2009 fu promossa una
analoga iniziativa quella volta verso i terremotati dell’Abruzzo, dopo diverso
tempo di attesa fu necessario un deciso sollecito delle varie associazione a
suo tempo coinvolte (tra i quali i membri della “Coccinella” ) per inviare i
fondi raccolti, versamento che fu fatto solo nei primi mesi del 2010, mentre un
analoga iniziativa intrapresa dalla parrocchia fu subito finalizzata. Quando si
vuole chiedere alla popolazione un contributo
Racconti Calabresi " La leggenda del Re Niliu "
domenica 17 giugno 2012
Il Vangelo della domenica 17.6.2012. " Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra "
Dal Vangelo secondo Marco 4,26-34.
Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra;
dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.
Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra;
ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra;
dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.
Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra;
ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
La più grande collezione privata di che vantava più di centomila quotidiani mandata al macero perchè nessuna biblioteca, nessun comune d'Italia si è fatto avanti per rilevarla neppure gratis
Più di centomila quotidiani, oltre 17 tonnellate di carta sono state
buttate al macero.
così è finita la collezione privata di giornali più ricca d’Italia, l’emeroteca Borellini. Quella che il giornalista Enrico Borellini, ex capoufficio stampa del gruppo della Margherita al Senato e successivamente del Pdci di Oliviero Diliberto, aveva messo insieme in 32 anni. Tre tir hanno trasportato in una cartiera di Canino, in provincia di Viterbo, l’enorme collezione.
Nessuna biblioteca, nessun comune si è fatto avanti per rilevarla; e così le 17 tonnellate di storia nazionale sono state distrutte: l’incubo di ogni collezionista. Infatti Borellini non l’ha presa bene, basta leggere il suo profilo Facebook.
La raccolta, iniziata nel 1980 (inizialmente sei quotidiani al giorno arrivati ai 20 degli ultimi tempi), era custodita in un capannone nel paese di Ronciglione, nei pressi di Viterbo, comprato da Borellini quando si è reso conto che ogni anfratto della sua abitazione era invaso da giornali.
Fin quando ha potuto pagare la rata del mutuo, Borellini ha continuato a riempire scatoloni e stiparli nelle scaffalature; ma quando Diliberto gli ha comunicato che non era più in grado di pagargli lo stipendio, ha dovuto interrompere i pagamenti mensili. Tempo qualche mese e la banca ha messo in vendita il fabbricato.
Nel tentativo di salvare la sua creatura, Borellini ha cercato con ogni mezzo di trovare un’istituto universitario, una biblioteca, un comune che fossero interessati ad acquisire (gratis) la raccolta e che si prendessero l’impegno di portarla avanti negli anni a venire. Molti si sono detti interessati, ma nessuno è stato in grado di trovare i 40mila euro necessari per trasportare e sistemare l’emeroteca.
così è finita la collezione privata di giornali più ricca d’Italia, l’emeroteca Borellini. Quella che il giornalista Enrico Borellini, ex capoufficio stampa del gruppo della Margherita al Senato e successivamente del Pdci di Oliviero Diliberto, aveva messo insieme in 32 anni. Tre tir hanno trasportato in una cartiera di Canino, in provincia di Viterbo, l’enorme collezione.
Nessuna biblioteca, nessun comune si è fatto avanti per rilevarla; e così le 17 tonnellate di storia nazionale sono state distrutte: l’incubo di ogni collezionista. Infatti Borellini non l’ha presa bene, basta leggere il suo profilo Facebook.
La raccolta, iniziata nel 1980 (inizialmente sei quotidiani al giorno arrivati ai 20 degli ultimi tempi), era custodita in un capannone nel paese di Ronciglione, nei pressi di Viterbo, comprato da Borellini quando si è reso conto che ogni anfratto della sua abitazione era invaso da giornali.
Fin quando ha potuto pagare la rata del mutuo, Borellini ha continuato a riempire scatoloni e stiparli nelle scaffalature; ma quando Diliberto gli ha comunicato che non era più in grado di pagargli lo stipendio, ha dovuto interrompere i pagamenti mensili. Tempo qualche mese e la banca ha messo in vendita il fabbricato.
Nel tentativo di salvare la sua creatura, Borellini ha cercato con ogni mezzo di trovare un’istituto universitario, una biblioteca, un comune che fossero interessati ad acquisire (gratis) la raccolta e che si prendessero l’impegno di portarla avanti negli anni a venire. Molti si sono detti interessati, ma nessuno è stato in grado di trovare i 40mila euro necessari per trasportare e sistemare l’emeroteca.
Iscriviti a:
Post (Atom)