domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua di Pace, Serenità, Amore, Prosperità a tutti gli amici/che del blog Sellia racconta ... il Comprensorio Auguri!



Una buona Pasqua a tutti gli amici/che e frequentatori del blog. Grazie alle vostre visite,ai vostri commenti, il blog viaggia spedito con tantissime visite giornaliere. Partito come memoria storica di Sellia piano piano si è fatto strada anche nei paesi vicini dove viene molto apprezzato, non per niente l'aggiunta sul titolo originale anche de ... il Comprensorio era doveroso. Colgo anche l'occasione per ringraziare i tanti utenti che mi inviano materiale chiedendogli umilmente scusa a quanti  alcune volte per vari motivi questo materiale inviato non viene prontamente pubblicato, cercherò di recuperare un pò con il mese di aprile. Nel nostro piccolo cercheremo sempre di mettere in risalto le varie notizie, i vari eventi, le tante peculiarità dei nostri paesi accumunati da tante cose.
Oggi è la ricorrenza della resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, mi auguro che sia anche la resurrezione di questo momento di crisi è di malcontento è insoddisfazione

Marzo e il pastore racconto, leggenda sul mese di marzo pazzarello esce il sole ma prendi l'ombrello. Raccolta dei più bei racconti

Una mattina, là sul cominciare della primavera, un pastore usci colle pecore, e incontrò Marzo per la via.
Dice Marzo: - Buon giorno, pastore, dove le meni oggi le pecore a pascere?
-Eh, Marzo, oggi vado al monte.
-Bravo pastore! fai bene. Buon viaggio!- E fra sè disse: - Lascia fare a me, chè oggi ti rosolo io!-
E quel giorno al monte giù acqua a rovesci, un vero diluvio!
Il pastore però che l’aveva squadrato ben bene in viso, e non gli era parso schietta farina, aveva fatto
tutto all’incontrario. La sera nel tornare a casa rincontra Marzo:
 -Ebe’, pastore, come è ita oggi?
-È ita benone. Sono stato al piano; una bellissima giornata, un sole che scottava!
-Sì eh? Ci ho gusto (e intanto si morse un labbro) E domani dove vai?
-Domani torno al piano. Con questo bel tempo, matto sarei a mutare.
-Sì? bravo! Addio. -
E si partono. Ma il pastore, invece d’andare al piano, va al monte, e Marzo giù acqua e vento e
grandine al piano; un vero gastigo di Dio. La sera trova il pastore:
-O pastore, buona sera; e oggi come t’è ita?
-Benone. Sai? sono andato al monte, e ci è stato una stagione d’incanto. Che cielo! Che sole!
-Proprio ne godo, bravo pastore; e domani dove vai?
-E domani vado al piano; mi par di vedere certi nuvoloni su dietro l’alpe.... Non mi voglio
allontanare da casa.
-Fai bene, ti consiglierei anch’io. -
Insomma, per farla corta, il pastore gli disse sempre all’incontrario, e Marzo non ce lo potè mai
beccare. Siamo alla fin del mese. L’ultimo giorno disse Marzo al pastore: - E be’, pastore, come va?
-Va bene; ormai è finito Marzo, e sono a cavallo. Non c’è più paure, e posso cominciare a dormire
fra due guanciali.
-Dici bene. E domani dove vai?
-Domani anderò al piano; faccio più presto, e l’ho più comodo.
-Bravo! Addio. -
Allora Marzo, in fretta e furia, va da Aprile, e gli racconta la cosa, - e ora avrei bisogno che tu mi
prestassi almeno un giorno. - Aprile senza farsi tanto pregare, gli presta un giorno.
Eccoti che viene la mattina dopo, e il pastore cava le pecore e, cucciolo cucciolo,

sabato 30 marzo 2013

La storia della Cunfrunta antichissimo rituale molto sentito dai Selliesi che puntualmente ogni anno commuove tutti i partecipanti



A Cunfrunta appuntamento molto sentito da parte dei Selliesi, durante i vari secoli mai si è rinunciato a questo momento, neanche in quelli più bui di guerre o carestie,anzi anticamente venivano svolte due cufrunte, la sera alla Chiesa del Rosario, il giorno di Pasqua alla Chiesa di San Nicola, successivamente  le due confraternite fecero un accordo:" a Mmaculata" usciva dalla Chiesa di San Nicola  “u Signura Risortu” da quella del Rosario (o viceversa) per incontrasi per la cufrunta vicino l’ex bar di Giginu ,Durante il periodo pasquale le due congreghe “I Rosarianti” e I Mmaculatisi davano sfoggio a chi parava meglio la chiesa, la sana competizione, la rivalità,il segno di appartenenza ad una o all’altra diveniva in questo periodo più marcato. Pensate tutte le funzioni venivano ripetute due volte una alla chiesa del Rosario poi all’Immacolta; anche la Gloria “Sparava” il sabato santo al Rosario e la domenica alla chiesa dell’Immacolta, ma c’era una funzione (L’unica funzione che riuniva le due congreghe) ed era “A Cunfrunta” la quale si svolgeva di giorno dopo la Santa Messa di Pasqua,  la statua del Gesù Risorto usciva dalla chiesa dell’Immacolata mentre la statua della Madonna del Rosario usciva dalla chiesa omonima, le due distinte processioni si univano vicino l’ex bar di “Gigino” dove i due priori delle congreghe si scambiavano gli auguri, dopo i spari di alcuni mortaretti iniziava la “cunfrunta” con la Madonna del Rosario che al terzo incontro con Gesù Risorto  gli cadeva il manto nero con sotto il bellissimo manto rosso di festa. La processione continuava  con la Madonna che entrava nella chiesa dell’Immacolata ( era l’unica occasione che la statua della Madonna del Rosario entrava nella chiesa Madre)
Ovviamente l’anno successivo si cambiava; la Messa si celebrava nella chiesa dell’Immacolata con la statua dell’Immacolata   mentre la statua di Gesù Risorto usciva da quella del Rosario.
ma la forte rivalità che veniva accentuata in ogni manifestazione religiosa tra le due confraternite ( Si sentiva molto, l’appartenenza ,l’essere o Mmaculatisi o Rosarianti ) riportò tutto come prima. In epoca più recente la statua della Madonna veniva posizionata

venerdì 29 marzo 2013

A Naca Origini,tradizioni di un antichissimo rito che si rinnova ogni anno durante la processione del venerdi Santo



A Naca:  annacara= cullare Infatti questa parola dialettale diffusa sopratutto nel catanzarese deriva dal greco che significa appunto culla. Questo antichissimi rito trae radici nel periodo della dominazione spagnola, ma sicuramente si rifà alle sacre rappresentazioni medioevali. Dopo il Concilio di Trento, infatti fu vietato tenere queste rappresentazioni nelle Chiese, per questo motivo i membri delle varie confraternite, portarono tra le strade e le piazze delle proprie città, queste manifestazioni di fede, arricchendole di segni e simboli nuovi. Certamente questa tradizione anche dopo molti secoli, si è mantenuta viva più o meno nei vari paesi del catanzarese sopratutto nella città capoluogo dove  la Naca, è la processione che più di ogni altra, viene seguita dai cittadini. Molti però pur seguendola con passione e fede, conoscono poco la storia, i significati ed i simboli che la caratterizzano. Partendo proprio dal significato, quindi dal termine dialettale Naca, che come abbiamo visto deriva dall'etimologia della parola viene dal greco e significa Culla, in pratica la portantina dove Gesù è deposto. La Naca è ornata di damasco raso e seta, di fiori, lumi ed angioletti di cartapesta, uno dei quali porta i simboli della Passione: il calice, i chiodi ed il martello. Questa veniva portata a spalla dai rappresentati delle varie confraternite dove durante la processione il corpo esanime del Cristo veniva come cullato come se dormisse in attesa del suo risveglio. A Sellia anticamente erano ben due le processioni del venerdi santo organizzato minuziosamente dalle due congreghe del Rosario e dell'Immacolata. la lunga processione aveva una sua meticolosa composizione con i vari gonfaloni ai due lati i bambini con i lumini mentre nel centro una rappresentazione della passione di Gesù con la pesante croce la corona di spina al capo di un figurante  ai lati i soldati romani mentre i tamburi echeggiavano malinconicamente il passaggio del corteo; subito dopo le statue  dell'Ecce Homo ( HacciOmu)  quella triste di Gesù crocifisso Poi la pesante  Naca mentre per ultima la suggestiva statua

La bellissima Leggenda del Pettirosso " U Pettirussu" ( Seconda parte)

L'uccello si fermò in mezzo alla frase, perché da una delle porte di Gerusalemme usciva una gran quantità di gente e tutta la folla si dirigeva verso il colle dove l'uccello aveva il suo nido.
C'erano dei cavalieri su destrieri superbi, servi con lunghe lance, assistenti del boia  con chiodi e martelli, v’erano sacerdoti dall’incedere dignitoso, e giudici, donne piangenti, e davanti a tutti  una massa di popolo che correva selvaggiamente, un accompagnamento orrendo, ululante di vagabondi. L'uccellino tremando stava sull'orlo del suo nido. Temeva ad ogni istante che il piccolo cespuglio di spine venisse calpestato e i suoi piccini rimanessero uccisi.
« State in guardia, » gridò ai piccini inermi « state tutti vicini e state zitti! Ecco un cavallo che viene proprio su di noi! Ecco un guerriero coi sandali ferrati!  Ecco tutta la folla selvaggia! »
Ad un tratto l'uccello smise di gettare i suoi gridi d'allarme e tacque. Dimenticò quasi il pericolo sovrastante.
Improvvisamente saltò giù nel nido, e allargò le ali sopra ai piccini.
« No, è troppo tremendo » disse. « Io non voglio che voi vediate. Sono tre malfattori che vengono crocifissi. »
E allargò le ali affinché i piccini nulla potessero vedere. Udirono soltanto dei colpi di martello rimbombanti, grida di dolore e gli urli selvaggi della folla.
Il pettirosso seguì tutto lo spettacolo con gli occhi che si dilatavano dal terrore. Non poteva allontanare gli sguardi dai tre infelici.
« Come gli uomini sono crudeli! » disse

giovedì 28 marzo 2013

La bellissima Leggenda del Pettirosso " U Pettirussu" ( Prima parte)

Era in quel tempo, quando Nostro Signore creò il mondo, quando creò non soltanto il cielo e la terra, ma anche tutti gli animali e le piante, e in pari tempo distribuì i nomi. Esistono molte storie di quel tempo, e  se  si  sapessero tutte avremmo anche la spiegazione di tutte le cose del mondo che ora non si possono comprendere.
Fu allora che un giorno, mentre Nostro Signore stava a sedere in Paradiso a dipingere gli uccelli, venne a mancare il colore sulla tavolozza, così che il picchio sarebbe rimasto senza colore se Egli non avesse ri­pulito tutti i pennelli sulle sue penne.
E fu allora che l'asino acquistò le sue orecchie lunghe, perché non si ricordava il nome che aveva ricevuto. Lo dimen­ticò appena ebbe fatto alcuni passi sui prati del Paradiso e tornò  indietro tre volte a domandare come si chiamava, finché Nostro Signore s'impazientì un pochino e prendendolo per le orecchie disse: « Il tuo nome è asino, asino, asino ».
E nel dirlo gli allungò le orecchie perché gli venisse l'udito migliore e ricordasse quello che gli si diceva.
Fu nello stesso giorno che l'ape fu punita. Perché appena fu creata incominciò a raccogliere miele, e gli animali e gli uomini, che si accorsero del dolce profumo del miele, vennero ad assaggiarlo. Ma l'ape voleva conservare tutto per sé e con le sue punture velenose scacciava tutti quelli che si avvicina­vano all'alveare. Nostro Signore vide e chiamò a sé l'ape e la punì.
« Io ti ho dato la facoltà di raccogliere il miele che è ciò che la creazione ha di più dolce, » disse Nostro Signore « ma non per questo ti ho dato il diritto d'essere cattiva col tuo prossimo.
 E ora ricordati: ogni volta che pungerai qualcuno che vorrà assaggiare il tuo miele, tu morrai! »
Già, fu allora che il grillo divenne cieco e la formica perse le sue ali; accaddero tante cose straordinarie in quel giorno. 
Nostro Signore, grande e mite, era seduto tutto il giorno a creare e a formare, e verso sera gli venne in mente

Ammessi come parte civile il comune di Simeri Crichi, la provincia di Catanzaro, Legambiente, il Wwf, e il Movimento per la difesa del cittadino nel processo appena iniziato sui veleni nella discarica di Alli


Veleni di Alli, al via il processo.

Sei parti civili regolarmente ammesse, otto richieste di rinvio a giudizio, accuse che vanno dalla truffa ai reati ambientali. È iniziata lunedi, davanti al gup Giovanna Mastroianni, l’udienza preliminare sul primo filone confluirà in un’altra udienza preliminare già programmata per il prossimo 24 maggio. E proprio in apertura dell’udienza di ieri, il gup ha comunicato la propria decisione di rigettare la richiesta – avanzata da alcuni avvocati difensori – di unificare i due procedimenti. Ammessa, invece, la costituzione come parti civili della Provincia di Catanzaro, del Comune di Simeri Crichi, di Legambiente, del Wwf, di Codici Calabria e del Movimento per la difesa del cittadino. Entrato il procedimento nel vivo, il pm presente in udienza, Vincenzo Russo (titolare del fascicolo è invece il pm Carlo Villani) ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio a carico degli otto indagati. Sott’accusa quello che gli inquirenti ritengono il principale responsabile della vicenda, cioè l’imprenditore veneto Stefano Gavioli, 55 anni, di Treviso; chiesto il processo anche per il suo stretto collaboratore Loris Zerbin, 51 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia), che gli è succeduto alla guida delle aziende Sial ed Enerambiente che per anni hanno gestito gli impianti di Alli. E ancora, sono indagati Giovanni Faggiano, 53 anni, di Brindisi, ex amministratore di una delle società del gruppo creato da Gavioli, Santo Mellace, 51 anni, di Catanzaro e Antonio Garrubba, 47, di Isola Capo Rizzuto (Kr), quest’ultimi due nella qualità di tecnici delle stesse aziende. L’elenco delle richieste di rinvio a giudizio viene infine completato dai nomi di Giovanbattista Papello, ex componente dell’organismo di vigilanza e controllo dell’ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Calabria, Adelchi Andrea Ottaviano, responsabile unico del procedimento fra il 2006 e il 2008, e Rocco Tavano, funzionario di supporto al responsabile unico. La tesi dell’accusa è che intorno alla gestione della discarica – fra il 2006 e il 2008 – si sia consumata una presunta truffa riguardante attestazioni sulla base di false certificazioni prodotte dalle aziende che avrebbero indotto l’ufficio del commissario delegato per l’emergenza rifiuti a liquidare, nei confronti
d’indagine legato alla gestione della discarica di Alli, al confine fra Catanzaro e Simeri Crichi. Questa tranche riguarda ipotesi di reato commesse fra il 2006 e il 2008; ce n’è in piedi un’altra per fatti successivi, che

mercoledì 27 marzo 2013

Simeri Crichi tutto pronto per la toccante processione della nuova "Naca" la quale si snoderà per le vie principali del paese

La processione del Venerdì Santo, che si snoda per le vie dei paesi calabresi, affonda le sue radici nel periodo della dominazione spagnola del Regno di Napoli, rifacendosi alle rappresentazioni sacre del Medioevo, che il Concilio di Trento aveva vietato all’interno delle chiese, ma che le confraternite religiose e laicali avevano tenacemente mantenuto vive per le strade e nelle piazze, arricchendole spesso di segni e simboli della Passione che variavano nelle singole realtà.
Etimologicamente “naca” deriva dal greco “nachè”, col significato di “culla “, anticamente ricavata col vello di pecora; estensivamente il termine venne usato per indicare il baldacchino sul quale veniva trasportata a spalla la piccola bara bianca per i bambini defunti, mentre la campana della chiesa faceva sentire i particolari rintocchi della “spirateddha”.
Nel Catanzarese la “Naca” indica “il sarcofago di Cristo”, cioè la portantina sulla quale viene adagiato il Corpo di Gesù morto, per essere portato in processione, anticipato da una “Croce di penitenza” portata da un Cireneo, accompagnato dalla marcia funebre, dal tamburo e dagli squilli lenti della tromba (di sole tre note).
A Crichi la tradizione fu importata dai transfughi di Sellia nel XVIII secolo e si arricchì dei riti delle confraternite dei paesi vicini. Sempre la statua della Madonna Addolorata col cuore trafitto dalla spada segue immediatamente la “Naca”, ricordando ai fedeli i 7 grandi dolori, ora

domenica 24 marzo 2013

"A Parma" della Domenica delle Palme. Ricordi, rievocazioni dei tempi che furono

A Parma  ( da non confondere con la città  dell'Emilia Romagna ) nel nostro dialetto è la Palma che si porta a benedire la domenica delle Palme Sino a non molti anni fa era solo è rigorosamente di ulivo tra gli anziani si faceva quasi a gara per chi riusciva a portarla più alta più rigogliosa esponendola a mo di vanto, mentre noi bambini ne avevamo un bel rametto con delle caramelle appese e qualche piccolo cioccolatino. Vi era una forte è sentita devozione verso questa festa dove la chiesa si riempiva sino alle due navate. Una volta benedette a Parma grande essa veniva divisa in tante Parme" una piccolina veniva sistemata dietro la porta d'ingresso di ogni abitazione mentre i rami più alti venivano portate nei vari terreni come augurio, l'auspicio di un annata abbondate delle olive affinché "a carrica" poteva divenire veramente fruttuosa, un desiderio che era poi di tutti perché l'economia di Sellia si basava principalmente con l'oro giallo dell'olivo extra vergine molto prelibato e  rinomato . Le vecchie "Parme" venivano raccolte per essere poi bruciate e la loro cenere veniva poi sparsa vicino le piante d'ulivo più rigogliose. Oggi invece "a parma" d'ulivo è stata quasi soppiantata da quella delle originali palme finemente lavorate ma piccole sempre più piccole come se quasi si prova vergogna a volerla esibirla, sventolarla come una

San Pietro Magisano. Oggi dalle 15 sarà riproposta dopo tanti anni la Sacra rappresentazione della passione e morte di Gesù Cristo allestita sul suggestivo sagrato del Santuario della Madonna della Luce



sabato 23 marzo 2013

Il Fai Aprirà in Italia circa 700 luoghi spesso inaccessibili, tanti i posti da vedere anche a Catanzaro

  Riceviamo e pubblichiamo

Fai di primavera Due giorni alla scoperta dell'Italia da scoprire

I luoghi saranno aperti  oggi Sabato 23 e Domenica 24 Marzo dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 18.
Due giorni per scoprire l’Italia, 365 per amarla”. È uno degli innumerevoli messaggi del Fondo Ambiente Italiano che promuove in tutta la penisola la Giornata FAI di Primavera, appuntamento annuale consueto giunto alla XXI edizione. Il FAI aprirà in Italia 700 luoghi, spesso inaccessibili e per l’occasione eccezionalmente a disposizione del pubblico: chiese, palazzi, aree archeologiche, ville, borghi, giardini, ed anche caserme e centrali idroelettriche. Anche questa volta sarà possibile supportare la Fondazione e la sua nobile mission attraverso l’iscrizione, o con un contributo libero o con un sms solidale al 45501. Diverse le iniziative in programma anche in Calabria, presentate nei giorni scorsi. Molto attivo il gruppo FAI di Catanzaro, diretto dal capo delegazione Carmen Audino. Nel capoluogo - spiega una nota - sarà possibile scoprire nei due giorni i tesori dell’arte sacra. Si potranno visitare la Chiesa di San Giovanni Battista, la Basilica Minore di Santa Maria Immacolata su Corso Mazzini, la Chiesa di Sant’Anna in Via De Grazia ed il Convento del Carmine in Via Francesco Fiorentino. In ognuna delle quattro chiese saranno mostrati alcuni oggetti del patrimonio ecclesiastico generalmente non esposti al pubblico come il busto ligneo raffigurante San Giovanni Battista; gli argenti vari ed il busto ligneo di San Vitaliano; il Seggio Priorale in legno; l’Ecce Homo in cera di autore ignoto. Alla fine del percorso è previsto come luogo di aggregazione per i giovani la Villa Margherita, dalla bellissima e rigogliosa vegetazione, arricchita dai busti rappresentanti noti personaggi di origine calabrese. I luoghi saranno aperti Sabato 23 e Domenica 24 Marzo dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 18. Le visite guidate saranno

venerdì 22 marzo 2013

Domani tutti a Simeri dove nella suggestiva cornice dei ruderi della "Chiesa Collegiata" andrà in scena il musical di Pasqua "Ai piedi della Croce"

Riceviamo e pubblichiamo


Appuntamento per le 20,30 di sabato 23 marzo 2013 a Simeri per assistere al bel musical di Pasqua dal titolo "Ai piedi della Croce"  
Ai piedi della Croce tutto può avvenire se con fede e umiltà l’uomo si accosta a Gesù.


Sabato 23 marzo nella splendida cornice dei ruderi della Chiesa “Collegiata”di Simeri, comune di Simeri Crichi alle ore 20,30, i bambini, i giovani, i membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale, i catechisti, gli aderenti al Movimento Apostolico, famiglie intere e semplici fedeli della Parrocchia Santa Maria Assunta, con la collaborazione dell’Associazione Culturale Sperimentale di Simeri metteranno in scena il Musical di Pasqua, “Ai piedi della Croce”. Uno spettacolo coinvolgente che vuole dare un messaggio concreto ad ogni uomo a partire dall’evento della croce di Cristo. “Ai piedi della croce” avviene il miracolo più grande, l’incontro con Cristo Redentore dell’umanità. Ai piedi della croce tutto può avvenire se con fede e umiltà l’uomo si accosta a Gesù. Dall’ansia alla speranza, dalla tristezza alla gioia, dal pianto al sorriso. L’uomo peccatore ritorna a sperare e vivere e quando sceglie di convertirsi diventa il più grande missionario del vangelo perché, per primo, sulla sua persona ha sperimentato la misericordia e l’amore del Signore.

Questo è il messaggio che gli oltre cento protagonisti del musical, guidati dal parroco don Francesco Cristofaro, il quale ne ha anche scritto il testo dell’opera, vogliono dire con

giovedì 21 marzo 2013

Convegno su "Assistenza domiciliare integrata" promosso dall'ASP di Catanzaro che coinvolge tutti i comuni del nostro comprensorio

Oggi, giovedì 21 marzo alle ore 9 nella sala consiglio di palazzo de Nobili, a Catanzaro, si terrà un convegno sul tema “L’assistenza domiciliare integrata nell’ambito sociale di Catanzaro”. I lavori saranno introdotti dalle relazioni del dott Cesare Nisticò del dipartimento Politiche Sociali della Regione, del dott. Euplio Roccia del direttore Distretto Catanzaro, dal dott. Maurizio Rocca del direttore Distretto Catanzaro Lido, dalla dott.ssa Loredana Calascibetta del settore servizi sociali del Comune , mentre la vicepresidente consorzio “PrivatAssistenza”,dr.ssa Rossana Panarello, illustrerà i risultati conseguiti, le nuove modalità organizzative e prospettive dell’assistenza domiciliare del e per il Territorio Le conclusioni sono state affidate all’assessore ai servizi sociali di palazzo de Nobili, avv. Caterina Salerno, il coordinamento dei lavori al dott Antonino Ferraiolo dirigente assessorato servizi sociali Il comune di Catanzaro, infatti, nell'ambito della programmazione e la realizzazione degli interventi socio – assistenziali nelle aree funzionali (minori, anziani, famiglia, e disabili) e in analogia con le linee guida emanate dalla Regione, ha realizzato un servizio di assistenza domiciliare in favore di disabili gravi e anziani non autosufficienti, attuato sul territorio dei Distretti Socio - Sanitari di Catanzaro e di Catanzaro Lido, comprendente 31 comuni e di cui Catanzaro è capofila, in modalità integrata con l'ASP di Catanzaro, cui spetta la gestione degli interventi sanitari, per la durata di un anno. I Comuni coinvolti sono: Albi, Amato, Andali, Belcastro, Borgia, Botricello, Caraffa, Catanzaro, Cerva, Cicala, Cropani, Fossato Serralta, Gimigliano, Magisano, Marcedusa, Marcellinara, Miglierina, Pentone, Petronà, San Floro, San Pietro Apostolo, Sellia Marina, Sellia Superiore, Sersale, Settingiano, Simeri Crichi, Sorbo San Basile, Soveria Simeri, Taverna, Tiriolo e Zagarise.
 L’assistenza domiciliare viene erogata nei confronti di: 130 utenti anziani non autosufficienti ultrasessantacinquenni, già in assistenza domiciliare di tipo sanitario e 79 utenti disabili gravi privi di sostegno familiare di qualsiasi età. Il Servizio è stato attivato lo scorso 3 febbraio e garantisce prestazioni assistenziali e socio-assistenziali volte al mantenimento delle persone nella loro realtà familiare, ambientale e sociale. Inoltre ha la finalità di supportare le famiglie di origine nei compiti assistenziali e di cura. Per ogni destinatario inserito nel Servizio di Assistenza Domiciliare viene definito un progetto personalizzato e un programma specifico di intervento. Alla definizione di tale progetto concorrono l’assistente sociale comunale referente, l’ Unità di Valutazione Territoriale dell’ASP, la famiglia di riferimento e, laddove è possibile, il destinatario stesso. Le prestazioni erogate dal servizio consistono in:

martedì 19 marzo 2013

A conicella di San Giuseppe da " Cona du Casu " Riproposizione dei più bei racconti

 San Giuseppe
Oggi festa di San Giuseppe, festa del papà una volta era un giorno segnato di rosso sul calendario solennamente festeggiato dalla chiesa  ripropongo questo particolare racconto sulla statua di San Giuseppe callocata nella "cona du casu"
Dopo i vari cataclismi che avevano sconvolto il territorio di Sellia  con l’ultimo devastante alluvione del 1943 delle 5 chiese più il convento rimanevano solo quella del Rosario e  di San Nicola (Immacolata) Soprattutto la chiesa Madre si era riempita delle varie statue che si erano salvate durante queste terribili calamità ( nel  spaventoso terremoto del  1793 ben due chiese furono completamente distrutte). Erano talmente tante le varie statue, alcune anche doppie, che diveniva sempre più difficile anche camminare all’interno della chiesa stessa, soprattutto quando c’èrano funzioni religiosi importanti che richiamavano tutta la popolazione. Un giorno l’arciprete prese una decisione drastica la mattina presto dopo la consueta messa dell’aurora che richiamava sempre moltissima gente, (quasi tutti infatti prima di iniziare i propri lavori nei campi o nelle bottega si recavano a messa.) Chiamo il sacrestano e gli ordinò  di portare fuori tutte le statue che erano dei doppioni oppure dei busti di santi malconci che necessitavano di restauro, ma visto il periodo di scarsità di fondi difficilmente sarebbero state restaurate. Così suo malgrado il povero sacrestano iniziò nel portare fuori alcune statue di santi, intantto l’arciprete aveva preso una grossa "gaccia" scure iniziando l’opera di demolizione riducendole a pezzettini sotto lo sguardo incredulo dei  passanti che non capivano bene cosa stesse facendo, e poi anche se l’avrebbero capito non avrebbero osato contraddire l’arciprete perché era forte il senso di rispetto. Dopo un po’ toccò alla statua malandata a mezzo busto di San Giuseppe non appena  tirò il primo colpo con la scure, una scheggia gli si conficcò nell’occhio, il dolore era tremendo, alcune persone  (anche se controvoglia per quello che aveva fatto) corsero ad aiutarlo riuscendo nel togliere la piccola scheggia che per un niente non aveva rischiato di farlo diventare cieco.Per fortuna questa scheggia lo fece ricredere di ciò che stava facendo, con le lacrime corse verso la statua di San Giuseppe inginocchiandosi iniziò a pregare e lodare il Signore. La statua fu restaurata e con una funzione solenne fu............

lunedì 18 marzo 2013

Servizio di "Reporter" (Rai tre) su Catanzaro la città dei call center definita la Bangalori Italiana.

 Gli inviati del programma di Rai3 di Riccardo Iacona sono stati a Catanzaro, definita da tanti la Bangalore italiana dei call center. Nella città calabrese i ‘centri chiamata di assistenza e offerta’ lavorano tutti con commesse di grandi aziende italiane o internazionali. Si trovano anche in piccoli appartamenti e lo stipendio mensile in molti casi arriva a 192 euro appena.
La Bangalore d'Italia torna a far parlare di sé. Questa volta ad accendere i riflettori su Catanzaro, città dei call center, sono le telecamere di Presa diretta il programma di Riccardo Iacona. Un attento reportage sugli oltre cinquemila occupati del settore. Si va dalle grandi aziende come il gruppo Abramo fino ai piccoli "centri di chiamata" sorti ovunque nel capoluogo, annche nei seminterrati dei palazzi di periferia.
Situazioni lavorative al limite, con stipendi che in alcuni casi arrivano a 192 euro al mese. Nel servizio viene raccontata anche la storia dei duemila ex dipendenti di Phonemedia il colosso piemontese che dopo aver usufruito di cospicui finanziamenti pubblici ha chiuso i battenti. Sulla vicenda indaga la Procura di Novara che ha iscritto nel registro degli indagati il patron della società Fabrizio Cazzago. A spiegare il mondo dei call center catanzaresi è stato il segretario della Cgil, Daniele Carchidi,....
A seguire il video su Catanzaro città dei call center tratto da Presa Diretta( RaiTre) del 17.03.2013

domenica 17 marzo 2013

" A za gelusa du rre" La Zia gelosa del re (Seconda parte) Racconti Calabresi

....."Selenio, Marino e Chiomadorata" -  Così li aveva chiamati  - "Voi siete i figli del re, ma lui non lo sa perché ,quando vostra madre vi fece, la vostra zia gelosa gli mandò a dire che invece di voi aveva fatto tre gatti. Così lui, per la rabbia, l'ha fatta rinchiudere nella torre più alta e dal dolore non tornò più a casa. Ora, tocca a voi tornare lassù e mettere le cose a posto. Io non posso venire,  posso però farvi ancora  un regalo: darò a te Chiomadorata un anello che, quando cambia colore, ti avverte di un pericolo e quando lo strofini tre volte puoi vedermi e parlarmi. Di più non posso fare" -  Così detto, senza mettere tempo in mezzo, si ritrovarono fuori dal pozzo. -  "Ed ora dove andiamo?" -  Dissero fra loro -  "Come faremo a cercare nostro padre e salvare nostra madre?"  -  Allora Chiomadorata disse -  "Fratelli,  tagliatemi i capelli e con líoro che ne viene compriamo una casa" - Così fecero e siccome l'oro era tanto comprarono un palazzo vicino alla reggia, più bello e più grande di quello del re,  con un giardino fatto tutto di piante meravigliose. E siccome Marino aveva il potere delle acque, lo aveva riempito  di fontane che danzavano. Lì , Chiomadoro si lavava i capelli. Perciò l'acqua di queste fontane era piena di pagliuzze d'oro che brillavano al sole di giorno e alla luna di notte. Selenio, l'altro fratello, aveva fatto un patto con essa e tutte le notti lei brillava piena sopra il giardino. Viene da sè, che di  queste meraviglie cominciarono a parlarne tutti ed, alla fine, arrivarono all'orecchio della zia del re, la quale ,incuriosita, mandò una spia a vedere come stavano le cose. Questa al ritorno non solo esagerò in meraviglie, ma riferì anche di aver visto due giovani ed una ragazza, di bellezze fuori misura, che avevano uno gli occhi come la luna, un altro gli occhi come il mare e la ragazza una stella in fronte ed i capelli come l'oro. Vi lascio immaginare la faccia della donna! Subito gli venne un tuffo al cuore e pensò - "Se non avessi io stessa buttato i figli del re nel pozzo penserei che questi ragazzi siano proprio loro." -  E più ci pensava e più non stava

sabato 16 marzo 2013

Nota stampa di Marcello Barberio,sindaco del Comune di Simeri Crichi. "Dove il nuovo depuratore di Catanzaro?"

 Riceviamo e pubblichiamo
 
                           COMUNE DI SIMERI CRICHI PROV. CATANZARO
    

Nota stampa di Marcello Barberio, sindaco del Comune di Simeri Crichi 
A seguito della riunione delle commissioni consiliari Igiene, Urbanistica e Lavori Pubblici del Comune di Catanzaro, relativa alla problematica del nuovo depuratore a servizio della città capoluogo, è doveroso da parte mia riproporre alcune puntualizzazioni, già espresse lo scorso anno. Da più tempo e da più parti politiche si va sostenendo che l’eventuale localizzazione del nuovo depuratore di Catanzaro in località Alli, nel sito dell’attuale discarica, risponderebbe a due concomitanti convenienze: - liberare Catanzaro Lido dagli effetti dell’attuale depuratore; - intervenire in un’area, quella di Alli, “già compromessa dal punto di vista ambientale”. Si da il caso, però, che così come per gli effetti negativi dell’impianto tecnologico dei r.s.u., il territorio più compromesso risulterebbe proprio e quasi esclusivamente quello limitrofo di Simeri Crichi e in particolare l’area industriale dove già insiste la Centrale elettrica dell’Edison, a ridosso dei Villaggi turistici costieri di Marincoli, Valtur, Floriana e campi di golf. Si tenga conto che una collina ripara il territorio di Catanzaro anche dai venti, che invece insistono prevalentemente verso la costa, in direzione di Sellia Marina, Cropani e Botricello. Si tenga conto che il mio comune, unitamente alla Provincia di Catanzaro, è parte civile nel procedimento penale noto come “percolato nell’Alli”. Mi sembra di capire che per il finanziamento dell’opera si farebbe ricorso al “Piano Nazionale per il Sud: interventi straordinari nel settore fognario e depurativo e sollevamento, finalizzati al superamento delle criticità connesse alla procedura d’infrazione della direttiva CEE”. Comprendo le ragioni e l’urgenza del cosiddetto “schema consortile dell’agglomerato di Sellia Marina” del Dipartimento Regionale Politiche dell’Ambiente, nutro, però, alcune perplessità sulla facilità di individuazione del partner finanziario previsto. Quindi “SI” a interventi di superamento delle attuali criticità ambientali, “NO” alla logica di spostare il problema verso il vicino. Sono sicuro che non è questo l’intendimento degli organi del Comune di Catanzaro e del sindaco Abramo – che più volte ha mostrato di voler affrontare la questione Alli in termini unitari – per cui non dovrà risultare impossibile trovare un’adeguata convergenza di pianificazione, prima che le 3 commissioni catanzaresi formalizzino una “proposta congiunta definitiva”. Tutto questo con spirito di rispettosa collaborazione istituzionale, in un momento di grave crisi nel quale le

Tutto a 1 euro! Preso d'assalto il centro commerciale di Palermo. Ecco il video dell' incredibile ressa

Il centro commerciale “Conca d’Oro” a Palermo, la mattina di giovedì 14 marzo è stato preso d’assalto da una  folla di persone che voleva acquistare alcuni elettrodomestici a solo un euro. Si trattava di una promozione decisa dall’expert di proprietà di Maurizio Zamparini, per festeggiare il primo anno di attività.
I pezzi disponibili erano solo 50 per diverse tipologie di prodotto tra cui rientravano lavatrici, televisori e smartphone. Fin dall’apertura si è radunata una gran folla ed è stata subito ressa.
Come scrive il Corriere della Sera, si è trattato di un “vero e proprio assalto con centinaia di persone che correvano all’interno del centro commerciale per raggiungere il negozio della vendita promozionale prima degli altri”.
Ecco l'incredibile video dell'assalto inserito su you tube

“Diverse donne sono state colte da malore e una di loro ha riportato una frattura al polso” aggiunge il Corriere. Per portare la donna all’ospedale è dovuta intervenire anche un’ambulanza. Tra i partecipanti dell’assalto, ci sono stati anche due giovani che sono stati fermati per furto.
Il centro commerciale aveva raddoppiato

venerdì 15 marzo 2013

Due vigili urbani di Simeri Crichi nei guai giudiziari secondo il pm avrebbero ritoccato le multe


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Il cioccolato invade piazza Prefettura di Catanzaro. Sino a domenica per la prima volta in Calabria approda la carovana di Il Gusto del Cioccolato

"Il Gusto del cioccolato" approda per la prima volta in Calabria dopo il grande successo di altre tappe italiane, in un suggestivo e coinvolgente evento voluto dal sindaco Sergio Abramo, dal Vice Sindaco e Assessore alla Cultura Sinibaldo Esposito e dall'Assessore alle Attività Produttive Giovanni Merante. Il 15-16-17 Marzo, Piazza Prefettura di Catanzaro si tingerà infatti di cioccolato per un week end all'insegna del gusto, del sapere e del divertimento. Abili maestri cioccolatieri presenteranno in esclusiva le loro prelibatezze, vere e proprie creazioni artistiche, belle da vedere e da gustare. Il cioccolato prenderà mille forme: dalle classiche volumetrie e soluzioni, dagli antichi attrezzi del mestiere, ai più sfiziosi accessori make up e moda, alle tradizionali praline e zuccotti mille gusti.
Cascate di cioccolato fuso, nocciolate e tantissime altre stravaganti caratterizzazioni di leccornie, tra cui un'apposita grande scultura ritraente lo stemma della nostra Città. Il Gusto del cioccolato è un vero e proprio happening dedicato a grandi e piccini che, da mattina fino a tarda sera, potranno trascorrere una piacevole giornata allietata da moltissime iniziative: animazione per bambini a cura della Bimboteca "Il Marmocchio", artisti di strada della "Scuola Teatro Enzo Corea", cabaret a cura di Piero Procopio previsto a meno di

mercoledì 13 marzo 2013

Habemus Papam Francesco (Jorge Mario Bergoglio) Primo Pontefice sudamericano 76 anni Gesuita. Ecco il video delle prime parole del nuovo Papa


«Mi hanno preso alla fine del mondo...»

Il gesuita è il primo sudamericano a San Pietro. Fumata bianca alle 19.06. «Iniziamo cammino di fiducia tra noi, pregate per me»

 

«Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo...ma siamo qui». Sono queste le prime parole del primo Papa Francesco della storia della Chiesa cattolica. Jorge Mario Bergoglio, argentino, 76 anni, gesuita, 266 esimo Pontefice, è anche il primo sudamericano.
La fumata bianca che ha annunciato al mondo la sua elezione è arrivata alla quinta votazione, nella seconda giornata del Conclave. Uno scrutinio in più di quanto richiesto, otto anni fa, per l'elezione di Benedetto XVI. Il comignolo della Cappella Sistina ha iniziato a fumare alle 19.06, la piazza San Pietro gremita di fedeli sin dalla mattinata è esplosa in un boato: «Viva il Papa! Viva il Papa!». La gioia è divenuta incontenibile quando il nuovo Papa si è affacciato per il saluto e la benedizione. La sorpresa è stata doppia: la nazionalità del nuovo Papa e la scelta del nome, quello del santo di Assisi, che ha detto subito tutto quello che c'è da sapere dell'attenzione di Bergoglio per i poveri. «Francesco! Francesco!» hanno acclamato gli oltre cento mila fedeli in piazza. Il gesuita ha scaldato subito il cuore dei fedeli, inchinandosi per farsi benedire. È la svolta regalata alla Chiesa dal passo indietro senza precedenti da molti secoli di Benedetto XVI. Aveva commosso la folla anche l'Habemus Papam con la voce resa

Fotoracconto dell'inaugurazione della Via Matris a Simeri Crichi.

 Via Matris
"I sette acerbissimi Dolori di Maria Vergine meditati nella forma della Via Crucis"


 A seguire altre foto di questa toccante processione più articolo di giornale che descrive in modo preciso l'evento nell'arco dell'intera giornata di domenica 10 marzo 2013 che ha visto la presenza dell'arcivescovo Monsignor Vincenzo Bertolone il prefetto Antonio Reppucci e altre autorità civili, militari e religiosi.

lunedì 11 marzo 2013

Da quando è attiva la centrale Edison di Simeri Crichi si è verificato una drastica riduzione della fauna marina

Vista notturna della centrale di Simeri Crichi
Di seguito la nota congiunta di Adiconsum e Fai Cisl:

  "Allarme pesca nel catanzarese''
Un incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura Trematerra, con l’assessore regionale all’ambiente Pugliano e con i vertici dell’Arpacal è stato richiesto da Daniele Gualtieri della  Segreteria della Fai Cisl e dall'Adiconsum di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, per discutere dell’allarme lanciato dai pescatori del Catanzarese, i quali segnalano una forte diminuzione della fauna marina. Secondo i pescatori, ciò ha coinciso con l’inizio dell’attività della centrale Edison di Simeri Crichi, e quindi potrebbe essere legato al riversamento di acqua calda in mare. “Naturalmente – spiega Daniele Gualtieri – si tratta solo di una ipotesi, che chiediamo alla Regione e all’Arpacal di verificare, al fine di individuare, qualora fosse confermata, soluzioni tecniche idonee a scongiurare conseguenze negative per la pesca. Non è nostra intenzione creare difficoltà all’azienda Edison, che nel territorio è una realtà importante che offre posti di lavoro, ma siamo certi che se il problema della diminuzione di pesci è legato allo scarico di acqua calda non sarà difficile trovare le giuste contromisure tecniche. La diminuzione della fauna marina, infatti, sta comportando gravi ricadute sul settore della pesca, ma anche sui consumatori che  trovano sempre meno presente sul mercato pesce locale di alta qualità. Se all’impegno della Fai Cisl seguirà una graduale soluzione delle problematiche da parte delle istituzioni competenti, il settore della pesca potrà superare le difficoltà presenti, ed essere volano di sviluppo delle economie locali costiere, pur con la consapevolezza che i problemi sono diversi, e questo è solo l’inizio di un percorso intrapreso che deve vedere Organizzazioni Sindacali e lavoratori insieme impegnati quotidianamente per il rilancio di un settore di fondamentale importanza per

domenica 10 marzo 2013

La zia gelosa del re "A za gelusa du rrè" (Prima parte) Racconti Calabresi

C'era una volta un pescatore che aveva tre figlie una più bella dell'altra: La prima si chiamava Filomena, la seconda Fotina e la terza Felicetta. Era rimasto vedovo da quando le figlie erano piccole e le aveva tirate su con l'aiuto  dei vicini, senza mai volersi risposare; perché troppo bella e buona era stata  sua moglie e non poteva trovarne un'altra uguale. Vivevano con quello che riusciva a ricavare dalla vendita del pesce, e non era molto. Ma non si lamentava, anzi era contento, perché diceva di avere avuto la più grande ricchezza quando aveva  messo al mondo tre figlie, non solo di sette bellezze ma anche virtuose, perché non c'era mestiere di donne che non sapessero fare e fare bene. In più erano anche buone e sempre andavano ad aiutare una povera vecchia e gobba che abitava da sola in una capanna e non aveva niente da mangiare. Una sera, che erano a casa della vecchia  perché era malata, dopo averla accudita e messa a letto a dormire , si sedettero sulla spiaggia davanti al mare a guardare la luna piena che brillava sull'acqua, e come tutte le ragazze di questo mondo si misero a fantasticare. La prima diceva  - "Se mi dovessi sposare vorrei sposare il cugino del re e gli farei un figlio con un pomo in mano in modo che quando lui lo mette a terra lì nasca un albero di pomi d'oro" - E la seconda - "Ed io se mi dovessi sposare vorrei sposare il fratello del re e gli farei un figlio che quando batte le mani possa imbandire una tavola ricca di ogni ben di Dio." -  E la terza, che era anche la più bella, disse - "Io, invece, vorrei sposare proprio il re e gli farei tre figli: uno con gli occhi della luna in modo che possa vedere ogni cosa anche di notte al buio, uno con gli occhi del mare in modo che possa governare le acque e sempre navigare senza pericoli  ed una figlia con una stella in fronte, la pelle del giglio ed i capelli díoro come il sole che più li tagli, più crescono e più oro danno. Ora la vecchia che non stava dormendo ascoltò tutto e siccome era una fata che era in giro per il mondo in cerca della bontà, sorrise e disse - "Così sia." -  Il giorno dopo si travestì da mercante ed andò al palazzo del re. Con la scusa di vendergli stoffa per abiti si fece ricevere da lui in persona e tra un discorso e l'altro gli raccontò che in paese c'erano delle ragazze che s'inventavano storie di matrimoni con il re ed i suoi parenti; riferendo i discorsi che aveva sentito. Il re incuriosito disse - " Dimmi subito chi sono queste ragazze o ti taglio la testa." -  La fata, che non aspettava altro, gli dette nome e cognome e poi sparì: perché di più non poteva fare. Il re mandò subito i servi a prendere le figlie del pescatore. Le poverine, che non potevano mai pensare che il re potesse volere mai qualcosa da loro, arrivarono al palazzo; mezze morte dalla paura e dalla preoccupazione díaver fatto qualcosa di male. Bene. Appena il re le vide restò meravigliato da tanta bellezza, specialmente da quella di Felicetta che non osava nemmeno guardarlo. Ma era il re e così si fece serio serio e disse - "Ho sentito dire che  tu Filomena vuoi sposare mio cugino il marchese e che saresti capace di dargli un figlio  con un pomo in mano in modo che quando lui lo mette per terra lì nasca un albero di pomi d'oro, che tu Fotina se mio fratello ti sposa gli darai un figlio che quando batte le mani possa imbandire una tavola ricca di ogni ben di Dio e udite! udite! se io sposo te Felicetta saresti capace di darmi tre figli: uno con gli occhi della luna in modo che possa vedere ogni cosa anche di notte al buio, uno con gli occhi del mare in modo che possa governare sulle acque e sempre navigare senza pericoli  ed una figlia con una stella in fronte, la pelle del giglio ed i capelli díoro che più li tagli più crescono e più oro danno. Alla prova. Il re chiamò il cugino ed il fratello e disse - "Queste sono le vostre spose da qui ad un anno dovranno partorire quello che hanno promesso. Se così sarà io