venerdì 21 febbraio 2014

Sersale ricorda 21 Febbraio 1929 - 21 Febbraio 2014 - 85 Anniversario del Sacrificio della Madre Eroica Carmela Borelli


IL MATTINO ILLUSTRATO JPG-001(1)L’immagine  ritrae la prima pagina del "Mattino Illustrato" nell'anno 1929,  dedicata al sacrificio di Carmela Borelli
Sersale celebra, tra le ricorrenze più sentite, la memoria di una nobile figura di donna, divenuta esempio sublime di amore materno e che ancora oggi rappresenta un esempio insuperabile di dedizione estrema: Carmela Borelli. Nella piazza che porta il suo nome, un monumento (ora iBOZZETTO CARMELA BORELLI JPG-001n ristrutturazione ed in attesa di essere riposizionato non appena saranno ultimati i lavori di riqualificazione della piazza), costituito da una colonna mozza, donato alla comunità sersalese dalle Piccole Italiane, ricorda il sacrificio di questa contadina che il 21 febbraio del 1929, investita da una bufera di neve mentre tornava dalla campagna, per salvare i figli in tenera età che portava con sé, non esitò a coprirli con i propri vestiti morendo, così, assiderata, ma assicurando loro la vita.
La storia commuovente della madre coraggio Carmela Borelli
Carmela Borelli, l’umile contadina di Sersale, che immolò la sua vita per salvare quella di due piccoli suoi figli da una ……
bufera di neve, coprendoli con i suoi abiti, mentre lei, rimasta quasi nuda, morì assiderata. Ma ecco, in sintesi, la triste quanto straordinaria vicenda.
La mattina del 21 febbraio 1929 Carmela Borelli tornava a Sersale dalla marina jonica, con due asini carichi di grano e in compagnia dei figli Costanza di otto anni e Francesco di cinque. Era partita dalla località “Mirtilletto” alle prime luci di un’alba calma e serena, che non lasciava certamente presagire la bufera che di lì a poco avcarmela borellirebbe imperversato su tutta la zona silana.Man mano però che il tenue sole s’alzava all’orizzonte, aumentava il gelido vento di tramontana, che portava con sé qualche fiocco di neve. Poi il sole s’oscurò, il cielo divenne più minaccioso, il vento più impetuoso e i fiocchi di neve iniziarono a cadere turbinosamente. In breve si ebbe una gelida bufera di nevischio, che fece prendere affrettatamente ad ogni contadino la via di casa. E nel ritorno – come narrano molti di loro – lottarono non poco con la tormenta, raccomandandosi alla Vergine del Carmine,patrona di Sersale, perché li facesse giungere salvi a casa.
Immaginatevi la povera Carmela Borelli come stentasse, nel mentre la bufera aumentava, a tirare gli asini e a portare i due bambini, che avevano ormai perduto le forze, lungo l’erta strada che porta a Sersale. E immaginate ancora quale sospiro di sollievo ella dovette tirare quando dal Colle d’Indriono intravide, seppur nella tormenta, le case dell’abitato. Diede uno strappo ancora alle due bestie e rincuorò Costanza e Francesco. Ma da qui inizia il suo doloroso calvario: il turbine aumenta ancora; un asino si abbatte al suolo e muore sotto il suo carico; i due bambini diventano paonazzi dal freddo e guardano impietriti la madre. Ella, allora, con la forza della disperazione, si strappa di dosso gran parte dei suoi vestiti e ve li avvolge; poi, invocando certamente l’aiuto della Madonna del Carmine, tenta l’ultimo tratto della salita.
Ma, ai piedi del monte Crozze, ove la valle diventa una stretta gola e dove il vento turbina con maggiore violenza, mamma Carmela – a pochi metri dalle prime case di Sersale – cade in ginocchio al suolo, accanto all’altra bestia, che muore poco dopo come la prima. Ella forse, in questo momento, ha l’esatta percezione della tragedia che si sta compiendo e in uno sforzo sovrumano fa sì che il suo corpo sia valido scudo ai suoi bimbi; poi il chiarore terribile del gelido nevischio diviene per lei, a poco a poco, ombra funerea; mentre il cuore rallenta i battiti ed il pensiero vive gli attimi imperscrutabili dell’umano trapasso.
Ad alcuni passanti – contadini che ritornano dalla campagna – si presenta questo quadro sublime. Le loro cure non varranno a ridare la vita a quel corpo di madre, che è stato intanto trasportato in un vicino mulino, ma i figlioletti, protetti dal corpo della madre prima e poi diventati oggetto delle cure attentissime di bravi cittadini, riusciranno a sopravvivere e saranno la palpitante e viva testimonianza dell’eroismo materno.
Articolo su segnalazione

4 commenti:

  1. Ma che storia :( mi sono commossa

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  2. sono di sellia marina ma non conosceva questa strugente storia grazie per everla inserita
    cosco marisa

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  3. Mi auguro che i lavoro di riqualificazione della piazza diano lustro a questa nostra concittadina che è la sintesi del cuore grande del popolo di Sersale

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  4. pasquale settebellezzevenerdì, 21 febbraio, 2014

    ogni volta che penso a lei mi commuovo ! la prima volta che ho sentito questa storia ne sono rimasto toccato profondamente l'amore di una mamma fa anche questo
    devo dire che la popolazione le ha dedicato la scuola elementare una piazza e una via, per quel che riguarda il monumento di cui si parla la famosa colonna spezzata finora ha peregrinato nella piazza finalmente tornera' al suo posto d'origine ! sarebbe bello che una targa spiegasse ai turisti che cosa rappresenta quella colonna e che donna sia stata Carmela Borelli

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