venerdì 17 ottobre 2014

Hai pagato la TASI scaduta ieri? Cosa succede se la si paga in ritardo o non si paga proprio?

Cosa succede a chi paga in ritardo la Tasi 2014 rispetto alla scadenza di ieri giovedì 16 ottobre? Nei primi trenta giorni dopo la scadenza, è ancora possibile versare l'acconto della Tasi con una sovrattassa contenuta: massimo il 3,2% tra sanzione e interessi.
La strada è quella del ravvedimento breve, che in questo caso va formalizzato entro il 16 novembre mentre c'è un anno di tempo per mettersi in regola attraverso il ravvedimento lungo con sanzione fissa al 3,75% ma interessi legali ben più sostanziosi. Nelle prime due settimane, il ritardo comporta una sanzione dello 0,2% per ogni giorno, sino alla misura massima del 3%. Gli interessi legali vanno sempre calcolati, pari a 0,006849 euro al giorno. I capoluoghi chiamati al pagamento della Tasi 2014 entro domani sono Agrigento, Foggia, Ragusa, Alessandria, Gorizia, Ravenna, Ascoli Piceno, Grosseto, Reggio Calabria, Asti, Imperia, Rieti, Avellino, Isernia, Roma, Bari, L'Aquila, Rovigo, Belluno, Latina, Savona, Benevento, Lecce, Siena, Biella, Massa, Siracusa, Brindisi, Matera, Sondrio, Cagliari, Messina, Taranto, Caltanissetta, Milano, Teramo, Campobasso, Monza, Terni, Carrara, Nuoro, Trapani, Catania, Olbia, Trieste, Catanzaro, Oristano, Varese, Cesena, Padova, Vercelli, Chieti, Palermo, Verona, Como, Pavia, Viterbo, Cosenza, Perugia, Cuneo, Pescara, Enna, Pisa, Fermo, Potenza, Firenze, Prato.
Il gettito della Tasi è interamente destinato ai comuni, come integrazione dell'Imu per i servizi indivisibili. Le amministrazioni locali hanno avuto un'ampia libertà nel fissare sconti e agevolazioni, ma sulle aliquote hanno dovuto tener conto dei due tetti fissati a livello centrale: 3,3 per mille per le abitazioni principali su cui non è dovuta l’Imu; 3,3 per mille per gli altri immobili, ma senza che la .....
somma di Tasi e Imu superi l’11,4 per mille.
 Una spremuta di tasse. Ecco in cosa si traduce in Italia il sistema fiscale che colpisce gli immobili. E' quanto emerge da uno studio di Confedilizia secondo il quale il nostro Paerse sconta una pressione superiore rispetto alla la media Ue e a quella dei Paesi Ocse, La situazione, dice l'indagine, si è aggravata con la manovra Monti del 2012 che ha portato l'Italia a una pressione della tassazione patrimoniale immobiliare del 2,2% sul Pil e del 2,75% sul reddito disponibile contro la media Ocse di 1,27% e 1,59%.

Un livello salito ulteriormente nel 2014 con l'introduzione della Tasi. Nel confronto internazionale, sottolinea l'associazione dei proprietari in base ad uno studio del professor Francesco Forte dell'Università di Roma La Sapienza, l'Italia «è il Paese con il maggior livello di tassazione sugli immobili». Già nel 2011 - emerge dallo studio - la media Ocse di imposte immobiliari dirette e indirette era inferiore di 0,17 punti sul Pil e di 0,18 punti sul reddito disponibile netto rispetto al totale italiano. Si può dire quindi che l'Italia fosse allineata, con un piccolo scarto positivo, alla media Ocse.

                                                                                              servizio su segnalazione         


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