domenica 31 maggio 2015

" Sutta u mantu da Madonna " Riproposizione per l'ultimo giorno del mese di maggio dedicato alla Madonna del racconto inedito ambientato nell'antico borgo di Sellia






Abbiamo avuto modo di raccontare del  forte attaccamento, del  smisurato amore che il popolo Selliese da sempre porta verso la Madonna, il quale nell’antico borgo durante i vari secoli si è espresso con le chiese dedicate all’Immacolata del S.S. Rosario alla Madonna della Neve e del convento della Madonna delle Grazie. Il racconto che andrò a narrarvi è  successo nel secolo scorso proprio nel mese di Maggio mese dedicato alla Madonna. In  quei tempi le processioni erano due una la prima domenica di maggio l’altra ultimo giorno del mese la quale si svolgeva di sera con una bella fiaccolata. Il nuovo Arciprete era da poco arrivato a Sellia conoscendo ben poco delle tante tradizioni che organizzavano soprattutto le due congreghe. Dopo la Messa la processione tardava causa un forte vento che ne impediva la partenza. I tantissimi bambini erano già pronti su due file i maschietti da un lato le femminucce dall’altro. Erano veramente tanti; tra di loro vi era una minuscola bambina che causa la malaria (malattia molto comune all’epoca) piano piano la stava spegnendo. Aveva quasi sempre la febbre è quella sera bruciava ancora di più. Dopo un bel po’ che si aspettava che il vento diminuisse il suo impeto, l’Arciprete rivolgendosi ai tantissimi fedeli disse che la processione per quell’anno non si sarebbe svolta,  ormai passate le 9 di sera ne tantomeno si poteva rimandare al giorno dopo perche non avrebbe avuto più senso. I tantissimi fedeli presenti mugugnarono un bel po’ invitando il giovane prete di aspettare ancora un po’ Verso le 10 di sera il vento sembrava un po’ meno violento la processione stava per partire ma il giovane prete avendo notato le precarie condizioni di salute della piccola con la malaria invito la madre di portarla subito a casa, la madre quasi offesa con un gesto di stizza si mise “U Maccaturu” nero in testa (segno dei vari lutti) girandosi di  spalle si allontanò lasciando la piccoletta al suo posto in fila, il giovane prete stava per reagire quando il priore avvicinandosi le disse all’orecchio:  “Arciprè sta battella forsi nun arriva mancu a domana, lassatila ma si fa sa prucessiona, u viditi puru vui comu è tutta cuntenta ma sta vicina a ra Madonna” il giovane prete ancora un po’ contrariato ma vedendo come la piccola ci teneva a farsi la processione fece partire il  lungo corteo, le tantissime luminarie facevano brillare il volto della Madonna, il vento anche se molto diminuito  si faceva spesso sentire con delle volate furiose, in una di questa il bellissimo manto della Madonna si staccò volteggiando nel cielo stellato, tutti l’osservavano preoccupati con il serio rischio che poteva finire nel burrone, invece con una traiettoria quasi pilotata si depose sulla piccola bambina malata coprendola tutta. In molti accorsero verso la piccola ma nessuno osava sollevare il manto quasi come se avessero paura  per le sorti della piccola. L’arciprete con cura lo sollevo. Fine prima parte 

A seguire la seconda parte del racconto trascritto in esclusiva da Sellia racconta






La piccola era più sorridente che mai,  il suo visino da angelo fece commuovere il prete che prendendola in braccio la strinse forte a se notò subito che non aveva più la febbre, mentre i suoi occhi rossi contornati di un nero malaticcio erano divenuti splendidi di una luce bella, nuova. Molti senza pensarci due volte gridarono al miracolo, essendo certi che  la piccola era guarita grazie alla intercessione della Madonna. Dopo che il manto fu risistemato la processione ripartì, tutti cantavano inni di lode verso la Madonna che vedevano nel fatto appena accaduto come un qualcosa di inspiegabile, di Miracoloso.Un gesto d'amore della Madonna che voleva ringraziare la forte tenacia della piccola bimba facendola guarire. La processione fini verso le 23 non prima che l’Arciprete con il sorriso sulle labbra volle che tutti i bambini,  uno alla volta si inserivano (letteralmente)  sotto il manto della Madonna, come un gesto di rifugio, di protezione, di integrità della loro purezza, cercando soprattutto di preservarli dalle troppe,  dalle tante morti che colpivano proprio  i bambini ( infatti molto spesso “A campana janca” ( la più piccola delle campane del campanile della chiesa ) annunciava con il suo triste rintocco la morte di qualche bambino, morte il più delle volte causata da malattie oggi ritenute banali come una semplice infezione, una banale appendicite, ecc ..  o come nel caso della bambina la malaria; ora debellata ma all’epoca era una vera tragedia. Questo particolare rito fu riproposto ogni anno l’ultimo giorno del mese di maggio dove dopo la processione con la statua della Madonna sistemata ai piedi dell'altare principale, l’arciprete avvolgeva ogni bambino  sotto il manto della Madonna, benedicendolo affinché l’aiutasse nel crescere forte non solo nel corpo ma anche nello spirito. La bambina guarì del tutto conservando  integro il ricordo nel suo cuore di quel particolare episodio che cambiò la sua vita.  Ricordo rimasto integro anche in molti anziani che dopo molti ... decenni narravano questo particolare episodio commuovendosi, avendolo spesso vissuto in prima persona. Molti di loro erano uno di quei tanti bambini in fila in quella serata ventosa dove il manto della Madonna si depose su una di loro per guarirla miracolosamente, era la più fragile, la più malata, la più bisognosa d’aiuto.

Racconto recuperato e trascritto da: Sellia racconta

 Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso, con esplicito riferimento della fonte

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