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giovedì 4 febbraio 2016

"Non è mai troppo tardi" 10 anni di lavori, 3 giunte diverse, estesa su 65.000mq,con un costo di oltre 160 milioni. Il presidente Mattarella nei giorni scorsi ha inaugurato la sede regionale della Calabria

Non è mai troppo tardi                                              

Ci sono voluti 10 anni di lavori, 3 giunte di diverso colore politico ma a 46 anni dalla nascita effettiva delle Regioni
avvenuta nel 1970 e a ben 70 dalla nascita della Repubblica e dal loro inserimento in Costituzione, finalmente la Calabria ha la sua sede regionale. Una sede maestosa (forse troppo) che si estende su 65.000 m^2 nella periferia Ovest di Catanzaro (Capoluogo di Regione) e nella quale trovano spazio diversi uffici e dipartimenti che prima erano dislocati non solo sul territorio catanzarese ma anche nella Città di Reggio Calabria.La Cittadella Regionale, cosi definita dagli addetti ai lavori, è stata oggi 29 gennaio 2016 inaugurata ufficialmente alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e dovrebbe essere denominata "Palazzo degli Itali" proprio perché come ricordato dal Sindaco della Città Sergio Abramo è da qui che prende vita il nome Italia <> che è la Calabria. Sulla visita di Mattarella e su ciò che il Presidente e le altre Autorità hanno detto nei loro discorsi, si potrebbero scrivere miliardi di cose, in una terra bella ma sfortunata -più per volere che per fato- come quella calabrese, ogni discorso anche se ispirato dai migliori propositi rischia però di trasformarsi in una ovvietà che viene riproposta ogni volta. Cosi, si finisce sempre con il parlare dei punti deboli come il lavoro, dal cancro rappresentato dalla 'ndrangheta, dei valori come la cultura che sono da difendere e diffondere -peccato che poi un luogo come il "Parco Scolacium" di Roccelletta di Borgia (CZ) rischi di chiudere per mancanza di personale preposto alla vigilanza- ed ancora dei punti di forza rappresentati dal turismo e dal fantastico territorio calabrese che si estende dai monti della Sila sino alla riva del Mediterraneo. Senza ovviamente dimenticare la speranza di questa terra, ossia i giovani.
Sono però anni ed anni che ci sentiamo dire queste belle parole ma prive di risvolti pratici e ormai anche di significato, ci vorrebbe qualcosa di innovativo, forse il non dir nulla, o ancor meglio l'ascolto. Ecco, oggi il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto ascoltare come prima di lui avevano fatto nel 1982 Sandro Pertini e Francesco Cossiga nel 1992. Ascoltare rimanendo in silenzio dando voce a chi questa terra la vive con il lavoro delle sue giornate, con le sue immense e sempre presenti difficoltà economico-sociali, ai tanti giovani che appena nati purtroppo devono meditare non su cosa faranno da grandi ma bensì sul dove andranno da grandi per guadagnarsi un misero stipendio ed una pensione che forse le nuove generazioni non conosceranno neanche.
Avrebbe dovuto ascoltare il grido di dolore che viene da un territorio che con il beneplacito anche di alcune frange di popolazione, oltre che di cattivi amministratori stiamo lentamente ma inesorabilmente distruggendo, avrebbe dovuto ascoltare la voce di una Calabria stanca, che non si arrende ma che sta pian piano morendo.


Infine avrebbe dovuto ascoltare anzi vedere la bellezza ed il potenziale che questa terra ha e che purtroppo stiamo distruggendo con le nostre mani, si sarebbe dovuto recare in visita nei luoghi più belli della Regione a meditare, ad incoraggiare a confortare ed al.......

posto di parlare di Mattia Preti avrebbe dovuto visitare il Museo Civico di Taverna (CZ) e tanto altro.Solo facendo questi semplici e silenziosi gesti la giornata si sarebbe riempita di un significato diverso e veramente pieno, però queste son tutte cose che non si possono fare in una passerella di 2 ore e allora si finisce per dire le solite e già sentite parole che ormai sono più una tradizione che un monito. Ma non è mai troppo tardi, affinché un Presidente -magari lo stesso Mattarella- torni in Calabria per osservare, restare in silenzio, ascoltare e lasciarsi stupire dalla bellezza e dalla bruttezza, senza far retorica o piagnistei.
                  riceviamo e pubblichiamo                                                       
Francesco- Presidente Associazione politico-culturale "la politica ai giovani"- 

6 commenti:

  1. Ancora una volta i calabresi non hanno niente da commentare:svegliatevi, tirate fuori gli attributi e gridate a tutti le ingiustizie che ancora una volta siamo costretti a subire da questa classe politica che dimentica sempre che esiste una regione chiamata CALABRIA e che meriterebbe essere rispettata ed amata più di tante altre.La CALABRIA non è soltanto ndrangheta ma una regione abitata da persone oneste e laboriose che meritano dignità!!!!!!!!!

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    1. Condivido Pienamente. Però purtroppo, come dicevo anche in un altro "articolo" forse ci fa comodo essere trattati male, è strano ma sarà cosi, altrimenti non si spiega l'immobilismo ed il silenzio. La classe politica lasciamola stare come ho detto son buoni solo a fare quei discorsi retorici che ormai non servono più a nulla e che tutti conoscono a memoria (anche le pietre)

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    2. Caro Francesco non sono d'accordo che bisogna lasciare stare questa classe politica inadatta,opportunista, che pensa solo a se stessa.Sono proprio loro che dovrebbero dare l'esempio di efficienza, sono stati mandati lì per legiferare, proporre, promuovere, creare sviluppo e non a scaldare le poltrone e a pagarsi profumatamentesenza fare nulla. Chi manda avanti un paese sono i lavoratori e non questi politici cialtroni,bugiardi arraffoni.

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  2. questa è la calabria questi siamo noi calabresi per questo i furbi dei politici ci in....cu....no sempre

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  3. Sembra non parliamo dei nostri interessi dei nostri soldi poi quando comandano sempre con manifesta intenzioni di imbroglio non lamentiamoci
    Salvatore..

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  4. Le potenzialità dei calabresi sono immense lo dimostra il fatto che in ogni attività sparse in tutta Italia la presenza di intelligenze calabresi la fa da padrone,purtoppo è qui in Calabria che dimostriamo carenze soprattutto per la mancanza di politici preparati e di assenza dello Stato.Insegnamo ai nostri giovani di ribellarsi e di pretendere molto di più.

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