martedì 25 luglio 2017

Siccità sempre più critica la situazione in Calabria la prima regione che ha chiesto la dichiarazione dello stato di calamità naturale. I danni ammontano a oltre 310 mln di euro


La Calabria chiede stato di calamità per i danni dovuti alla siccità

La Calabria è la prima regione ad avviare l'iter per chiedere al governo la dichiarazione dello stato di calamità naturale per i danni dovuti alla siccità. I danni ammontano a 310 mln di euro, secondo le stime della Coldiretti. La situazione più critica è quella del Crotonese. Il problema deriva innanzitutto dalle scarse nevicate dello scorso inverno sugli altopiani, in particolare sul massiccio della Sila. Per questa ragione la Sorical, nei mesi scorsi, ha inviato una lettera ai Comuni, invitandoli a gestire al meglio l'acqua disponibile, evitando in primo luogo gli sprechi derivanti da un utilizzo impropri o ma anche a vigilare sul fenomeno sugli allacci abusivi e a individuare e sanare eventuali perdite lungo le condotte.
I tantissimi  roghi di questi giorni  stanno divorando aree di macchia mediterranea. ultimi focolai le fiamme hanno avvolto un'ampia zona nel territorio di Andali, nella Presila catanzarese. A Sant'Andrea dello Jonio, le fiamme hanno causato disagi alla circolazione stradale sulla statale 106. Ieri in tutta la regione erano stati registrati 128 incendi. Nella Regione i danni ammontano a 310 mln di euro, secondo le stime della Coldiretti. Il 30% delle colture risulta compromesso e con le riserve idriche ridotte al 30%. La situazione più critica è quella del Crotonese. Potrebbe risultare compromessa la produzione di finocchi, per la quale l'area è particolarmente vocata. Il problema deriva innanzitutto dalle scarse nevicate dello scorso inverno sugli altopiani, in particolare sul massiccio della Sila.

L’allerta siccità in Calabria, scattata in questi ultimi giorni di canicola pre-agostana, ha un’origine lontana che si può desumere dalla consultazione delle mappe delle precipitazioni e delle temperature, confrontandole con i dati storici. Facendo ciò, “lo scenario analizzato evidenzia inequivocabilmente una carenza di riserva idrica molto marcata, che risulta palese nei territori centro settentrionali e tirrenici meridionali della regione, mentre appare mascherata lungo il versante jonico centro meridionale”.E’ la conclusione a cui giunge il “Rapporto sulle precipitazioni e valutazione del deficit idrico nel periodo ottobre 2016 – Giugno 2017”, che il Centro funzionale Multirischi dell’Arpacal, diretto dall’ing. Raffaele Niccoli, ha trasmesso questa mattina alla Regione Calabria che, proprio in queste ore, ha chiesto al Governo il riconoscimento dello stato di calamità naturale per la siccità che sta colpendo il territorio calabrese. Il rapporto speditivo si pone l’obiettivo di quantificare e caratterizzare qualitativamente quello che viene indicato come periodo siccitoso, facendo ricorso alle elaborazioni dei dati provenienti dalla rete meteorologica nazionale, gestita in Calabria dal Centro Funzionale Multirischi dell’Arpacal. “Dall’analisi dei dati – riferisce il Rapporto – emerge che negli ultimi mesi il territorio regionale calabrese è sottoposto ad un marcato deficit di precipitazioni atmosferiche, soprattutto per quanto riguarda i versanti centro settentrionali della regione. Le mappe tematiche prodotte evidenziano che per l’intero periodo in studio si è registrato un diffuso e continuo deficit di precipitazione mensile rispetto alle medie storiche”. “La valutazione della distribuzione cumulata nell’intero periodo ottobre 2016 – giugno 2017 ed alla media relativa allo stesso periodo riferita ai valori misurati dal 1916 al 2016 – continua il Rapporto – evidenzia il sensibile deficit di apporto precipitativo soprattutto nei territori centro-settentrionali della regione”.“Anche dall’analisi dei dati di temperatura registrata sulla nostra regione si evince che per l’intero periodo in studio le temperature si sono mantenute al di sopra della.......
media, soprattutto nei mesi di febbraio, marzo e giugno. Solo nel mese di gennaio si riconosce un generico calo rispetto alla media del periodo”.Passando quindi alla valutazione dello Standardized Precipitation Index (SPI) – un indice climatologico internazionale comunemente usato per la quantificazione della relativa scarsità o abbondanza di precipitazioni – dal rapporto si evidenzia “come l’indice SPI assuma valori inferiori a -2, cioè di estrema siccità, per l’aggregazione a 3, 6 e 12 mesi per buona parte del Cosentino e del versante Tirrenico reggino. Ciò testimonia, allo stato attuale, una scarsa disponibilità di risorse idriche sia ai fini della produzione agraria che di bacino idrologico (livelli di falda e portate fluviali).”
                                                                                      Sellia racconta il Comprensorio       

2 commenti:

  1. che fine hanno fatto tutti i soldi stanziati per la Calabria? quanti anni e quanti soldi sono stati spesi fino a oggi per La Diga sul fiume Melito, la più grande opera incompiuta ..... e quanti soldi arriveranno? opere incompiute come la Salerno Reggio Calabria, la strada Arsanise, la nuova 106 ancora da finire e sta crollando.

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    1. Ringraziamo per tutto questo i nostri politici incompetenti,opportunisti,bravissimi nel fare i propri interessi!!! La Calabria sprofonda ma il loro interessamento è altrove!!! Continuate a dare loro il voto e vedremo dove andremo a finire!!!!

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