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martedì 31 ottobre 2017

Diga sul Melito dopo 35 anni ancora tanti promettono ma nessuno mantiene Il Presidente Manno inizia lo sciopero della fame Oliverio continua a rimanere sordo.

Esisteva ancora la Cassa per il Mezzogiorno quando – correva il dicembre 1982 e l'Italia era da 5 mesi campione del mondo – venne approvato il progetto per la costruzione della diga di Gimigliano sul fiume Melito, ai piedi dell'altopiano della Sila.
Un'opera imponente, la più grande in cantiere al Sud: 15 milioni di metri cubi di materiale, 108 metri di altezza massima per uno sviluppo a corona di 1,5 km e la capacità di ingabbiare 108 milioni di metri cubi d'acqua, che dovrebbero spegnere la sete di mezzo milioni di calabresi in 50 comuni, oltre a centinaia di aziende agricole e imprese. E un costo elevato: 259,7 milioni (502 miliardi di lire), di cui 52,4 milioni impegnati. Dopo ben 35 anni tutto fermo tante, promesse ma di concreto nulla.

Rimarrà nell’ufficio e manterrà tutto quello che ha dichiarato e cioè “non mangerò e non parlerò con nessuno fino a quando la Regione non stanzierà € 4.500.000,00 occorrenti per riassumere gli operai stagionali sulla rete di colo in tutti gli 11 Consorzi di Bonifica; e il Ministero delle Infrastrutture inserirà nel suo programma la ripresa dei lavori della Diga sul Melito".
Richieste precise che non vogliono essere un ricatto. Certamente si aspetta una chiara presa di posizione del Presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio, che è l’interlocutore Istituzionale più autorevole nei confronti del Governo Nazionale”. È la dichiarazione di Grazioso Manno, presidente del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, dopo l’annuncio in occasione degli Stati Generali sulla Diga Melito dello sciopero della fame e della parola e la non assunzione dei farmaci salvavita che prende dal 2011 dopo una delicata operazione al cuore.
Manno ha infatti trascorso la prima notte nei suoi uffici al Consorzio di Bonifica di Catanzaro. Sono stati insieme a lui amici, dipendenti, consiglieri del Consorzio, rappresentanti delle Istituzioni i primi a giungere sono stati i consiglieri regionali Baldo Esposito e Wanda Ferro enormemente preoccupati per la sua salute. Centinaia e centinaia di messaggi stanno giungendo incessantemente al Presidente.
Gli stati Generali hanno contrassegnato una pagina importante, uno “spartiacque” come li...........

lunedì 30 ottobre 2017

In Calabria la più grande tendopoli d'Italia."Chi sono i prossimi migranti sbarcati della Presila ?" Lettera aperta di un cittadino.

"Con la realizzazione della più grande tendopoli d'Italia, quella di San Ferdinando, si è conclusa l'attività della Protezione civile della Regione Calabria prevista nel protocollo di intesa stipulato nel 2016 da Prefettura di Reggio Calabria, Regione Calabria e Comune di San Ferdinando". E' quanto si afferma in una nota della Protezione civile regionale.

    "La tendopoli di San Ferdinando - è detto nella nota - è stata realizzata nel periodo giugno-agosto 2017 con il supporto indispensabile delle associazioni di volontariato. La tendopoli ospita 464 migranti. Dal 18 luglio scorso, la struttura è stata data in gestione dalla Prefettura reggina al comune di San Ferdinando. Oltre alla realizzazione, Prociv ha ideato, progettato, fornito ed installato nella tendopoli sistemi di controllo degli accessi ad alta tecnologia, mediante il rilevamento automatizzato delle impronte digitali e dei volti - e di videosorveglianza ad alta definizione, entrambi controllabili in remoto dalle forze dell'ordine".

a seguire lettera aperta da parte di un cittadino della Presila


Chi sono i  prossimi  sbarcati della presila????


Benvenuti clandestini..!!!Ecco chi sono i prossimi “ospiti sbarcati” nelle comunità presilane, convinte da Minniti ad aderire al programma di accoglienza Sprar!!!


CLAN-DES-TI-NI, cioè persone entrate illegalmente nel nostro Paese, che non scappano da nessuna guerra,  villeggianti a spese dei contribuenti italiani, che non riceveranno mai lo status di profughi perché non ne hanno diritto. A dirlo non è Salvini o qualche altro xenofobo, razzista, ecc... ma il Ministero dell'Interno che martedì ha diffuso i dati delle Commissioni territoriali per il diritto d'asilo.


In pratica, oltre nove “sbarcati “ su dieci andrebbero immediatamente respinti; meglio ancora, non si dovrebbe andare fino sulle coste libiche a caricarli sulle navi (ONG!!).

Dall'inizio dell'anno a oggi le commissioni hanno esaminato 64.756 istanze:
lo status di rifugiato è stato riconosciuto a 5.567 richiedenti (poco meno del 9%), la protezione sussidiaria a 5.862 (9%) e la protezione umanitaria a 15.928 (25%). I mancati riconoscimenti sono stati 33.579, pari al 52%".


Lo ha reso noto Sandra Sarti, presidente della Commissione nazionale per il diritto d'asilo del ministero dell'Interno, nel.......

sabato 28 ottobre 2017

Emergenza siccità: secondo la Sorical nei prossimi mesi acqua razionata in tutta la regione.Nella Presila Catanzarese già si registra un meno 22% di portata (vedi cartina)

Cartina dei percorsi principali degli acquedotti in provincia di Catanzaro gestiti dalla Sorical


Nonostante l’inizio della stagione delle piogge, la carenza idrica si avrà anche per i prossimi mesi. Le falde, a causa del lungo periodo di scarse precipitazioni, si sono impoverite e le sorgenti in questi mesi hanno ridotto la portata a livelli preoccupanti, non solo in provincia di Cosenza ma anche nel Catanzarese e Vibonese. Sorical, gestore delle sorgenti degli acquedotti regionali rileva un calo di portata che anche nel mese di ottobre, in netta controtendenza rispetto al recente passato, al punto da far segnare punte record per alcuni schemi come l’Abatemarco-Capodacqua (-25%) al servizio di 25 Comuni tra cui Cosenza, Rende, Castrolibero e Montalto Uffugo. L’acquedotto Bufalo (-27%), al servizio di 16 comuni a Sud di Cosenza tra cui Mendicino, Rogliano, Grimaldi ed Aiello Calabro; Cali più vistosi per le sorgenti più piccole degli Schemi acquedottistici Rende Uniti, Marano Uniti, Fondente-Botte Donato al servizio dei Casali del Manco con cali tra il 35 e il 40%. In crisi anche gli acquedotti al servizio della Sibaritide e Basso Jonio: il Macrocioli, a servizio di diversi comuni tra cui Mirto e Calopezzati; Preoccupa anche l’Ejano che preleva acqua dal massiccio del Pollino, nel Comune di Frascineto, e alimenta popolosi centri abitati come Cassano Jonio, Villapiana, Cerchiara, Trebisacce e Roseto (verso nord) e Corigliano Calabro verso sud; Nella Presila Catanzarese in calo del 40% le sorgenti dell’acquedotto Posino a servizio di Tiriolo,
Gimigliano, Miglierina, Amato. L’Alto Simeri è in calo del 22% , nelle scorse settimane è entrata in crisi l’erogazione ai Comuni di Pentone, Sorbo, Magisano, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Zagarise e Sellia Superiore e Sorical ha chiesto ad A2A un maggiore rilascio di acqua dalla diga del Passante. Nel Vibonese in calo da mesi del 30% l’acquedotto Monte Poro al servizio di Briatico, Cessaniti, Filandari, Zungri, San Costantino, Rombiolo, Ionadi, Filandari e Briatico. In calo del 30% anche le sorgenti del Tuccio che alimenta la parte sud della città dello Stretto fino a Melito Porto Salvo. I tecnici della Sorical, per sopperire alla ridotta produzione delle sorgenti, dove...........

venerdì 27 ottobre 2017

Inaugurato ieri a Taverna la sede del distaccamento volontario Vigili del fuoco il presidio opererà anche nei comuni di Albi, Sorbo, Pentone, Sellia, Magisano, Fossato

Nel pomeriggio di oggi, 26 ottobre 2017 ha avuto luogo in Taverna, in via Ierenise, 22 la formale consegna - da parte dell’Amministrazione Comunale di Taverna al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Catanzaro - dei locali ivi individuati per ospitare il Distaccamento Volontario di Taverna.

Si concretizza un progetto che ha radici assai lontane e che ha visto emesso il Decreto del Ministero dell’Interno vertente la istituzione del distaccamento volontario in questione nel lontano luglio del 2007.
Grande è la soddisfazione dell’Amministrazione Comunale di Taverna, nella circostanza presente con il sig. Sindaco, il Dr. Sebastiano TARANTINO e del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Catanzaro presente con l’ing. Maurizio LUCIA, Comandante Provinciale.
Circa 20 sono le unità Vigili Volontari residenti nel comprensorio di Taverna che hanno aderito al progetto e che costituiscono l’organico in forza alla sede.Il Distaccamento Volontario dei Vigili del Fuoco di Taverna costituisce un importante presidio di sicurezza tecnica a protezione di un territorio vasto che ricomprende i comuni di Taverna, Sorbo S. Basile, Albi, Fossato Serralta, Magisano, Pentone e Sellia Superiore) e che implementa i servizi ordinariamente fin’ora erogati in.....................

mercoledì 25 ottobre 2017

Beccati dai Carabinieri di Zagarise 2 anziani di Magisano con 5 quintali di legna già tagliata mentre tagliano ancora legname in un terreno demaniale.

Beccati nella Presila con cinque quintali di legna: denunciati due anziani


Carabinieri di Zagarise, lo scorso 23 ottobre, sono stati allertato dal rumore di motoseghe mentre effettuavano un controllo di contrasto ai reati contro il patrimonio paesaggistico.
M.F. di 83 anni, con precedenti specifici, ed R.C. di 71 anni, entrambi di Magisano sono stati così beccati in flagranza nel tentativo di portare via 5 quintali di legna di ontano da una zona demaniale sottoposta a vincolo.
I due sono stati denunciati per furto aggravato e distruzione di bellezze naturali e posti ai.....

martedì 24 ottobre 2017

Che ne pensano i cittadini di Taverna, Sorbo, Pentone, Albi, Sellia Marina ecc... dello "Sprar" Quante persone sanno esattamente come funziona? Lettera aperta da parte di un cittadino.

L’ingresso nella rete dello Sprar, il sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che è stato oggetto di un protocollo d’intesa ad hoc firmato nei giorni scorsi dai primi cittadini a Taverna, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti Nasce la rete regionale della solidarietà e dell’accoglienza, I Comuni calabresi dicono si allo Sprar: in tutto sono 190. Di questo 140 hanno già dato adesione. Un sistema di accoglienza virtuoso, regole da rispettare e cooperazione con gli enti locali per assicurare a tutti una convivenza sostenibile”. Con questi obiettivi 190 Comuni calabresi hanno sottoscritto a Taverna, nel “Centro Natura”, all’interno del Parco nazionale della Sila, il protocollo d’intesa per aderire al sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati  (Sprar), alla presenza del Ministro degli Interni Marco Minniti, del Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, dei prefetti calabresi e del Presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo.
Un’intesa che si inserisce all’interno del percorso delineato dal “Piano Anci”, dopo mesi di intenso lavoro in sinergia col Viminale e le Prefetture, al fine di assicurare un’accoglienza equilibrata, sostenibile e diffusa dei richiedenti protezione internazionale. L’adesione dei Comuni, è stato spiegato, avviene su base volontaria, con l’impegno che i centri che aderiscono all’intesa vengano salvaguardati da ulteriori invii. L’accordo per la distribuzione dei migranti sul territorio nazionale prevede degli incentivi economici per chi vi aderisce. Il riparto equo seguirà dei criteri con alcune clausole di salvaguardia: 2,5 migranti ogni mille abitanti, con una serie di correttivi per i Comuni più piccoli, i capoluoghi di città metropolitane e le zone terremotate. Attraverso un progetto pilota poi, finanziato con fondi europei, sarà costituita anche una task force di esperti a supporto degli Enti locali nella predisposizione dei bandi per l’adesione alla rete Sprar, e nella gestione delle problematiche sociali ed amministrative connesse alla presenza dei richiedenti asilo sul territorio. Gli obiettivi dell’intesa sottoscritta oggi sono due: garantire una vita dignitosa a chi arriva nel nostro paese e, allo stesso tempo, permettere alle istituzioni – soprattutto a quelle locali – di governare in modo efficace l’accoglienza. Per questo, nelle intenzioni del Governo, cittadini italiani e titolari di protezione internazionale avranno pari obblighi e doveri perché possa essere garantita una pacifica convivenza. Con un sistema di accoglienza diffusa – che prevede il coinvolgimento di enti nazionali, locali e settore privato – si affrontano i diversi aspetti dell’inserimento dello straniero nel nostro paese: dal piano abitativo, all’inserimento nel mondo del lavoro, passando per il diritto alla salute. L’obiettivo è quello di creare un sistema di collaborazione virtuoso tra centro e periferia, che garantisca ai rifugiati e a coloro che possono avvalersi di protezione internazionale di condurre una vita dignitosa e sostenibile. Nel rispetto, però, di chi ospita.
riceviamo e pubblichiamo
Clandestini aspiranti profughi…. AVANTI!!!!

Dopo la visita del ministro Minniti, sabato 21 a Taverna (CZ) è stato sottoscritto un protocollo che prevede l’adesione di 144  comuni al sistema Sprar, meno comunque dei 194 previsti e sperati dallo stesso. Analizzando l’area  della presila catanzarese,  i comuni aderenti al suddetto programma,  sono a guida PD o similari (Albi, Pentone ,Taverna) e Sorbo San Basile commissariato per  infiltrazioni mafiose. Pertanto è chiaro che i sindaci in questione, sono stati “addomesticati” e  passivamente destinatari dei diktat di partito, nonchè “addormentati” dalle retoriche, farneticanti sia del ministro che del prefetto di Catanzaro, parole bel lontane dalla triste realtà delle problematiche legale all’immigrazione incontrollata e continua, che i predetti sindaci ignorano.
Presto vedremo “boldriniane risorse”….....nonchè aspiranti profughi, infatti solo al 15% degli “sbarcati” viene riconosciuto detto  status,  con cuffiette, Iphone in giro nei paesi a far un..................

lunedì 23 ottobre 2017

Le mani sporche della Ndrangheta sui migranti che fa affari d'oro mentre Minniti convince 144 comuni ad aderire alla "Sprar" Ecco l'elenco di tutti i comuni

Sono 144 i Comuni calabresi che hanno già deliberato l’ingresso nella rete dello Sprar, il sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che è stato oggetto di un protocollo d’intesa ad hoc firmato oggi dai primi cittadini a Taverna, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti. La cifra è più bassa rispetto alla quota di 194 enti diffusa nel pomeriggio, che comprende invece anche i Comuni che hanno annunciato l’intenzione di aderire, ma che al momento non hanno né approvato un atto deliberativo in tal senso, né hanno firmato il protocollo d’intesa.
Ecco, quindi, l’elenco dei Comuni che anche formalmente hanno deciso di entrare a far parte dello Sprar:

Comuni in provincia di Catanzaro


Albi, Amato, Badolato, Borgia, Carlopoli, Conflenti, Cortale, Cropani, Curinga, Decollatura, Falerna, Gasperina, Gimigliano, Girifalco, Gizzeria, Lamezia Terme, Marcellinara, Martirano Lombardo, Miglierina, Montauro, Nocera Terinese, Pentone, Pianopoli, San Mango d'Aquino, San Pietro a Maida, San Pietro Apostolo, Santa Caterina dello Ionio, Sant'Andrea Apostolo dello Ionio, Satriano, Sellia Marina, Settingiano, Sorbo San Basile, Soverato, Taverna.

Comuni in provincia di Cosenza


Acquaformosa, Acri, Aiello Calabro, Altomonte, Amantea, Aprigliano, Belsito, Bocchigliero, Cariati, Carolei, Casali del Manco, Cassano all'Ionio, Castrovillari, Cerzeto, Civita, Colosimi, Corigliano Calabro, Cosenza, Crosia, Figline Vegliaturo, Firmo, Marzi, Mendicino, Paludi, Paola, Rende, Roseto Capo Spulico, Roseto, San Basile, San Benedetto Ullano, San Cosmo Albanese, San Giorgio, Scigliano, Albanese, San Lucido, Trebisacce, Vaccarizzo Albanese, Villa Piana.


Comuni in provincia di Crotone


Carfizzi, Casabona, Castelsilano, Cirò, Cirò Marina, Crotone, Crucoli, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Petilia Policastro, Rocca Bernarda, San Nicola dell'Alto, Santa Severina, Savelli, Strongoli, Umbriatico, Verzino.


Comuni in provincia di Reggio Calabria


Ardore, Bagnara Calabra, Benestare, Bianco, Bova, Bova Marina, Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Calanna, Campo Calabro, Cardeto, Caulonia, Cinquefrondi, Cittanova, Condofuri, Delianuova, Fiumara, Galatro, Gioia Tauro, Gioiosa Ionica, Laureana di Borrello, Mammola, Martone, Melicuccà, Montebello Ionico, Palmi, Reggio Calabria, Rizziconi, Roccaforte del Greco, Roccella Ionica, Roghudi, San Giorgio Morgeto, San Pietro di Caridà, San Roberto, Sant'Alessio in Aspromonte, Sant'Ilario dello Ionio, Stignano, Varapodio.


Comuni in provincia di Vibo Valentia


Briatico, Dasà, Fabrizia, Filadelfia, Gerocarne, Ionadi, Joppolo, Maierato, Mileto, Pizzo, Pizzoni, Ricadi, San Nicola da Crissa, San Calogero, San Gregorio d’Ippona, Sant'Onofrio, Tropea, Vibo Valentia.
A seguire la rassegna stampa di questi giorni sul giro d'affari milionari sotto la falsa effige di aiuto ai migranti 

venerdì 20 ottobre 2017

Sono passati 2 anni dalla morte di Francesco Rosso, il macellaio ucciso a Simeri Mare come il peggiore dei criminali. I familiari chiedo giustamente a gran voce giustizia! Con video

Vogliamo solo giustizia, non vendetta. Chi sa qualcosa ci aiuti a trovare la verità». Sono trascorsi ormai più due anni, e a questo disperato appello lanciato da un padre sofferente non ha mai risposto nessuno. Un omicidio in pieno giorno, all’ora di pranzo, in un tranquillo paesino in Provincia di Catanzaro. A Simeri mare lo conoscevano tutti, Francesco Rosso, un ragazzone di 34 anni
innamorato del suo lavoro e della sua famiglia. Gestiva la macelleria del padre con dedizione, sin da quando era ragazzo, ma proprio quel luogo, a lui così caro, si è rivelato una trappola mortale.
Non si sa chi sia il killer di Francesco, l’assassino che quel 14 aprile del 2015 intorno alle 13 lo ha freddato con tre colpi d’arma da fuoco dietro il bancone della sua salumeria. Lo ha colpito alla spalla e alla testa, in un agguato. E poi, velocemente, si è dileguato nel nulla. Non un testimone, né una telecamera in zona, nessuno, quel giorno, ha visto o sentito nulla. Nei pressi della macelleria c’è un bar molto frequentato, aperto anche all’ora di pranzo: possibile che quel martedì non si sia fermato nessuno?
«Abbiamo la necessità di avere delle risposte – dice la cugina di Francesco, Mariella Arcuri – non possiamo accettare che a distanza di anni non sia uscita fuori la verità. È stato un fulmine a ciel sereno – continua Mariella – un fatto inspiegabile. So che mio cugino è stato trovato riverso a terra, in una pozza di sangue, con accanto un pezzo di carne. È possibile che questo individuo, qualche attimo prima della tragedia, si sia finto anche un cliente della salumeria».
Francesco era benvoluto in paese, un ragazzo, come lo descrivevano, «abitudinario». Era presidente di una squadra di calcio ed era sempre circondato da amici e conoscenti. Eppure, quel maledetto martedì di aprile, è andato incontro al suo tragico destino da solo. Ma allora chi – e perché – ha voluto fargli del male?
«Francesco era amato da tutti e per noi – dice Mariella – è stato anche piuttosto deludente non aver ricevuto un aiuto, una testimonianza, un particolare che potesse aiutarci a trovare la verità. Sappiamo per certo – dice – che quel giorno qualcuno era lì. E in ogni caso, le perizie balistiche effettuate in zona, ci hanno confermato che anche in lontananza, i colpi esplosi non potevano non sentirsi. Il silenzio di tutti ci ha feriti profondamente».  
Nei giorni antecedenti all’omicidio, un’auto, una Fiat grigia, è stata avvistata più volte nei pressi dell’abitazione del ragazzo: è possibile che lo stessero pedinando da tempo? Una circostanza dai contorni poco chiari, e che aveva insospettito i familiari.
«La vicenda ci ha lasciati senza parole – aggiunge Mariella – sia per il modus operandi, visto che quella di mio cugino è stata una vera e propria esecuzione, sia perché la mia famiglia, in 40 anni di attività, non ha mai avuto problemi con nessuno. Non crediamo a uno scambio di persona – continua Mariella – piuttosto sembra sia stato tutto studiato nei minimi dettagli. Se è vero, ad esempio, che la Fiat grigia avvistata nei giorni precedenti, abbia a che fare con l’omicidio, è altamente probabile che qualcuno stesse già studiando i movimenti e le abitudini di Francesco».
Da quel giorno, dopo la conclusione delle indagini da parte dei Carabinieri di Sellia Marina, indaga la Procura di Catanzaro, ma dopo più di............

giovedì 19 ottobre 2017

Inneggiava all’Isis, panico lungo la strada che collega Santa Maria al centro di Catanzaro

Inneggiava all’Isis, così per un 32enne di origini sudamericane sono scattate le manette.
Tutto è iniziato alle otto di ieri sera, quando si è scatenato il panico lungo la strada che collega Santa Maria al centro di Catanzaro.

Un'auto in corsa a folle velocità ha fatto sorpassi pericolosi, durante i quali ha speronato diversi veicoli. Il primo, in via Lucrezia della Valle.
A bordo due ragazze che, oltre a subire gravi danni all'auto, sono state portate al pronto soccorso dove, una volta visitate, hanno ricevuto una prognosi di 15 giorni per contusioni alle braccia e alla testa.
Altre tre auto sono state ripetutamente tamponate in via De Filippis, fortunatamente senza causare gravi conseguenze ai conducenti ed agli altri utenti della strada non direttamente coinvolti nei fatti.
L'auto pirata si è poi fermata in corrispondenza della rotatoria all'incrocio tra Via De Filippis e Via G. Fiore. Il conducente, un trentenne catanzarese di origini sudamericane è sceso dall'auto a dorso nudo e scalzo e ha iniziato a correre terrorizzando i passanti e urlando frasi sconnesse riconducibili all’Isis a e rituali terroristici.
Durante la corsa ha buttato per terra una moto in sosta che ha riportato dei danni.
Sul posto sono arrivati i Carabinieri del Nor di Catanzaro che, una volta individuato il 32enne, nel tentativo di avvicinarlo, sono stati aggrediti con una cinghia.
I militari, cercando di non coinvolgere altri passanti, sono riusciti ad accerchiare l'assalitore e a trarlo in arresto per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.
L’uomo, dopo gli opportuni accertamenti sanitari al pronto soccorso dell’Ospedale, dove era stato condotto dagli addetti del 118, è stato dimesso e messo........

mercoledì 18 ottobre 2017

Sellia Marina: l'incredibile storia di Beatrice 18 anni 21 chili lotta ogni giorno per la vita ma anche contro le istituzioni sorde al grido di auto di una famiglia bisognosa.

La storia della giovane donna di Sellia Marina, affetta sin da piccola da una gravissima malattia. Fin qui inutili gli appelli della famiglia alle istituzioni: «Nostra figlia ha bisogno di aiuto e assistenza»





Beatrice, 18 anni, 21 chili e una terribile malattia con la quale è costretta a convivere fin dalla nascita: l’encefalopatia epilettica farmacoresistente. Beatrice non parla e non cammina, si nutre attraverso dei macchinari. La sua storia raccontata da mamma Maria nel corso della trasmissione “I fatti in diretta”, il rotocalco di approfondimento condotto da Pietro Comito.


La famiglia Davoli vive in casa popolare di Sellia Marina ma da luglio 2016 è costretta a fare i conti anche con istituzioni incapaci di rispondere al grido d’aiuto di una famiglia, che tolgono e si nascondono dietro cavilli burocratici che aggiungono dolore al dolore. Da oltre un anno è stato infatti interrotto uno dei servizi fondamentali di cui Beatrice usufruiva: l’assistenza domiciliare«Non avevano più i fondi» - riferisce mamma Maria con le lacrime agli occhi. «Anche fare una spesa diventa difficile. Beatrice necessita di una persona che le sia vicino e l’assista 24 ore al giorno. Non ho più una vita, non c’è più giorno, non c’è più notte» - continua la donna.

«Beatrice riceve anche una pensione di accompagnamento ma quei soldi servono solo a coprire le medicine. Mio marito ha un lavoro precario, anche mio figlio». La giovane ha ottenuto anche la possibilità di effettuare riabilitazione in un centro specializzato di Sellia Marina ma - racconta mamma Maria - «trasportare la bambina diventa difficile, se non impossibile». Sì, perché per mamma Maria, Beatrice è sempre la sua bambina e per lei si...........

martedì 17 ottobre 2017

Alcuni cittadini di Sersale segnalano cumuli di rifiuti sul nuovo tratto della strada Cropani / Sersale



Da ieri mattina fanno bella mostra (anzi brutta) cumuli di rifiuti a circa un paio di km dal centro abitato di Sersale lungo la cunetta della nuova strada Cropani/ Sersale. Forse caduti involontariamente alla ditta incaricata del ritiro della spazzatura dell'importante centro presilano. Siamo sicuri che chi di competenza si adopera presto  a ripristinare il tutto togliendo quel brutto biglietto da visita di una cittadina che giornalmente si contraddistingue in tutto il territorio per.....

lunedì 16 ottobre 2017

Simeri Crichi; denunciato per violenze anche sessuali all'ex convivente dopo 11 anni il tribunale di Catanzaro assolve il 70 enne perché il fatto non sussiste

Il Tribunale di Catanzaro ha assolto un 70enne di Simeri Crichi accusato di maltrattamenti in famiglia e anche dall'accusa di violenza sessuale ai danni dell'ex convivente. Ben 11 anni di battaglie legali prima di raggiungere a una sentenza che rende giustizia all'assistito dell'avv. Janfer Critelli . Una vicenda complessa per i vari capi di imputazione che la donna affermava di aver subito, teatro
dell'accaduto una casa popolare contesa dove stando alla tesi dell'accusa tra il 1999 e il 2007 il 70 enne avrebbe ingiuriato e picchiato l'ex compagna minacciandola anche di morte, culminato anche da 5 o 6 occasioni in cui l'uomo avrebbe costretto l'ex convivente a subire rapporti sessuali non consenzienti. L'imputato ha sempre sostenuto la tesi  che si trattavano di calunnie l'avvocato Critelli ha sottolineato che: la donna allontanata dall'abitazione nella quale viveva con l'indagato, la presunta vittima delle violenze avrebbe formulato un atto di precetto per poter rientrare in quella casa dove sarebbe tornata a coabitare con l'ex compagno. Un comportamento incoerente con le......

sabato 14 ottobre 2017

Sersale pronta replica del Sindaco Torchia al gruppo di minoranza. "Il ruolo che mi piace" si misura dal prestigio e dall'onore che danno al proprio paese e dal livello considerazione, di ammirazione e di rispetto che ad esso viene riservato.

Il ruolo di un Sindaco non si misura dalla presenza o meno in consigli di amministrazione, spesso frutto di compromessi e di accordi sottobanco, o da incarichi di “portaborse” di questo o quel politico.

Il ruolo di un Sindaco e di un’amministrazione comunale lo si misura dal prestigio e dall’onore che danno al proprio paese e dal livello considerazione, di ammirazione e di rispetto che ad esso viene riservato.
Io sono orgogliosissimo del mio ruolo di Sindaco e di amministratore che, insieme agli splendidi compagni di viaggio di “Progetto Sersale”, ha fatto cose straordinarie per Sersale: servizi scolastici completi in ogni ordine e grado (due scuole superiori, scuole di primo, secondo grado ed infanzia), servizi sanitari e di emergenza di primo livello (PST, 118 e guardia medica), luoghi di svago per famiglie e bambini, di strutture per la cultura ed il tempo libero (6 musei, un planetario ed un auditorium), un bellissimo mondo associativo, un settore commerciale che fa registrare una vitalità unica nella provincia di Cz, la realizzazione della più grande opera viaria degli ultimi 80 anni (la strada Sersale-Cropani), l’intervento di riqualificazione più importante degli ultimi 50 anni (area vallone), la riqualificazione di numerosi luoghi del centro storico (via Parini, Via Venezia, Via Pirro, Via Archimede, Piazza C. Borelli, Monumento a Carmela Borelli, Monumento ai Caduti), la riqualificazione completa di tutte le scuole comunali (Scuola Media, Scuola Elementare, Scuole Materne), la riqualificazione di importanti strutture pubbliche lasciate nell’abbandono (campetti di Via Sila ed ex mattatoio), la realizzazione della prima struttura sportiva polivalente coperta, l’omologazione dello stadio comunale per la Serie D, la realizzazione della nuova sede del mercatino, l’istituzione di linee di trasporto pubblico di fondamentale importanza per i nostri cittadini (linea diretta per Botricello e linea diretta per Germaneto), la realizzazione della Riserva Naturale delle Valli Cupe (la prima nei 13 anni di vigenza della legge quadro sulle aree protette regionali, la seconda dopo 26 anni dall’ultima), la presenza delle bellezze naturalistiche di Sersale in mostre internazionali (Londra, Milano e New York), l’attenzione di importanti associazioni ambientalistiche nazionali (Legambiente e Fai) e tanto, tanto, tanto altro.
Questi sono i risultati che mi interessano, non la corsa a posizioni personali, a posti di potere o di sicura redditività. I posti nei consigli di amministrazione e gli incarichi di “portaborse” li lascio volentieri ad altri; a me interessa, e molto, continuare ad essere il Sindaco di un paese meraviglioso che, grazie all’opera di chi da oltre 15 anni lo amministra, è diventato uno dei paesi più ammirati e più importanti dell’intera regione.
P.S. Bisognerebbe ricordare a qualche distratto politico locale, probabilmente ossessionato dalla voglia di occupare posizioni e frustrato dal mancato raggiungimento di qualche risultato, che l’autorità idrica della Calabria (che non ci......................

Albi; Continuano i vari disservizi nel centro presilano Acqua a singhiozzo i cittadini protestano.


venerdì 13 ottobre 2017

Il sindaco Torchia grande assente all'elezione dell'assemblea del "Distretto Rurale Medio Ionio e Valle del Crocchio" che ha eletto presidente il sindaco di Zagarise mentre Sersale che è il Comune più grande rimane a guardare, anziché avere un ruolo importante che merita.

Zero Tituli – I successi continuano…

Esattamente un anno fa, parafrasando il celebre Mourinho, elencavamo gli enormi successi dell’Amministrazione Torchia appena varcati i confini territoriali:

  • Unione dei Comuni – dopo essere stato incaricato da tutti i Comuni del comprensorio a redigere uno studio di fattibilità, il Sindaco ebbe a dire “io concettualmente sono per le individualità territoriali”… progetto abbandonato, Sersale non gioca il suo ruolo!
  • Strategia Nazionale per le aree interne – il Comune di Sersale non ha mai preso parte al partenariato per la gestione dei fondi nazionali e comunitari!
  • MaB Sila – dopo aver sponsorizzato la candidatura del consigliere comunale Carmine Lupia, risulta eletto il Sindaco di Magisano… quando si dice avere un ruolo nel comprensorio!
  • GAL “Due Mari” – Sersale non ha mai avuto un rappresentante in consiglio di amministrazione nel Gal Valle del Crocchio, che comprendeva i Comuni limitrofi, figuriamoci se riesce ad avere un ruolo nei confronti di Comuni più dinamici nell’attrazione di fondi come Decollatura o Tiriolo o Soveria Mannelli… Sersale ha acquistato una fiche, ma non la gioca mai!
Credete che dopo le elezioni sia cambiato qualcosa?
  • Autorità Idrica Calabrese (AIC) – la SoRiCal è in liquidazione e la gestione del ciclo integrato delle acque è affidato ad una nuova autorità; questa autorità si articola in ATO di dimensione provinciale nei quali le decisioni vengono adottate dall’Assemblea dei Sindaci. Il 2 ottobre scorso si è riunita a Catanzaro l’assemblea dei sindaci per eleggere i 7 rappresentanti che guideranno l’azione dell’ATO CZ. Quello è il luogo per chiedere e decidere interventi sui problemi idrici del nostro territorio: giusto la settimana scorsa, con la prima pioggia Sersale è rimasto senz’acqua perché manca una vasca di accumulo. Ci saremmo aspettati che il nostro Sindaco avrebbe colto l’occasione per chiedere un intervento risolutivo a SoRiCal… invece indovinate chi era assente all’assemblea dei Sindaci? È vero che quell’assemblea ha rinviato ogni scelta ad un altro incontro, ma Sersale ha rinunciato in partenza ad avere un ruolo nell’Autorità Idrica Calabrese. Eppure il Comune di Sersale ha sostenuto il progetto di legge regionale per l’acqua pubblica, e mentre SoRiCal è un’azienda privata, AIC è un’autorità pubblica!
  • Distretto Rurale Medio Ionio e Valle del Crocchio – nel mese di luglio 2017 il Comune di Sersale ha acquistato una quota del Distretto Rurale che ha il compito strategico di attivare progetti e finanziamenti per lo sviluppo rurale del nostro territorio.
Giorno 2 ottobre, a Zagarise è stata convocata l’assemblea dei soci per eleggere le cariche dirigenziali. Indovinate chi era assente? E indovinate chi è stato eletto? Il Sindaco di Zagarise, un “nemico di Sersale”, è il nuovo presidente del distretto rurale, mentre il Sindaco di Belcastro e un assessore di Sellia Marina entrano nel consiglio di amministrazione. Sersale che è il Comune più grande, che ha una Riserva Naturalistica, che ha un Istituto Agrario, che ha prodotti agricoli e artigianali a marchio DeCO rimane a guardare, anziché avere un ruolo!
Noi abbiamo sempre sostenuto che il Sindaco Torchia NON ha la capacità di costruire una leadership comprensoriale, del resto non è riuscito nemmeno a essere eletto in provincia, perché i suoi obiettivi rimangono solo ed esclusivamente locali.
A lui interessa coltivare il proprio orticello piuttosto che avere un orto più grande per tutti i sersalesi.
La domanda che tutti vorremmo porre al Sindaco è: quali.................

giovedì 12 ottobre 2017

Sarà il comune di Soveria Simeri a donare l'olio alla lampada votiva della Basilica Madonna di Porto. partecipano anche le parrocchie del comprensorio con i parroci e i sindaci di Zagarise, Simeri Crichi, Simeri Mare, Sellia Superiore, Sersale e Magisano.

Si rinnova domenica l'appuntamento che ricorda l'evento fondatore del Santuario: l'apparizione in sogno della Madonna ad un giovane sbandato del luogo, Pietro Gatto  






Si rinnova domenica prossima, 15 ottobre, l’annuale appuntamento che ricorda l’evento fondatore del santuario di Porto, ossia l’apparizione in sogno della Madonna ad un giovane sbandato del luogo, Pietro Gatto, avvenuta nel lontano 1751. E come ogni anno, una comunità parrocchiale della diocesi di Catanzaro-Squillace offrirà l’olio per la lampada votiva che viene accesa nella Basilica mariana. Quest’anno l’olio verrà offerto dalla comunità parrocchiale di Soveria Simeri, guidata da don Giuseppe Biamonte e dal Comune di Soveria Simeri con il sindaco Mario Amedeo Mormile.
In preparazione all’evento, la comunità di Soveria Simeri ha accolto con fede e devozione sabato scorso la copia dell’immagine pellegrina della Madonna di Porto, organizzando un significativo settenario di preghiera a cui stanno partecipando anche le parrocchie del comprensorio con i parroci e i sindaci. Si tratta dei comuni di Zagarise, Simeri Crichi, Simeri Mare, Sellia Superiore, Sersale e Magisano. Tutte comunità storicamente legate al secolare culto mariano della Madonna di Porto venerata a Gimigliano. Si tratta di un appuntamento importante e significativo, anche perché ricorda storicamente l’avvenimento che cambiò la vita di un giovane perseguitato dalla giustizia e che segnò profondamente la storia religiosa e sociale della diocesi di Catanzaro. L’evento fondatore del movimento religioso che si è andato creando attorno alla Madonna di Porto è stato la conversione di Pietro Gatto, vero miracolo spirituale, che il giovane ha voluto evidenziare non solo con il suo cambiamento di vita, ma anche con il mutamento del proprio nome: volle chiamarsi Costantino, in omaggio alla Madonna di Costantinopoli.
Il messaggio, quindi, che questo santuario trasmette è soprattutto un invito alla conversione. Il settenario si concluderà domenica 15 ottobre a Porto, quando la comunità di Soveria Simeri riaccompagnerà la copia dell’immagine della Madonna che verrà accolta da monsignor Gregorio Montillo, vicario generale della diocesi. Seguirà alle.......

mercoledì 11 ottobre 2017

Contrasto alla povertà oltre 4 milioni di euro grazie ai progetti "PON" Ecco l'elenco dei comuni della provincia che possono farne richiesta.


L’assessore Leo Concolino  ha voluto dettagliatamente illustrare la  Convenzione di Sovvenzione  relativa alla proposta progettuale presentata dal Comune di Catanzaro - Settore Politiche Sociali e approvata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con decreto n. 239/2017, che, questa mattina, ha avuto il via libera da parte della giunta.  “Si tratta di una misura  - ha spiegato l’assessore - tendente a contrastare la povertà in favore di soggetti in difficoltà e comprende  il triennio 2017/19. Infatti, l’intero Ambito, composto dai Comuni di Catanzaro (comune capofila), Albi, Amato, Andali, Belcastro, Borgia, Botricello, Caraffa, Cerva, Cicala, Cropani, Fossato Serralta, Gimigliano, Magisano, Marcedusa, Marcellinara, Miglierina, Pentone, Petronà, San Floro, San Pietro Apostolo, Sellia Marina, Sellia Superiore, Sersale, Settingiano, Simeri Crichi, Sorbo San Basile, Soveria Simeri, Taverna, Tiriolo e Zagarise, è stata ammesso a finanziamento per l’importo complessivo di € 4.391.893,00 euro. Un progetto, quindi, di grande rilevanza sociale rivolto a  un grosso bacino dove  risulta marcato il disagio sociale. Ringrazio il dirigente e l’intero settore per il lavoro svolto che ci ha permesso di accedere al cospicuo finanziamento che ci consente di intervenire su un tessuto sociale su cui c’è una particolare attenzione del sindaco Abramo e dell’intero esecutivo.  Come è noto – ha aggiunto l’assessore Concolino - la Legge di stabilità 2016 ha previsto la definizione del Piano nazionale di contrasto alla povertà, adottato con cadenza triennale mediante D.P.C.M. e finalizzato ad individuare una progressione graduale, nei limiti delle risorse disponibili, nel raggiungimento di livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale per il contrasto alla povertà. In particolare, viene stabilita su tutto il territorio nazionale, una misura di contrasto alla povertà, intesa come estensione, rafforzamento e consolidamento della sperimentazione del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA)”. Il SIA, che da gennaio 2018 sarà sostituito dal ReI, prevede l’erogazione di un sussidio economico a nuclei familiari con minori in condizioni di povertà, condizionale all’adesione ad un progetto di attivazione sociale e lavorativa. Per accedere al SIA è necessaria una valutazione multidimensionale del bisogno dei membri del nucleo familiare e la costruzione di un patto con i servizi. Patto che implica, da parte dei servizi, una presa in carico nell’ottica del miglioramento del benessere della famiglia e della creazione dei presupposti per l’uscita dalla condizione di povertà e prevede, da parte dei beneficiari, una adesione al patto con la conseguente adozione di una serie di comportamenti virtuosi, ad esempio: la ricerca attiva del lavoro, la partecipazione a progetti di inclusione lavorativa (tirocini, formazione, ecc.), la frequenza scolastica dei figli minori, l’adesione a specifici percorsi eventualmente individuati dai servizi specialistici (comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, percorsi di fuoruscita dalle dipendenze, ecc.). “La  nostra proposta progettuale di intervento  - ha aggiunto l’assessore Concolino - riguarda le seguenti azioni:  1)rafforzamento dei servizi sociali con l'assunzione a tempo determinato di -  n. 8 assistenti sociali ; n. 8 assistenti sociali specializzati;  n. 4 educatori professionali;  n. 3 mediatori interculturali; n. 5 personale  amministrativo specializzato; n.3 personale amministrativo; n. 4 psicologi; 2)interventi socio-educativi mediante la realizzazione del progetto di educativa domiciliare affidamento all' esterno di servizi di mediazione familiare e finanziaria attraverso anche workshop, laboratori e incontri destinati alle famiglie inserite nei progetti SIA; 3) adeguamento applicativo in dotazione al comune capofila alle fasi previste dal SIA, con l’obiettivo finale di usufruire del patrimonio informativo già in possesso e acquisizione, per tutta la durata del progetto, dei servizi di assistenza e manutenzione di tutto il sw a supporto del progetto;  4) Acquisizione in leasing di notebook con adeguati supporti e relative licenze di ..........

martedì 10 ottobre 2017

Spulciando le rileve del Catasto Onciario di Simeri, Sellia, Taverna e Cropani del XVIII secolo. Solo cinquant'anni fa veniva abolita la legge sulla mezzadria e si liberavano dall’agricoltura le forze vive, che costituiscono oggi la struttura portante della società meridionale.

Solo cinquant’anni fa veniva abolita la legge sulla mezzadria e si liberavano dall’agricoltura le forze vive, che costituiscono oggi la struttura portante della società meridionale, cioè i nuovi ceti produttivi, dirigenti e culturali. La famiglia colonica era “immodificabile” fuori dai casi previsti dalla legge, per cui era difficile per tutti affrancarsi da un destino segnato sin dalla nascita, in un contesto di feudalesimo residuale, con le sue regole antiche di divisione dei prodotti della terra, di diritto di setto d’aia nel latifondo improduttivo del Marchesato e nei territori costieri, di setto di forno per lo jus picis in Sila.
Quest’ultimo era un diritto tipicamente feudale, sancito dall’editto di Re Roberto del 1333 e dalle Pragmatiche angioine, rinnovato dal Bando della Real Camera della Sommaria di Napoli del 1618, che fissava in 6 ducati il diritto della Corte su ogni setto di forno predisposto nella Selva Bruzia, al fine di ricavare la pece nera o bianca (o greca), usate per calafatare le imbarcazioni e impermeabilizzare le botti e il vasellame, sin dal tempo dei Romani e delle guerre puniche.










Trebbiatura meccanica sul setto d’aia
                                       
Per effetto del diritto di setto d’aia, il colono era obbligato a conferire al fattore del padrone della terra 1/8 di tomolo (8 litri) di grano per ogni timogna (bica) realizzata sull’aia del concedente; per terraggio doveva conferire i 2/7 dell’intero prodotto, più 2/8 per la guardianìa di ogni tomolata di terreno coltivata e le spese di trebbiatura meccanica, calcolata in ragione di 5/7 del prodotto totale effettivo ricavato. Il terragerista doveva “rilasciare” un ottavo di tomolo (8 litri) di grano  -  oltre al concorso alla guardianìa  -   per la predisposizione della pisèra , su cui battere  e ventuliara gli ospri (le granaglie, come ceci, fave, favette), per separare i semi dai baccelli. I lavori di pisèra erano normalmente affidati al mezzadro, il quale provvedeva abitualmente col forcone di legno, il tridente ferrato e la pala di legno; quando, invece, si faceva ricorso agli animali dell’azienda (un cavallo o anche un paricchiu ‘e voi), aumentavano gli oneri del colono. Insomma, dedotti la terragerìa, il setto d’aia e l’affitto del cavallo per la pisèra, al contadino restava poco o niente, così che, testis temporum, se ne tornava a casa “ccu ra pala subbra i spaddhi e la menzalora vacanta”.
Per comprendere la natura dei diritti incorporati alla terra e le relative forme di servaggio, occorre risalire ai “Libri Feudorm” e alle “Consuetudines Feudorum”, i “codici civili e penali” di quella particolare formazione socioeconomica che va sotto il nome di feudalesimo, imperniato sul castello, dove affluivano i vari “ jussi”, come le contribuzioni dirette (decima, fida, diffida) e indirette, i diritti proibitici  e quelli particolari. Lo jus proibendi del feudatario riguardava  i mulini e i trappeti (1), i macelli e le fiere, i manganelli (2) e le feste, le acque dei fiumi e la trattura della seta (3), i forni e le osterie, la caccia e la pesca (4), i fondaci, la fascia (nascite) e i matrimoni, le vedove. Come se non bastasse, c’erano poi i diritti particolari, come quello di nominare giudici e dignità canonicali nelle chiese di jus patronatus, di esercitare il mero e misto imperio, lo jus plateatici, herbarii et affidatuae animalium, lo jus soli o di casalinaggio (5), lo jus jogaticum, glandagi, picis, di sbarro e di setto di forno. I diritti particolari includevano pure quelli sulle persone (angari e parangari), come l’obbligo dei contadini di prestare la loro opera per la coltivazione della vigna, degli uliveti e dei gelseti del feudatario, al quale bisognava fornire anche acqua e legna per la casa e assicurare i donativi (agnelli, galline, formaggio, ricotte, conigli, capretti) in occasione delle feste ricordate e del majo. “Era il regno del capriccio e del terrore”, concludeva padre Francesco Russo, che così proseguiva: ” Questa regione abbonda anche di mostri, vale a dire di piccoli re e tiranni, i quali la saccheggiano, la scorticano ogni giorno, con sete inestinguibile e inesausta avarìa, si pascono dei travagli dei mortali: essi infatti si sono usurpati le selve, le balze, le terre, i fiumi, la caccia, in una parola, tutti i diritti dei popoli”.
Certo, con i vari “Capitoli, Grazie e Stabilimenti” le Università  feudali e demaniali riuscivano in qualche modo ad alleviare il peso di tutti quei gravami fiscali, che restavano comunque insopportabili per le popolazioni rurali e per gli artigiani urbani, tanto da provocare endemiche e cruenti ribellioni: a Santa Severina e a Martirano nel 1553, ad Amantea nel 1606, e ancora a Taverna, a Simeri, a Cropani e nei casali cosentini.
Tale situazione perdurò ben oltre il 1806 e l’eversione della feudalità, specialmente nelle comunità chiuse alle influenze esterne, dove i cambiamenti si realizzavano assai lentamente.
Nel 1810, la Commissione Feudale sancì l’abolizione di qualunque diritto di servitù sulle terre del Regno di Napoli, dello jus proibendi  e delle privative. Tuttavia lo jus picis (fidare per fare barili di pece), come pure la fida dei porci alla faglia, la licenza di caccia in Sila, il diritto di pescare trote (mettendo la calce o il tasso nei fiumi), la diffida degli animali dei forestieri, la fida d’accetta per tagliare legne morte e dede, la fida per fare sporte, fiscini (6) e panieri durarono fino al 1853, quando furono modificate con rescritto del 9 maggio
Solo nel 1876 le terre della Sila Regia e della Sila Badiale furono di pieno diritto devolute integralmente al Demanio dello Stato, con la liquidazione degli usi civici e la fissazione di nuove tariffe per i debitori della fida e della granetteria (giogatico o aratro di buoi aggiogati): il terraggio e la fida sull’uso civico della semina e del pascolo, però, rimasero invariati rispetto a quelli del 1619









                                       


                                   Grecia di Simeri: Abitazione e rustico giustapposti


Spulciando le rileve del Catasto Onciario di Simeri, Sellia, Cropani e Tavarna del XVIII secolo, si deduce che la popolazione viveva prevalentemente del lavoro agricolo e che molti contadini prendevano a censo terreni della corte feudale e dei monasteri. A quel tempo il censo era mediamente di 2 carlini per ogni ducato di valore del fondo, secondo l’annuo estaglio degli stimatori.
La jermana (7), le fave e i ceci erano valutati 5 carlini a tomolo e comunque il profitto dei terreni a censo rimase assai modesto per tutto il secolo, come sembra confermare il “Prospetto generale dei fondi rustici ecclesiastici anteriormente al 1784”, relativo alle operazioni della Cassa Sacra, dopo il terremoto del 1783. Ancora al censimento del 1921 risultava impiegato in agricoltura il 73,1% della popolazione attiva calabrese: il 64 % braccianti e salariati, il 26% conduttori in proprio, il 3,1% fittavoli, il 6,9% mezzadri e coloni.
Nel ..........