mercoledì 7 febbraio 2018

Domani il riparto dei fondi decreterà la chiusura delle Province calabresi”. 317 milioni di euro previsto dalla legge di bilancio 2018 distribuiti quasi tutti al nord.



La proposta sul riparto del fondo di 317 milioni di euro previsto dalla legge di bilancio 2018, al vaglio nella riunione di domani della Conferenza Stato-Città, decreterà la chiusura delle Province calabresi”.
E’ quanto affermano il presidente di Upi CalabriaEnzo Bruno, componente del direttivo nazionale dell’Unione delle Province d’Italia, e i presidenti delle Province calabresiFranco Iacucci di CosenzaAndrea Niglia di Vibo Valentia e Armando Foresta, facente funzioni presidente di CrotoneSecondo la ripartizione prevista dal Governo, infatti, - spiegano i rappresentanti delle province - nessuno dei quattro Enti intermedi della nostra regione potrà approvare l’importante strumento finanziario a causa dei fondi insufficienti: Vibo Valentia è già in sofferenza perché in dissesto, Crotone in pre-dissesto, Cosenza e Catanzaro si troveranno nelle condizioni di governare in gestione provvisoria. Le quattro Province calabresi, quindi, vedrebbero compromessa seriamente la capacità di svolgere e mantenere i servizi da erogare, con l’impossibilità di garantire la sicurezza di strade e scuole. I presidenti degli Enti della nostra regione, nei prossimi giorni si attiveranno con le altre Upi regionali per verificare la possibilità di difendere la sopravvivenza delle Province, "la cui centralità funzionale - affermano - è stata sancita anche dal referendum del 4 dicembre 2016 che ne sancisce la permanenza in Costituzione, tanto da rivolgerci agli organi giudiziari competenti per invalidare il provvedimento del Governo".
“Come presidenti .... - aggiungono Bruno, Iacucci, Niglia e Foresta - negli ultimi tre anni ci siamo trovati a difendere in beata solitudine, con il solo sostegno dei consigli provinciali, la tenuta di questi Enti che si sono confermati un riferimento fondamentale per i territori e le comunità locali, a partire dai sindaci. Abbiamo difeso con i denti l’erogazione dei servizi considerando una priorità la sicurezza di migliaia di chilometri di strade e delle scuole che frequentano i nostri ragazzi, con risorse ogni anno più scarse e una macchina amministrativa assottigliata dalla mancanza di turn over".
"Abbiamo tenuto duro - continuano - per venire incontro alle Province in maggiore difficoltà nel nome di un giusto principio di solidarietà: il fondo di riequilibrio triennale di almeno 30 milioni l’anno che ho proposto per risolvere le criticità delle 3 Province in dissesto e delle 10 in pre-dissesto indotto dalle manovre economiche, verrà vanificato da questa ripartizione effettuata in ossequio ad uno sterile e ingiusto taglio ragionieristico”.
“La verità è che sono stati applicati algoritmi che premiano le Province del Nord. Non............
possiamo permettere questa ingiustizia – concludono concordi i presidenti – siamo pronti a difendere le nostre prerogative e i diritti dei cittadini calabresi impugnando gli atti approvati dal Governo nelle sedi opportune, come abbiamo già fatto con gli esposti cautelativi presentati lo scorso anno alla Procura della Repubblica, al Prefetto e alla Corte dei Conti”.

                                                                                   Sellia racconta il Comprensorio

3 commenti:

  1. Il Presidente Bruno, forse dimentica che tutto questo disastro è stato creato dal PD (il suo partito) e che porta un nome ed un cognome quello di Graziano Delrio. La cancellazione fasulla delle Province è stato uno dei tanti disastri firmato Renzi. Alla Riforma Delrio (2014), che ha trasformato le Province in "enti di livello intermedio" con conseguente riduzione di fondi, sarebbe dovuto seguire un vero e proprio Decreto di abolizione ma dopo 4 anni tale Decreto non è arrivato. Si tratta di uno dei tanti passi a metà e confusi fatti da Renzi e dal Centrosinistra negli ultimi 5 anni. E' sbagliato attribuire le colpe al Referendum non approvato nel 2016, primo perché è stato volutamente personalizzato e quindi perso da Renzi; secondo perché si potevano scorporare i quesiti e probabilmente quello sulle Province sarebbe passato; terzo perché il Referendum avrebbe cancellato semplicemente la parola Provincia dalla Costituzione ma non l'Istituzione in se in quanto sarebbe dovuto arrivare in ogni caso il Decreto di abolizione vero e proprio.

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    1. giustissimo stiamo assistendo in modo succube alla peggiore giunta regionale mai vista con un presidente che amministra la calabria in modo vergognoso coltivando solo il suo orticello

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