Conservare, tramandare, custodire con cura la memoria storica di una comunità è molto importante. Racconti, oggetti sacri, documenti, reperti antichi rientrano di diritto in un opera certosina di cura e di custodia gelosa da tramandare. Ma per Sellia non è stato mai cosi, tra i tanti eventi naturali tra terremoti, alluvioni e l'opera distruttrice dell'uomo; il più delle volte più violento dei vari cataclismi, hanno portato a un impoverimento dei reperti, siti storici e documentali su Sellia. Mai nessuna amministrazione ha mai pensato di catalogare, mettere al sicuro ciò che del glorioso passato di Sellia è arrivato sino ai nostri giorni. Un ruolo fondamentale sul conoscere il passato, le tradizioni di una comunità senza dubbio è nelle istituzione religiose con i vari parroci che si sono susseguiti negli anni i quali sono "dovrebbero esere" i custodi dei tesori religiosi all'interno delle chiese. Avevo parlato QUI della brutta sparizione di molte statue di angioletti che durante i lavori di restauro della chiesa Madre a inizio degli anni 90 furono donati senza alcun registro a alcune famiglie del borgo ma dopo la riapertura al culto della chiesa molti angioletti non furono più consegnati. Più recente invece la notizia della sparizione dell'importante quadro storico della "Madonna dei Sproni" ( leggi Qui ) che fina ha fatto? Rubato o peggio gettato nella spazzatura come oggetto inutile? Domande senza risposte ma ciò che bisognerebbe fare, è chiedere conto al parroco di Sellia di circa 7 anni fa perché a detta di molti prima il quadro era dentro la chiesa. Una comunità deve essere gelosa di tutto ciò che appartiene nel percorso storico di un paese. Ma poi siamo sicuri che manca solo il quadro? Nelle prime edizioni della Sagra dell'Olio d'Oliva nelle 2 chiese del centro storico aperte al pubblico si potevano ammirare tanti reperti religiosi di un valore enorme ci sono ancora tutti? Perché mai nessuna amministrazione ha pensato nel catalogare e archiviare ogni piccola traccia del passato di Sellia? Sicuramente ritorneremo su questo annoso quesito anche perché i vari scempi continuano sino a oggi vedi centro storico, vedi castello vedi ..... mentre le elezioni comunali si avvicinano ecco un punto fondamentale che chi si propone a guidare il nostro borgo dovrebbe mettere nei primi posti: Il ..............
sabato 27 gennaio 2024
sabato 27 maggio 2023
Incredibile ma vero a Sellia c'è un museo vero. Gestito con cura da un privato nel rispetto e amore dei luoghi dov'è ubicato.
In un vecchio magazzino scavato nella roccia, con la sua originalità costruttiva e dei materiali, nel suggestivo rione Sant' Angelo di Sellia L'arch. Salvatore Madia con tanta cura e amore ha realizzato da qualche anno una sua personale collezione ed esposizione di oggetti ed attrezzi legati alla civiltà e vita contadina del suo amato paese. Il posto si trova proprio al piano seminterrato del MU.SE.BA. (Museo dei Bambini Agricoltura e Ambiente).
mercoledì 30 marzo 2022
Sellia; servono a ben poco tanti finanziamenti se poi non salvi ... amo il nostro passato. L'antico borgo vera fonte di un possibile turismo sta morendo!
giovedì 3 febbraio 2022
Sellia, Abbattuto un busto su un tetto del rione "Ruscia". Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di un cittadino.
Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di un cittadino di Sellia
Sellia; Un altro piccolo piccolissimo tassello della storia di Sellia cancellata per sempre. Nulla a che vedere con la demolizione dell'antico convento del S.S Rosario o della chiesa dell'Arcangelo,( prima chiesa di Sellia) o in epoca più recente dell'obbrobrio del cavalcavia o della distruzione di antichi e caratteristici tetti per fare posto a terribili terrazze. Quest'ultima demolizione autorizzata? è una piccola cosa ma sempre molto significativa. La testa (il busto) di Guglielmo Marconi che capeggiava su un tetto del rione Ruscia non esiste più Qui ne abbiamo parlato ampiamente. Il nostro amato borgo sempre più da solo, sempre più meno abitato, sempre più meno valorizzato quando è e rimane l'unica vera fonte di un possibile futuro turistico di Sellia. A nulla serve decantare mille......
a seguire altre foto del busto
venerdì 10 dicembre 2021
La comunità Selliese ha reso onore al Santo Patrono San Nicola. La chiesa madre, a lui dedicata, che custodisce una reliquia del famoso santo, reca sul frontone la scritta: OSSA NICOLAI RESUDANT MANNA,
Qui il bellissimo racconto tramandato nei secoli dal titolo:
L'ANELLO DI SAN NICOLA (trascritto da Sellia racconta)
Presenti il sindaco Zicchinella, altre autorità municipali e il capitano della Polizia locale Sgrò. È stata celebrata, ieri, sei dicembre, dall’arciprete don Davide Riggio, la messa in onore del santo Patrono S. Nicola. La chiesa madre, a lui dedicata, che custodisce una reliquia del famoso santo, reca sul frontone la scritta: OSSA NICOLAI RESUDANT MANNA, (le reliquie di S. Nicola trasudano acqua sacra, emanando un profumo). La novità, della festa, è stata la presenza dei zampognari Muraca e Bressi, che hanno irrotto nella chiesa di S. Nicola, con le note di una pastorale dedicata al santo, seguite dall’arcaiche nenie dedicate alla nascita del Cristo bambino. Gli zampognari, non si vedevano da alcuni decenni, e percorrendo tutto il borgo medioevale sotto le note musicali del Natale, ha fatto rivivere, ai più anziani, quel ‘tempo passato’, immerso nel fascino del borgo medioevale selliese. La presenza dei pastori, è sorta dall’iniziativa personale di Maurizio Perrone dei baroni di Sellia, cavaliere dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme. L’Ordine equestre fu ........
sabato 7 agosto 2021
Sellia; per il suo futuro bisogna recuperare e valorizzare il suo passato
Sellia è un comune italiano di 498 abitanti della provincia di Catanzaro in Calabria.
Diventa importantissimo salvare, recuperare, salvaguardare l'antico borgo. Non serve a nulla avere tantissimi musei, tante attrattive, non serve a nulla creare scritte frasi a effetto se poi una sola casetta una sola viuzza rischia di scomparire per sempre. L'unico vero tesoro la vera attrattiva è il centro storico altrimenti oltre a perdere il sul suo passato Sellia perderà anche il suo futuro.
segue foto racconto
mercoledì 19 settembre 2018
Benvenuti a Sellia dove il tempo si è fermato da tempo.Riceviamo e pubblichiamo lettera aperta di un cittadino del borgo Presilano
giovedì 31 maggio 2018
Santi monaci e chierici selvaggi nella Catanzaro del Seicento
mercoledì 24 agosto 2016
Sellia: Bilancio positivo da parte del sindaco Davide Zicchinella che illustra i tanti servizi attuati nel piccolo borgo Presilano.
domenica 31 maggio 2015
" Sutta u mantu da Madonna " Riproposizione per l'ultimo giorno del mese di maggio dedicato alla Madonna del racconto inedito ambientato nell'antico borgo di Sellia
Abbiamo avuto modo di raccontare del forte attaccamento, del smisurato amore che il popolo Selliese da sempre porta verso la Madonna, il quale nell’antico borgo durante i vari secoli si è espresso con le chiese dedicate all’Immacolata del S.S. Rosario alla Madonna della Neve e del convento della Madonna delle Grazie. Il racconto che andrò a narrarvi è successo nel secolo scorso proprio nel mese di Maggio mese dedicato alla Madonna. In quei tempi le processioni erano due una la prima domenica di maggio l’altra ultimo giorno del mese la quale si svolgeva di sera con una bella fiaccolata. Il nuovo Arciprete era da poco arrivato a Sellia conoscendo ben poco delle tante tradizioni che organizzavano soprattutto le due congreghe. Dopo la Messa la processione tardava causa un forte vento che ne impediva la partenza. I tantissimi bambini erano già pronti su due file i maschietti da un lato le femminucce dall’altro. Erano veramente tanti; tra di loro vi era una minuscola bambina che causa la malaria (malattia molto comune all’epoca) piano piano la stava spegnendo. Aveva quasi sempre la febbre è quella sera bruciava ancora di più. Dopo un bel po’ che si aspettava che il vento diminuisse il suo impeto, l’Arciprete rivolgendosi ai tantissimi fedeli disse che la processione per quell’anno non si sarebbe svolta, ormai passate le 9 di sera ne tantomeno si poteva rimandare al giorno dopo perche non avrebbe avuto più senso. I tantissimi fedeli presenti mugugnarono un bel po’ invitando il giovane prete di aspettare ancora un po’ Verso le 10 di sera il vento sembrava un po’ meno violento la processione stava per partire ma il giovane prete avendo notato le precarie condizioni di salute della piccola con la malaria invito la madre di portarla subito a casa, la madre quasi offesa con un gesto di stizza si mise “U Maccaturu” nero in testa (segno dei vari lutti) girandosi di spalle si allontanò lasciando la piccoletta al suo posto in fila, il giovane prete stava per reagire quando il priore avvicinandosi le disse all’orecchio: “Arciprè sta battella forsi nun arriva mancu a domana, lassatila ma si fa sa prucessiona, u viditi puru vui comu è tutta cuntenta ma sta vicina a ra Madonna” il giovane prete ancora un po’ contrariato ma vedendo come la piccola ci teneva a farsi la processione fece partire il lungo corteo, le tantissime luminarie facevano brillare il volto della Madonna, il vento anche se molto diminuito si faceva spesso sentire con delle volate furiose, in una di questa il bellissimo manto della Madonna si staccò volteggiando nel cielo stellato, tutti l’osservavano preoccupati con il serio rischio che poteva finire nel burrone, invece con una traiettoria quasi pilotata si depose sulla piccola bambina malata coprendola tutta. In molti accorsero verso la piccola ma nessuno osava sollevare il manto quasi come se avessero paura per le sorti della piccola. L’arciprete con cura lo sollevo. Fine prima parte
A seguire la seconda parte del racconto trascritto in esclusiva da Sellia racconta
lunedì 22 dicembre 2014
A strina de Natala! Canzone popolare che unisce tutta la Calabria si cantava,si canta dal Pollino sino all'Aspromonte
a seguire la seconda parte della "Strina"
venerdì 6 dicembre 2013
Oggi San Nicola protettore di Sellia riproponiamo il racconto dal titolo: Il miracoloso intervento del nostro amato protettore San Nicola nel salvare gli abitanti di Sellia dal rovinoso alluvione del 1943
sabato 30 marzo 2013
La storia della Cunfrunta antichissimo rituale molto sentito dai Selliesi che puntualmente ogni anno commuove tutti i partecipanti
A Cunfrunta appuntamento molto sentito da parte dei Selliesi, durante i vari secoli mai si è rinunciato a questo momento, neanche in quelli più bui di guerre o carestie,anzi anticamente venivano svolte due cufrunte, la sera alla Chiesa del Rosario, il giorno di Pasqua alla Chiesa di San Nicola, successivamente le due confraternite fecero un accordo:" a Mmaculata" usciva dalla Chiesa di San Nicola “u Signura Risortu” da quella del Rosario (o viceversa) per incontrasi per la cufrunta vicino l’ex bar di Giginu ,Durante il periodo pasquale le due congreghe “I Rosarianti” e I Mmaculatisi davano sfoggio a chi parava meglio la chiesa, la sana competizione, la rivalità,il segno di appartenenza ad una o all’altra diveniva in questo periodo più marcato. Pensate tutte le funzioni venivano ripetute due volte una alla chiesa del Rosario poi all’Immacolta; anche la Gloria “Sparava” il sabato santo al Rosario e la domenica alla chiesa dell’Immacolta, ma c’era una funzione (L’unica funzione che riuniva le due congreghe) ed era “A Cunfrunta” la quale si svolgeva di giorno dopo la Santa Messa di Pasqua, la statua del Gesù Risorto usciva dalla chiesa dell’Immacolata mentre la statua della Madonna del Rosario usciva dalla chiesa omonima, le due distinte processioni si univano vicino l’ex bar di “Gigino” dove i due priori delle congreghe si scambiavano gli auguri, dopo i spari di alcuni mortaretti iniziava la “cunfrunta” con la Madonna del Rosario che al terzo incontro con Gesù Risorto gli cadeva il manto nero con sotto il bellissimo manto rosso di festa. La processione continuava con la Madonna che entrava nella chiesa dell’Immacolata ( era l’unica occasione che la statua della Madonna del Rosario entrava nella chiesa Madre)
venerdì 29 marzo 2013
A Naca Origini,tradizioni di un antichissimo rito che si rinnova ogni anno durante la processione del venerdi Santo
domenica 24 marzo 2013
"A Parma" della Domenica delle Palme. Ricordi, rievocazioni dei tempi che furono
martedì 19 marzo 2013
A conicella di San Giuseppe da " Cona du Casu " Riproposizione dei più bei racconti
Dopo i vari cataclismi che avevano sconvolto il territorio di Sellia con l’ultimo devastante alluvione del 1943 delle 5 chiese più il convento rimanevano solo quella del Rosario e di San Nicola (Immacolata) Soprattutto la chiesa Madre si era riempita delle varie statue che si erano salvate durante queste terribili calamità ( nel spaventoso terremoto del 1793 ben due chiese furono completamente distrutte). Erano talmente tante le varie statue, alcune anche doppie, che diveniva sempre più difficile anche camminare all’interno della chiesa stessa, soprattutto quando c’èrano funzioni religiosi importanti che richiamavano tutta la popolazione. Un giorno l’arciprete prese una decisione drastica la mattina presto dopo la consueta messa dell’aurora che richiamava sempre moltissima gente, (quasi tutti infatti prima di iniziare i propri lavori nei campi o nelle bottega si recavano a messa.) Chiamo il sacrestano e gli ordinò di portare fuori tutte le statue che erano dei doppioni oppure dei busti di santi malconci che necessitavano di restauro, ma visto il periodo di scarsità di fondi difficilmente sarebbero state restaurate. Così suo malgrado il povero sacrestano iniziò nel portare fuori alcune statue di santi, intantto l’arciprete aveva preso una grossa "gaccia" scure iniziando l’opera di demolizione riducendole a pezzettini sotto lo sguardo incredulo dei passanti che non capivano bene cosa stesse facendo, e poi anche se l’avrebbero capito non avrebbero osato contraddire l’arciprete perché era forte il senso di rispetto. Dopo un po’ toccò alla statua malandata a mezzo busto di San Giuseppe non appena tirò il primo colpo con la scure, una scheggia gli si conficcò nell’occhio, il dolore era tremendo, alcune persone (anche se controvoglia per quello che aveva fatto) corsero ad aiutarlo riuscendo nel togliere la piccola scheggia che per un niente non aveva rischiato di farlo diventare cieco.Per fortuna questa scheggia lo fece ricredere di ciò che stava facendo, con le lacrime corse verso la statua di San Giuseppe inginocchiandosi iniziò a pregare e lodare il Signore. La statua fu restaurata e con una funzione solenne fu............
giovedì 7 marzo 2013
" U Pustellu " Ricordi, rievocazioni dei tempi che furono
sabato 8 dicembre 2012
A Lenza dà Mmaculta (riproposizioni di racconti già inseriti )
La Chiesa possedeva diverse terre, frutto di molte donazioni ;addirittura nel comune di Sersale possedeva un grande castagneto dato per una grazia ricevuta, a Marina di Sellia ettari ed ettari di terreni dove si seminava il grano,dopo trasformati in uliveti e pescheti. Nel paese erano tanti l’appezzamenti di terreni possedute dalla Chiesa dove l’arciprete e il prete più giovani curavano o davano in fitto Infatti la mattina presto dopo la prima messa dell’alba, il prete si metteva la zappa sulle spalle per andare ai vari terreni .C’era un terreno in particolare che veniva e viene chiamato “a lenza d’Ammaculata”il quale ogni anno “da carrica de l’olivi” veniva dato in fitto con un rito molto particolare.
Dopo la messa della Domenica l’ Arciprete usciva fuori e si sistemava dal lato sinistro sopra il garage della Chiesa .Il sacrestano portava una mezza candela e la sistemava sopra il parapetto, una volta accesa iniziavano le offerte che gli uomini interessati avendo già fatto visita al terreno .Avevano stimando più o meno quant’olio potevano ricavarne. Iniziava l’asta. “Io offro 50 litri” diceva Peppino, “io 70” ribatteva Gianni, e si continuava così sino a che la candela non si consumava; ma se durante le varie offerte ,anche durante la prima per un colpo di vento la candela si spegneva ,la raccolta veniva aggiudicata all’ultima offerta .Dunque le persone interessate, oltre ad iniziare con un offerta bassa, seguivano anche ogni piccolo movimento della fiammella della candela ,alzando subito la posta appena si accorgevano che un colpo di vento la stava spegnendo. Quest’usanza si