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lunedì 4 novembre 2013

" LE RACCOGLITRICI DI OLIVE IN CALABRIA NEL 1959. IL LAVORO DELLE DONNE". Video racconto di un importante documentario realizzato dalla RAI nelle campagne calabresi



Molte delle raccoglitrici di olive, tutte donne, escono di casa all`alba e percorrono chilometri a piedi prima di raggiungere gli oliveti, dove lavorano dalle dieci e le tredici ore al giorno, a seconda della stagione. Tornate a casa, le attendono i lavori domestici. Quelle che abitano più lontano, le "emigranti", vengono alloggiate in dormitori: grosse stanze dove vengono stipate molte persone o piccoli locali bui, privi di finestre e di cucina. Senza assistenza sanitaria, senza nessuno a cui lasciare i bambini, le olivicole si portano i più piccoli nei campi, mentre i più grandicelli, tolti presto dalla scuola, partecipano già alla raccolta. Lavorano scalze, sempre chinate a terra, e vengono pagate a cottimo: in olio o in danaro. Il lavoro comprende, per alcune, anche il trasporto dei sacchi, che pesano tra i quindici e i venti chili l`uno. Molte non sanno cos`è un contratto. Sembra un racconto di altri tempi, ma è una ...

domenica 3 novembre 2013

Vincolise; diario di una intensa giornata dedicata all'amato protettore San Simone




IL 28....LA VOGLIA DI ESSERCI E D'INCROCIARE I NOSTRI SGUARDI CON QUELLI DEL
NOSTRO SANTO PATRONO ..SAN SIMONE...QUEST'ANNO ERA ANCORA PIU' FORTE DEGLI
ALTRI ANNI.....ANCHE QUEST'ANNO I FESTEGGIAMENTI DEL NOSTRO PROTETTORE , HA
PORTATO NEL BORGO  MOLTI EMIGRATI E DEVOTI NELLE RUGHE (VIUZZE) INTERNE ,TUTTO
SEMBRAVA UN SOGNO ,IL  SANTO LA BANDA,I DEVOTI KE INTONANO I CANTI IN ONORE DI
SAN SIMONE RIPORTANDOCI INDIETRO CN IL TEMPO,E RIVIVEDO IL MARTIRIO ,LE GIOIE E
I DOLORI CHE SAN SIMONE PATI X GESU'....LA MATTINA IL BORGO SI è SVEGLIATO CON
LE NOTE DELLA BANDA "CITTA' DI SAN PIETRO" DIRETTA DAL MAESTRO GERARDO OLIVO...
ALLE 11:00 IL TINTINNIO DELLE CAMPANE IN FESTA RICHIAMAVANO NOI FEDELI ALLA
SANTA MESSA QUEST'ANNO PRESIEDUTA DA PADRE CARLO,FORTEMENTE VOLUTO,DAL NOSTRO
NUOVO PARRRACO DON ALVARO,E DON SIMONE  CON DON MAURIZIO,LO CHIESA ERA CREMITA
DI FEDELI ,UN'OMELIA E FUNZIONE TOCCANTE  ED EMOZIONANTE,DOVE PADRE CARLO
RICORDAVA KE DOPO TANTISSIMI ANNI DI SACERDOZIO E MOLTI ANNI ERA LA SECONDA
VOLTA KE CELEBRAVA LA FESTA DI SAN SIMONE LA PRIMA VOLTA NEL 1964...DOPO LA
MESSA I RAGAZZI HANNO PORTATO GIU' IL SANTO DALL'ALTARE DOVE LO AVEVANO
COLLOCATO PRIMA DELL'INIZIO DELL'OTTAVARIO..LO SISTEMANO MOLLANDOLO BENE SULLA
"VARA"UN TRONO IN LEGNO KE POI SERVE X PORTARLO NELLE RUGHE,E CASE DI TUTTI NOI
IN SPALLA,I RAGAZZI KE PORTANO IL SANTO SN IN 4 ...E LO PRENDONO IN KIESA E LO
RITORNANO IN KIESA SENSA SCAMBIARSI..MAI X TUTTA LA PROCESSIONE ..ALLE 15:30 SI
DA INIZIO ALLA PROCESSIONE  X LE VIE DEL BORGO,DON SIMONE CN LA SUA VOCE
SQUILLANTE INTONA IL RESPENSORIO E e tutti i fedeli rispondono ...appena fuori il santo una miriade di coriandoli
aprono i giochi dei fuochi pirotecnici. .fatti dalla ditta P I R O _BEV..TUTTI
EMOZIONATI CERCANO DI FARSI STRADA PER CATTURARE LO SGUARDO AMOREVOLE DI PADRE
E CUSTODE DEL BORGO..SI DA INIZIO ALLA PROCESSIONE LA STATUA VIENE PORTATA
SULLE SPALLE DA 4 RAGAZZI X TUTTE LE RUGHE(VIUZZE)LE DONNE CANTANO INNI DIETRO
IL SANTO TUTTO SCORRE DOLCEMENTE ED EMOZIONALMENTE,OGNI ANNO PER TUTTI NOI DEL
BORGO E PER KI VIENE DAI PAESI LIMITROFI X ONORARE IL NOSTRO SANTO PATRONO SAN
SIMONE,IN ALCUNE CASE FANNO BANCHETTI IN SUO ONORE,INTANTO CALA LA SERA SI
ACCENDONO GLI ARCHI,I  GIOCHI DI LUCE I QUALI RENDONO ANCORA PIU' INCANTATO E
FATATO IL BORGO L'ILLUMINAZIONE E' .....

sabato 2 novembre 2013

Simeri Crichi è il primo comune ad aver appaltato i lavori dei PISL con il progetto "Un Ponte tra mare e monti"




         APPALTATI I LAVORI del PARCO LUDICO di SIMERI MARE
                               
 Riceviamo e pubblichiamo

 Nota del Sindaco, Marcello Barberio
E’ il primo Comune del partenariato dei PISL “Un ponte tra mare e monti” ad aver appaltato i lavori, stante il fatto che la Giunta Comunale aveva approvato il progetto esecutivo il 30 settembre scorso, per un importo complessivo di 350.000 euro. Dopo di che, si era proceduto all’indagine di mercato per l’individuazione degli operatori economici da invitare con la procedura negoziata prevista dall’art. 122, comma 7 del codice dei contratti, per l’importo a corpo e a misura a base d’asta di 274.000 euro, Iva esclusa.
Non sono previste somme per espropri poiché l’opera ricade totalmente in un’area pervenuta al Comune a seguito di lottizzazione convenzionata. Si tratta, infatti, dell’area antistante la delegazione di governo e la chiesetta di Simeri Mare (per il cui ampliamento il sindaco ha convocato un incontro con le parti, su sollecitazione dello stesso parroco).
E’ opportuno precisare che in una situazione di estrema difficoltà generale, di diffusa stagnazione economica, riusciamo a realizzare i programmi di lavoro: castello medievale di Simeri, parco ludico, nuova caserma carabinieri, sistemazione centro storico, metanizzazione, acquedotti e fognature. Lavori in parte già pianificati, ma solo ora concretizzati. Così come la sistemazione della zona marina finalmente realizzata da Italia Turismo, dopo lunghe attese e ricorrenti solleciti. Ancora una volta  abbiamo marcato il tempo della sollecitudine  nella presentazione del progetto delle infrastrutture viarie dei “6000 campanili”: la nostra istanza al Ministero  è stata accettata dal sistema informatico alle ore 9,01 del 24 us.  Mi rendo conto che tutto questo non basta a superare gli effetti nefasti della crisi, ma è doverosa la sottolineatura, a riconoscimento di tutte le sinergie. Colgo l’occasione per ribadire ancora una volta la difficoltà di operare in situazione: le sottovalutazioni e, ancor peggio, le strumentalizzazioni sortiscono effetti dannosi e alimentano le tensioni sociali, anche in termini di agibilità democratica.
Ora l’ennesima scommessa da vincere, unitamente al Consorzio Valle del Simeri, è l’inizio dei lavori del porto turistico. I sindaci siamo già mobilitati per dare un’accelerazione alla pratica burocratica, attraverso un accordo di programma con la  Regione e la Provincia. Anche in questo caso serve sinergia tra i soggetti interessati. Come pure serve una risposta concreta da parte ministeriale e regionale per quanto attiene la ripresa dei lavori del resort e del campo da golf. Le ....

venerdì 1 novembre 2013

Cosa si festeggia il primo novembre ? Le origini della festa di OgniSSanti con la commemorazione dei defunti nella tradizione calabrese



Le origini risalgono all’anno 835, quando papa Gregorio II, visto che la chiesa cattolica non riusciva a sradicare gli antichi culti pagani legati alla tradizione celtica (il cui calendario indicava nel 31 ottobre l’ultimo giorno dell’anno), spostò la festa di “Tutti i Santi” dal 13 maggio al primo novembre con la speranza di riuscire, così, a dare un nuovo significato ai riti profani. Secondo l’anno druidico, il 1 novembre era il Samhain, letteralmente “tutte le anime” fine dell’anno pastorale e primo giorno d’inverno, in cui la notte era più lunga del giorno. Questa particolarità permetteva al principe delle tenebre di chiamare a sé tutti gli spiriti e poter passare da un mondo all’altro. L’intento del papa di sradicare questo mito non riuscì. La chiesa aggiunse quindi, nel X secolo, la “Festa dei Morti” il 2 novembre, in memoria delle anime degli scomparsi. I festeggiamenti avvenivano tramite offerta di cibo, mascheramenti e falò, le usanze profane così giustificate.

In quasi tutte le regioni possiamo trovare pratiche e abitudini legate a questa ricorrenza. Una delle più diffuse era l'approntare un banchetto, o anche un solo un piatto con delle vivande, dedicato ai morti.
In Calabria nelle comunità italo-albanesi, ci si avviava praticamente in corteo verso i cimiteri: dopo benedizioni e preghiere per entrare in contatto con i defunti, si approntavano banchetti direttamente sulle tombe, invitando anche i visitatori a partecipare.

I dolci dei morti simboleggiano i doni che i defunti portano dal cielo e contemporaneamente l’offerta di ristoro dei vivi per il loro viaggio. Un modo per esorcizzare la paura dell’ignoto e della morte.
Ogni regione ha i suoi dolci tipici che, già dal nome, richiamano la celebrazione, anche se le varie tipologie sono tra loro molto simili. Oltre al grano cotto appena ricordato, i dolci più usati sono biscotti di consistenza più o meno dura, in genere a base di mandorle, pinoli, albumi e talvolta cioccolato. In Calabria abbiamo le " Dita degli apostoli", dolci tpici della zona di Reggio Calabria!

Le fave Nell’antichità le fave erano il cibo rituale dedicato ai defunti e venivano servite come piatto principale nei banchetti funebri. I Romani le consideravano sacre ai morti e ritenevano che ne contenessero le anime, molto probabilmente questa credenza era legata ai caratteri botanici della pianta: le sue lunghe radici che affondano in profondità nel terreno; il suo lungo stelo cavo, secondo le credenze popolari faceva da tramite tra il mondodei morti e quello dei vivi, ma erano soprattutto i suoi fiori bianchi con sfumature violacee e con una caratteristica macchia nera, a ricordare la lettera greca theta, lettera iniziale della parola greca thànatos che significa morte. In seguito con l’avvento del Cristianesimo la tradizione popolare muto’ dal mondo Romano questo uso delle fave, e cosi’ a seguire nel X secolo le fave divennero cibo di precetto nei monasteri durante le veglie di preghiera per la Commemorazione dei Defunti. Per la stessa ricorrenza vennero usate come cibo da distribuire ai poveri o da cuocere insieme ai ceci e lasciare a disposizione dei passanti agli angoli delle strade. In Toscana, in Veneto e in Calabria era tradizione recarsi al cimitero e mangiare fave sulle tombe dei propri cari.
L’altro importante cibo tradizionale presente sulle tavole il Giorno dei Defunti è il grano. In tutte le culture e le religioni il grano è il simbolo stesso della vita e della fertilità. Ma per raccogliere il chicco di grano bisogna recidere la spiga - ucciderla - e il chicco solo dopo essere morto a sua volta sottoterra rinascerà in una nuova spiga. Il grano dunque viene associato nello stesso tempo anche alla morte e alla resurrezione e diviene il simbolo del continuo e incessante ciclo di ....