venerdì 6 marzo 2015

Nuova 106; megalotto n 6 Simeri Crichi le Castelle illustrato il nuovo tracciato di 36 chilometri





Saranno chiamati tutti i sindaci del Pd e tutti i segretari dei Circoli locali dell’Alto Marchesato Crotonese per portare avanti, con maggiore determinazione, la realizzazione di nuovo tracciato crotonese della 106 jonica . E’ questa, in sostanza, la novità che è emersa nel corso di un incontro, l’altro ieri sera, nei locali del Pd, tra l’ing.Antonio Bevilacqua ed il coordinamento dello stesso partito democratico.  Ha aperto i lavori Francesco Spinelli, coordinatore del partito locale, il quale si è soffermato sulla piaga che è rappresentata dalla attuale viabilità che vede fortemente penalizzati i comuni  interni. Poi, il responsabile del Pd sulla viabilità, Nino Fera, ha illustrato con maggiori dettagli la situazione, affermando che “per ammodernare la strada statale 106 jonica in Calabria occorre sapere che questa è suddivisa dall’Anas in megalotti. Quello che a noi interessa è il megalotto 6 Simeri Crichi-Le Castella Sud di 36 chilometri. Il totale dei chilometri non ancora finanziati e privi di un progetto definitivo sulla strada statale 106 jonica calabrese sono quindi pari a 324,5. Considerando che la SS 106 in Calabria è lunga  415, sembrerebbe che soli 90 chilometri sono stati ammodernati. Pertanto possiamo dire, ha concluso Nino Fera, che  l’ammodernamento della strada statale 106 jonica in Calabria ad oggi non è stato completato al 90 % circa”. “Con la crisi che stiamo vivendo non possiamo fare ulteriori sprechi nella spesa pubblica”, ha esordito Bevilacqua, il quale, con l’aiuto di immagini e grafici, ha illustrato nei minimi particolari il progetto che lui ha realizzato nell’ambito del megalotto 6, in alternativa all’idea pensata dall’Anas che, secondo l’ing.Bevilacqua, è una proposta scellerata, in quanto prevede un allargamento dell’attuale strada, che quindi consentirebbero di velocizzare il traffico, ma che poi si imbattono in numerose rotatorie, che rallentano invece il traffico stesso.  L’80 per cento del traffico è in direzione di Catanzaro  e proviene dai comuni in cui risiede il 70 per cento della popolazione che sono in 10 comuni  e che da soli arrivano a 118 mila abitanti sui 174 mila del totale della provincia. Una strada alternativa che si potrebbe realizzare con ........



giovedì 5 marzo 2015

La Calabria rischia di perdere altri 2 miliardi di euro!! Di fondi comunitari che ritornerebbero al mittente per essere spesi in altre regioni Come al solito grazie ai nostri politici che con forte impegno stanno distruggendo la nostra regione.





La Calabria rischia di perdere ben 1,9 miliardi di euro di fondi comunitari. Attualmente, secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2014 dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica e a seguito della riprogrammazione legata al Piano di Azione per la Coesione, le spese certificate dall’Unione Europea, a valere sui fondi Fesr e Fse, ammontano a 1,7 miliardi di euro pari al 63,8% della dotazione complessiva di 2,7 miliardi di euro. Ciò significa, in valore assoluto, che la Regione Calabria ha tempo fino al 31 dicembre del 2015 per certificare i rimanenti 974 milioni di euro, pena il disimpegno automatico per il periodo 2007-2013. A questo tesoretto vanno aggiunte tra le risorse a rischio anche quelle riallocate nelle varie fasi di riprogrammazione del Piano di Azione per la Coesione pari complessivamente a 897 milioni di euro. E’ quanto emerge dallo studio “Fondi europei. Calabria in default” realizzato dall’Istituto Demoskopika. “Bene ha fatto il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio – dichiara il presidente dell’Istituto Demoskopika, Raffaele Rio – a ribadire, nei giorni scorsi, la massima attenzione per evitare il disimpegno delle risorse comunitarie. Adesso, però, oltre alla delibera della Giunta regionale che sarà esecutiva soltanto a seguito dell’approvazione del Consiglio regionale, è obbligatorio procedere a passo spedito e concreto poichè a rischio, oltre ad un miliardo di fondi europei, ci sono anche altri 900 milioni di euro del Piano di azione per la coesione. Un’operazione che, nata per accelerare l’attuazione della programmazione 2007-2013, corre il concreto pericolo, ad oggi, di imboccare la stessa via della disattenzione. Come dire che al danno del ritardo accumulato si aggiungerebbe la beffa del mancato o parziale impiego delle risorse finanziarie in dotazione al piano di azione per la coesione. E’ bene chiarire, infine, – conclude Raffaele Rio – che per ridurre il disimpegno automatico di una parte consistente dei fondi europei si continua ad abusare dell’artificio contabile dei progetti sponda a totale discapito del valore aggiunto che i progetti comunitari dovrebbero avere sul territorio in termini di rilancio economico e sociale”. Il borsino dei fondi strutturali: Fesr al 59,7% e Fse al 75,8%. La spesa complessiva certificata all’Unione Europea al 31 dicembre 2014 è pari a 1.715 milioni di euro, con un incremento di 342 milioni di euro rispetto alla precedente scadenza intermedia del 31 ottobre 2014 e di 510 milioni di euro dall’inizio dell’anno. Il target di spesa comunitario è stato raggiunto sia per Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) che per il Fondo Sociale Europeo (FSE). Analizzando il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale emerge, in particolare, che la quota di spesa certificata dalla Regione Calabria all’Unione Europea è del 59,7% pari a 1.192 milioni di euro, valore di poco superiore sia al target comunitario che a quello nazionale (58,9%). Una performance che colloca la Calabria al terzo posto tra le Regioni dell’Obiettivo Convergenza che riguarda le realtà regionali il cui prodotto interno lordo pro capite è inferiore al 75% della media dell’Unione Europea allargata. Ad ottenere un tasso di realizzazione migliore la Puglia (75,3%) e la Basilicata (72,8%). Sul versante opposto la Sicilia e la Campania rispettivamente con un risultato pari al 56,5% e al 55,7%. Spostando l’attenzione sul tasso di realizzazione del programma legato al Fondo Sociale Europeo, si registra una spesa certificata di 523 milioni di euro pari al 75,8% della dotazione complessiva. Meglio della Calabria soltanto la Basilicata con un risultato pari all’82,4%. Ora, il governo regionale ha tempo fino alla fine dell’anno in corso per certificare i rimanenti 974 milioni di euro scongiurando la perdita delle risorse per il periodo 2007-2013. Artifici contabili: ben 646 mln di euro di progetti sponda per ridurre la “mannaia europea”. Ad oggi, ogni 100 euro di spesa certificata dalla Regione Calabria all’Unione Europea nel periodo 2007-2013, circa 40 euro hanno poco a che fare con la programmazione dei fondi comunitari. Dai dati disponibili, infatti, il massiccio ricorso ai progetti retrospettivi ammonta a poco meno di 646 milioni di euro pari al 37,6% sul totale della spesa certificata al 31 dicembre 2014. Si consolida, dunque, a l’impiego “senza misura” dei cosiddetti “progetti sponda” che hanno cambiato denominazione in “progetti retrospettivi” ma la cui sostanza non cambia: per ridurre il disimpegno automatico di una parte rilevante delle risorse comunitarie, anche la Regione Calabria, con il tacito consenso dell’Unione Europea, usa fondi statali o regionali per rendicontare spese “spacciate” come risultato dell’attuazione di programmi finanziati precedentemente con fondi europei e, quindi, per ottenere nuovi fondi sotto forma di rimborsi comunitari. Il sistema dei progetti sponda consiste, di fatto, in un artificio contabile che permette di creare una base di risorse da cofinanziare con i fondi europei e di rendicontarne la spesa nei termini richiesti dalla Commissione Europea. Tali fondi possono, quindi, essere utilizzati in maniera discrezionale dalle amministrazioni regionali che li ottengono e non necessariamente riutilizzati per cofinanziare progetti europei. In altri termini, si crea un tesoretto che può servire a riattivare canali di spesa svincolati dai controlli e dalla rendicontazione utilizzata per i fondi europei e che avrebbero dovuto imporre trasparenza. Piano di azione per la coesione: senza agenda politica, a rischio 900 mln di euro. La riprogrammazione dei fondi comunitari transitati dal Por Calabria 2007-2013 al Piano di azione per la coesione ammonta a ben 923 milioni di euro. Ma procediamo con ordine: cosa è il Piano di azione per la coesione, in acronimo diffuso “PAC”? Si tratta di uno strumento avviato nel 2011, d’intesa con la Commissione Europea, per accelerare l’attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali per il 2007-2013, per rafforzare l’efficacia degli interventi e per avviare nuove azioni da riprendere nella programmazione per il 2014-2020. Un impegno preciso, definito e attuato attraverso fasi successive di riprogrammazione, mirato a rilanciare i programmi comunitari in forte ritardo. In Calabria, il Piano di azione per la coesione ha aderito ad alcune fasi, le più rilevanti delle quali riguardano la terza fase pari a 377 milioni di euro e la quarta fase per 546 milioni di euro. Sulla terza fase pesa l’ultimatum imposto dalla Legge di stabilità per il 2015: se al 30 settembre 2014 non risultano risorse impegnate sui Piani di azione per la coesione delle Regioni, i fondi verranno assorbiti dallo Stato centrale “al fine di promuovere forme di occupazione stabile”. La norma, attualmente vincolante, prevede che “ai datori di lavoro è riconosciuto, per un periodo massimo di trentasei mesi, l’esonero del versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, nel limite massimo di un importo di esonero pari a 8.060 euro su base annua”. Un articolato legislativo che pesa come un macigno sulla Regione Calabria che, secondo l’ultima informativa sullo stato di attuazione del Piano di azione per la coesione presentata dall’amministrazione regionale al Comitato di Sorveglianza lo scorso 24 giugno 2014, avrebbe maturato impegni giuridicamente vincolanti al 31 dicembre 2013 per poco più di 26 milioni di euro a fronte di una dotazione complessiva pari a 377 milioni di euro e perdendo, di fatto, oltre 350 milioni di euro. Una “rinuncia forzata” dal sapore amaro poichè a farne le spese sarebbero numerosi progetti in diversi settori vitali per il rilancio economico e sociale del tessuto calabrese tra i quali il “rifinanziamento del credito d’imposta per occupati svantaggiati e molto svantaggiati” (25 milioni di euro), il “sistema di incentivazione alle imprese regionali per sostenere gli investimenti e il riequilibrio finanziario” (8 milioni di euro), gli “aiuti alle persone con elevato disagio sociale” (5 milioni di eruo), la “creazione di una rete di accoglienza abitativa e di inclusione sociale nelle aree urbane per i lavoratori immigrati e per le loro famiglie” (13,9 milioni di euro), il “progetto Case della Salute” (67,5 milioni di euro). Spostando l’attenzione sulla quarte fase del Piano di azione per la coesione, il quadro attuale, pur in assenza di scadenze, necessita di una concreta accelerazione considerata l’importanza strategica della riprogrammazione che prevede una ghiotta dotazione complessiva di ben 546 milioni di euro e che potrebbe incorrere, nella prossima Legge di stabilità, negli stessi vincoli normati per il 2015 ed essere assoggettata al sistema di monitoraggio del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell’economia e delle finanze. In altri termini, le prossime disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016) potrebbero sancire la ...

mercoledì 4 marzo 2015

Spese comunitarie sulla gestione dei rifiuti solo Sersale e Soveria Simeri ottengono fondi. Su ben 37 milioni di euro in Calabria è stato finanziato solo il 19% Ecco l'elenco di tutti i comuni della regione con i vari progetti approvati



Il dossier di Legambiente dice con dati alla mano che dei ben 37 milioni di euro dati dalla comunità europea per costruire gli impianti di smaltimento dei rifiuti al 31/12/2014 è stato speso solo il 19% circa 7,2 milioni di euro. Tra i vari comuni della Calabria nel nostro Comprensorio ne beneficeranno solo Sersale e Soveria Simeri. Per completare tutta la spesa messa a disposizione dalla comunità europea, la regione ha ancora circa 10 mesi poi i vari milioni ritorneranno al mittente, con l'ennesima beffa verso una regione che si trova perennemente commissariata proprio nel settore rifiuti, con spese che si lievitano di giorno in giorno come aumenta il continuo disservizio verso il corretto smaltimento dei rifiuti. La parola magica sarebbe riciclare ma forse ai nostri politici sta comodo che i vari problemi non si risolvano vivendo in questo lembo di emergenza rifiuti da decenni.
A seguire la lista completa di tutti i comuni Calabresi destinatari dei fondi

martedì 3 marzo 2015

La morte che viene dal mare quel mare Calabrese che uccide nell'indifferenza con l' aumento vertiginoso dei tumori di ben 4 volte in più del resto d'Italia.

 La capitale dei tumori. La morte viene dal mare. L’Italia indifferente alle 39 navi che uccidono


Paola CS affacciata sulla costa tirrenica. Qui ci si ammala di tumore quattro volte di più che nel resto d’Italia. Li hanno contati i tumori a Paola e le cifre non lasciano dubbi: c’è qualcosa che uccide. Solo a Paola? Solo a Paola hanno avuto il coraggio e la voglia di contarli i tumori.
Coraggio ci vuole perché, a contarli, si finisce per arrivare alla conclusione che quel qualcosa che uccide viene dal mare. Il mare non solo di Paola ma di tutta la Calabria o quasi. Fonte: Riccardo Bocca sull’Espresso “Calabria al Veleno”.
Paola è a metà strada tra Cetraro dove fu affondata la nave Cunsky e Amantea dove si arenò sulla spiaggia nel dicembre del 1990 la Jolly Rosso dell’armatoreIgnazio Messina. Due navi a perdere, con il loro carico di rifiuti mortali, scorie nucleari comprese.
Ce ne sono altre 37 di navi così sul fondo del mare. Le hanno riempite di morte chi si voleva disfare dei materiali nocivi spendendo il meno possibile, le hanno portate nel mar di Calabria e affondate gli uomini della mafia nazionale e internazionale che controllano il territorio, il mare e la terra.
Trentanove fonti di morte sull’uscio di casa,trentanove piccole Chernobyl senza nessun “sarcofago” a fermare esalazioni e radiazioni. Ovunque al mondo sarebbe allarme di Stato, rivolta di popolo, angoscia nazionale, bonifica disperata e senza risparmio e respiro.
Invece la Calabria sopporta in relativo silenzio e l’Italia considera la cosa un “problema ambientale”. Le trentanove navi, quelle conosciute, è possibile ve ne siano altre, non sono un’emergenza nazionale, non valgono né l’ansia né la mobilitazione dell’intero paese.
Ci fossero 39 navi di morte al largo degli Usa o della Francia se ne occuperebbe Obama o Sarkozy in prima persona, tv e giornali non darebbero tregua al ........

lunedì 2 marzo 2015

Il vice sindaco di Simeri Crichi Caterina Falcone comunica il bando di gara per l'adeguamento dei locali adibiti a guardia medica.

Adeguamento locali guardia medica Simeri Crichi
 Pubblicato il bando di gara


La vice sindaco Caterina Falcone, rispondendo alla sollecitazione dell’Uopa  dell’Asp di Catanzaro, informa che all’albo pretorio on line del Comune è pubblicato il bando di gara, mediante procedura aperta, per l’esecuzione dei lavori di adeguamento dei locali dell’ex asilo di via Cilea a sede postazione di continuità assistenziale ( ex Guardia Medica) e centro prelievi. Modalità d’applato: criterio del prezzo più basso; il termine di presentazione delle offerte è fissato al 27 marzo, mentre l’apertura delle stesse avverrà il 30, presso la sede municipale, ufficio tecnico.
Con l’occasione, il vice sindaco e assessore alle politiche sociali ricorda i dettami della legge quadro (l. 328/00 e l.r. 23/03) per la realizzazione del sistema  integrato d’interventi e servizi sociali e l’accordo di programma del 2013 con l’ambito territoriale di Catanzaro Lido, con relativo PAC (piano di azione per la coesione), con servizi alle persone anziane e diversamente abili e all’infanzia. E’ la logica del welfare community e del principio della sussidiarietà verticale e orizzontale, per la programmazione del benessere dei cittadini e lo sviluppo delle comunità locali La stagnante recessione economica ha prodotto pesanti ricadute sulle comunità locali, per cui siamo stati chiamati a una mobilitazione straordinaria delle risorse finanziarie, programmatorie e umane (senza neanche la sosta per il necessario ristoro delle proprie fatiche ed avversità) per assicurare sinergicamente servizi essenziali e nuove e qualificanti offerte (segretariato sociale, equitando, contribuzione per locazione alloggi e a famiglie numerose, aiuti a giovani che si distinguono nei vari settori, cure in piscina, elioterapiche, balneari e termali). Non ultima l’ADI, cioè il .......