martedì 24 ottobre 2017

Che ne pensano i cittadini di Taverna, Sorbo, Pentone, Albi, Sellia Marina ecc... dello "Sprar" Quante persone sanno esattamente come funziona? Lettera aperta da parte di un cittadino.

L’ingresso nella rete dello Sprar, il sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che è stato oggetto di un protocollo d’intesa ad hoc firmato nei giorni scorsi dai primi cittadini a Taverna, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti Nasce la rete regionale della solidarietà e dell’accoglienza, I Comuni calabresi dicono si allo Sprar: in tutto sono 190. Di questo 140 hanno già dato adesione. Un sistema di accoglienza virtuoso, regole da rispettare e cooperazione con gli enti locali per assicurare a tutti una convivenza sostenibile”. Con questi obiettivi 190 Comuni calabresi hanno sottoscritto a Taverna, nel “Centro Natura”, all’interno del Parco nazionale della Sila, il protocollo d’intesa per aderire al sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati  (Sprar), alla presenza del Ministro degli Interni Marco Minniti, del Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, dei prefetti calabresi e del Presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo.
Un’intesa che si inserisce all’interno del percorso delineato dal “Piano Anci”, dopo mesi di intenso lavoro in sinergia col Viminale e le Prefetture, al fine di assicurare un’accoglienza equilibrata, sostenibile e diffusa dei richiedenti protezione internazionale. L’adesione dei Comuni, è stato spiegato, avviene su base volontaria, con l’impegno che i centri che aderiscono all’intesa vengano salvaguardati da ulteriori invii. L’accordo per la distribuzione dei migranti sul territorio nazionale prevede degli incentivi economici per chi vi aderisce. Il riparto equo seguirà dei criteri con alcune clausole di salvaguardia: 2,5 migranti ogni mille abitanti, con una serie di correttivi per i Comuni più piccoli, i capoluoghi di città metropolitane e le zone terremotate. Attraverso un progetto pilota poi, finanziato con fondi europei, sarà costituita anche una task force di esperti a supporto degli Enti locali nella predisposizione dei bandi per l’adesione alla rete Sprar, e nella gestione delle problematiche sociali ed amministrative connesse alla presenza dei richiedenti asilo sul territorio. Gli obiettivi dell’intesa sottoscritta oggi sono due: garantire una vita dignitosa a chi arriva nel nostro paese e, allo stesso tempo, permettere alle istituzioni – soprattutto a quelle locali – di governare in modo efficace l’accoglienza. Per questo, nelle intenzioni del Governo, cittadini italiani e titolari di protezione internazionale avranno pari obblighi e doveri perché possa essere garantita una pacifica convivenza. Con un sistema di accoglienza diffusa – che prevede il coinvolgimento di enti nazionali, locali e settore privato – si affrontano i diversi aspetti dell’inserimento dello straniero nel nostro paese: dal piano abitativo, all’inserimento nel mondo del lavoro, passando per il diritto alla salute. L’obiettivo è quello di creare un sistema di collaborazione virtuoso tra centro e periferia, che garantisca ai rifugiati e a coloro che possono avvalersi di protezione internazionale di condurre una vita dignitosa e sostenibile. Nel rispetto, però, di chi ospita.
riceviamo e pubblichiamo
Clandestini aspiranti profughi…. AVANTI!!!!

Dopo la visita del ministro Minniti, sabato 21 a Taverna (CZ) è stato sottoscritto un protocollo che prevede l’adesione di 144  comuni al sistema Sprar, meno comunque dei 194 previsti e sperati dallo stesso. Analizzando l’area  della presila catanzarese,  i comuni aderenti al suddetto programma,  sono a guida PD o similari (Albi, Pentone ,Taverna) e Sorbo San Basile commissariato per  infiltrazioni mafiose. Pertanto è chiaro che i sindaci in questione, sono stati “addomesticati” e  passivamente destinatari dei diktat di partito, nonchè “addormentati” dalle retoriche, farneticanti sia del ministro che del prefetto di Catanzaro, parole bel lontane dalla triste realtà delle problematiche legale all’immigrazione incontrollata e continua, che i predetti sindaci ignorano.
Presto vedremo “boldriniane risorse”….....nonchè aspiranti profughi, infatti solo al 15% degli “sbarcati” viene riconosciuto detto  status,  con cuffiette, Iphone in giro nei paesi a far un..................

lunedì 23 ottobre 2017

Le mani sporche della Ndrangheta sui migranti che fa affari d'oro mentre Minniti convince 144 comuni ad aderire alla "Sprar" Ecco l'elenco di tutti i comuni

Sono 144 i Comuni calabresi che hanno già deliberato l’ingresso nella rete dello Sprar, il sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che è stato oggetto di un protocollo d’intesa ad hoc firmato oggi dai primi cittadini a Taverna, alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti. La cifra è più bassa rispetto alla quota di 194 enti diffusa nel pomeriggio, che comprende invece anche i Comuni che hanno annunciato l’intenzione di aderire, ma che al momento non hanno né approvato un atto deliberativo in tal senso, né hanno firmato il protocollo d’intesa.
Ecco, quindi, l’elenco dei Comuni che anche formalmente hanno deciso di entrare a far parte dello Sprar:

Comuni in provincia di Catanzaro


Albi, Amato, Badolato, Borgia, Carlopoli, Conflenti, Cortale, Cropani, Curinga, Decollatura, Falerna, Gasperina, Gimigliano, Girifalco, Gizzeria, Lamezia Terme, Marcellinara, Martirano Lombardo, Miglierina, Montauro, Nocera Terinese, Pentone, Pianopoli, San Mango d'Aquino, San Pietro a Maida, San Pietro Apostolo, Santa Caterina dello Ionio, Sant'Andrea Apostolo dello Ionio, Satriano, Sellia Marina, Settingiano, Sorbo San Basile, Soverato, Taverna.

Comuni in provincia di Cosenza


Acquaformosa, Acri, Aiello Calabro, Altomonte, Amantea, Aprigliano, Belsito, Bocchigliero, Cariati, Carolei, Casali del Manco, Cassano all'Ionio, Castrovillari, Cerzeto, Civita, Colosimi, Corigliano Calabro, Cosenza, Crosia, Figline Vegliaturo, Firmo, Marzi, Mendicino, Paludi, Paola, Rende, Roseto Capo Spulico, Roseto, San Basile, San Benedetto Ullano, San Cosmo Albanese, San Giorgio, Scigliano, Albanese, San Lucido, Trebisacce, Vaccarizzo Albanese, Villa Piana.


Comuni in provincia di Crotone


Carfizzi, Casabona, Castelsilano, Cirò, Cirò Marina, Crotone, Crucoli, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Petilia Policastro, Rocca Bernarda, San Nicola dell'Alto, Santa Severina, Savelli, Strongoli, Umbriatico, Verzino.


Comuni in provincia di Reggio Calabria


Ardore, Bagnara Calabra, Benestare, Bianco, Bova, Bova Marina, Brancaleone, Bruzzano Zeffirio, Calanna, Campo Calabro, Cardeto, Caulonia, Cinquefrondi, Cittanova, Condofuri, Delianuova, Fiumara, Galatro, Gioia Tauro, Gioiosa Ionica, Laureana di Borrello, Mammola, Martone, Melicuccà, Montebello Ionico, Palmi, Reggio Calabria, Rizziconi, Roccaforte del Greco, Roccella Ionica, Roghudi, San Giorgio Morgeto, San Pietro di Caridà, San Roberto, Sant'Alessio in Aspromonte, Sant'Ilario dello Ionio, Stignano, Varapodio.


Comuni in provincia di Vibo Valentia


Briatico, Dasà, Fabrizia, Filadelfia, Gerocarne, Ionadi, Joppolo, Maierato, Mileto, Pizzo, Pizzoni, Ricadi, San Nicola da Crissa, San Calogero, San Gregorio d’Ippona, Sant'Onofrio, Tropea, Vibo Valentia.
A seguire la rassegna stampa di questi giorni sul giro d'affari milionari sotto la falsa effige di aiuto ai migranti 

venerdì 20 ottobre 2017

Sono passati 2 anni dalla morte di Francesco Rosso, il macellaio ucciso a Simeri Mare come il peggiore dei criminali. I familiari chiedo giustamente a gran voce giustizia! Con video

Vogliamo solo giustizia, non vendetta. Chi sa qualcosa ci aiuti a trovare la verità». Sono trascorsi ormai più due anni, e a questo disperato appello lanciato da un padre sofferente non ha mai risposto nessuno. Un omicidio in pieno giorno, all’ora di pranzo, in un tranquillo paesino in Provincia di Catanzaro. A Simeri mare lo conoscevano tutti, Francesco Rosso, un ragazzone di 34 anni
innamorato del suo lavoro e della sua famiglia. Gestiva la macelleria del padre con dedizione, sin da quando era ragazzo, ma proprio quel luogo, a lui così caro, si è rivelato una trappola mortale.
Non si sa chi sia il killer di Francesco, l’assassino che quel 14 aprile del 2015 intorno alle 13 lo ha freddato con tre colpi d’arma da fuoco dietro il bancone della sua salumeria. Lo ha colpito alla spalla e alla testa, in un agguato. E poi, velocemente, si è dileguato nel nulla. Non un testimone, né una telecamera in zona, nessuno, quel giorno, ha visto o sentito nulla. Nei pressi della macelleria c’è un bar molto frequentato, aperto anche all’ora di pranzo: possibile che quel martedì non si sia fermato nessuno?
«Abbiamo la necessità di avere delle risposte – dice la cugina di Francesco, Mariella Arcuri – non possiamo accettare che a distanza di anni non sia uscita fuori la verità. È stato un fulmine a ciel sereno – continua Mariella – un fatto inspiegabile. So che mio cugino è stato trovato riverso a terra, in una pozza di sangue, con accanto un pezzo di carne. È possibile che questo individuo, qualche attimo prima della tragedia, si sia finto anche un cliente della salumeria».
Francesco era benvoluto in paese, un ragazzo, come lo descrivevano, «abitudinario». Era presidente di una squadra di calcio ed era sempre circondato da amici e conoscenti. Eppure, quel maledetto martedì di aprile, è andato incontro al suo tragico destino da solo. Ma allora chi – e perché – ha voluto fargli del male?
«Francesco era amato da tutti e per noi – dice Mariella – è stato anche piuttosto deludente non aver ricevuto un aiuto, una testimonianza, un particolare che potesse aiutarci a trovare la verità. Sappiamo per certo – dice – che quel giorno qualcuno era lì. E in ogni caso, le perizie balistiche effettuate in zona, ci hanno confermato che anche in lontananza, i colpi esplosi non potevano non sentirsi. Il silenzio di tutti ci ha feriti profondamente».  
Nei giorni antecedenti all’omicidio, un’auto, una Fiat grigia, è stata avvistata più volte nei pressi dell’abitazione del ragazzo: è possibile che lo stessero pedinando da tempo? Una circostanza dai contorni poco chiari, e che aveva insospettito i familiari.
«La vicenda ci ha lasciati senza parole – aggiunge Mariella – sia per il modus operandi, visto che quella di mio cugino è stata una vera e propria esecuzione, sia perché la mia famiglia, in 40 anni di attività, non ha mai avuto problemi con nessuno. Non crediamo a uno scambio di persona – continua Mariella – piuttosto sembra sia stato tutto studiato nei minimi dettagli. Se è vero, ad esempio, che la Fiat grigia avvistata nei giorni precedenti, abbia a che fare con l’omicidio, è altamente probabile che qualcuno stesse già studiando i movimenti e le abitudini di Francesco».
Da quel giorno, dopo la conclusione delle indagini da parte dei Carabinieri di Sellia Marina, indaga la Procura di Catanzaro, ma dopo più di............

giovedì 19 ottobre 2017

Inneggiava all’Isis, panico lungo la strada che collega Santa Maria al centro di Catanzaro

Inneggiava all’Isis, così per un 32enne di origini sudamericane sono scattate le manette.
Tutto è iniziato alle otto di ieri sera, quando si è scatenato il panico lungo la strada che collega Santa Maria al centro di Catanzaro.

Un'auto in corsa a folle velocità ha fatto sorpassi pericolosi, durante i quali ha speronato diversi veicoli. Il primo, in via Lucrezia della Valle.
A bordo due ragazze che, oltre a subire gravi danni all'auto, sono state portate al pronto soccorso dove, una volta visitate, hanno ricevuto una prognosi di 15 giorni per contusioni alle braccia e alla testa.
Altre tre auto sono state ripetutamente tamponate in via De Filippis, fortunatamente senza causare gravi conseguenze ai conducenti ed agli altri utenti della strada non direttamente coinvolti nei fatti.
L'auto pirata si è poi fermata in corrispondenza della rotatoria all'incrocio tra Via De Filippis e Via G. Fiore. Il conducente, un trentenne catanzarese di origini sudamericane è sceso dall'auto a dorso nudo e scalzo e ha iniziato a correre terrorizzando i passanti e urlando frasi sconnesse riconducibili all’Isis a e rituali terroristici.
Durante la corsa ha buttato per terra una moto in sosta che ha riportato dei danni.
Sul posto sono arrivati i Carabinieri del Nor di Catanzaro che, una volta individuato il 32enne, nel tentativo di avvicinarlo, sono stati aggrediti con una cinghia.
I militari, cercando di non coinvolgere altri passanti, sono riusciti ad accerchiare l'assalitore e a trarlo in arresto per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.
L’uomo, dopo gli opportuni accertamenti sanitari al pronto soccorso dell’Ospedale, dove era stato condotto dagli addetti del 118, è stato dimesso e messo........

mercoledì 18 ottobre 2017

Sellia Marina: l'incredibile storia di Beatrice 18 anni 21 chili lotta ogni giorno per la vita ma anche contro le istituzioni sorde al grido di auto di una famiglia bisognosa.

La storia della giovane donna di Sellia Marina, affetta sin da piccola da una gravissima malattia. Fin qui inutili gli appelli della famiglia alle istituzioni: «Nostra figlia ha bisogno di aiuto e assistenza»





Beatrice, 18 anni, 21 chili e una terribile malattia con la quale è costretta a convivere fin dalla nascita: l’encefalopatia epilettica farmacoresistente. Beatrice non parla e non cammina, si nutre attraverso dei macchinari. La sua storia raccontata da mamma Maria nel corso della trasmissione “I fatti in diretta”, il rotocalco di approfondimento condotto da Pietro Comito.


La famiglia Davoli vive in casa popolare di Sellia Marina ma da luglio 2016 è costretta a fare i conti anche con istituzioni incapaci di rispondere al grido d’aiuto di una famiglia, che tolgono e si nascondono dietro cavilli burocratici che aggiungono dolore al dolore. Da oltre un anno è stato infatti interrotto uno dei servizi fondamentali di cui Beatrice usufruiva: l’assistenza domiciliare«Non avevano più i fondi» - riferisce mamma Maria con le lacrime agli occhi. «Anche fare una spesa diventa difficile. Beatrice necessita di una persona che le sia vicino e l’assista 24 ore al giorno. Non ho più una vita, non c’è più giorno, non c’è più notte» - continua la donna.

«Beatrice riceve anche una pensione di accompagnamento ma quei soldi servono solo a coprire le medicine. Mio marito ha un lavoro precario, anche mio figlio». La giovane ha ottenuto anche la possibilità di effettuare riabilitazione in un centro specializzato di Sellia Marina ma - racconta mamma Maria - «trasportare la bambina diventa difficile, se non impossibile». Sì, perché per mamma Maria, Beatrice è sempre la sua bambina e per lei si...........