martedì 31 maggio 2011

Stelluzza Bella ... Antica canzone popolare che veniva cantata durante il mese di maggio

 Oggi 31 Maggio ultimo giorno del mese dedicato alla Madonna 
Sino a qualche decennio fa nel borgo si udivano i tanti rosari che venivano recitati all'aperto, in ogni ruga si riunivano delle persone per lodare, ringraziare la Madonna. Proprio come oggi nel tardo pomeriggio veniva portata in processione la statua dell'Immacolata  ed una volta arrivata in piazza venivano bruciati i tanti fioretti che noi bambini scrivevamo alla Madonna inserendoli in un urna che durante il mese rimaneva sotto la statua dell'Immacolata.
Stelluzza Bella
Bon giorno Stelluzza bella
Tu chi stai a sa conicella
Eju passu e ti saluto Madonna mia dunama aiutu
Bellu figliu chi facisti tuttu u munnu alluminatu
L’allumina l’anima mia chi ti dicu n’ave Maria
Ave Maria grazza plena stilla serena Madre du Signura
Famma sta grazza numma moru peccatura
Subbra st’ataru ccè sta na ranna Regina
<< Maria di Costantinopoli >> si chiama
China li circa grazzi li nne duna
China a u cora piagatu, ci lu sana
Eju Madonna mia ti nne circu unu
L’anima mia a ru Paradisu, e vita Santa
Tantu staju nginnocchiuni sinu a chi sta Grazza
Mi la e fara………

lunedì 30 maggio 2011

Sequestrato a Borgia un villaggio turisto colluso con la Ndrangheta


Doveva essere un villaggio turistico comunale con scopi sociali
utile per garantire anche alle persone disagiate una vacanza dignitosa. Invece, sarebbe diventato un centro di abusivismi, irregolarità, collusioni politico-mafiose. Condizioni che hanno portato al sequestro preventivo del "Villaggio comunale a mare" di Borgia, in provincia di Catanzaro. Contemporaneamente sono stati notificati tredici avvisi di garanzia a carico di tre ex sindaci, ex assessori comunali e tecnici che si sono succeduti negli uffici comunali. I tre ex sindaci indagati sono Giovambattista Sgromo (in carica dal 1997 al 2001); Antonio Valeo (dal 2001 al 2004) e Domenico Rijllo (dal 2006 al 2010, anno in cui l'ente e' stato sciolto per presunte infiltrazioni malavitose).

Un'inchiesta complessa, partita dopo la verifica degli atti amministrativi da parte della Commissione di accesso antimafia e dalla quale e' poi scaturito lo scioglimento dell'ente comunale per presunte infiltrazioni mafiose. In questi mesi, i carabinieri della Compagnia di Girifalco, guidati dal tenente Vitantonio Sisto, hanno riscontrato diverse irregolarità, contestando, a vario titolo, agli indagati i reati di abuso di ufficio e violazione di norme in campo urbanistico ed ambientale. Nel decreto di sequestro e negli avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Catanzaro si evidenziano, infatti, una serie di abusi ed illeciti di natura edilizia ed ambientale, con alcune piazzole che nel tempo sono state ampliate, inglobando delle pertinenze di proprietà comunale che sono state recintate e pavimentate, la quasi la totalità delle costruzioni presentano manufatti in muratura, così da trasformare, come si legge nel decreto, delle costruzioni provvisorie in delle vere e proprie seconde case estive, con tanto di condizionatori, tv satellitare e scarico doccia non autorizzato.
Accertamenti venuti fuori con gli accurati controlli dei carabinieri della stazione di Borgia, unitamente a personale della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Catanzaro. Ulteriori anomalie sono state riscontrate nell' affidamento delle predette piazzole, e' stato accertato che "inspiegabilmente" non avveniva mai nessun cambio di assegnazione, ma di fatto le stesse erano affidate sempre alle medesime persone o anche a prestanome, con tenore di vita non proprio modesto e, in alcuni casi, vicine ad ambienti 
malavitosi, in totale violazione del bando che regola l'affidamento delle piazzole. E' emerso, inoltre, che nonostante alcuni degli assegnatari per qualche anno non abbiano pagato il canone di locazione, peraltro irrisorio, l'amministrazione comune ha continuato a concedere tali spazi, vicenda analoga anche per l'assegnazione dello spazio relativo al bar del villaggio. E' stato ancora riscontrato nelle indagini che alcuni cittadini ritenendo il diritto ormai acquisito, abbiano venduto tale concessione con tanto di atto di compravendita, venendo palesemente meno il senso di sostegno sociale con il quale e' stato costruito il villaggio comunale, cioè garantire le vacanze estive anche ai cittadini meno facoltosi. Oltre ai tre ex sindaci risultano indagati

domenica 29 maggio 2011

Perchè il mese di Maggio viene dedicato alla Madonna ?

Il mese di maggio è dedicato alla Madonna seguendo una tradizione niente affatto antica,anzi piuttosto recente. Si pensa che Maggio, mese del rifiorire della natura, ci ricordi appunto l’idea dei fiori e la Madonna certamente è il fiore più bello,dopo Cristo, creato da Dio”. Lo afferma il professor Luigi Gambero, noto mariologo e sacerdote. Professor Gambero, ci parli della origine storica della devozione del mese di maggio dedicato alla Madonna: “ ha un’origine abbastanza recente tenuto conto dei tempi lunghi della Chiesa. La si può far risalire, grosso modo, al settecento”. Ma perché proprio il mese di maggio?: “ l’idea dalla quale questa devozione popolare,poi fatta propria dalla Chiesa, è partita deriva dal fatto che maggio, generalmente, segna il tempo anche dal punto di vista climatico, della ripresa, del risveglio della natura. Insomma, ci indica l’idea dei fiori, e nel giardino creato da Dio, dopo Cristo, il fiore più ... ... bello e profumato, è appunto Maria. Ecco spiegato il nesso maggio- Maria”. E aggiunge: “ la cosa non deve stupire molto in quanto,anche tra i pagani, vi erano delle feste dedicate ad eventi stagionali e climatici, quindi non ci trovo assolutamente nulla di strano e rivoluzionario”. Stranamente la liturgia della Parola di questo mese non si incentra molto su Maria, a che cosa si deve?: “ intanto al fatto che la liturgia è antica e la devozione mariana del mese di maggio,come dicevo, è piuttosto recente. Poi anche al fatto che la stessa Sacra Scrittura parla poco di Maria, lei è una
protagonista importante, ma silenziosa e comunque poco portata alla parola,alle affermazioni. Maria è la donna del silenzio e della meditazione”.
Che consiglio da, come insigne mariologo, per celebrare degnamente e con profitto il mese mariano di maggio?: “ intanto di pregare Maria e attraverso di lei arrivare a Suo Figlio. Maria, la Tutta Santa, è certamente il mezzo,la chiave migliore e più efficace per giungere a Cristo che ci aspetta con amore e fiducia. Maria è una potente mediatrice, la principale tra l’uomo e Cristo, per questo bisogna credere in lei ed amarla come si merita”.
Un consiglio pratico: “ a parte le recitazione del rosario,che comunque non ha stretta attinenza con Maggio, si potrebbe dedicare un pensiero mariano al giorno, una preghiera o una meditazione. Molte parrocchie lo facevano ed alcune lodevolmente continuano ancora a farlo. Mi sembra una pratica da seguire e da incentivare. Maria è pur sempre madre nostra, ma anche madre della Chiesa”. Maria medita la Parola di Dio: “ecco appunto un altro dei punti nodali di Maria.

martedì 24 maggio 2011

Storie di brigantaggio Calabrese. La strage di Turri


La Turri Vecchia deve il suo nome al fatto che per tantissimi anni e’ stata l’unica costruzione in muratura dell’intera Vallata. Sorta quale rifugio per i pastori fu successivamente incendiata dai  briganti della Sila. La sua posizione permetteva una completa veduta della vallata sottostante, le spesse pareti in pietra la rendevano inaccessibile. La Turri era dotata di in ponte levatoio, ai piani inferiori non aveva ingressi, all’unico accesso posto a 5 metri dal suolo si accedeva tramite una scala in pietra posta però a circa 4-5 metri dalla porta e collegata a quest’ultima da in ponte levatoio. L’unico accesso era inoltre facilmente difendibile dall’interno mediante feritoie. Oggi sono ancora visibili, ai quattro lati della residenza padronale, le feritoie che permettevano di sparare da dentro  senza venire colpiti. Per i turisti più interessati sarà possibile vedere, altre due Turri, poste nella vallata del lago Arvo, una completamente in rovina, ma integra nella sua struttura primitiva ed un’altra perfettamente restaurata. Sarà così possibile immaginare come queste torri fossero, per la popolazione dell’epoca e quindi per i briganti,  praticamente inespugnabili. La Turri era tanto bene posizionata e difesa che non venne mai espugnata con le armi ma a causa di un Tradimento. I proprietari della vallata (famiglia Morelli di Rogliano), così come tutti coloro che volevano continuare a gestire affari in Sila, erano venuti a patti con i briganti, fornendo loro, di volta in volta, cibo e vestiario che consentiva di sopravvivere in montagna. Ottenevano in cambio che le loro attività commerciali ed agricole, l’allevamento ed il taglio di alberi non subissero … incidenti. Ciò nonostante avevano messo a disposizione dei propri coloni la Turri per metterli a riparo da eventuali .. ripensamenti da parte dei briganti. Sembra che i coloni, sicuri della loro incolumità, cominciassero a “fare la cresta” sulle partite di cibo e di vestiario. Tale notizia arrivò alle orecchie dei briganti stessi che decisero che tale “onta” doveva essere lavata col sangue. Si misero quindi d’accordo con un contadino della zona, parente di un brigante e amico intimo di uno dei coloni. Questi, forse costretto, accettò l’incarico di farsi aprire l’accesso alla Turri ma chiese ed ottenne che venisse fatta salva la vita dell’amico. Fu perfezionato il piano: durante al cena, con una scusa, avrebbe fatto abbassare il ponte levatoio e contando sulla scarsa attenzione dei coloni a tavola,  avrebbe permesso l’accesso ai briganti nascosti nelle vicinanze. Il Traditore si presentò quindi alla Turri, venne riconosciuto e fu fatto entrare. Alla fine della cenacon una scusa, avrebbe fatto abbassare il ponte levatoio e contando sulla scarsa attenzione dei coloni a tavola,  avrebbe permesso l’accesso ai briganti nascosti nelle vicinanze. Il Traditore si presentò quindi alla Turri, venne riconosciuto e fu fatto entrare. Alla fine della cena, per salvare l’amico disse: “quest’acqua è vecchia, accompagnami a prenderne di nuova alla fonte”. Ma l’amico rispose, “ma quando mai, è fresca e poi non tengo sete” – “allora accompagna me, che invece ho tanta sete” rispose l’altro. Infastidito per l’insistenza e non avendo alcuna intenzione di uscire al freddo il colono rifiutò più volte le offerte del amico che a mezza bocca disse: “io feci di tutto, si vede che eri destinato a morire”.

sabato 21 maggio 2011

Il porto di Gioia Tauro sta subendo un inesorabile declino con centinaia di posti a rischio .......... il fiore all'occhiello della nostra regione rischia di appassire per sempre

 L’amministratore delegato di Medcenter, Domenico Bagalà, ha confermato l’abbandono di Maersk dal porto di Gioia Tauro e la conseguente perdita di centinaia di migliaia di teus di volumi dallo scalo. Ovviamente questo abbandono provocherà esuberi che si aggirano intorno al 25% della forza lavoro di Medcenter. Bagalà ha chiesto aiuti economici alla Regione per poter affrontare questa fase delicata della storia del porto di Gioia Tauro. Preoccupatissime tutte le organizzazioni sindacali confederali ed autonome che si apprestano adesso a fare una conferenza stampa per annunciare le loro contromosse. L’ufficialità degli esuberi ha surriscaldato gli animi dei lavoratori che da ieri mattina hanno attivato un sit-in davanti alla sede dell’autorità portuale dove era in corso la riunione del Comitato portuale e non escludono iniziative di mobilitazione più forti per costringere le istituzioni e la politica a farsi carico del problema Gioia Tauro. Durante la mattinata di ieri i lavoratori hanno ricevuto sostegno da parte dei sindaci del territorio, di consiglieri provinciali eletti e di esponenti politici regionali. Intanto la vicepresidente della Regione Antonella Stasi - informa una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta - ha partecipato alla riunione straordinaria del Comitato Portuale di Gioia Tauro, convocato per discutere sulla disamina delle problematiche del 
Porto e delle sue prospettive. “Abbiamo saputo ufficialmente solo da poche ore che Maersk abbandonerà il porto di Gioia Tauro - ha affermato la Vicepresidente Stasi - si tratta di una preoccupazione che si associa a quelle già manifestate da parte di altre istituzioni e dei sindacati, ci sarà, inoltre, una diminuzione considerevole dei traffici del porto che automaticamente porterà, cosi come comunicato da MCT, alla riduzione delle forze lavoro. La Regione Calabria si è resa da subito disponibile ad avere prontezza della problematica e quindi a capire, attraverso un’analisi concreta, la portata numerica di tale diminuzione. Martedì prossimo ci vedremo a Catanzaro con MCT, per avere il dettaglio dei numeri. La Regione è disponibile a ragionare con MCT le soluzioni possibili, così come stato chiesto a tutti i soggetti componenti del Comitato Portuale, per avere dei suggerimenti e nuovi elementi per rendere più attraente l’infrastruttura portuale. La Regione Calabria ha già un piano di interventi costituito dall’APQ per Gioia Tauro, all’interno del quale non ci sono solo la realizzazione di infrastrutturali ma anche incentivi alle imprese e programmi di sviluppo. Gli incentivi per le imprese stanno già per partire, attraverso un accordo che vede coinvolte la Regione Calabria, INVITALIA e Ministero dello Sviluppo Economico per azioni di marketing, finalizzate all’attrazione di aziende per l’area industriale di Gioia Tauro legate alla logistica”. “A giugno - ha proseguito la Vicepresidente Stasi - realizzeremo un evento importante organizzato dalla Regione insieme ad Assologistica, per promuovere l’area di Gioia Tauro e saranno presenti circa quaranta aziende nazionali ed internazionali ma anche locali. Questo è un primo punto di partenza, la Regione crede molto nel Porto di Gioia Tauro e nello sviluppo della logistica come valida alternativa alla crisi attuale del transhipment. Stiamo lavorando con grande impegno su questa problematica, abbiamo già avviato una serie di percorsi, in questo momento dobbiamo accelerare con l’apporto di tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Ci confronteremo seriamente con MCT che ha chiesto un nostro sostegno e l’intervento del Governo centrale, il nostro impegno non mancherà, però a MCT chiediamo la presentazione di un Piano Industriale credibile che contenga una analisi chiara di ciò che è successo in passato e ciò che vorrà fare per il futuro. Sappiamo bene che la logica dei mercati del transhipment è lontana dalla contingenza e dalle situazioni territoriali, ma sappiamo anche che i mercati possono essere favoriti con l’introduzione di elementi di competitività”.

martedì 17 maggio 2011

blogger ultimamente sta causando molti diservizi con la perdita di molti dati sui vari blog.


Ennesimo disservizio di blogger 
il noto aggregatore di blog sono molte le persone preoccupate per le sorti del proprio blog ospitato su blogger nel caso specifico di Selliaracconta è la seconda volta in circa un mese che molti dati archiviati vanno persi .Da mercoledì 11 maggio, da quando Google ha annunciato alcuni interventi di manutenzione della piattaforma che avrebbero reso i blog accessibili in modalità di sola lettura per circa un'ora.Sono invece spariti tantissimi post e commenti e inoltre non è più possibile editare nulla, scrivere post, nè recuperare quanto - al momento - sembra essere perduto, perso chissà dove nella galassia dei server di google.Stando ai risicati e scarsi messaggi in arrivo dal team di Blogger, sono in corso le operazioni di ripristino per recuperare tutto il materiale pubblico sui blog e per ripristinare la situazione generale. Il tutto si è con molta lentezza ritornato piano piano alla normalità nella giornata di venerdì scorso, ma intantto la frittata era per la seconda volta servita, molti post che erano di nuovo sistemati in archivio su Selliaracconta,venivano persi definitivamente.

mercoledì 11 maggio 2011

le origini del nome SELLIA.

Le origini del nome Sellia
Ancora oggi capita spesso di leggere riviste,giornali ecc che parlando di Sellia ne attribuiscono l’origine del nome al fatto che il borgo antico visto dall’alto sembra una   sella, ecco dunque l’origine del nome Sellia.
Niente di più sbagliato, la conformazione del borgo di Sellia durante i secoli ha subito varie trasformazioni soprattutto a causa dei due terribili alluvioni del 1781 e del 1943 che hanno cancellato definitivamente più di metà del borgo originale, il quale sicuramente mai ha avuto una forma di sella ed anche oggi dopo i vari eventi calamitosi risulta molto fantasioso vedere una qualche forma di sella nella nuova conformazione del borgo. Sellia, paese con una storia millenaria deve l’origine di questo nome all’epoca della Magna Grecia quando l’antica popolazione greca risaliva il fiume navigabile Simeri  alla scoperta di nuovi luoghi inesplorati della Calabria scoprendo così un vero tesoro che evava come fonte la foresta della Sila che all’epoca arrivava sino ai confini di Sellia. Fu così che sfruttando il fiume trasportarono sino al mare i possenti pini che una volta tagliati  sarebbero serviti per costruire delle navi, estraendone anche la pece che serviva per impermeabilizzare le future imbarcazioni. In prossimità del fiume Simeri costruirono un tempio alle dea Pallade ( Atena)  Di tutto questo oggi non rimane che il nome della “timpa e pallara” e anche di un ascia appartenente al periodo greco  ritrovata durante alcuni scavi dal comm. Foderaro della quale ormai se ne sono perse le traccie.I greci dopo aver costruito il tempio dettero anche un nome al luogo chiamandolo monte “Asilia” che vuol dire asilo: rifugio,fortezza, luogo inespugnabile. Con arrivo del Cristianesimo i templi pagani furono distrutti e in alcuni casi nelle vicinanze o addirittura sopra le loro rovine venivano costruite delle chiese, per simboleggiare la supremazia del Cristianesimo verso il paganesimo. Ecco la costruzione della Chiesa dell’Arcangelo che era situata ai piedi dell’omonimo rione “Sant'angelo” . Cosi quando gli abitanti in fuga dell’antica e gloriosa Trischene si rifugiarono sui monti della presila  capirono subito che il monte Asilia sarebbe stato....

lunedì 9 maggio 2011

Pronto il progetto per l'aereoporto della Sibaridite, sarebbe il quarto in Calabria.... ne sentivamo proprio l'urgente bisogno

L’ultima crociata della scalcagnata politica calabrese si chiama “aeroporto della Sibaritide”.
“La più grande provincia della Calabria non è più disponibile a tollerare ulteriori penalizzazioni e discriminazioni!” tuona Carletto Guccione, consigliere regionale del Pd. E Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza, ha già pronti i soldi: “Finanzieremo il progetto con 20 milioni di euro!”. Certo, ora come ora non ci sono, ma nel 2014, tranquilli, arriveranno. Bene, bravi, bis. Nessuno a chiedersi, forse perché impopolare, se davvero serva l’aeroporto a Sibari. Che, detto per inciso, sarebbe il quarto dopo quelli di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone. Lasciamo stare gli annunci da comunicato stampa e prendiamo un atto ufficiale. Ecco cosa scrive la quinta commissione della Camera dei deputati, quella sui trasporti, in una relazione del 2009: “Il sistema aeroportuale italiano è costituito da circa 100 aeroporti, di cui 47 registrano traffico commerciale con voli di linea. Sulla base dei dati relativi al 2008, i primi 20 aeroporti coprono il 94,76 per cento del traffico di passeggeri. Ancora più significativo è il fatto che soltanto 7 aeroporti hanno un volume di traffico superiore a 5 milioni di passeggeri l’anno e i primi 8 aeroporti (i 7 a rilevanza comunitaria e Ciampino) coprono, sempre sulla base dei dati riferiti al 2008, circa il 70 per cento del traffico passeggeri del Paese”. Che cosa significa? Leggiamo sempre il rapporto: “Questi dati sono sufficienti di per se stessi a evidenziare un primo elemento essenziale: l’Italia, nella situazione attuale, si trova ad avere un numero elevato, forse eccessivo, di aeroporti aperti al traffico commerciale”.Come dire, il mercato è saturo. E, in più, noi italiani voliamo poco: nel 2008, 130 milioni di passeggeri, “notevolmente inferiore alla media europea”. Con questi dati di partenza, come si pensa di tenere a galla un eventuale nuovo aeroporto calabrese? Ah saperlo. Dice: eh, ma servirà per il turismo. Come se bastasse uno scalo nuovo di zecca per risolvere il problema delle infrastrutture viarie. Come si muovono e si sposteranno i turisti una volta atterrati? Ché, poi, è facile dire “arrivano i turisti!”.Secondo un rapporto del febbraio 2011 della Banca d’Italia, nel 2010 c’è stato un calo rispetto al 2009 di 3 milioni di viaggiatori stranieri, pari a una perdita secca di 18 milioni di notti e 8 miliardi di euro. Quindi, giusto per capirci: si vorrebbe costruire uno scalo di 20 milioni di euro, con incerte prospettive economiche e con un calo netto del turismo. La pietra tombale sul futuro la mette sempre la commissione trasporti: “L’Italia non ha bisogno di un maggior numero di aeroporti, ma di.......

venerdì 6 maggio 2011

Un quadro di Mattia Preti dal titolo " Il Cristo nell'orto del Getsemani" viene offerto alla Calabria, ma nessuno mostra interesse al suo acquisto

Mattia Preti potrebbe essere il vanto della Calabria. Potrebbe. Perché, in effetti, non lo vogliono. O meglio, non vogliono il suo dipinto.
Detto il “cavaliere calabrese”, nacque a Taverna, in provincia di Catanzaro, nel 1613. A Roma conobbe le tecniche del Caravaggio, ed ebbe un lungo periodo molto prolifico, numerosissimi sono infatti i suoi dipinti, fu uno dei maggiori protagonisti della pittura italiana del diciassettesimo secolo.  L’opera trascurata in questione è il “Cristo nell’orto del Getsemani”.
L’antiquario Giorgio Baratti, estimatore del Preti, nonché consulente della National Gallery di Washington e del Metropolitan Museum of Art di New York, dalla sua Galleria di Milano lancia l’appello alla Calabria: «Io il quadro lo vendo. Anche a metà prezzo. Ve lo presto, pure, per qualche mese, se nessun museo può acquistarlo. Ma dategli valore, sarei contento se riuscisse a tornare nella sua terra».Poi, amareggiato, continua: «Il museo di Taverna non ha i fondi per acquistare l’opera. Ma nessun altro si è fatto avanti, è un vero peccato». Ed è vero. A Cosenza, su proposta già del 2008 del soprintendente per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici della Calabria Fabio De Chirico, il ministero ha acquisito qualche mese fa una tela inedita di Mattia Preti con un Sant’Agostino assorto nello studio, mentre interrompe la scrittura volgendo lo sguardo all’osservatore. Fu festa grande. Orgoglio per i cittadini, per il sindaco Perugini, per De Chirico.
Il professor Nicola Spinosa, attualmente della soprintendenza speciale per il polo museale napoletano, ne confermò l’autenticità e l’appartenenza, insieme allo storico newyorkese John Thomas Spike, il consulente americano intenditore dell’arte del cavaliere calabrese. Come fece anche per quest’altra opera del Preti, dice Baratti, il Cristo nell’orto, appunto.«Bisognerebbe stimolare l’amministrazione pubblica, ma anche i privati, ad acquisire questo quadro, che è di grandissima e indubbia importanza», continua l’antiquario, che un rimprovero lo fa: «Alcuni musei calabresi, bisogna dirlo, purtroppo non operano così bene. Sarà la carenza di soldi, può essere, ma bisogna promuovere di più quel che si ha. I propri beni. Tutti, dalla cultura al mare». E fa un esempio: «A Roma, per vedere i Bronzi di Riace, c’era una fila di due chilometri davanti alla galleria. A Reggio Calabria credo che vadano a vederli 3 persone al giorno, in media».Lancia anche un messaggio: «Bisogna aiutare il nostro paese, perché l’Italia, ora, è più ramenga che mai. E io credo che i giovani più si avvicinano e si occupano di arte, più si allontanano dalla ’ndrangheta. Voi, il sud, avete ancora delle ciance che il nord non ha. L’economia a Milano va male, e anche da voi, ma noi abbiamo solo le aziende, e voi avete una ricchezza: la vostra terra, il mare, l’arte. Dovreste insistere di più e puntare a far conoscere meglio quello che avete», dichiara con fermezza. Potrebbe sembrare la lotta di Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma non lo è. Il patrimonio è reale. Nella perizia firmata da Spike riguardante il quadro in questione si legge che l’opera è «del tutto autografa del maestro - e che - il suo stato di conservazione è molto buono». E ancora: «Il presente Cristo nell’orto è esemplare di quel concetto pretiano dell’arte della pittura come “un’impresa eroica”. Si tratta dell’unica versione conosciuta di questa bellissima lettura di uno dei temi più cari al pittore» e conclude scrivendo che sarà pubblicata nel catalogo dei dipinti autentici del Preti.Spinosa invece così ne scrive: «Opera della...

giovedì 5 maggio 2011

Lega Pro,il Pomezia viene penalizzato di 15 punti salvando il Catanzaro dalla retrocessione

 
Il Pomezia (Lega Pro, Seconda Divisione) e' stato retrocesso all'ultimo posto in classifica: lo ha deciso la Corte di giustizia della Federcalcio che ha accolto il ricorso della Procura federale avverso l'incongruita' della sanzione della penalizzazione di 15 punti in classifica generale per il campionato in corso. La retrocessione del Pomezia salva il Catanzaro, che occupava attualmente l'ultima posizione con otto punti. La squadra calabrese, che era ultima a otto punti, proprio domenica scorsa aveva battuto il Pomezia 2-1 in trasferta. 
Clamoroso, ma nemmeno troppo. Il Catanzaro della "gestione spartana" è salvo per grazia ricevuta. La Corte di Giustizia Federale, presieduta dal Prof. Sandulli, ha ribaltato la sentenza della Disciplinare, retrocedendo il Pomezia all'ultimo posto in classifica del girone C della Seconda Divisione Lega Pro. Di fatto è stato accolto il ricorso del procuratore Palazzi che già davanti alla Disciplinare aveva richiesto la retrocessione della società laziale. Nella prima sentenza, la Disciplinare aveva riconosciuto che «in mancanza della documentazione prodotta la Società non avrebbe potuto conseguire il ripescaggio nel campionato 2010-2011 di Lega Pro, Seconda Divisione», ma aveva inflitto "solo" 15 punti di penalizzazione al Pomezia. 
A breve il comunicato ufficiale con il dispositivo della sentenza. Ma la notizia è che l'FC Catanzaro è salvo nonostante il vergognoso campionato disputato che vede la formazione giallorossa in coda alla classifica con soli 8 punti racimolati (e altrettanti persi in penalizzazioni). Una sentenza che di fatto riammette il Catanzaro tra i professionisti. Ma la stretta sull'iscrizione ai prossimi campionati (annunciata nell'ultimo Consiglio Federale) e lo stato di fallimento in cui versa la società giallorossa obbligano la città a trovare in fretta una nuova proprietà. Che possa raccogliere l'eredità del derelitto FC e regalare un nuovo corso...

mercoledì 4 maggio 2011

La Ndrangheta sul comune di Marina di Gioiosa Jonica. Arrestati il sindaco e tre assesori

Il Sindaco di Marina di Gioiosa Ionica e tre assessori dello stesso comune sono finiti in carcere nell’ambito dell’operazione antimafia disposta dalla DDA di Reggio Calabria contro la cosca Mazzaferro che ha portato complessivamente a 40 arresti. Rocco Femia, eletto in una lista civica, e gli altri tre componenti dell’Amministrazione comunale sono indagati per associazione mafiosa. L’operazione è stata denominata in codice “Circolo formato” ed avrebbe messo in evidenza lo stretto rapporto tra mafia e politica. L’attività investigativa della Squadra mobile della questura e del commissariato di Siderno, coordinati dalla DDA di Reggio Calabria, ha fotografato la situazione esistente sul territorio prima, durante e dopo le elezioni amministrative del 13 e 14 aprile del 2008 per il rinnovo del consiglio comunale del comune ionico. In quella circostanza, da quanto si è appreso nel corso di una conferenza stampa, la cosca Mazzaferro ha sostenuto la lista capeggiata da Rocco Femia, 52 anni, detto “Pichetta”, insegnante, poi diventato sindaco, mentre la consorteria Aquino, sconfitta dal responso delle urne, sosteneva un’altra coalizione. Tra gli arrestati, oltre al sindaco, figurano Vincenzo Ieraci, 56 anni, inteso come “u menzugnaru”, assessore all’ambiente; Francesco Marrapodi, 50 anni, impresario, gia assessore ai lavori Pubblici, i quali oltre all’associazione mafiosa viene contestata la turbativa di una gara d’appalto; Agostino Rocco, 30 anni, detto “gemello”, assessore alla politiche sociali e candidato al consiglio provinciale nella tornata elettorale dei prossimi 15 e 16 maggio con una lista di centrodestra. A quest’ultimo viene contestato il reato di associazione mafiosa. Tra gli arrestati c’è anche un agente di Polizia. L’agente finito in carcere è Giuseppe Avenoso, assistente capo della polizia di Stato in servizio alla centrale operativa del commissariato di Siderno. L’uomo è accusato di aver comunicato ad uno degli indagati una relazione di servizio. Va specificato che l’operazione “Circolo formato”, che ha portato, prende il nome dal “battesimo” di due picciotti, avvenuto il 10 novembre del 2008 in località “Galea” di marina di Gioiosa Ionica nei pressi dell’abitazione paterna di Rocco Mazzaferro. Quel rituale, con i partecipanti che si sono disposti in cerchio (“Circolo formato”), è stato registrato dai poliziotti che da tempo tenevano sotto controllo i presunti affiliarti alla cosca Mazzaferro. Quella sera, i poliziotti, rischiando di essere scoperti, si sono avvicinati a meno di dieci metri dal luogo della “cerimonia” ‘ndranghetista.