mercoledì 11 maggio 2011

le origini del nome SELLIA.

Le origini del nome Sellia
Ancora oggi capita spesso di leggere riviste,giornali ecc che parlando di Sellia ne attribuiscono l’origine del nome al fatto che il borgo antico visto dall’alto sembra una   sella, ecco dunque l’origine del nome Sellia.
Niente di più sbagliato, la conformazione del borgo di Sellia durante i secoli ha subito varie trasformazioni soprattutto a causa dei due terribili alluvioni del 1781 e del 1943 che hanno cancellato definitivamente più di metà del borgo originale, il quale sicuramente mai ha avuto una forma di sella ed anche oggi dopo i vari eventi calamitosi risulta molto fantasioso vedere una qualche forma di sella nella nuova conformazione del borgo. Sellia, paese con una storia millenaria deve l’origine di questo nome all’epoca della Magna Grecia quando l’antica popolazione greca risaliva il fiume navigabile Simeri  alla scoperta di nuovi luoghi inesplorati della Calabria scoprendo così un vero tesoro che evava come fonte la foresta della Sila che all’epoca arrivava sino ai confini di Sellia. Fu così che sfruttando il fiume trasportarono sino al mare i possenti pini che una volta tagliati  sarebbero serviti per costruire delle navi, estraendone anche la pece che serviva per impermeabilizzare le future imbarcazioni. In prossimità del fiume Simeri costruirono un tempio alle dea Pallade ( Atena)  Di tutto questo oggi non rimane che il nome della “timpa e pallara” e anche di un ascia appartenente al periodo greco  ritrovata durante alcuni scavi dal comm. Foderaro della quale ormai se ne sono perse le traccie.I greci dopo aver costruito il tempio dettero anche un nome al luogo chiamandolo monte “Asilia” che vuol dire asilo: rifugio,fortezza, luogo inespugnabile. Con arrivo del Cristianesimo i templi pagani furono distrutti e in alcuni casi nelle vicinanze o addirittura sopra le loro rovine venivano costruite delle chiese, per simboleggiare la supremazia del Cristianesimo verso il paganesimo. Ecco la costruzione della Chiesa dell’Arcangelo che era situata ai piedi dell’omonimo rione “Sant'angelo” . Cosi quando gli abitanti in fuga dell’antica e gloriosa Trischene si rifugiarono sui monti della presila  capirono subito che il monte Asilia sarebbe stato....

lunedì 9 maggio 2011

Pronto il progetto per l'aereoporto della Sibaridite, sarebbe il quarto in Calabria.... ne sentivamo proprio l'urgente bisogno

L’ultima crociata della scalcagnata politica calabrese si chiama “aeroporto della Sibaritide”.
“La più grande provincia della Calabria non è più disponibile a tollerare ulteriori penalizzazioni e discriminazioni!” tuona Carletto Guccione, consigliere regionale del Pd. E Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza, ha già pronti i soldi: “Finanzieremo il progetto con 20 milioni di euro!”. Certo, ora come ora non ci sono, ma nel 2014, tranquilli, arriveranno. Bene, bravi, bis. Nessuno a chiedersi, forse perché impopolare, se davvero serva l’aeroporto a Sibari. Che, detto per inciso, sarebbe il quarto dopo quelli di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone. Lasciamo stare gli annunci da comunicato stampa e prendiamo un atto ufficiale. Ecco cosa scrive la quinta commissione della Camera dei deputati, quella sui trasporti, in una relazione del 2009: “Il sistema aeroportuale italiano è costituito da circa 100 aeroporti, di cui 47 registrano traffico commerciale con voli di linea. Sulla base dei dati relativi al 2008, i primi 20 aeroporti coprono il 94,76 per cento del traffico di passeggeri. Ancora più significativo è il fatto che soltanto 7 aeroporti hanno un volume di traffico superiore a 5 milioni di passeggeri l’anno e i primi 8 aeroporti (i 7 a rilevanza comunitaria e Ciampino) coprono, sempre sulla base dei dati riferiti al 2008, circa il 70 per cento del traffico passeggeri del Paese”. Che cosa significa? Leggiamo sempre il rapporto: “Questi dati sono sufficienti di per se stessi a evidenziare un primo elemento essenziale: l’Italia, nella situazione attuale, si trova ad avere un numero elevato, forse eccessivo, di aeroporti aperti al traffico commerciale”.Come dire, il mercato è saturo. E, in più, noi italiani voliamo poco: nel 2008, 130 milioni di passeggeri, “notevolmente inferiore alla media europea”. Con questi dati di partenza, come si pensa di tenere a galla un eventuale nuovo aeroporto calabrese? Ah saperlo. Dice: eh, ma servirà per il turismo. Come se bastasse uno scalo nuovo di zecca per risolvere il problema delle infrastrutture viarie. Come si muovono e si sposteranno i turisti una volta atterrati? Ché, poi, è facile dire “arrivano i turisti!”.Secondo un rapporto del febbraio 2011 della Banca d’Italia, nel 2010 c’è stato un calo rispetto al 2009 di 3 milioni di viaggiatori stranieri, pari a una perdita secca di 18 milioni di notti e 8 miliardi di euro. Quindi, giusto per capirci: si vorrebbe costruire uno scalo di 20 milioni di euro, con incerte prospettive economiche e con un calo netto del turismo. La pietra tombale sul futuro la mette sempre la commissione trasporti: “L’Italia non ha bisogno di un maggior numero di aeroporti, ma di.......

venerdì 6 maggio 2011

Un quadro di Mattia Preti dal titolo " Il Cristo nell'orto del Getsemani" viene offerto alla Calabria, ma nessuno mostra interesse al suo acquisto

Mattia Preti potrebbe essere il vanto della Calabria. Potrebbe. Perché, in effetti, non lo vogliono. O meglio, non vogliono il suo dipinto.
Detto il “cavaliere calabrese”, nacque a Taverna, in provincia di Catanzaro, nel 1613. A Roma conobbe le tecniche del Caravaggio, ed ebbe un lungo periodo molto prolifico, numerosissimi sono infatti i suoi dipinti, fu uno dei maggiori protagonisti della pittura italiana del diciassettesimo secolo.  L’opera trascurata in questione è il “Cristo nell’orto del Getsemani”.
L’antiquario Giorgio Baratti, estimatore del Preti, nonché consulente della National Gallery di Washington e del Metropolitan Museum of Art di New York, dalla sua Galleria di Milano lancia l’appello alla Calabria: «Io il quadro lo vendo. Anche a metà prezzo. Ve lo presto, pure, per qualche mese, se nessun museo può acquistarlo. Ma dategli valore, sarei contento se riuscisse a tornare nella sua terra».Poi, amareggiato, continua: «Il museo di Taverna non ha i fondi per acquistare l’opera. Ma nessun altro si è fatto avanti, è un vero peccato». Ed è vero. A Cosenza, su proposta già del 2008 del soprintendente per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici della Calabria Fabio De Chirico, il ministero ha acquisito qualche mese fa una tela inedita di Mattia Preti con un Sant’Agostino assorto nello studio, mentre interrompe la scrittura volgendo lo sguardo all’osservatore. Fu festa grande. Orgoglio per i cittadini, per il sindaco Perugini, per De Chirico.
Il professor Nicola Spinosa, attualmente della soprintendenza speciale per il polo museale napoletano, ne confermò l’autenticità e l’appartenenza, insieme allo storico newyorkese John Thomas Spike, il consulente americano intenditore dell’arte del cavaliere calabrese. Come fece anche per quest’altra opera del Preti, dice Baratti, il Cristo nell’orto, appunto.«Bisognerebbe stimolare l’amministrazione pubblica, ma anche i privati, ad acquisire questo quadro, che è di grandissima e indubbia importanza», continua l’antiquario, che un rimprovero lo fa: «Alcuni musei calabresi, bisogna dirlo, purtroppo non operano così bene. Sarà la carenza di soldi, può essere, ma bisogna promuovere di più quel che si ha. I propri beni. Tutti, dalla cultura al mare». E fa un esempio: «A Roma, per vedere i Bronzi di Riace, c’era una fila di due chilometri davanti alla galleria. A Reggio Calabria credo che vadano a vederli 3 persone al giorno, in media».Lancia anche un messaggio: «Bisogna aiutare il nostro paese, perché l’Italia, ora, è più ramenga che mai. E io credo che i giovani più si avvicinano e si occupano di arte, più si allontanano dalla ’ndrangheta. Voi, il sud, avete ancora delle ciance che il nord non ha. L’economia a Milano va male, e anche da voi, ma noi abbiamo solo le aziende, e voi avete una ricchezza: la vostra terra, il mare, l’arte. Dovreste insistere di più e puntare a far conoscere meglio quello che avete», dichiara con fermezza. Potrebbe sembrare la lotta di Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma non lo è. Il patrimonio è reale. Nella perizia firmata da Spike riguardante il quadro in questione si legge che l’opera è «del tutto autografa del maestro - e che - il suo stato di conservazione è molto buono». E ancora: «Il presente Cristo nell’orto è esemplare di quel concetto pretiano dell’arte della pittura come “un’impresa eroica”. Si tratta dell’unica versione conosciuta di questa bellissima lettura di uno dei temi più cari al pittore» e conclude scrivendo che sarà pubblicata nel catalogo dei dipinti autentici del Preti.Spinosa invece così ne scrive: «Opera della...

giovedì 5 maggio 2011

Lega Pro,il Pomezia viene penalizzato di 15 punti salvando il Catanzaro dalla retrocessione

 
Il Pomezia (Lega Pro, Seconda Divisione) e' stato retrocesso all'ultimo posto in classifica: lo ha deciso la Corte di giustizia della Federcalcio che ha accolto il ricorso della Procura federale avverso l'incongruita' della sanzione della penalizzazione di 15 punti in classifica generale per il campionato in corso. La retrocessione del Pomezia salva il Catanzaro, che occupava attualmente l'ultima posizione con otto punti. La squadra calabrese, che era ultima a otto punti, proprio domenica scorsa aveva battuto il Pomezia 2-1 in trasferta. 
Clamoroso, ma nemmeno troppo. Il Catanzaro della "gestione spartana" è salvo per grazia ricevuta. La Corte di Giustizia Federale, presieduta dal Prof. Sandulli, ha ribaltato la sentenza della Disciplinare, retrocedendo il Pomezia all'ultimo posto in classifica del girone C della Seconda Divisione Lega Pro. Di fatto è stato accolto il ricorso del procuratore Palazzi che già davanti alla Disciplinare aveva richiesto la retrocessione della società laziale. Nella prima sentenza, la Disciplinare aveva riconosciuto che «in mancanza della documentazione prodotta la Società non avrebbe potuto conseguire il ripescaggio nel campionato 2010-2011 di Lega Pro, Seconda Divisione», ma aveva inflitto "solo" 15 punti di penalizzazione al Pomezia. 
A breve il comunicato ufficiale con il dispositivo della sentenza. Ma la notizia è che l'FC Catanzaro è salvo nonostante il vergognoso campionato disputato che vede la formazione giallorossa in coda alla classifica con soli 8 punti racimolati (e altrettanti persi in penalizzazioni). Una sentenza che di fatto riammette il Catanzaro tra i professionisti. Ma la stretta sull'iscrizione ai prossimi campionati (annunciata nell'ultimo Consiglio Federale) e lo stato di fallimento in cui versa la società giallorossa obbligano la città a trovare in fretta una nuova proprietà. Che possa raccogliere l'eredità del derelitto FC e regalare un nuovo corso...

mercoledì 4 maggio 2011

La Ndrangheta sul comune di Marina di Gioiosa Jonica. Arrestati il sindaco e tre assesori

Il Sindaco di Marina di Gioiosa Ionica e tre assessori dello stesso comune sono finiti in carcere nell’ambito dell’operazione antimafia disposta dalla DDA di Reggio Calabria contro la cosca Mazzaferro che ha portato complessivamente a 40 arresti. Rocco Femia, eletto in una lista civica, e gli altri tre componenti dell’Amministrazione comunale sono indagati per associazione mafiosa. L’operazione è stata denominata in codice “Circolo formato” ed avrebbe messo in evidenza lo stretto rapporto tra mafia e politica. L’attività investigativa della Squadra mobile della questura e del commissariato di Siderno, coordinati dalla DDA di Reggio Calabria, ha fotografato la situazione esistente sul territorio prima, durante e dopo le elezioni amministrative del 13 e 14 aprile del 2008 per il rinnovo del consiglio comunale del comune ionico. In quella circostanza, da quanto si è appreso nel corso di una conferenza stampa, la cosca Mazzaferro ha sostenuto la lista capeggiata da Rocco Femia, 52 anni, detto “Pichetta”, insegnante, poi diventato sindaco, mentre la consorteria Aquino, sconfitta dal responso delle urne, sosteneva un’altra coalizione. Tra gli arrestati, oltre al sindaco, figurano Vincenzo Ieraci, 56 anni, inteso come “u menzugnaru”, assessore all’ambiente; Francesco Marrapodi, 50 anni, impresario, gia assessore ai lavori Pubblici, i quali oltre all’associazione mafiosa viene contestata la turbativa di una gara d’appalto; Agostino Rocco, 30 anni, detto “gemello”, assessore alla politiche sociali e candidato al consiglio provinciale nella tornata elettorale dei prossimi 15 e 16 maggio con una lista di centrodestra. A quest’ultimo viene contestato il reato di associazione mafiosa. Tra gli arrestati c’è anche un agente di Polizia. L’agente finito in carcere è Giuseppe Avenoso, assistente capo della polizia di Stato in servizio alla centrale operativa del commissariato di Siderno. L’uomo è accusato di aver comunicato ad uno degli indagati una relazione di servizio. Va specificato che l’operazione “Circolo formato”, che ha portato, prende il nome dal “battesimo” di due picciotti, avvenuto il 10 novembre del 2008 in località “Galea” di marina di Gioiosa Ionica nei pressi dell’abitazione paterna di Rocco Mazzaferro. Quel rituale, con i partecipanti che si sono disposti in cerchio (“Circolo formato”), è stato registrato dai poliziotti che da tempo tenevano sotto controllo i presunti affiliarti alla cosca Mazzaferro. Quella sera, i poliziotti, rischiando di essere scoperti, si sono avvicinati a meno di dieci metri dal luogo della “cerimonia” ‘ndranghetista.