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sabato 3 dicembre 2011

Ricostruita la mappa completa del Dna su una donna di 115 anni......Il segreto della longevità è più vicino

E' stata ricostruita la mappa completa del Dna di un'ultracentenario:
una donna di 115 anni in buone condizioni di salute e senza alcun segno di demenza senile. La notizia e' stata diffusa in Canada, nel convegno della Societa' americana di genetica umana che si e' svolto a Montreal, da un gruppo di ricerca olandese, dell'universita' di Amsterdam.
I genetisti, coordinati da Henne Holstege, stanno ora studiando il Dna della donna a caccia dei geni capaci di proteggere da malattie neurodegenerative legate all'invecchiamento, come l'Alzheimer. I dati sono in via di pubblicazione su una rivista scientifica.
La donna, la cui identita' e' segreta, e' indicata con la sigla W115 ed e' finora la persona piu' anziana della quale sia stata completata la mappa genetica. Prima di morire aveva deciso di donare il suo corpo alla scienza. Al momento nel suo Dna sono stati rilevati alcune particolarita' piuttosto rare, probabilmente fattori che hanno protetto la donna sia dalla demenza sia da altre malattie legate all'avanzare dell'eta'. L'ipotesi dei ricercatori e' che il suo codice genetico possa contenere istruzioni capaci di assicurare una vita lunga e in buona salute.La donna era vissuta in buona salute fino all'eta' di 100 anni, quando....

giovedì 1 dicembre 2011

Pensieri,idee,suggerimenti..... ad alta voce su Sellia il borgo più bello che ci sia.

 Un pensare ad alta voce riportando sul blog alcune considerazioni sul nostro amato borgo.
Come forse  sapete io AMO SELLIA, amo la sua storia, i suoi vicoli, le sue tradizioni, i suoi abitanti che da sempre (ultimamente un pò di meno ) si sono sempre contradistinti come popolazione solidare,ospitale,armoniosa,unita.Sellia vanta una storia millenaria la quale anche dopo i vari cataclismi naturali e non, ha sempre rialzato la china, è sempre risorta dalle sue ceneri come un araba fenice. Basti ricordare il tremento cataclisma del 1783 quanto quasi l'intero paese venne inghiottito da una spaventosa e terribile frana andando definitivamente persi tante testimonianze storiche, tante richezze architettoniche. oppure più recentemente nel 1943 quando in più punti e in giorni diversi molte abitazioni crollarono creando un forte ferita al tessuto dell'antico borgo.  In questi due cataclismi in epoche diverse Sellia ha perso oltre del 50% delle sue ricchezze storiche  dall'antico Castello, a due chiese, ad un convento, a diversi palazzi come l'imponente sede Baronile. Eppure Sellia non si è mai arresa, non è mai perita; certo gravemente ferita con tremende ciccatrici che sono rimaste indelebili, ma perire mai, la caparbietà ( altra qualità superlativa della popolazione Selliese della quale ormai se ne sono perse le traccie) la caparbietà dicevamo ha portanto a non gettare la spugna cercardo di farsi forza di sentirsi parte viva di una comunità che voleva guardare avanti, certo la ricostituzione a portato a molti errori ma si potevano dare le attenuanti generiche dovute al fatto che si operava in una situazione d'emergenza dove si guardava poco nel cercare di salvare ciò che era rimasto. Oggi abbiamo poche attenuanti, anzi diciamola tutta: oggi non abbiamo nessuna attenuante siamo tutti colpevoli  ( almeno in questo ci ritroviamo tutti uniti) colpevoli di veder morire giorno per giorno il nostro paese, la nostra identità come comunità, non alzando un dito anzi quando alziamo un dito lo facciamo per affossarla ancora di più ( stiamo forse diventando dei sadici?) Ci ritroviamo divisi in tutto ormai si sta spegnendo ogni momento di aggregazione collettiva. In quest'ultimo periodo  il tutto si è incredibilmente accentuato, rimarcarto arrivando ad essere divisi anche nella nostra indiscussa fede relegiosa ( questo perchè  va bene a te non va bene a me e viceversa) insomma stiamo raschiando il fondo del barile.Ben vengono le varie iniziative di aggregazione come il Presepe vivente bella iniziativa dove tutti dovremmo parteciparvi nel cercare di ristabilire momenti importanti di aggregazione.  Certo qualcuno potrà dire non saranno certo le tue parole a far cambiare qualcosa ma intanto iniziamo a parlarne perchè non so se ve ne siete accorti ma tutte queste divisioni sono sorte perchè non parliamo più, non ci confrontiamo più, avere vedute diverse è segno di democrazia, dialogando anche animatamente ma sempre con il massimo rispetto ci porta a prendere giuste  decisioni, l'importante è mettere a caratteri cubitali il problema principale che è la rinascita di Sellia.

L’antico borgo di Sellia durante il mese di Dicembre


Il mese di Dicembre (ultimo mese dell’anno) era il mese più suggestivo,più incantevole di tutto l’anno
Già durante i primi giorni vi era tutto un fervore per preparare a dovere la feste del santo patrono San Nicola la quale spesso veniva festeggiata assieme a quella dell’Immacolata. Tutto il paese di addobbava a festa con molte luminarie lungo la via principale dove si posizionavano anche i vari mercanti che arrivavano da tutta la regione. La chiesa veniva ornata a festa con il parato rosso che veniva sistemato lungo la navata centrale, per l’occasione arrivavano anche dei sacerdoti che aiutavano l’Arciprete nelle varie funzioni. Tutti aspettavano questa festa soprattutto i bambini perche un  antico detto diceva: “sinu a Santu Nicola mancu na ficu si prova” i ficu tosti erano una vera prelibatezza da custodire per le grandi occasioni, un altro detto diceva:  “A Santu nicola ogni cavuna sona” voleva dire che in questo periodo iniziavano le fitte piogge ed ogni piccola sorgiva ritornava a portare molta acqua. I ragazzi in piazza iniziavano a fare un grande recinto con i “Jnostrari” rami di ginestra dove al suo interno venivano sistemati le varie stroppe”  per il grande fuoco della vigilia di Natale dove ognuno portava anche un piccolo ceppo di legno per riscaldare la nascita di Gesù Bambino. Solo dopo la mezzanotte poteva iniziare la strina che di solito veniva cantata alle giovani coppie che si erano sposate durante l’anno. Nel sontuoso pranzo di Natale le varie pietanze tipiche del posto la facevano da padrone non potevano assolutamente mancare i “cipulli l’allaquati” i luppini, i torroni tosti fatti in casa, i tardilli,i crucetti, ecc.. Il panettone veniva visto con diffidenza il quale veniva portato dai parenti emigrati al nord,

Si è rinnovato anche quest'anno grazie alle associazioni bandistiche di magisano e di Albi l'omaggio verso Santa Cecilia patrona della musica


La "Dda" di Milano fa scattare le manette al consigliere regionale Francesco Morelli e al giudice del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giglio con l'accusa di corruzione e favoreggiamento


Il magistrato Vincenzo Giglio è accusato di corruzione e di avere favorito un esponente del clan Lampada. In manette anche il consigliere regionale Francesco Morelli e l’avvocato Vincenzo Minasi

Il consigliere Francesco Morelli
La conferenza stampa
 La Dda di Milano ha fatto scattare le manette ai polsi del giudice del Tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giglio, presidente anche di Corte d’Assise ed esponente della corrente di sinistra di “Magistratura democratica” accusato di reato di corruzione e di favoreggiamento personale di un esponente del clan Lampada, con l’aggravante di aver commesso questi reati “al fine di agevolare le attività” della ‘ndrangheta. In manette anche un consigliere regionale Pdl e un avvocato milanese. Giglio, 51 anni, nella sua veste di presidente della sezione “Misure di prevenzione” del Tribunale di Reggio Calabria è accusato dalla Dda milanese di aver “agevolato” la ‘ndrangheta. Il giudice sarebbe stato corrotto in cambio di una “spinta” alla carriera della moglie, Alessandra Sarlo, dirigente della Provincia e commissario straordinario della Asl di Vibo Valentia, poi messa sotto inchiesta per mafia. Dalle indagini è emerso che ci sarebbe la possibilità, al Tribunale di Catanzaro, della presenza di una “talpa” che passava informazioni a Giglio. È solo un’ipotesi, ma è quanto scrive il gip di Milano nell’ordinanza con la quale ha disposto gli arresti. L’inchiesta del procuratore aggiunto milanese Ilda Boccassini e dei sostituti procuratori Paolo Storari e Alessandra Dolci ha fatto scattare le manette anche per Francesco Morelli, componente del Consiglio Regionale della Calabria, eletto nella lista “Pdl-Berlusconi per Scopelliti” e per l’avvocato milanese Vincenzo Minasi. Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, per ora non commenta l’arresto del consigliere regionale: “Fatemi leggere le carte”. “Grande fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine che intensificando sempre di più gli sforzi su tutto il territorio nazionale, stanno conducendo una lotta difficile contro tutte le mafie e ogni forma di illegalità, fenomeni degenerativi da considerare tra le cause principali del mancato sviluppo e della debolezza civile della nostra regione” è invece il commento del presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico. Una decina in tutto gli arresti eseguiti in Calabria nell’ambito di un filone dell’inchiesta “Infinito” che ha decapitato le cosche calabresi in Lombardia. Il Consiglio superiore della magistratura ha aperto un’istruttoria sul giudice Giglio. “I fatti che emergono dagli atti d’indagine della Dda della procura della Repubblica di Milano nei confronti anche di magistrati in servizio in uffici giudiziari calabresi appaiono oggettivamente gravi e suscitano sconcerto e indignazione”. Ad affermarlo è l’Associazione nazionale magistrati. “Al di là di ogni valutazione sul merito delle accuse - spiega l’Anm - non si può ignorare l’inquietante rete di relazioni tra appartenenti all’ordine giudiziario, pubblici amministratori ed esponenti della criminalità organizzata che emerge dalle indagini, con evidente compromissione della funzione giudiziaria e dell’immagine della magistratura. Ribadiamo ancora una volta che la magistratura è un corpo sano, capace di trovare al proprio interno gli strumenti necessari a individuare i comportamenti dei singoli contrari alla legge. Proprio per questo ha il dovere, come sempre ha fatto, di accertare con massimo rigore al proprio interno comportamenti quali quelli qui ipotizzati. L’Associazione nazionale magistrati chiederà al collegio dei probiviri di valutare con la massima urgenza la compatibilità dei fatti contestati con l’appartenenza all’associazione”. Il Comitato di presidenza del Csm ha trasmesso gli atti alla prima commissione, competente per i trasferimenti d’ufficio, e al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, titolare dei provvedimenti disciplinari. Nell’inchiesta risulta indagato anche un altro giudice, si tratta del gip di Palmi, Giancarlo Giusti, perquisito e indagato per corruzione. Secondo l’accusa sarebbe stato corrotto, con una decina di viaggi nel capoluogo lombardo e gli sarebbe stata assicurata anche la compagnia di una ventina di escort. I pm stanno cercando di ricostruire cosa avrebbe dato in cambio al boss Giulio Giuseppe Lampada. In un’intercettazione telefonica, il gip di Palmi, parlando con Giulio Lampada, afferma: “Non hai capito chi sono io, sono una tomba, peggio di ... ma io dovevo fare il mafioso, non il giudice”. Stando all’accusa, Giusti si sarebbe fatto corrompere da Giulio Lampada con viaggi al nord e incontri con alcune escort, anche in un albergo in zona San Siro a Milano. Lampada, intercettato, propone a Giusti di convocare “qualche giorno su a Milano” anche il “nostro Presidente”, ovvero “il Presidente delle misure di prevenzione di tutta Reggio Calabria”, Giuseppe Vincenzo Giglio. “L’idea di portarci il Presidente a Milano non è male, sai? - replica Giusti - Lo vorrei vedere di fronte ad una stoccona”. In manette sono finiti anche un medico e un maresciallo capo della guardia di Finanza in servizio in Calabria poi trasferito. Si tratta di Vincenzo Giglio, accusato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso e di Luigi Mongelli, finanziere accusato di corruzione. Sono stati arrestati poi Raffaele Ferminio, Francesco Lampada, Giulio Giuseppe Lampada, Vincenzo Minasi avvocato di Foro di Palmi con studio a Milano e a Como, Francesco Morelli consigliere regionale presso la Regione Calabria, e Leonardo Valle. Agli arresti domiciliari è finita invece Maria Valle, moglie di Francesco Lampada, accusata di corruzione.