venerdì 18 aprile 2025

Nel Catanzarese: Donna morta dopo gastroscopia per la procura la colpa è del medico. si ipotizza omicidio colposo per aver causato la perforazione dell'esofago



 Il 15 maggio prossimo il gup del Tribunale di Catanzaro deciderà se mandare a processo un gastroenterologo dell’...........

ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro sul quale pende una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica, per la morte di Cristina Brandi, originaria di Andali. 

Nei suoi confronti del medico è stato ipotizzato il reato di omicidio colposo. Secondo l’accusa, infatti, avrebbe causato il decesso della signora che si era recata in ospedale il 14 aprile 2022 per sottoporsi a un esame diagnostico programmato di gastroscopia. In particolare, durante la procedura endoscopia avrebbe omesso di attuare una prudente interruzione dell’esame diagnostico a fronte dell’intervenuta resistenza della parte esofagea sullo strumento endoscopico, causando in tal modo una perforazione sotto la faringe. Non solo, secondo la Procura, avrebbe persino omesso di indicare nel referto dell’esame eseguito e nei successivi referti una diagnosi, o sospetta diagnosi, di perforazione iatrogena esofagea. La morte della signora Brandi sarebbe sopraggiunta «quale evento terminale di shock settico conseguente a mediastinite cagionata da perforazione». Fin qui il racconto asciutto degli atti giudiziari, ma dietro i capi d’accusa per i quali il medico rischia il processo, c’è l’altra faccia della storia, quella del dolore dei familiari che si trasforma nella ferma volontà di fare giustizia per la morte della 69enne. Anna Elia, la figlia di Cristina, da quel giorno non ha mai smesso di lottare perché la morte della madre non rimanga impunita, raccontando pubblicamente quella che a tutti gli effetti è apparsa subito come una storia di malasanità, una delle tante, alle quali è difficile rassegnarsi. «Il nostro incubo continuerà per sempre, per tutta la vita racconta Anna - perché da quel giorno in Pronto soccorso sono iniziate le bugie, le omissioni, la non trasparenza. Non sapevamo che una perforazione all’esofago avesse delle conseguenze così devastanti, non potevamo immaginare che l’avrebbe portata alla morte, ma il medico che ha eseguito la gastro sì; ma non le ha dato scampo, non ha rimediato entro i tempi stabiliti. In quel momento - prosegue affranta - non lo potevamo sapere, io non potevo sapere, la nostra vita è andata distrutta, è da due anni e mezzo in una bara e noi familiari siamo costretti ad andare al cimitero a trovare una mamma, ancora giovane, che aveva tanto amore da dare e che soltanto per aver deciso di eseguire una gastroscopia si ritrova al cimitero. È assurdo tutto ciò - conclude - noi non riusciamo ad accettarlo. 

Tratto dalla: Gazzetta del Sud

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