Il sindaco di Comitini in provincia di Agrigento |
La storia, raccontata da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, parla di Nino Contino, eletto del centro destra
dal 2002. Il sindaco, per farsi riconfermare probabilmente, avrebbe deciso di offrire “a spese del Comune” -scrive il Corriere”- otto giorni su una nave della Msc.
“L’importante è che non se ne accorgano Mario Monti, il tesoriere dello Stato e la Corte dei Conti e tutti i tirchi che in questi mesi stanno cercando di rosicchiare euro su euro per contenere gli sprechi”, ha scritto Stella.
GLI SPRECHI E LA CRISI - In un bar del paesino siciliano la giornalista del quotidiano americano incontra due vigili in divisa che invece di essere in strada, bevono tranquillamente il caffè seduti a un tavolino: «Lavori come questi mantengono viva la città», si giustifica Caterina Valenti, uno degli ausiliari al traffico che guadagna circa 800 euro al mese per un lavoro di 20 ore alla settimana - Vedi, stiamo seduti qui al bar e aiutiamo l'economia locale». Nella chiesa principale della città si sta per celebrare un matrimonio e non sono pochi gli automobilisti che parcheggiano in zone vietate. Ma gli ausiliari fanno finta di niente e non multano i trasgressori: «Evitiamo di multarli - spiega la quarantunenne Valenti - Qui ci conosciamo un po’ tutti, è una città così piccola». Il New York Times afferma che Comitini è solo una delle tante città italiane che spreca denaro pubblico in cambio di lavori inutili e clientelari. Il voto di scambio - male atroce della Prima Repubblica - è ancora una realtà in diversi luoghi della penisola. «Questa cattiva gestione delle risorse pubbliche – racconta il quotidiano della Grande Mela - sta strangolando l'Italia e le altre economie in difficoltà in tutta Europa». Nonostante ciò, c'è chi come Nino Contino, sindaco di Comitini dal 2002, non sembra affatto preoccupato della crisi: «So bene che 60 lavoratori comunali in una città di 1000 abitanti sono molti - dichiara il primo cittadino - Ma se non gli avessimo offerto un lavoro, queste persone sarebbe emigrate, magari in America. Avremmo sessanta persone e sessanta famiglie che cercano un'occupazione altrove. A pagarli non è il Comune, ma la Regione e lo Stato». Adesso con i tagli imposti dalla nuova finanziaria c'è chi in città teme la perdita del posto di lavoro, ma il sindaco rassicura: «Non penso che ci siano reali rischi - dichiara Contino - Qui, c'è la cultura di mantenere i posti di lavori. La politica dalle nostre parti è qualcosa di molto relativo»