giovedì 22 maggio 2025

Lo spreco della Diga sul Melito: contestato danno erariale per 259 milioni. Doveva risolvere i problemi per mezzo milione di calabresi non è mai stata realizzata.

 


Un’opera pubblica strategica per il territorio calabrese che non sarà più realizzata. Un finanziamento di € 259.735.539,96 concesso a mezzo della Cassa per il Mezzogiorno e, successivamente, dai Ministeri dell’ambiente e delle infrastrutture irrimediabilmente perso per la ...........

collettività locale in quanto integralmente revocato e, nel frattempo, €102.602.269,39 spesi in un impiego inutile di risorse pubbliche e per un’opera mai più realizzabile. 

Doveva risolvere i problemi idrici di una vasta area della Calabria ma la Diga sul Melito non è mai stata realizzata. L’infrastruttura, inserita nel programma di opere strategiche per il territorio regionale calabrese avrebbe dovuto costituire, nell’iniziale schema progettuale, uno dei più grandi interventi idrici nel panorama nazionale, che avrebbe risolto l’annosa questione della carenza d’acqua per mezzo milione di cittadini calabresi e per centinaia di aziende agricole, ciclicamente interessate da fenomeni di siccità e avrebbe consentito la produzione di energia idroelettrica in grado di soddisfare le esigenze di circa cinquanta comuni posti a valle dell’invaso. Nulla di tutto ciò è mai avvenuto.

Impiego, peraltro, dannoso tenuto conto del danno ambientale permanente arrecato dai manufatti realizzati con l’impiego di svariate tonnellate di cemento armato che deturpano zone di altissimo pregio ambientaleÈ questa la contestazione fatta dalla Procura della Corte dei conti al “CONSORZIO DI BONIFICA IONIO-CATANZARESE” (già Consorzio di Bonifica Alli - Punta di Copanello) nonché, in solido, ai due dirigenti pro tempore, dopo una lunga indagine coordinata dal Procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma e compiuta dal Sostituto Procuratore Generale Fernando Gallone con il contributo investigativo della Guardia di Finanza di Catanzaro. I fatti riguardano lo sbarramento artificiale sul fiume Melito e la mancata realizzazione dell’importante opera pubblica denominata “Diga sul fiume Melito” (o “Lago Azzurro”) che sarebbe dovuta sorgere tra i comuni di Gimigliano, Sorbo San Basile e Fossato Serralta, tutti siti in provincia di Catanzaro. Le indagini, delegate dalla Procura contabile al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, hanno permesso di disvelare numerosi profili di responsabilità erariale da parte dei destinatari del provvedimento di citazione.

In particolare, è stato accertato che fin dalla consegna dei lavori è stata contestata dagli organi tecnici del Ministero della infrastrutture – Servizio Italiano Dighe - cui compete la rigorosa verifica della perfetta realizzazione delle dighe nel territorio nazionale - la carenza del progetto iniziale e la necessità di operare importanti integrazioni per assicurare la perfetta tenuta dell’invaso artificiale, altrimenti pericoloso per le popolazioni a valle dell’opera.

Integrazione progettuale che, sebbene realizzata dallo stesso progettista responsabile dell’originario progetto ritenuto carente dal Servizio Dighe (progettista poi deceduto) non è mai stata ritenuta idonea a superare i problemi di sicurezza di un’opera che, nelle more dei numerosi contenziosi azionati con l’impresa aggiudicataria, continuava a determinare l’avanzamento della spesa fino a ben 102 milioni di euro per un’opera già allora non realizzabile in quanto priva delle necessarie autorizzazioni.

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