Imprenditori toscani festeggiano vittoria Oliverio e si aggiudicano gli appalti
“Avevano ragione a festeggiare i titolari della RistorartToscana la sera della vittoria di Mario Oliverio alle elezioni regionali del 2014. Per loro si è aperta un’autentica ‘autostrada’ che li ha portati, in breve tempo, ad invadere il mercato calabrese della ristorazione a spese delle aziende storiche locali, che oggi rischiano seriamente la chiusura”. Lo sostiene, in una nota, il consigliere regionale Domenico Tallini. “A guardare quelle foto – aggiunge – più di un dubbio ci assale. Per carità, nulla di male se un imprenditore toscano, la terra, si badi bene, di Renzi, della Boschi, di Lotti, decide di ‘investire’ politicamente su un candidato del Pd. Quello che suscita inquietudine è invece il meccanismo perverso che ha portato l’azienda toscana ad aggiudicarsi importanti appalti emanati dalla Regione Calabria, in alcuni casi a prezzi più alti di quelli offerti dalle aziende calabresi e quindi con un enorme dispendio di risorse economiche che finiscono nella nobile e ricca Firenze. Io mi limito a porre pubblicamente alcuni interrogativi, nella speranza che arrivino spiegazioni convincenti e che qualcuno si decida ad approfondire tali controversi aspetti”. “Parliamo del primo grande appalto – dice ancora Tallini – quello del servizio degenti dell’Azienda ospedaliera ‘Pugliese-Ciaccio’, il cosiddetto lotto n. 6, che è stato aggiudicato all’ATI Elior Ristorart Toscana che avrebbe presentato un’offerta economica anomala del 22%, così come successivamente riconosciuto dal TAR relativamente al costo del lavoro nel ricorso presentato dalla storia azienda catanzarese Siarc. Ci si chiede, in particolare, quale sia stato l’interesse della Regione che ha impugnato la sentenza del TAR insistendo nella difesa ad oltranza della Ristorart, appellandosi al Consiglio di Stato, nonostante, pare, un diverso parere dell’Avvocatura regionale. Ci si chiede perché, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato a favore di Ristorart e il successivo ricorso per revocazione della Siarc di Catanzaro, l’Azienda ospedaliera ‘Pugliese-Ciaccio’ abbia inteso stipulare il contratto con la Ristorart, nonostante mancassero documenti importanti, come la certificazione dell’Agenzia delle Entrate, e la certificazione antimafia fosse in itinere. La Siarc è stata letteralmente ‘sfrattata’. E veniamo al secondo grande appalto, quello della Cittadella regionale. L‘attribuzione a Ristorart di un altissimo ‘punteggio tecnico’ per il progetto (è la parte discrezionale) ha impedito alle altre concorrenti calabresi di recuperare con offerte economiche molto più vantaggiose. In che cosa consiste il progetto presentato da Ristorart? Forse i pasti verranno serviti da un robot? O verranno usati piatti disegnati da famosi stilisti?”. “Ma c’è anche un altro aspetto, forse marginale – sostiene ancora Tallini – che non quadra. L’offerta di Ristorart per l’affitto dei locali della Regione (circa 48.000 euro annui) è nettamente inferiore a quello offerto da altre concorrenti (circa 97.000 euro annui), con una netta perdita per le casse della Regione stessa che avrebbe potuto incassare molto di più. E ci sono, infine, alcuni aspetti di natura per così dire ‘politica’ che andrebbero approfonditi. Il primo è che a presiedere le commissioni delle due importanti gare d’appalto sia stato il sindaco di Caraffa, il Comune dove ha la sede operativa la Ristorart Toscana. Probabilmente una semplice coincidenza e nulla da dire sul dirigente in questione. Ma è come se a presiedere una gara per la fornitura di motociclette sia il sindaco di Noale, dove ha sede l’Aprilia del gruppo Piaggio. Il secondo aspetto è che a............