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sabato 30 aprile 2022

Il borgo fantasma alle pendici della Sila con i suoi 2 ultimi abitanti, Giovanni e Maria, che alla bella età che supera gli ottanta anni, non vogliono spegnere la fiammella di vita.

 

Tutti vivevano grazie alla terra e ai suoi frutti. Ci sono ancora evidenti le tracce di una storia antica fatta di aspri confronti tra i monaci greci di Caccuri e quelli florensi di Gioacchino da Fiore. E c’è la storia della ‘Patìa’, un monastero che era sorto in quei luoghi di pace e di silenzio.


 Fantino oggi è quasi un ammasso desolante di caseggiati, come lo descrive in un recentissimo e documentatissimo libro, Antonio Talerico, ingegnere che ha lasciato il borgo con la famiglia insieme a tutti gli altri, ma l’amore per questi luoghi è rimasto intatto. I ‘fantinisi’ hanno creato un’associazione che tiene vivo il ricordo del loro borgo, ogni tanto promuovono qualche iniziativa e ogni anno a settembre organizzano la processione del patrono ‘San Giuvanniellu’. Fino agli anni ‘70-‘80 qui vi abitavano tra le 600 e le 800 persone, poi la lenta e incessante emigrazione verso il nord, verso l’Europa e le Americhe. L’agricoltura non bastava più a soddisfare le esigenze delle nuove generazioni, per come per un secolo aveva reso autonomo il Borgo. La distanza e l’isolamento erano sempre più insopportabili: perfino arrivare a San Giovanni in Fiore e Caccuri era stancante.

 Sono rimasti solo loro, Giovanni e Maria, che  alla bella età che supera gli ottanta anni, non vogliono spegnere la fiammella di vita che arde sempre più stancamente nel borgo sperduto di Infantino (o Fantino). Un’oasi incantevole che si adagia alle pendici dell’altopiano della Sila, là dove comincia l’alta Valle del Neto, mentre l’antico marchesato di Crotone si distende fino al mare. La vallata è impressionante nella sua interminabile estensione e nella bellezza di quei luoghi accarezzati dal vento, dal sole e da un definitivo silenzio. Si vedono chiaramente i campi floridi di frutteti, vigneti, i resti di ricoveri per asini e muli, capre, bovari e mandrie, dentro un grande afflato d’umanità e di immensa solidarietà. Nessun servizio, nessun collegamento, la chiusura delle ultime aule scolastiche. Poi l’aria di modernità che era arrivata anche tra le case di quel villaggio ha fatto tutto il resto. E tutto ha spazzato via. La coppia di anziani resiste: «Noi stiamo bene, abbiamo fatto qui la nostra vita, abbiamo una bella casetta. Perché dovremmo andarcene?», dice Giovanni che a Infantino è nato e cresciuto. Maria la sentiamo parlare a lungo e a voce alta al telefonino. È tranquilla e sembra felice. Il padre di Maria era del villaggio ma si era trasferito fuori da tempo. Poi lei ha sposato Giovanni e vi è ritornata definitivamente. Di recente una coppia più giovane ha deciso di abitare nel villaggio. Le case stanno inevitabilmente accartocciandosi. I tetti sono i primi a crollare. Ma il villaggio ha ancora una buona e autonoma condotta di acqua potabile e una funzionante rete fognaria. Qualcuno ha ristrutturato le casette in pietra. Chissà! C’è la piccola e bella chiesa costruita dall’attivissimo ‘parroco delle periferie’,  mons. Carlo Arnone, che ha speso la sua vita a servizio di borghi e quartieri dimenticati. Andiamo .....................

martedì 18 aprile 2017

Impressionante video durante la "Cunfrunta"“Affruntata” la statua della Madonna, nella corsa, ha perso testa e braccio. Il filmato rende di più di ogni parola.



l’episodio verificatosi nella mattina di Pasqua nel corso della tradizionale “Affruntata”  "Cunfrunta"che si celebra, come da tradizione ogni anno  radicata in molti centri della Calabria.Ha destato sconcerto ed emozione, a Pizzoni, nelle Preserre vibonesi, 
La statua della Vergine Maria, portata a spalla dai fedeli, si è  spezzata all’altezza del busto nel corso della rappresentazione dell’incontro con il Cristo risorto. Forte l’emozione tra le molte persone che assistevano alla celebrazione del rito, alla vista di un evento dal grande impatto emotivo che da tanti è stato interpretato come un cattivo presagio. Le cause del cedimento potrebbero essere da ricercare nelle condizioni dell’antica statua che, probabilmente, a causa delle sollecitazioni alle quali è stata sottoposta, ha ceduto inaspettatamente
Traumatica per chi l'ha vissuta dal vivo. Impressionante per chi la guarda in video. Presagio di sventure per chi crede in certi "messaggi". L'Affruntata di Pizzoni ha riservato una brutta sorpresa agli astanti: in un passaggio del calvario con protagonisti Crist, San Giovanni e Maria, proprio la statua della Madonna, nella corsa, ha perso testa e braccio. A seguire il video che rende più di ogni parola. 

venerdì 14 aprile 2017

Tradizione Pasquale della Cuzzupa. Guta,Cuddhuraci, Cuculi. Tipico dolce calabrese sempre presente su tutte le tavole per la Santa Pasqua

 La cuzzupa è un dolce tipico pasquale calabrese. Questo dolce è
di origine orientale usato per la domenica di Pasqua.
 Nel caso in cui in una famiglia ci sia una coppia di fidanzati, di
solito la suocera, nei confronti del futuro genero usa fare una grande
cuzzupa a forma di cuore, all'interno della quale vi incastona alcune
uova.




simboleggia la fine del digiuno di quaresima,
l'uovo è il simbolo della resurrezione del signore. Può avere varie
forme, a discrezione di chi la prepara, solitamente riguarda un tema
pasquale, gallina, pesce, cuore o altro. Al centro della cuzzupa è posto
 un uovo sodo che la tradizione vuole porti fortuna. La lievitazione
deve avvenire in ambienti caldi e poco aerati per evitare che il
processo si interrompa. Si usa amalgamare l'impasto nei giorni della
settimana Santa in modo tale da poter gustare il




Dal Pollino allo Stretto i dolci del periodo pasquale costituiscono, in
Calabria, l'eredità di tradizioni millenarie che si rinnovano come per
incanto nella Settimana Santa. Regina incontrastata, nelle tavole
imbandite per la festa della Resurrezione, tanto in famiglia quanto
anche nei locali pubblici, rimane la "cuzzupa", altrimenti detta "guta",
 "cuddhuraci", o "cuculi" a seconda della dislocazione geografica.

 Preparata con un certo anticipo la "cuzzupa" può assumere varie forme
(del genere gallina, pesce, cuore o altro) a discrezione di chi la
prepara con farina, lievito, olio extravergine di oliva, latte intero,
scorza di limone, zucchero e uova. Come amuleto porta fortuna, al centro
 del biscotto, viene collocato un uovo sodo, ma anche più di uno a
discrezione.
    In passato il dolce veniva preparato anche dalle
suocere e regalato per le feste pasquali alle neo spose come augurio di
fertilità.
    Altra golosità, tipica del periodo, sono le nepitelle,
 dolci profumati a forma di mezzaluna fatti con noci, marmellata,
mandorle, uva sultanina, fichi, cioccolato e cannella. Resta immutato,
soprattutto in ragione dell'influenza esercitata dal ........
a seguire ingredienti e preparazione dell'antica ricetta Calabresa 

venerdì 23 dicembre 2016

Le tradizioni di Natale in Calabria Quali sono le 13 portate che non devono mancare mai durante le Festività ?




Le strade dei paesi, tortuosi, acciottolate  e piuttosto buie, erano vivacizzate dagli zampognari, musicanti provenienti dalle vicine località montane, vestiti con lunghe calze di pecora, mantello scuro e cappello di velluto a forma di cono; essi, con il suono dolce e inconfondibile dei loro strumenti, le zampogne, andavano in giro per le strade del paese a suonare le nenie natalizie e a portare nelle case e nelle chiese l’augurio di prosperità e letizia. La zampogna, strumento tradizionale per eccellenza, era fatta con pelle di capra e canne lavorate da sapienti artigiani. Le famiglie accoglievano i suonatori con entusiasmo offrendo loro dolci e prodotti tipici locali in particolare salumi e formaggi oppure qualche piccola offerta in denaro. Il tipico canto di Natale intonato nelle Chiese era “Tu scendi dalle stelle” che la gente cantava con voce intensa e commossa. Gli inni, le orazioni e le giaculatorie rivolte all’unisono a Dio e alla Madonna , riflettevano il sentimento religioso dei fedeli, erano perciò intrisi di spontaneo entusiasmo e autentico slancio, caratterizzati da semplici intonazioni melodiche, talvolta alterati da espressioni linguistiche dialettali, comunque sempre appassionati. I suoni e i canti di Natale giungevano così alle orecchie degli abitanti del luogo in modo che tutti potessero partecipare all’emozione del Natale. Questi canti erano generalmente accompagnati da piccoli strumenti artigianali come tamburellisonagliflauti e organetti oltre che dalle suddette zampogne, dalle chitarre a corde battenti (catarra) e dal mandolino. Tali strumenti accompagnavano i vari eventi della vita nel lungo scorrere degli anni. Molto in uso presso la nostra gente era un particolare tipo di canto popolare: lastrenna (detta comunemente “strina”) il cui significato letterale è dono di buon augurio. La strenna, una delle tradizioni più vive e sentite della nostra provincia, era costituita da una serie di piccole strofe in rima, che esprimevano in versi dialettali locali un auspicio di felicità, di ricchezza e di buona salute per l’intera famiglia; essa era cantata e suonata al ritmo di un mortaio di bronzo con relativo pestello, da gruppi di ragazzi allegri e scanzonati che visitavano le varie case per portarvi il loro canto augurale. In cambio essi ricevevano dalle famiglie alcuni doni (per lo più dolci, frutta secca, vino e salumi fatti in casa) che andavano a depositare in un sacco di juta, detto comunemente “vertula” portato a spalla da uno dei componenti del gruppo. 
Vigilia di Natale: una tradizione particolarmente sentita in Calabria. Mentre al Nord il giorno di festa per eccellenza risulta essere il 25, al Sud la sera del 24 assume un valore importante, molto sentito e da trascorrere rigorosamente in famiglia, attorno alla tavola imbandita con i piatti della tradizione. Vigilia di Natale, dunque, richiama le pietanze a base di pesce e, da tradizione, le famose tredici portate. Un numero simbolico il 13, che assume significati religiosi che richiamano la tavola dell’ultima cena di Gesù, con i tredici Apostoli.
Quali sono le tipiche pietanze a base di pesce per la tradizionale cena della Vigilia di Natale calabrese?........

lunedì 5 ottobre 2015

L'olio extravergine di oliva si produrrà in casa con piccoli ma potenti macchinari di basso costo. Il tutto grazie a una start-up Calabrese.

L’olio extravergine d’oliva ora si può produrre anche in casa? 
La notizia è di quelle che fanno rapidamente il giro del mondo. Ed è vera. In Calabria, la start-up foodtech AGE, con sede a Lamezia Terme, composta da un team di tutto rispetto nel settore alimentare ed in quello delle tecnologie elettromeccaniche, ha appena creato un kitchen robot per uso domestico, che consente di produrre il prezioso alimento direttamente a casa, tutto l’anno, ogni qualvolta se ne ha bisogno. Si chiama RevOILution e, c’è da giurarci, farà molto parlare di sé prossimamente. Certo, da domani non scompariranno i frantoi e gli impianti di produzione su scala industriale, ma la possibilità di prodursi “in proprio” l’olio extravergine d’oliva è qualcosa che può rivoluzionare il settore della produzione olearia e, per certi aspetti, sconvolgere le attuali dinamiche di mercato.

La nuova impresa, fondata e gestita da Antonio Pagliaro, già vincitrice del Talent Lab Calabria, a luglio di quest’anno era stata selezionata da Start Up Initiative,  progetto di Intesa Sanpaolo diretto a promuovere le aziende innovative sul fronte tecnologico; un’iniziativa concepita nell’ambito del Food Tech Open Innovation Days, evento Expo dedicato alle nuove tecnologie nel campo della sicurezza e della tracciabilità alimentare. Ora AGE ritorna ad Expo 2015, per presentare un prototipo di RevOILution della linea 1.0, nello “spazio aperto” del Corriere della Sera. Si tratta di CasaCorriere@Expo, un padiglione «realizzato con materiali green, che danno vita a una struttura trasparente nel cuore di Expo Milano 2015: una redazione aperta, dove leggere le ultime notizie, capire come si fa giornalismo nell’era moderna, votare il padiglione preferito con ViviMilano, guardare le mostre interattive sui temi di Expo, scoprire cosa c’è da fare e quali sono le attrazioni, dentro e fuori Expo, grazie a una serie di “Itinerari d’autore”».
Come funziona RevOILution? ..........

giovedì 27 agosto 2015

Il Canyon Valli Cupe del comune di Sersale entra tra le meraviglie dell'elenco del Corriere della Sera " Perchè siamo felici di essere Italiani"


100 buoni motivi per amare L'Italia

E’ inutile negarlo. Alcuni aspetti dell’Italia ci addolorano, alcune vicende ci imbarazzano: anche perché ne siamo, spesso, corresponsabili. Ogni giorno occupano le pagine dei giornali, che hanno il dovere di raccontarle. Altre cose, per fortuna, ci rendono orgogliosi. Eccone cento in ordine sparso. Non è una classifica ragionata: è un elenco del cuore. Ecco perché, nonostante tutto, siamo felici di essere italiani. 

di Beppe Severgnini,

CALABRIA, IL CANYON VALLI CUPE


Caro Beppe, nel tuo elenco divenuto “cult” del “Perchè siamo felici di essere italiani” ( http://bit.ly/1MvAVp5 ) hai inserito al n. 44 “Perché abbiamo il mare, le montagne, le colline, la pianura, città poetiche, isole profumate, fiumi vivaci e grandi laghi. Certo, mancano il Gran Canyon e la Grande Muraglia. Ma ci stiamo organizzando”.
Per quanto riguarda il Gran Canyon anche se non sarà come quello del Colorado, te ne segnalo uno in Calabria. Si tratta del Canyon Valli Cupe (dicono fra i più grandi d’Europa) – nel Comune di Sersale in provincia di Catanzaro. Per la Grande Muraglia, di questi tempi, invece è meglio non........


lunedì 25 maggio 2015

Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori di ripristino della viabilità interpoderale a servizio del comprensorio agricolo del comune di Sersale. Intervento fortemente voluto dall'amministrazione comunale e dall'assessore alle politiche agricole Franco Ardimentoso ,grazie a un finanziamento di 150 mila euro

Nei giorni scorsi hanno preso il via i lavori di ripristino della viabilità interpoderale a servizio del comprensorio agricolo delle località “Cipino-Gentile-Rupa” del Comune di Sersale.

L’intervento, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale di Sersale e dall’assessore alle politiche agricole Franco Ardimentoso, sarà realizzato grazie ad un finanziamento regionale di € 150.000,00 (Asse I Misura 125 Miglioramento e sviluppo delle infrastrutture che incidono sullo sviluppo dell’agricoltura. Azione 1 – Strade interpoderali).


La sistemazione della viabilità interpoderale interesserà un vasto comprensorio agricolo, posto ad una altitudine media di 500 m.s.l., da sempre rinomato per l’altissima qualità dell’olio di oliva che vi si produce in grande quantità dagli uliveti presenti. Basti pensare che in passato, per la grande quantità di uliveti, erano attivi, sul posto, anche dei frantoi, alcuni dei quali ancora oggi catturano l’attenzione per la loro bellezza.
Inoltre, il ripristino e miglioramento della viabilità del comprensorio agricolo delle località “Cipino-Gentile-Rupa”, sarà di fondamentale importanza anche dal punto di vista turistico in quanto consentirà un agevole accesso ad uno dei più belli e suggestivi siti naturalistici del territorio di Sersale, la bellissima cascata dell’Inferno, scoperta e valorizzata dal Dr. Carmine Lupia, botanico ed esperto di sistemi dai valorizzazione turistica, e dalla Cooperativa “Segreti Mediterranei” di Sersale.   
Nelle foto: la tabella di cantiere, parte dei lavori in corso di realizzazione, l’interno di un antico frantoio e la .......

martedì 28 aprile 2015

La criminalità avanza. A Simeri Mare località "Chiusa" nella notte di domenica vengono bruciate due strutture turistiche in legno.

Due strutture in legno situate all'interno 

del villaggio turistico Simeri Village sono state 

distrutte da un rogo di natura dolosa



Due gazebo in legno situati all'interno del villaggio turistico Simeri Village sono stati distrutti da un incendio di natura dolosa. Il rogo e' avvenuto nella notte tra sabato e domenica, in localita' Chiusa di Simeri Mare, ma la notizia e' trapelata solo oggi. Le strutture erano situate a ridosso della spiaggia ed al momento dell'incendio erano utilizzate come depositi, mentre durante l'estate servivano per fornire servizi ai vacanzieri. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco ed i carabinieri della Stazione di Simeri Crichi e della Compagnia di Sellia Marina. Il villaggio e' di proprieta' di Italia Turismo Spa e fino alla scorsa estate e' stato gestito da una societa' del settore, mentre per l'ormai prossima stagione sono in corso le trattative per un nuovo affidamento. Sull'accaduto sono in corso le indagini da ......

lunedì 15 dicembre 2014

Sellia; domani 16 dicembre il sindaco Davide Zicchinella sarà a Maida (CZ) dove verrà illustrata l'esperienza del piccolo virtuoso borgo presilano in materia di fondi comunitari



Il sindaco di Sellia, Davide Zicchinella, parteciperà ai lavori della seduta plenaria del Comitato di sorveglianza del Psr Calabria, che si terranno martedì 16 dicembre a Maida, per illustrare l’esperienza virtuosa avviata nel piccolo comune della Presila Catanzarese in materia di spesa dei fondi comunitari. È quanto si apprende da una nota dell’Autorità di gestione del Psr 2007-2013, Alessandro Zanfino. I progetti realizzati dal Comune della Presila catanzarese per iniziative di sviluppo, infatti, sono stati valutati tra i più validi nell’ambito dei Piani integrati di sviluppo rurale (Piar) e pubblicati in una brochure del Piano di sviluppo rurale. “Ai lavori del Comitato, cui è stato invitato il primo cittadino di Sellia – è scritto nella nota – prenderanno parte i rappresentanti della Commissione Europea, del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e del partenariato calabrese. I progetti realizzati a Sellia nell’ambito del Piar “Integrazione territoriale della provincia di Catanzaro” sono stati inseriti in una ....

lunedì 4 agosto 2014

In Calabria feste maria tra antropologia e fede



Nell’estate calabrese, tante sono le città, i paesi e le comunità parrocchiali che celebrano feste in onore della Madonna, amabilmente onorata con i più svariati titoli: come Madonna di Porto Salvo e della Montagna, Madonna della Neve e Madonna dello Scoglio, della Stella e del Soccorso: insomma, con infiniti nomi, quasi a dirne l’infinità di grazie che questa madre buona ottiene ai suoi figli. Ma un papiro del II-III secolo, scoperto all’inizio del Novecento, ci trasmette in greco la prima preghiera a Maria da parte di una comunità egiziana in un’ora di persecuzione: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, oh Vergine gloriosa e benedetta! ». 

Siamo probabilmente di fronte a un’antifona liturgica, concisa e scandita dal noi comunitario, che invoca Maria con il suo più bel titolo: “Theotokos”, cioè “Madre di Dio” (titolo che sarà definito dogmaticamente nel 431 dal Concilio di Efeso) e la riconosce madre santa, misericordiosa e potente nel soccorrere e liberare. Qui scorgiamo una fonte importante del culto di Maria: l’esperienza del suo aiuto, che spinge noi, ancora oggi, a continuare a rivolgersi a lei con fiducia. E’ così che tanti paesini celebrano annualmente la “loro” Madonna, con una festa che si radica nella gioia cristiana e non è soltanto svago, superficialità, evasione. Nella partecipata processione per le vie delle contrade davvero si sente che una donna speciale cammina con la gente… è Maria.
Certamente le feste religiose hanno anche un grande significato antropologico: già ad Atene le grandi feste panatenaiche erano il momento di auto-identità della città, tant’è che quando vennero re-istituite, durante la guerra del Peloponneso, Atene rilanciò se stessa come immagine. Così è per le processioni: quell’avanzare lento della statua, tra i canti sacri, in mezzo alle case della gente, significa aggregazione della comunità, ribadisce la propria appartenenza a un territorio, mette in contatto col soprannaturale attraverso il gesto sacro, ha forte incidenza psicologica con la preghiera in movimento e fa prendere coscienza del proprio essere pellegrini su questa terra, nella quale si è di passaggio.
Lungo i percorsi processionali, caratterizzati spesso dai .....

venerdì 31 gennaio 2014

Antica preparazione del sapone fatto in casa. In tempo di crisi questi antichi rituali ormai in dissuso possono ritornare utili.







Larte della saponificazione è antica quanto l’uomo: più di duemila anni fa in Mesopotiamia, uomini e donne usavano detergere il corpo con l’ausilio del sapone, così come è dimostrato da alcuni ritrovamenti archeologici. Sebbene nel mondo greco-romano questa pratica trovi scarsa diffusione, considerando che queste civiltà preferivano come metodo di pulizia il bagno di vapore delle terme, vedremo che nel medioevo, intorno all’800 a.C nell’attuale Siria, comparirà il sapone nella sua forma solida, così come lo conosciamo oggi. Ripristinare quest’antica tradizione è da considerarsi un grosso guadagno per la salute e il portafoglio: perché dunque non optare per una pelle sana, morbida e pulita sbizzarrendosi con la propria creatività? Vi sveleremo la tecnica per la produzione del sapone a freddo, la più semplice da realizzare soprattutto per chi è alle prime armi. Bisogna procurarsi delle pentole, un paio di guanti, una caraffa di pirex, un termometro da cucina, un cucchiaio di legno, un cucchiaio in acciaio, un frullatore a immersione, un paio di occhialini e una mascherina, coperte vecchie, giornali, stampi per sapone oppure contenitori in tetrapack.



A seguire la preparazione dettagliata per avere un ottimo sapone molto economico ma efficace.



venerdì 3 gennaio 2014

Pietro Raimondo incaricato per sostenere la candidatura dell'Ente Parco della Sila presso l'UNESCO

riceviamo e pubblichiamo

Già da qualche mese, l’Ente Parco Nazionale della Sila,sulla base di quanto previsto dal PIl sindaco Pietro Raimondorogramma Intergovernativo Multilaterale “Uomo e Biosfera”, ha trasmesso il dossier di candidatura per l’avvio del procedimento di valutazione per il biennio 2013/2014 dei nuovi siti da iscrivere nella Rete Globale delle Riserve della Biosfera del Programma UNESCO/MAB. Al fine di raggiungere tali obiettivi, tenuto conto del pregevole lavoro svolto durante il processo di candidatura in qualità di Membro della Comunità del Parco e di Coordinatore dell’Aggregazione dei Borghi del Parco della provincia di Catanzaro, il presidente dell’Ente Parco, Sonia Ferrari, e il direttore Michele Laudati, hanno voluto incaricare il sindaco di Zagarise, Pietro Raimondo, come promotore dell’iniziativa della candidatura presso tutti i Comuni delle province di Catanzaro e Crotone, al fine di far condividere nella forma più ampia la Candidatura del Parco Nazionale della Sila presso l’UNESCO. In attesa della decisione del Consiglio Internazionale di Coordinamento, cui spetta il compito di iscrivere, differire o bocciare le candidature, è intenzione dell’Ente Parco di dare attuazione al disposto dell’obiettivo della Strategia di Siviglia, che raccomanda la creazione di meccanismi istituzionali per la gestione, il coordinamento e l’integrazione all’interno della Biosfera di programmi e attività attraverso un quadro di management partecipativo. “Oltre il doveroso ringraziamento al management dell’Ente Parco per l’onore che segue all’incarico ricevuto – ha dichiarato il sindaco Raimondo – annuncio che sarò estremamente propositivo nel mio impegno di promotore e sostenitore di quest’importante candidatura. Un ruolo che sento cucito addosso da sempre, perché credo fortemente neparco_nazionale_della_silalle potenzialità di questo nostro grande patrimonio naturalistico. Non saranno solo i territori ricadenti nell’Ente Parco, ma tutta la Calabria, a beneficiare dell’eventuale inserimento della nostra meravigliosa Sila nel circuito dei siti tutelati e promossi dall’UNESCO. È dovere di tutti, però,

lunedì 7 ottobre 2013

A Catanzaro la notte ritorna piccante fotoracconto della serata del 29 settembre 2013

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Dopo la deludente (anche nel nome) della notte delle Lanterne dell'anno scorso Ritorna la notte Piccante

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Tantissime le persone che hanno preso d'assalto il centro storico ( sin dal pomeriggio) le stime parlano di oltre 100000 presenze.

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Certo di piccante si è visto ben poco ma questo nome entrato nel cuore dei Catanzaresi riesce a colpire nel segno

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Tanti i stand di artigianato locale stistemati lungo la via che porta al complesso Monumentale del San Giovanni

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Le varie piazze del centro erano tutte allestite con palchi dove si sono esibiti vari artisti
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 La sposa della notte piccante 2013

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Una delle nota stonate senza dubbio era  presenza in posto centrale dei gonfiabili per bambini i quali attratti  accorevano numerosi ma i più restavano delusi per entrare infatti bisognava pagare ben 3 euro per soli 10 minuti quando nelle passate edizioni sono stati sempre gratuiti
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Per fortuna scendendo sino alla Villa Comunali  i  temerari bambini venivano accolti da tanti personaggi Disney che in modo giocoso è questa volta totalmente gratuito regalavano anche tanti palloncini nelle più variegate forme o con un pò di pazienza si poteva essere  truccati  abilmente in supereroi

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Ramona Badescu la bellissima Madrina di questa edizione 2013 della notte piccante

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Notte piccante…….2013 .........continua........