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sabato 20 aprile 2024

C'è un agriturismo sulla Sila Piccola diventato famoso in tutta Italia, che propone un originalissimo chilometro zero: non 'nduja o peperoncino ma cuori di Bambù

 C’è un agriturismo a Soveria Mannelli, 3000 abitanti sulla Sila Piccola, che propone un originalissimo chilometro zero: non ’nduja o peperoncino, ma cuori di bambù.



Si chiama la Rosa nel bicchiere, in omaggio al poeta calabrese Franco Costabile, allievo di Ungaretti, di cui ricorrono quest’anno i 100 anni dalla morte, ed è una piccola oasi completamente immersa nel verde nato da una scommessa vincente della famiglia Rubbettino che, nella stessa comunità, guida l’omonima e ormai storica casa editrice. Non è nuova la Rosa nel bicchiere alle sfide. Qualche anno fa catturò l’attenzione della stampa nazionale per aver fatto scoprire agli italiani (ma anche a molti calabresi) che i tartufi non nascono solo tra le Langhe, ma anche poco distante da qui e sono ugualmente pregiati e profumati.

Oggi rilancia con un menù a base di bambù, prodotto nel bambuseto impiantato a poche decine di metri dai fornelli dell’agriturismo sui quali il talentuoso chef Antonio Torchia predispone una serie di piatti che non strizzano l’occhio alla Cina quanto alla altrettanto lunga e nobile tradizione culinaria nostrana. l primo appuntamento è per domenica 21 aprile. Tra i piatti proposti spiccano i cuori di bambù ripieni di podolica calabrese – una rivisitazione delle tradizionali melanzane ripiene che profumano le estati a queste latitudini – con salsa di spinaci e bambù croccante o, ancora gli spaghetti alla chitarra con crema di bambù al pepe rosa, julienne di bambù affumicato e pomodorini confit. Bambù persino per dessert con una mousse alla vaniglia con topping di confettura di bambù aromatizzata al limone e cubi di bambù caramellati. 

Le proprietà del bambù

“Il germoglio di bambù ha un ..................... 

giovedì 9 giugno 2022

" L'illustrissimo Morzeddu " Su Italia Uno omaggio all'eccellenze gastronomiche con uno speciale sul “Morzello” di Catanzaro.

 La Calabria del sole, del mare e della gastronomia ma anche di eccellenze come quella su cui si sono accese le telecamere di Italia Uno, in particolare di Studio Aperto MAG, che ha dedicato uno speciale al “Morzello di Catanzaro.



Il celebre piatto, tipico del capoluogo   di Regione, che ha avuto una grande ribalta nazionale anche grazie a “La Notte Piccante”, è stato protagonista di un accurato servizio realizzato da Chiara Ottaviani per conto della principale televisione privata italiana.  Tutta la Calabria è stata idealmente racchiusa dal mare di Tropea, dal peperoncino QUI un antico volumetto che ne esalta le sue peculiarità. calabrese e, appunto, da “Il Morzello”. Un vero viaggio nella storia culinaria catanzarese, sin dalle origini ai giorni nostri. Il Morzello è una pietanza molto apprezzata dai catanzaresi e dai turisti e si realizza usando trippa e frattaglie bovine, concentrato di pomodoro, peperoncino piccante, sale, alloro e origano e si mangia assieme alla pitta, tipico pane di Catanzaro a forma di ciambella schiacciata e con poca mollica. Nonostante le sue umili origini, oggi è diventato uno dei piatti più rappresentativi della cucina catanzarese ma anche calabrese, ricevendo anche l’assegnazione del marchio De.C.O. a Denominazione Comunale d’Origine da parte del Comune di Catanzaro. Nel servizio, registrato presso una Morzelleria, hanno illustrato la ricetta gli chef Tommaso Marino ed Emanuele Mancuso spiegando la preparazione e le diverse varianti, da quello di trippa a quello di baccalà passando da quello di soffritto, un vero e proprio viaggio nella tradizione culinaria catanzarese.

Ha chiuso il servizio del programma di .........

lunedì 24 agosto 2020

Classifica dei migliori agriturismi D'Italia nei primi 10 anche un noto agriturismo alle porte di Catanzaro. Cibi a km zero e esperienza con la natura.

 

L’estate non è ancora finita, anzi, come riporta un bollettino Enit molti italiani quest’anno hanno scelto di partire in tarda stagione, tra fine agosto e inizio ottobre. C’è ancora dunque il tempo di dedicarsi a un po’ di sano relax e perché no, concedersi qualche coccola gastronomica. Certo, anche nelle Marche. TheFork, piattaforma leader per la prenotazione del ristorante online, ha cercato di analizzare le preferenze dei suoi utenti per garantire un’offerta sempre allineata con la domanda. Ad esempio cresce ancora la preferenza per gli spazi all’aperto quando si tratta di mangiare fuori infatti, solo nella prima metà di giugno 2020, il traffico nella ricerca di ristoranti con tavoli esterni ha visto un aumento del 224% rispetto all’anno scorso. Inoltre, la piattaforma ha analizzato le abitudini di consumo degli utenti e riscontrato che le cucine preferite sono quella mediterranea e di pesce, dunque quelle con radici nazionali.


Date queste premesse l’agriturismo è la struttura perfetta sia per tutti coloro che viaggeranno alla riscoperta delle bellezze del nostro paese e vorranno godersi qualche momento di relax degustando le specialità del territorio all’aria aperta sia per chi cerca un posto dove godersi una gita fuori porta per fuggire dal back to work. 

TheFork ha quindi realizzato una selezione per questo tipo di indirizzi, caratterizzati da menù ricchi di specialità gastronomiche regionali e soprattutto da ampi spazi all’aperto immersi nel verde. Lo scopo non è solo quello di venire incontro alle esigenze degli utenti ma anche di dare visibilità a meravigliose strutture che sono spesso lontane dai centri urbani.

Su TheFork si possono trovare oltre 600 indirizzi di questo genere, di seguito sono segnalati alcuni tra i migliori dove gustare i piatti della tradizione locale con prodotti genuini e a chilometro zero:

Agriturismo Castel Rainero (Pancalieri, TO) - Piatti tipici piemontesi, preparati con ingredienti provenienti dall’orto annesso all’agriturismo. Un’esperienza gastronomica resa unica anche dalla location d’eccezione, immersa nel verde con tanto di piscina. 




Agriturismo Sassi Della Luna (Cenate Sopra, BG) - 9 ettari di meravigliosa natura, tra vigneti, ulivi, alberi da frutto, filari di frutti di bosco, un rigoglioso orto e un bosco in cui pascolano mucche, capre e pecore. All’Agriturismo Sassi della Luna la stagionalità è tutto, per garantire piatti lombardi gustosi e sempre freschi.




Agriturismo Le Tese (Lazise, VR) - Poco distante dal lago di Garda, l’Agriturismo Le Tese offre piatti della cucina tradizionale veneta e proposte più creative, tutto preparato con prodotti locali. L’ampio giardino, la terrazza e la sala per i più piccoli rendono questo indirizzo adatto per ogni occasione.




Agritur Eden Marone (Riva del Garda, TN) - Una splendida struttura, immersa nelle colline e nel verde, con una vista lago perfetta per gustare piatti trentini doc, preparati ovviamente con prodotti del luogo. La struttura mette a disposizione anche un menù senza glutine.




Agriturismo Mezzaluna (Malchina, TS) - L'agriturismo Mezzaluna si colloca nel parco del Carso Triestino, a soli 2 chilometri dal mare, in una location davvero meravigliosa sia d'estate sia d'inverno. Lo Chef Diego Musizza propone piatti della tradizione friulana, preparati con prodotti genuini e di prima qualità. Menzione d'onore per lo spazio dedicato ai bambini.




Agriturismo Ben Ti Voglio (Bologna) - All'Agriturismo Ben Ti Voglio si viene accolti da un'atmosfera davvero familiare, di quelle che sembra proprio di stare a casa. I piatti del menù sono rigorosamente emiliani, realizzati con materia prima stagionale e di qualità.




Mamma Chica (Cozzano, SP) - L'Agriturismo Mamma Chica è davvero un'oasi immersa nel verde. Qui oltre all'allevamento di pollame e alla viticoltura, c'è anche un grande orto in cui si coltiva frutta e verdura. Il tutto naturalmente viene servito alle tavole del ristorante secondo le ricette della tradizione locale. 




Agriturismo Ristorante Artisti del Cavallo (Foiano della Chiana, AR) - Immerso nella campagna toscana, l’Agriturismo Artisti del Cavallo è un luogo accogliente, dinamico e soprattutto genuino. La cucina è quella tipica regionale. Da non perdere le serate “All you can picio”, in cui mangiare pici a volontà.




Colle degli Ulivi (Assisi, PG) - Un locale semplice e genuino, i cui veri protagonisti sono la bellezza delle colline umbre e la bontà delle specialità gastronomiche locali. Al Colle degli Olivi si possono assaggiare ricette tipiche regionali in un ambiente romantico con tanto di vista panoramica.




Centuria Agriturismo (San Pio delle Camere, AQ) - Immerso nel bosco, poco distante dal centro di San Pio delle Camere, la Centuria è un agriturismo situato all’interno di una ex tartufaia. L’azienda agricola di proprietà fornisce la materia prima per realizzare gustosi piatti regionali.




Cadabò (Montecarotto, AN) - Sulle colline di Jesi si viene accolti da una cucina genuina e attenta alla natura. I protagonisti sono ovviamente i piatti tipici marchigiani preparati con i prodotti tipici del territorio coltivati dall agriturismo Cadabò.




L’Orto di Hans (Contrada Madonna di Loreto, VT) - Un angolo di paradiso all’interno della Tuscia viterbese, al confine con Umbria e Toscana. L’Orto di Hans è il luogo perfetto per godersi un po’ di relax all’insegna della buona tavola. Qui si possono gustare i prodotti tipici del luogo affacciati su una splendida terrazza rivolta verso la Valle del Tevere.




Le Terre del Sacramento (Guardialfiera, CB) - Grazie alla sua posizione collinare, da qui potrete godere di una bellissima vista sulla valle e sul lago circostanti. Protagonista assoluta però è la materia prima con delizie del territorio preparate con ingredienti rigorosamente a km 0. In un attimo è possibile scoprire il gusto più sincero del Molise.




Casa Scola Ristorante (Gragnano, NA) - A due passi da Gragnano, luogo sacro per gli amanti della pasta, da Casa Scola si possono gustare i sapori autentici di una cucina campana genuina, preparata con le ricette di una volta. 




Agriturismo Serine (Castrignano del Capo, LE) - All’Agriturismo Serine si percepisce fin dal primo sguardo l’autentico amore per la natura che caratterizza il posto. Qui le coltivazioni sono realizzate con tecniche sostenibili e le carni vengono esclusivamente da allevamenti locali. Il menù è ricco di proposte della cucina tradizionale salentina, da gustare affacciati sulla..........

mercoledì 24 aprile 2019

Top Ten delle migliori trattorie. Nella classifica anche due locali Catanzaresi

Un sondaggio promuove le trattorie calabresi

Promosse a pieni voti le trattorie calabresi, vale a dire quegli esercizi senza pretese elitarie e più alla buona, che possono tuttavia vantare un ottimo rapporto qualità/prezzo puntando su prodotti locali d’eccellenza e un’ospitalità e un’accoglienza di prim’ordine. Spesso ingiustamente messe in ombra dai più blasonati ristoranti di lusso, sono però le sole in grado di far sentire ai propri clienti il vero sapore della terra che li ospita: la Calabria appunto. In occasione di questo maxiponte è stato realizzato un sondaggio dall’agenzia di comunicazione d’impresa “Klaus Davi & Co.” su 340 turisti, uomini e donne di età compresa tra i 25 e i 70 anni, provenienti da altre regioni. E le “taverne” calabresi, ovvero quelle che vengono comunemente chiamate “trattorie dei camionisti”, ne escono promosse a pieni voti. Ecco la top ten:
  1. In testa troviamo la.........

lunedì 30 luglio 2018

Bando da 12 milioni per i marchi DOP e BIO Calabresi. I prodotti di qualità regionali tutelati e sostenuti nel mondo


IL Dipartimento regionale Agricoltura e Risorse agroalimentari rende noto che sul portale www.calabriapsr.it è stato pubblicato l’avviso per la presentazione delle domande di sostegno relative alla Misura 3, intervento 3.2.1., sotto-intervento A “Attività di informazione e promozione dei marchi Dop, Igp e Bio” del Psr Calabria 2014-2020, annualità 2018. La dotazione finanziaria assegnata al bando, che tutela dunque i prodotti di qualità calabresi e sostiene azioni di informazione e promozione degli stessi sui mercati interni (territori dell’Ue) è pari 12.750.000 euro.“Si tratta di un bando della massima importanza – ha affermato il Consigliere regionale delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri – perché incentrato su un’adeguata promozione delle produzioni certificate del territorio regionale, con azioni dirette verso i consumatori ed i mercati, che devono essere ben consapevoli degli elementi qualitativi e di sostenibiilità che caratterizzano le stesse. Le produzioni di qualità calabresi – ha sottolineato D’Acri – sono numerose e già molto apprezzate fuori regione, ma necessitano di essere conosciute di più per posizionarsi meglio sui mercati. Il Programma di Sviluppo Rurale gioca un ruolo fondamentale in questo, e non a caso, rispetto alle passate programmazioni, le risorse destinate a questa Misura sono state aumentate notevolmente. Obiettivo primario della Regione Calabria è quello di valorizzare la fase di aggregazione del prodotto e la fase commercializzazione, affrontando il tema dell’apertura verso nuovi mercati e del consolidamento di quelli esistenti, con particolare attenzione alle potenzialità espresse dalle produzioni certificate a marchio europeo di qualità e dai prodotti ottenuti con metodo biologico. L’intervento – ha concluso il Consigliere D’Acri – consente di rafforzare sui mercati la conoscenza delle caratteristiche peculiari dei prodotti certificati regionali, contribuendo indirettamente sul rafforzamento della competitività delle singole aziende agricole”.“Questo è il primo di 4 bandi – ha affermato il Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura e Risorse agroalimentari Carmelo Salvino – rivolti alla promozione dei prodotti di qualità calabresi. A breve infatti pubblicheremo gli avvisi relativi al comparto oleario e quelli relativi alla partecipazione al Vinitaly ed al comparto vitivinicolo in generale, che abbiamo deciso di trattare a parte, in quanto settori strategici per l’economia dell’intera Calabria”.Il bando è frutto di un’intensa attività di concertazione e di condivisione con i consorzi e le strutture di valorizzazione dei prodotti a marchio europeo e della recezione dei fabbisogni espresse dagli stessi in base all’esperienza maturata nel corso di anni. È rivolto a gruppi di produttori che raggruppando gli operatori che partecipano ad un sistema di qualità per i prodotti agricoli ed alimentari, per uno specifico prodotto certificato. Il bando inoltre ha per oggetto il comparto zootecnico (salumi di Calabria Dop, Caciocavallo silano Dop e Pecorino Dop), quello ortofrutticolo (Clementine di Calabria Igp, Cipolla rossa di Tropea Calabria Igp, Patate della Sila Igp, Limone di Rocca Imperiale Igp, anche biologici; (Salumi di Calabria Dop, Caciocavallo silano Dop e Pecorino crotonese Dop), quello ortofrutticolo (Clementine di Calabria Igp, Cipolla rossa di Tropea Calabria Igp, Patate della Sila Igp, Limone di Rocca Imperiale Igp, anche biologici); ed altri prodotti di qualità quali Olio essenziale di bergamotto Dop, Fichi di Cosenza Dop, Liquirizia di Calabria Dop; Torrone di Bagnara Igp; prodotti certificati con metodo biologico; prodotti di montagna ed eventuali altri regimi.I progetti di informazione e promozione devono prevedere uno sviluppo triennale in modo da migliorare l’efficacia e l’efficienza delle azioni. Sarà finanziato un solo piano triennale per prodotto di qualità e l’associazione proponente dovrà presentare un ..........

venerdì 14 aprile 2017

Tradizione Pasquale della Cuzzupa. Guta,Cuddhuraci, Cuculi. Tipico dolce calabrese sempre presente su tutte le tavole per la Santa Pasqua

 La cuzzupa è un dolce tipico pasquale calabrese. Questo dolce è
di origine orientale usato per la domenica di Pasqua.
 Nel caso in cui in una famiglia ci sia una coppia di fidanzati, di
solito la suocera, nei confronti del futuro genero usa fare una grande
cuzzupa a forma di cuore, all'interno della quale vi incastona alcune
uova.




simboleggia la fine del digiuno di quaresima,
l'uovo è il simbolo della resurrezione del signore. Può avere varie
forme, a discrezione di chi la prepara, solitamente riguarda un tema
pasquale, gallina, pesce, cuore o altro. Al centro della cuzzupa è posto
 un uovo sodo che la tradizione vuole porti fortuna. La lievitazione
deve avvenire in ambienti caldi e poco aerati per evitare che il
processo si interrompa. Si usa amalgamare l'impasto nei giorni della
settimana Santa in modo tale da poter gustare il




Dal Pollino allo Stretto i dolci del periodo pasquale costituiscono, in
Calabria, l'eredità di tradizioni millenarie che si rinnovano come per
incanto nella Settimana Santa. Regina incontrastata, nelle tavole
imbandite per la festa della Resurrezione, tanto in famiglia quanto
anche nei locali pubblici, rimane la "cuzzupa", altrimenti detta "guta",
 "cuddhuraci", o "cuculi" a seconda della dislocazione geografica.

 Preparata con un certo anticipo la "cuzzupa" può assumere varie forme
(del genere gallina, pesce, cuore o altro) a discrezione di chi la
prepara con farina, lievito, olio extravergine di oliva, latte intero,
scorza di limone, zucchero e uova. Come amuleto porta fortuna, al centro
 del biscotto, viene collocato un uovo sodo, ma anche più di uno a
discrezione.
    In passato il dolce veniva preparato anche dalle
suocere e regalato per le feste pasquali alle neo spose come augurio di
fertilità.
    Altra golosità, tipica del periodo, sono le nepitelle,
 dolci profumati a forma di mezzaluna fatti con noci, marmellata,
mandorle, uva sultanina, fichi, cioccolato e cannella. Resta immutato,
soprattutto in ragione dell'influenza esercitata dal ........
a seguire ingredienti e preparazione dell'antica ricetta Calabresa 

venerdì 23 dicembre 2016

Le tradizioni di Natale in Calabria Quali sono le 13 portate che non devono mancare mai durante le Festività ?




Le strade dei paesi, tortuosi, acciottolate  e piuttosto buie, erano vivacizzate dagli zampognari, musicanti provenienti dalle vicine località montane, vestiti con lunghe calze di pecora, mantello scuro e cappello di velluto a forma di cono; essi, con il suono dolce e inconfondibile dei loro strumenti, le zampogne, andavano in giro per le strade del paese a suonare le nenie natalizie e a portare nelle case e nelle chiese l’augurio di prosperità e letizia. La zampogna, strumento tradizionale per eccellenza, era fatta con pelle di capra e canne lavorate da sapienti artigiani. Le famiglie accoglievano i suonatori con entusiasmo offrendo loro dolci e prodotti tipici locali in particolare salumi e formaggi oppure qualche piccola offerta in denaro. Il tipico canto di Natale intonato nelle Chiese era “Tu scendi dalle stelle” che la gente cantava con voce intensa e commossa. Gli inni, le orazioni e le giaculatorie rivolte all’unisono a Dio e alla Madonna , riflettevano il sentimento religioso dei fedeli, erano perciò intrisi di spontaneo entusiasmo e autentico slancio, caratterizzati da semplici intonazioni melodiche, talvolta alterati da espressioni linguistiche dialettali, comunque sempre appassionati. I suoni e i canti di Natale giungevano così alle orecchie degli abitanti del luogo in modo che tutti potessero partecipare all’emozione del Natale. Questi canti erano generalmente accompagnati da piccoli strumenti artigianali come tamburellisonagliflauti e organetti oltre che dalle suddette zampogne, dalle chitarre a corde battenti (catarra) e dal mandolino. Tali strumenti accompagnavano i vari eventi della vita nel lungo scorrere degli anni. Molto in uso presso la nostra gente era un particolare tipo di canto popolare: lastrenna (detta comunemente “strina”) il cui significato letterale è dono di buon augurio. La strenna, una delle tradizioni più vive e sentite della nostra provincia, era costituita da una serie di piccole strofe in rima, che esprimevano in versi dialettali locali un auspicio di felicità, di ricchezza e di buona salute per l’intera famiglia; essa era cantata e suonata al ritmo di un mortaio di bronzo con relativo pestello, da gruppi di ragazzi allegri e scanzonati che visitavano le varie case per portarvi il loro canto augurale. In cambio essi ricevevano dalle famiglie alcuni doni (per lo più dolci, frutta secca, vino e salumi fatti in casa) che andavano a depositare in un sacco di juta, detto comunemente “vertula” portato a spalla da uno dei componenti del gruppo. 
Vigilia di Natale: una tradizione particolarmente sentita in Calabria. Mentre al Nord il giorno di festa per eccellenza risulta essere il 25, al Sud la sera del 24 assume un valore importante, molto sentito e da trascorrere rigorosamente in famiglia, attorno alla tavola imbandita con i piatti della tradizione. Vigilia di Natale, dunque, richiama le pietanze a base di pesce e, da tradizione, le famose tredici portate. Un numero simbolico il 13, che assume significati religiosi che richiamano la tavola dell’ultima cena di Gesù, con i tredici Apostoli.
Quali sono le tipiche pietanze a base di pesce per la tradizionale cena della Vigilia di Natale calabrese?........

giovedì 29 gennaio 2015

" L'illustrissimo Morzeddu " Antico libricino che racconta le origini del piatto catanzarese più conosciuto. Leggilo tutto qui

Il morzeddhu (anche detto murseddu, morseddu, morsello o morzello), è un tipico piatto della gastronomia Catanzarese. Di seguito inserimo (completo di tutte le pagine) un antico volumetto che ne esalta le sue peculiarità.





a seguire le altre pagine che completano la lettura di questo breve ma interessante libricino  sulla storia del Morzeddu dalle sue origini sino a gustare a tavola il suo sapore unico e deciso con un bel bicchiere di vino locale rosso

giovedì 12 giugno 2014

Cicori, Spinaci ....... Ecco la classifica completa dei cibi che ci proteggono dalle varie malattie croniche come quelle cardiovascolari,neurodegenerative e cancro


Spinaci e cicoria le verdure più efficaci contro malattie croniche



Sono 41 i frutti e le verdure più potenti nel proteggerci dalle malattie croniche, come patologie cardiovascolari, neurodegenerative e cancro. Crescione, bietole, spinaci e cicoria fra i più efficaci. I meno protettivi sono invece pompelmo bianco, patate dolci, porri e more. La prima classifica di frutta e verdura super per la salute è stata messa a punto dai ricercatori della William Paterson University a Wayne, New Jersey, e validata dai Centers of disease control and prevention statunitensi.
Pubblicata su Preventing Chronic disease, si basa su un indice di densità nutritiva degli alimenti che calcola il rapporto fra la percentuale dei nutrienti protettivi per la salute contenuti, come potassio, fibre, proteine, calcio, ferro, tiamina, riboflavina, niacina, folati, zinco e vitamine A, B6,B12,C,D, E e K, e il contenuto calorico su 100 grammi e riguarda solo i vegetali crudi. La classifica, battezzata Powerhouse fruit and vegetable (PFV) include così un indice di densità nutritiva che va da un minimo di 10,47 (aggiudicato al pompelmo bianco, il meno protettivo) ad un massimo di 122,68 del crescione, primo in classifica.
Nei primi dieci posti, oltre al crescione, cavolo cinese (91,99), bietole (89,27),barbabietole verdi (87,08),spinaci (86,43),cicoria (73,36),lattuga(70,73),prezzemolo (65,59),lattuga romana (63,48) e verza (62,49). Al centro della classifica rapa verde, senape verde, indivia, erba cipollina, cavolo, dente di leone verde, pepe rosso, rucola, broccoli, zucca, cavoletti di Bruxelles, scalogno, cavolo rapa, cavolfiori, cavolo, carote, pomodori, limoni, lattuga iceberg, fragole, ravanelli, zucche, arance, lime, pompelmo, rapa svedese.
Infine, negli ultimi 5 posti rapa, more, porri, patate dolci e pompelmo bianco. Esclusi lampone, mandarino, mirtillo rosso, aglio, cipolla e mirtillo perchè non corrispondenti ai parametri dell’indice scelto. Precisano gli autori: “La classifica chiarisce la ....

venerdì 31 gennaio 2014

Antica preparazione del sapone fatto in casa. In tempo di crisi questi antichi rituali ormai in dissuso possono ritornare utili.







Larte della saponificazione è antica quanto l’uomo: più di duemila anni fa in Mesopotiamia, uomini e donne usavano detergere il corpo con l’ausilio del sapone, così come è dimostrato da alcuni ritrovamenti archeologici. Sebbene nel mondo greco-romano questa pratica trovi scarsa diffusione, considerando che queste civiltà preferivano come metodo di pulizia il bagno di vapore delle terme, vedremo che nel medioevo, intorno all’800 a.C nell’attuale Siria, comparirà il sapone nella sua forma solida, così come lo conosciamo oggi. Ripristinare quest’antica tradizione è da considerarsi un grosso guadagno per la salute e il portafoglio: perché dunque non optare per una pelle sana, morbida e pulita sbizzarrendosi con la propria creatività? Vi sveleremo la tecnica per la produzione del sapone a freddo, la più semplice da realizzare soprattutto per chi è alle prime armi. Bisogna procurarsi delle pentole, un paio di guanti, una caraffa di pirex, un termometro da cucina, un cucchiaio di legno, un cucchiaio in acciaio, un frullatore a immersione, un paio di occhialini e una mascherina, coperte vecchie, giornali, stampi per sapone oppure contenitori in tetrapack.



A seguire la preparazione dettagliata per avere un ottimo sapone molto economico ma efficace.



domenica 21 aprile 2013

Ecco l'elenco dei 10 alimenti che portano la felicità

ognuno di noi ha il proprio “metodo” per tirarsi su di morale o per sfogare lo stress della vita quotidiana. C’è chi ama andare in palestra, chi passare il tempo libero leggendo libri, chi passeggiare con il proprio cane, uscire con gli amici o fare shopping. Questi sono tutti rimedi validi per i momenti di “umore nero”. Poi, c’è chi ama mantenere il buonumore attraverso l’alimentazione: esistono infatti alcuni cibi che ci aiutano durante i momenti di stress acuto, e che contrastano il malumore donando alla nostra mente la serenità di cui abbiamo bisogno.
Di seguito 10 alimenti della felicità:
- Il cioccolato: È inutile dirlo, il cioccolato è uno dei cibi che più di tutti è in grado di risollevare il morale. Da secoli vero e proprio “elisir” di felicità, è apprezzato veramente da tutti dai bambini agli adulti. Il cioccolato fondente contiene la feniletilamina, un alcaloide e un neurotrasmettitore che dona al cervello una sensazione di benessere diffusa paragonabile a quella che si prova durante le fasi dell’innamoramento. Inoltre, nel cioccolato è presente un altro alcaloide, la teobromina, capace di stimolare il sistema nervoso centrale e di migliorare l’umore scatenando meccanismi di benessere e appagamento.
Benché il cioccolato faccia bene all’umore, non dobbiamo dimenticare di non esagerare con questo alimento: a causa dell’elevato valore calorico rischiamo infatti di ingrassare se ne mangiamo troppo. Tuttavia, non più di 20-30 grammi al giorno di cioccolato fanno bene a mente e corpo, linea compresa.
- Il miele: anche il miele, come tutti gli alimenti zuccherati, ha la capacità di stimolare la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore responsabile di far provare serenità e rilassatezza all’individuo, e di endorfine. Ma al contrario degli altri zuccheri semplici (saccarosio in primis) il miele contiene molte alte vitamine e sostanze nutritive che fanno bene a corpo e mente: manganese, ferro, iodio, vitamine A, E, il complesso delle B e il potassio sono dei toccasana per l’organismo e, in sinergia, favoriscono l’assorbimento del magnesio, primo responsabile della sensazione di buonumore prodotta dal miele, considerato da sempre un antidepressivo naturale che favorisce concentrazione e riposo.
- Il peperoncino: Importato in Europa da Colombo, il peperoncino veniva già usato in Asia da centinaia di anni. In questo continente viene considerato un alimento in grado di combattere le depressioni lievi, associate soprattutto all’inappetenza, e di rinvigorire corpo e mente, grazie alle sostanze in esso contenute. Il peperoncino, infatti, è ricco di vitamine importanti per l’organismo, come la C, la A e la E, ma anche di ferro, potassio e magnesio, la cui carenza può generare stati di ansia e malinconia diffusi. Inoltre, il peperoncino stimola il cervello a produrre le endorfine, degli antidolorifici naturali, i quali contribuiscono a loro volta a ricreare una sensazione di benessere generale.
- Il pollo: Le carni bianche come il pollo, tacchino e vitello, sono una fonte di energia a lento rilascio e diminuiscono l’appetito favorendo il senso di sazietà. Questo tipo di carne, povera di grasso, è anche indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo. la produzione di dopamina, neurotrasmettitore capace di risollevare l’umore regolando la frequenza cardiaca e producendo una sensazione di benessere diffuso. Inoltre, il pollo è ricco di una sostanza chiamata triptofano (o vitamina PP), un aminoacido essenziale che è bene assumere attraverso un’alimentazione equilibrata. Questo è definito come un precursore della melatonina (responsabile della regolazione sonno/veglia e quindi del sonno in generale), della serotonina (neurotrasmettitore legato alla sensazione di benessere) e della niacina (la cui carenza genera sensazioni di ansia, depressione e miastenia).
-Il merluzzo: così come il salmone e il pesce azzurro in genere, il merluzzo è una fonte di Omega 3 e 6, i cosiddetti acidi grassi buoni che non dovrebbero mai mancare in una dieta equilibrata. Infatti, molte ricerche hanno mostrato il loro effetto antidepressivo, essendo in grado di attutire gli effetti nocivi dello stress quotidiano. Effetti maggiori si sono riscontrati in relazione al consumo di questi alimenti crudi, facendo bene attenzione alla freschezza dei cibi che in questo caso sono facilmente deperibili. Inoltre, il merluzzo è tra i pesci che hanno una maggiore percentuale di triptofano, aminoacido essenziale di cui abbiamo parlato in relazione alle carni bianche che possiede delle qualità antidepressive molto importanti.
- Le uova: Le uova sono un ottimo alleato contro la depressione. Questo grazie ad una sostanza di cui sono ricche, l’acido pantotenico o vitamina B5, noto per la sua capacità di sostenere corpo e mente nelle situazioni di stress. Una carenza di questa sostanza determina infatti stati di ansia, tristezza, apatia e nervosismo, direttamente legati ad uno stato depressivo minore. È bene quindi non eliminare le uova da un regime alimentare equilibrato, anche se bisogna far attenzione al colesterolo: i medici consigliano di non superare la quantità settimanale di 2, mangiate possibilmente non nello stesso pasto.
- Broccoli e spinaci: Le verdure non potevano mancare tra gli alimenti che donano felicità. I broccoli e gli spinaci, poi, sono persino degli ottimi antidepressivi naturali. Questi vegetali sono ricchi infatti di vitamina B9, nota come acido folico, sostanza in grado di prevenire e alleviare gli stati di ansia lievi e di allontanare il rischio di depressione, anche quella post partum. Spinaci e broccoli sono in assoluto gli alimenti con la maggior quantità di questa sostanza ed è bene integrarli nella dieta quotidiana per assimilarla al massimo, avendo cura di non cuocerli troppo per non perderne tutte le proprietà, compresa quella antidepressiva.
- Cereali integrali: ricchi di acido folico, cereali integrali come pasta, pane e corn flakes sono ottimi alleati nella lotta alla depressione. essendo degli zuccheri a lento rilascio d’energia, impegnano lo stomaco nella digestione per qualche ora e, al contrario di quelli semplici, la loro presenza nel sangue si mantiene costante per molto tempo. Ne consegue che la sensazione di benessere e di sazietà data da questo tipo di alimenti sia un toccasana per l’umore e ci faccia sentire appagati e sereni. L’acido folico, infatti, è il primo responsabile della sintesi di dopamina, serotonina e noradrenalina, indispensabili neurotrasmettitori cerebrali.
- Le banane: come tipo di frutto non è il più amato soprattutto dai nutrizionisti in quanto uno dei più “calorici”, ma la banana è un vero e proprio toccasana per l’umore. Questo grazie a molte sostanze di cui è ricca quali le vitamine del gruppo B, la vitamina C, il triptofano, la tiamina, il magnesio e il calcio. Se ne deduce che la banana può essere considerato il frutto del buonumore per eccellenza. Inoltre, pratica da portare in ufficio o a scuola, la banana è un frutto dalle mille proprietà, che fa bene alla salute e all’umore.
- Il caffè: da sempre una bevanda controversa, il caffè se preso in dosi moderate non fa male all’organismo. Diversi studi hanno dimostrato che la caffeina...

giovedì 10 gennaio 2013

Alla riscoperta delle gustose ricette Calabresi: Crepes con ricotta, sopressata Calabrese e asparagi

Crepes con ricotta, soppressata Calabrese e asparagi 
Ingredienti: per le crepe: 300 ml di latte 120 g di farina 2 uova un pizzico di sale grana grattugiato pepe nero a piacere
 Ripieno: 400 gr. di asparagi 300 gr. di ricotta 1 uovo pecorino grattugiato Sale Passata di pomodoro Pane grattuggiato qb Soppressata qb


Frullate tutti gli ingedienti per il ripieno in un robot da cucina, l’impasto deve risultare abbastanza denso per potrelo stendere sulla crepe e mettetelo da parte.
Nel frattempo fate riscaldare una padella antiaderente della misura che preferite con una lacrima di olio e versate il composto di 300 ml di latte, 120 g di farina, 2 uova, un pizzico di sale, grana grattugiato, pepe nero a piacere dopo averlo sbattuto anche volendo con una frusta elettrica, regolatevi con la dose da versare di volta in volta in maniera da far risultare le crepes tutte uguali tra loro ruotando la padella in modo che il fondo sia ricoperto da uno strato sottile.
Dopo qualche minuto giratela e fatela cuocere anche dall’altro lato dopo di che adagiatela su un piatto e spalmate il ripieno.
Chiudete i lembi laterali di circa 1cm e arrotolate, potete lasciarla cosi o tagliarla trasversalmente alla metà oppure a chi piace, si possono tagliare tanti rotolini e posizionarli cosi in una teglia.
Io personalmente preferisco usare teglie di vetro, mi piace vedere l’interno e la cottura è ottimale.
Sul fondo della pirofila mettete il sugo precedentemente fatto ben consumare della quantità che desiderate e poggiatevi le crepe, su ognuna stendere un cucchiaio scarso di salsa, una spolverata di pecorino grattigiato e un filo di olio.
Infornate il tutto a 180° fin quando non vedete che le crepe hanno fatto una leggera doratura, attenzione a non farle seccare, il sugo che fa da base non dev’essere molto denso ma piuttosto liquido perché la cottura in forno tende a farlo restringere.

domenica 21 ottobre 2012

Ricette tipiche calabresi Pane alle castagne


Il Pane dei castagne ( o di castagna) è un tipico alimento che veniva usato dalle popolazioni più disagiate, soprattutto nei centri delle aree interne delle Calabria, come alimento alternativo al più costoso pane tradizionale ottenuto dalla farina 00, ma anche per sfruttare la castagna, di cui sono molto ricche alcune aree della regione. Il pane veniva prodotto e consumato soprattutto nei periodi invernali, quando molti centri montani rimanevano completamente isolati a causa delle abbondanti nevicate, e risultava difficile il reperimento della farina per la produzione del pane.
Questo prodotto assume forma circolare, di piccole dimensioni e del peso di 1 o 1,5 kg. E' un prodotto ricavato dalla lavorazione della farina di castagne, farina prodotta per metodo di essiccazioni delle castagne dopo adeguata lessatura e successiva trasformazione in purea, oppure con le castagne macinate dopo essiccazione
 A seguire una semplice ricetta per fare in casa un ottimo pane di castagne
 

mercoledì 25 luglio 2012

Ricette tipiche Calabresi "Frittata cu a cipulla russa e Tropea"

 La coltivazione della "Cipolla rossa di Tropea" ha avuto una sua prima diffusione e tipicizzazione nelle zone ricadenti sui comuni di Parghelia e Zambrone per poi diffondersi verso la zona di Capo Vaticano coinvolgendo i comuni di Tropea e Ricadi. La "cipolla rossa di Tropea" per la carnosità, il sapore dolce, ed il carattere croccante, risulta ancora oggi una dei prodotti più sorbevoli e richiesti.Tutti sono concordi nell'attribuire alla "Cipolla di Tropea" proprietà terapeutiche eccezzionali, cosi come hanno confermato scrupolose analisi di laboratorio.Non vi è dubbio quindi che la "Cipolla rossa di Tropea" rappresenta oggi uno dei prodotti tipici locali più interessanti dell'intero panorama agricolo italiano.Stabile nel periodo invernale, senza sbalzi di temperatura per l’azione di mitezza esercitata dalla vicinanza del mare, e dei terreni freschi e limosi, che determinano le caratteristiche pregiate del prodotto. La cipolla rossa di tropea, composta da varie tuniche concentriche carnose di colorito bianco e con involucro rosso, e’ coltivata in queste zone da oltre duemila anni importata dai fenici, e da oltre un secolo.
a seguire una  antica  ricetta semplice da preparare
FRITTATA CON LA CIPOLLA DI TROPEA Antica ricetta contadina

martedì 19 giugno 2012

Ricette tipiche calabresi. Parmigiana alla calabrese


Le melanzane: ortaggi che si differenziano per grandezza, forma e colore a seconda della varietà. Originaria dell’India, fu introdotta in Europa a partire da metà del 1400 dagli Arabi e da alcuni Carmelitani. Il nome melanzana, di origine araba, veniva letto come "mela non sana", a definirne la impossibilità di mangiarla cruda, perché non buona e non salutare.La melanzana presenta un grande contenuto di potassio, poco calcio e fosforo. Contiene un alto contenuto in fibra alimentare, ideale contro la stipsi.
Oltre alle proprietà nutritive la melanzana è nota anche per le sue proprietà depurative; regolarizza e stimola l’attività del fegato, aumentando la produzione e l’eliminazione della bile.

Nella cucina calabrese si fa un uso grandissimo di melanzane, saranno parecchie le ricette a base di melanzane  he inseriremo,iniziamocon questa ricetta tipica Italiana con un tocco di ingredienti calabresi
PARMIGIANA ALLA CALABRESE
ingredienti
8 melanzane grosse del tipo dolce; 2 tazze da latte di salsa di pomodoro già cotta;3 etti di provola a fettine sottili; 2 fette di mortadella tagliata fine; parmigiano abbondante; pane grattugiato; olio per friggere; sale e pepe q.b.
preparazione

mercoledì 4 aprile 2012

Ricette tipiche: Patati e cacioffuli. Patate e carciofi

I carciofi
La pianta dei carciofi ama il clima mediterraneo. Se lo si lasciasse crescere senza reciderlo prima a scopi culinari, il carciofo diventerebbe un grosso fiore simile a quello che si trova sullo stemma della Scozia. I greci lo chiamavano Kinara, i romani cynara, il nome attuale del carciofo deriva dall'arabo al kharshuf. Ciò che distingue i diversi tipi di carciofo sono le spine che possono essere presenti o meno e il colore che può essere verde tendente al grigio o violetto. i carciofi sono considerati i protettori del fegato, anche se in realtà i principi attivi sono contenuti nelle foglie che solitamente non vengono mangiate. Sono molto ricchi di fibre e di minerali, mentre è relativamente basso il contenuto di sodio. Non molto ricchi di vitamine, solamente un po' di A e C, possono essere mangiati da tutti e a tutte le età perché facilmente digeribili.
Di seguito una gustosa ricetta tipica calabrese di "cacioffuli e patati" inviata da (lux)

giovedì 15 marzo 2012

Pasta e casa ara calabrisa fatta ccu u rano e Jermanu. Pasta fatta in casa con farina di segale alla calabrese

La Pasta fatta in casa è una delle antiche pietanze più diffuse in tutta la Calabria e l’Italia. La ricetta tipica antica in questo caso viene determinata, dal grano e il jermano (segale) macinate al mulino ad acqua, dalle giuste quantità delle farine per preparare l’impasto e dall’arrotolare la pasta con un procedimento antico che si tramanda da generazioni. Il condimento ideale varia a secondo i gusti, con carne di capra, di maiale e/o con polpette o con lo stocco (pescestocco), e per ultimo, una grattugiata di formaggio o ricotta affumicata di latte di capra, tipici del posto, che portano all’esaltazione di questo piatto
 Ingredienti:
  • 500 gr.di farina di grano e/o segale
  • un cucchiaio di olio d’oliva
  • acqua e sale q.b.
Preparazione:
 Il grano duro e il jermano (segale) vengono macinati al mulino ad acqua. La farina ricavata viene utilizzata per la preparazione della pasta di casa fatta a mano, che viene preparata con le farine di grano e/o di segale a secondo i gusti. Dopo unite in un recipiente, si procede all’impasto con acqua, poco olio e si lascia riposare per circa mezzora, coperta con un tovagliolo nello stesso recipiente. Poi si taglia a pezzi piccoli e viene arrotolata sul tavolo a mano o con cannicci di palude “junchi” , dando la forma di spaghetti o di bucatini. La pasta si mette filo per filo, su una tovaglia infarinata lasciandola asciugare in attesa di essere bollita. Dopo viene bollita in abbondante acqua salata, poi scolarla bene e si rimette nella stessa pentola o viene saltata in padella, e si versa il sugo sulla pasta, mescolare e lasciare riposare per pochi minuti.
Per il condimento, è particolare il sugo corposo e piccantino di ragù preparato alla vecchia maniera in un tegame di terracotta con il pomodoro e carne di capra, o di maiale e/o con le polpette fatte di carne di maiale. Ottima e profumatissima è anche la pasta condita con il sugo dello “Stocco” (pescestocco) e/o “trippiceji” di baccalà.  è uno dei prodotti tipici più rinomati della Calabria.

giovedì 22 dicembre 2011

Ricette tipiche Calabresi Baccalà e Cavolfiore

 l baccalà è uno dei pesci più gustato in Italia. Di divide in due tipi: il baccalà vero e proprio e lo stoccafisso. La loro differenza è nel tipo di conservazione essendo lo stesso pesce: il merluzzo. Il baccalà è conservato sotto sale mentre lo stocafisso viene fatto essiccare al sole, a volte anche affumicato secondo le tradizioni locali. Anche la provenienza ha importanza per la qualità delle carni. Il migliore è sicuramente quello norvegese di notevoli dimensioni, meno pregiato invece quello francese di dimensioni molto più piccole, più spinoso, ma comunque gradevole. Lo stoccafisso, quasi del tutto insipido, è preferito al nord d’Italia per la realizzazione di piatti tipici come il famoso “baccalà alla vicentina”. La ricetta che vi proponiamo e tipica del sud ed è “obbligatoria” nel menu tradizionale della  Calabria per la vigilia di Natale.
Ricetta del Baccalà e Cavolfiore

Ingredienti per 6 persone:
800 gr di baccalà ammollato - 800 gr di cavolfiore - 1 dl. di olio extra vergine di oliva - mezzo bicchiere di aceto - quanto basta di succo di limone, sale, prezzemolo tritato e pepe

Preparazione: