venerdì 28 novembre 2014

Annata nera per l'oro verde! La Calabria seconda regione produttrice dell'olio d'oliva vede la produzione in forte calo di circa il 40% causa il clima e la mosca



Una bottiglia su tre dell'olio italiano se l'è bevuta una mosca terribile. E il prezzo di ciò che si è salvato è alle stelle. È l'anno nero dell'extra vergine d'oliva. Non se ne produce. Non se ne trova. Una tragedia per i coltivatori, un dramma per gli appassionati della bruschetta. Tutta colpa del clima pazzo e del concatenarsi di una serie di eventi negativi. A giugno l'unica vera ondata di calore ha provocato il disseccamento dei fiori compromettendo la produzione di frutti. Quelli sopravvissuti hanno poi dovuto combattere con alti tassi di umidità, piogge abbondanti, poco sole, condizioni ideali per malattie e attacchi parassitari. Come quello della famelica mosca. Che ha fatto strage. E come se non bastasse, a dare il colpo finale ad un settore che conta su 250 milioni di piante, garantisce impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative all'anno e un fatturato di 2 miliardi di euro, sono arrivate le tempeste di grandine. il bollettino è dappertutto di guerra: più che dimezzata la produzione nel centro Italia, Umbria compresa, in Puglia e Calabria contrazione di oltre un terzo, in Campania e Sardegna -40%, -37% nel Lazio, in Sicilia -22%. Lo stivale piange in media un crollo della produzione di -35% e si attesta intorno alle 302mila tonnellate rispetto alle 464mila (dato Istat) della scorsa campagna. È una batosta per gli italiani che ogni anno consumano 12 chili di olio etravergine a persona. E la qualità, checché ne dicano i produttori, non è quella delle annate migliori, mentre i prezzi sono ovviamente in salita.In Calabria si annuncia annata di scarica soprattutto nella pianura, mentre in collina e nelle aree pedemontane la situazione appare meno compromessa. Il calo produttivo sarà comunque del 20% e difficilmente la produzione supererà le 50 mila tonnellate.
Situazione migliore in Sicilia, unica regione italiana che si salva dal segno negativo. La produzione risulterà stabile, forse addirittura un lievissimo incremento, rispetto all'anno scorso.
Drammatica invece la situazione in tutto il centro nord, con cali del 50% in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia. Cali consistenti anche in Umbria, Campania e Lazio, tutte al -40%, mentre in Toscana, a causa della scarsa produzione nel Chianti e nel Senese, il calo si fermerà al 35%.
Le maggiori preoccupazioni riguardano ora i danni quantitativi procurati dalla mosca delle olive i cui attacchi ripetuti potrebbero far ridurre ancora la produzione in alcune aree e far propendere per non raccogliere laddove la situazione appare compromessa.
Se l'Italia è in grande difficoltà festeggia invece il ritorno a produzioni abbondanti la Grecia, grazie a buone performance a Creta, dove si produce il 30% dell'olio greco, e in tutto il ......
Peloponneso. Dopo l'annata di scarica dell'anno scorso la produzione greca dovrebbe risalire a livelli abituali, tra le 280 e le 300 mila tonnellate, insidiando quindi all'Italia il posto di secondo maggior paese produttore.
Se sarà un testa a testa con la Grecia, a incalzare c'è la Tunisia che dopo l'annata di scarica festeggia una produzione mai vista. Olivi talmente carichi che i rami si stanno spezzando per la troppa produzione sia nel nord sia nell'area di Sfax. Le condizioni meteo sono state ideali con piogge estive che hanno ridotto la siccità ma non hanno attenuato le alte temperature così tanto da avere significativi attacchi di mosca olearia. Non solo produzione abbondante quindi ma anche di buona qualità. La produzione complessiva si attesterà tra le 230 e le 260 mila tonnellate.

Selliaracconta il Comprensorio

2 commenti:

  1. ma vi siete mai chieste come può un supermercato venderlo a 3 euro al litro spacciandolo per extravergine
    Giuseppe

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  2. Troppe malattie prima la campagna olearia durava sino a primavera ora meno di un mese

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