giovedì 14 gennaio 2021

Vicini serpenti. Alle porte di Catanzaro 2 donne mamma e figlia , per accaparrarsi l’uso esclusivo di una corte, lanciano sale, oggetti o rifiuti conditi di insulti di ogni genere.

 Due donne catanzaresi, rispettivamente madre e figlia di 77 e 56 anni, sono state raggiunte oggi da un’ordinanza di applicazione della misura del divieto di avvicinamento nei confronti di alcuni vicini di casa e dei loro congiunti.


Il provvedimento è stato notificato dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro in quanto le due sarebbero ritenute responsabili dei reati di stalking e violenza privata in danno dei vicini.

I FATTI

Le due donne, che abitano nel quartiere Siano, per accaparrarsi l’uso esclusivo di una corte, avrebbero messo in atto una serie azioni al fine di impedire ai vicini di fruire degli spazi comuni, mediante il posizionamento di grossi vasi, blocchi di cemento e grosse pietre, l’installazione di inferriate o, semplicemente, parcheggiando mezzi in modo da impedire il transito.

Altre volte gli spazi comuni sarebbero stati, invece, imbrattati con il lancio di oggetti o rifiuti e, addirittura sarebbero stati teatro di riti propiziatori con il lancio di sale. Le condotte illecite avrebberi coinvolto, talvolta, anche ignari ospiti dei vicini, che si sono visti rivolgere insulti di ogni genere.

A causa del comportamento persecutorio, le vittime avrebbero subito disagi notevoli, in quanto in alcune occasioni sarebbe stata impedita anche la fornitura di servizi essenziali, come il rifornimento del GPL per uso domestico o lo scarico di generi alimentari.

Ad essere destinatari delle invettive delle indagate erano stati anche operatori della Polizia di Stato che avevano effettuato diversi interventi su richiesta delle vittime; per tale motivo una delle donne risulta indagata anche per oltraggio a pubblico ufficiale.

La vicenda è stata minuziosamente ..................................

ricostruita dalla sezione specializzata della Squadra Mobile, nell’ambito di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, che, valutata la gravità dei fatti, ha richiesto al GIP, ottenendola, l’emissione della misura cautelare oggi eseguita.

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