giovedì 26 giugno 2025

confisca in Italia e all’Estero beni per oltre 140 milioni di euro a imprenditori collusi con la ndrangheta. 58 terreni e 21 fabbricati) ubicati nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Roma, Frosinone e Novara.

 


Nello specifico, le misure ablative hanno riguardato l’intero compendio aziendale comprensivo di 79 immobili (58 terreni e 21 fabbricati) ubicati nelle......... 

province di Reggio Calabria, Catanzaro, Roma, Frosinone e Novara e 85
tra automezzi ed autoveicoli – di n. 28 imprese, 3 delle quali con sede in Germania, attive prevalentemente nei
settori del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, della manutenzione e riparazione di containers, della
locazione immobiliare di beni propri e del trasporto merci su strada, di 1 ditta individuale operante nel settore
agricolo, delle quote di 1 società operante nel settore della locazione immobiliare di beni propri, di ulteriori beni
immobili (8 fabbricati di cui 6 ubicati a Roma) e mobili registrati (1 motoveicolo e 7 autoveicoli), 4 orologi di
lusso, circa 1 milione di euro in contanti e disponibilità finanziarie, accese anche all’estero, per un valore
complessivo stimato in oltre 140 milioni di euro.

Il Comando Provinciale di Reggio Calabria, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità

Organizzata (S.C.I.C.O.), ha confiscato beni per un valore complessivamente stimato in oltre 140 milioni di
euro riconducibili a 5 imprenditori reggini coinvolti nell’operazione “ANDREA DORIA”, condotta a contrasto
dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia legale.

L’odierna attività, in particolare, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta
dal Procuratore f.f. Dott. Giuseppe Lombardo, si è concretizzata nell’esecuzione sull’intero territorio nazionale
e in Germania – di due provvedimenti, emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale.

Le attività investigative da cui scaturiscono i provvedimenti ablativi in argomento il cui sviluppo processuale
attualmente si trova nella fase dibattimentale avevano svelato un articolato sistema di frode fiscale, realizzata
nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniata su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad
evadere l’IVA e le accise, nonché sull’impiego di false dichiarazioni di intento (istituto che consente di acquistare
in regime di non imponibilità).

Il sodalizio criminale avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito
fiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo una serie di operatori economici imprese “cartiera” di
commercio di carburante, depositi commerciali e brokers locali con lo scopo di evadere le imposte in modo
sistematico.

In specie, le investigazioni hanno fatto emergere come i destinatari del provvedimento di confisca allo stato del
procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della
responsabilità fossero imprenditori “collusi” e, taluni dei medesimi, facenti parte di sodalizi criminali egemoni
nella “Piana di Gioia Tauro” e nella “Locride” nonché al servizio di altre consorterie di ‘ndrangheta collegate,
con il compito di riciclare i proventi derivanti da attività delittuose mediante le proprie attività aziendali nel
settore della distribuzione e del trasporto dei carburanti petroliferi.

L’indagine patrimoniale in rassegna, anche valorizzando pregresse risultanze investigative, ha consentito di
rilevare, più nel dettaglio, il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dei predetti, il cui valore
è risultato sproporzionato rispetto alla capacità economico/reddituale manifestata.

Pertanto, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha prima disposto il sequestro del
patrimonio riconducibile ai predetti soggetti (società, immobili, beni mobili tra cui orologi di lusso, nonché
denaro contante e risorse finanziarie, ubicati in tutto il territorio nazionale ed all’estero) per un valore complessivamente stimato in circa 122 milioni di euro.

Successivamente, all’esito di ulteriori e mirati approfondimenti, la misura patrimoniale è stata estesa ad ulteriori
beni (società, immobili ubicati in Calabria, nel Lazio ed in Piemonte e posizioni finanziarie accese all’estero) del
valore di circa 19 milioni di euro.

All’esito dell’iter giudiziario, il Tribunale reggino, condividendo la rilevanza degli elementi raccolti nel corso
degli accertamenti eseguiti, ha disposto la confisca dei suddetti beni.


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