sabato 26 febbraio 2011

Terribile incidente sul lavoro ieri a Catanzaro: un operario di appena 24 anni precipita dall'altezza di 18 metri in uno dei cantieri per l'ammodernamento della statale 280 nei pressi di CZ Lido.

Il luogo del terribile incidente


Aveva appena 24 anni si chiama Stefano Guarascio, 24 anni, di Santo Stefano di Rogliano l’operaio deceduto ieri mattina, intorno alle 10,30, in un cantiere per l’ammodernamento della Statale 280 nei pressi di Catanzaro Lido. Il ragazzo, secondo quanto si è appreso, stava lavorando sopra un ponteggio quando è caduto. L’operaio lavorava per una ditta del Cosentino, la Piano Lago calcestruzzi. Sul posto sono giunti il medico legale, dottor Pepe, il pm di turno Paolo Petrolo, e i carabinieri della stazione di Catanzaro Lido e del Nisa, Nucleo ispettorato sanità e ambiente. Ed è stato sequestrato dal personale del Nisa, il Nucleo ispettorato sanità e ambiente della Procura, il tratto di ponte dal quale l’operaio è caduto. “Ancora una volta siamo costretti a richiamare l’attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro a causa di un incidente in cui ha perso la vita un operaio”. È il commento del segretario regionale Ugl Calabria, Antonio Franco, riferendosi alla morte del giovane operaio a Catanzaro. “Ci aspettiamo che siano accertate tutte le responsabilità del caso e chiediamo un impegno maggiore da parte di tutti i soggetti interessati - evidenzia il sindacalista - innanzitutto sul fronte della prevenzione, intensificando le ispezioni nei cantieri e sanzionando in modo più incisivo le irregolarità nell’applicazione della normativa vigente”. “Non avendo per il momento informazioni più dettagliate sulla vicenda -conclude Franco - evitiamo le abituali polemiche sul lavoro nero, diffuso più che altrove proprio in Calabria, ma ribadiamo l’assoluta intransigenza sul rispetto delle norme di sicurezza”.

Il cavalcavia in costruzione da dove è precipitato l'operaio
Dal canto suo Pino Commodari, componente del Comitato politico nazionale di Rifondazione comunista, in una nota esprime il “più sincero cordoglio e la vicinanza alla famiglia per il giovane operaio morto a Catanzaro”. “Dietro ogni incidente, dietro ogni morte sul lavoro - sostiene ancora Commodari - c’é sempre lo sfruttamento, il modo di lavorare e la condizione di subalternità delle lavoratrici e dei lavoratori alle logiche e agli interessi delle imprese. Guai a far cadere sui lavoratori la responsabilità, con argomenti come la disattenzione o l’errore umano. Queste cause sono pressoché inesistenti e, in ogni caso, il prodotto di un inadeguato livello di applicazione del processo tecnologico. In questi anni il costo del lavoro è stato abbattuto con ogni mezzo possibile e la sicurezza è stata considerata “naturalmente” uno dei costi da tagliare. Sono state introdotte nuove tipologie di lavoro che hanno moltiplicato la precarietà, hanno aumentato il ricatto occupazionale, hanno accelerato i ritmi di lavoro. Per le imprese la precarietà del lavoro ha sostituito cinicamente la svalutazione competitiva dei decenni scorsi e rappresenta oggi lo strumento privilegiato dell’estrazione di profitto

Franco oooh franco....... Divertentissimo video di Franco Neri sulle 5 dita di Catanzaro.

Sgarbi si rifà dare la scorta che gli era stata tolta perchè la usava per fare giri a ragazze e amici,in contemporanea a chi si trova in prima linea nella lotta contro la mafia la scorta viene dimezzata o peggio eliminata.


Gliel'avevano tolta perché la usava per gli affari suoi, amici e ragazze. Ma lui si è infuriato, ha finto di dimettersi da sindaco di Salemi ed è andato a piagnucolare da Berlusconi. Risultato: oplà, il critico d'arte ha di nuovo guardaspalle e lampeggianti. Mentre la tutela viene dimezzata a chi è in prima linea contro la mafia
(22 febbraio 2011)
In sordina, senza che notizia sia stata seguita da clamori o proclami, Vittorio Sgarbi ha riottenuto la scorta. Il critico d'arte, sindaco di Salemi, nei giorni scorsi è tornato ad essere un uomo politico destinatario della protezione armata. Nelle stesse ore a Massimo Russo, per vent'anni pubblico ministero antimafia in Sicilia, e oggi assessore regionale alla Sanità, la scorta veniva invece dimezzata: non più due auto blindate e quattro uomini armati, ma una sola auto e due addetti alla sicurezza. Due decisioni – quelle relative alla riduzione delle misure di protezione - accolte in modo diverso dagli interessati. Sgarbi il 25 gennaio aveva annunciato le sue dimissioni da sindaco di Salemi ("Una farsa" le aveva bollate il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Domenico Venuti) e l'1 febbraio era volato ad Arcore per invitare a nome della giunta comunale Silvio Berlusconi nella cittadina siciliana in occasione delle celebrazioni dell'Unità d'Italia.
L'ex pm Russo ha chiesto un'audizione al prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, e s'è limitato a dire: "Sono un uomo delle istituzioni che rispetta i provvedimenti, anche se lo amareggiano e li ritengono ingiusti. Faremo valere le nostre ragioni delle sedi opportune. Io continuo a fare il mio dovere, com'è giusto che sia, nell'interesse della Sicilia e dei siciliani. Sono sereno e vado avanti".
Il caso Sgarbi. La decisione di togliere la scorta a Sgarbi pare fosse stata provocata da una relazione di servizio dei finanzieri addetti alla sua tutela: spesso il sindaco violava le norme previste dal regolamento che vietano ad esempio alla "personalità" di salire su vetture diverse da quelle assegnategli per motivi di sicurezza. Nei giorni scorsi Sgarbi è tornato a Salemi e parecchi consiglieri comunali lo hanno notato entrare in Municipio sotto la scorta di due finanzieri.
Il sindaco-critico d'arte ha anche compiuto atti amministrativi: ha affidato ad esempio la delega ai Servizi sociali al vicesindaco, Antonella Favuzza. "Al di là delle sceneggiate di Sgarbi che parlava di dimissioni o di auto-sospensioni" commenta il capogruppo del Pd, Venuti "ora mi auguro che il sindaco sia più attento ai veri problemi di Salemi".

Il caso Russo. La scelta di dimezzare la scorta al magistrato-assessore è del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Palermo ed è stata accolta dall'Ucis, l''Ufficio centrale per la sicurezza personale del ministero dell'Interno. Russo ha saputo ufficialmente del provvedimento di riduzione della scorta solo lunedì mattina, il 21 febbraio: sotto casa sua, a Palermo, è arrivata una sola auto blindata con due finanzieri armati. E' vero però che nei giorni precedenti la notizia era arrivata alla stampa, tanto che al fianco di Russo erano scesi il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e la giunta regionale di cui fanno parte anche il magistrato Caterina Chinnici e il prefetto Giosuè Marino.

venerdì 25 febbraio 2011

Nella banca di Simeri Crichi ieri due malviventi hanno rapinato 86.000 mila euro.

In occasione della festa della donna 2011 al Sant'Anna Hospital controllo cardiologico gratuito, prenotarsi al numero verde 800 005 988

Un 8 marzo all'insegna del cuore femminile; il cuore quello ''vero', nel senso dell'organo fondamentale per l'intero organismo umano. In occasione della Festa della Donna 2011, gli ambulatori cardiologici del Centro regionale di alta specialità del cuore resteranno aperti dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 per tutte quelle donne che vorranno sottoporsi a un controllo cardiologico, completo di esami di laboratorio e completamente gratuito. Per farlo, sarà sufficiente prenotarsi telefonando al numero verde, già attivo, 800-005-988 messo a disposizione dal S.Anna Hospital. L'iniziativa, intitolata ''Cuore di Donna', è stata promossa dallo stesso S. Anna insieme con le Commissioni Pari Opportunità del Consiglio Regionale della Calabria e dell'Amministrazione provinciale di Catanzaro e con l'Associazione Mogli Medici Italiani.
Il senso dell'iniziativa stessa è stato spiegato questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il direttore sanitario del SAH, Gaetano Muleo, le presidenti delle due Commissioni, Giovanna Cusumano ed Elena Morano Cinque, nonché la presidente del'Ammi, Nuccia Caglioti. All'incontro con i giornalisti erano presenti anche il direttore generale del SAH, Giuseppe Failla, il direttore del dipartimento di Chirurgia Cardiovascolare, Mauro Cassese e la presidente dell'Amministrazione Provinciale, Wanda Ferro. ''È opinione diffusa che le malattie cardiovascolari siano un problema tipicamente maschile - ha spiegato il dottor Muleo. Ma se è vero che la donna in età fertile ha un rischio cardiovascolare inferiore a quello dell'uomo grazie agli estrogeni, è anche vero che con la menopausa i nuovi casi di infarto e di ictus cerebrale nelle donne aumentano progressivamente fino a raggiungere e, intorno ai 75 anni, superare quelli maschili. Senza contare quei fattori di rischio, come l'ipertensione o il sovrappeso e l'obesità, che sono comuni a uomini e donne. Al contrario di quanto si crede, la realtà dei fatti è che le malattie cardiovascolari sono le malattie più frequenti nelle donne; il 40% delle morti femminili è dovuta a infarto e ictus; le donne muoiono molto di più a causa delle malattie cardiovascolari che per tutti i tumori messi insieme, compreso il tumore del seno; l'allungarsi della vita media, poi, porta le malattie cardiovascolari a rappresentare un'emergenza per la salute delle donne'. Da qui alla necessità di una opportuna prevenzione da parte della popolazione femminile, il passo è breve; ''soprattutto - come ha osservato il dottor Cassese - la prevenzione secondaria, visto che quella primaria avrebbe dei costi che il sistema non sarebbe in grado di sopportare. Le donne però - ha aggiunto - debbono principalmente prendere coscienza del fatto di essere soggetti a rischio e quindi superare quell'impostazione culturale che, in tema di malattie cardiovascolari, le vede sempre molto attente verso le condizioni di salute del marito, del padre o del fratello ma troppo poco verso le proprie'. Proprio sui temi della prevenzione hanno insistito le rappresentanti istituzionali, presenti in conferenza stampa (Cusumano, Morano Cinque e Caglioti) che hanno ribadito con convinzione il sostegno all'iniziativa da parte delle rispettive Commissioni Pari Opportunità e dell'AMMI. Ne è scaturita la proposta,

giovedì 24 febbraio 2011

Olio extra vergine d'oliva ora taroccarlo diventa legale,il tutto grazie ad una nuova legge Europea in vigore dal primo aprile

Viene presentata come la normativa che dovrebbe salvaguardare la genuinità dell'olio extravergine di oliva. E invece il nuovo regolamento comunitario, in vigore dal prossimo 1 aprile, rischia di spalancare le porte dei supermercati europei a miscele di olii di dubbia qualità. Secondo gli esperti del Fattoalimentare.it, la legge europea non bonifica il mercato, se non in misura modesta, ma legalizza la presenza di condimenti difettosi, promuovendoli sul campo. "Non siamo di fronte ad una legge che permette di bloccare e di escludere dal mercato l’olio taroccato - spiega Roberto La Pira, giornalista esperto di consumi - come hanno scritto molti giornali, ma all’esatto contrario". Per capire cosa sta succedendo, bisogna partire dai prezzi delle bottiglie esposte sugli scaffali dei supermercati, che oscillano da 2,5 a 8-9 euro al litro e più, creando molta confusione tra i consumatori che non sanno più cosa scegliere. L'oscillazione è dovuta alla presenza di bottiglie contenenti olio extra vergine trattato per eliminare i cattivi odori, quello che viene chiamato dagli addetti ai lavori "deodorato". La chiave per capire se un olio è stato deodorato è in due parole: alchil esteri. Ossia quei composti (in letteratura noti come esteri metilici ed etilici di acidi grassi) che si formano in seguito a fenomeni fermentativi e degradativi delle olive e che comportano la produzione di alcol metilico ed etilico e la liberazione di acidi grassi dai trigliceridi. L’elevata presenza


di queste sostanze è un indicatore di scarsa qualità dell’extravergine, che si impoverisce dal punto di vista nutrizionale perché perde molte delle sue proprietà antiossidanti. In pratica, gli alchil esteri testimoniano una non corretta conservazione dovuta a un cattivo stoccaggio della materia prima, accatastata per giorni in enormi cumuli (come spesso succede nei sistemi industriali spagnoli), oppure franta dopo che è già in atto un processo di fermentazione.
A una forte concentrazione di alchil esteri, dunque, dovrebbe corrispondere un difetto organolettico dell’olio: un’alta acidità oppure un odore troppo forte. Condizioni che non consentirebbero di definire il prodotto extravergine. A meno che non venga corretto, magari deodorato, per poi ritrovare "l’extraverginità" venendo miscelato con una buona dose di extravergine ben fruttato. Neppure il miglior chimico, però, è in grado di far sparire contemporaneamente i difetti organolettici e le loro tracce chimiche. E difatti gli alchil esteri rimangono anche a seguito dei trattamenti e offrono un'arma in più per stanare le possibili frodi commerciali. Diventano, cioè, testimoni scomodi di ipotetiche sofisticazioni. "La norma europea in vigore dal 1° aprile fornisce un lasciapassare all'olio deodorato - continua La Pira - perché autorizza la vendita di extravergine con un quantitativo massimo di alchil esteri pari a 150 mg/kg. Ma un olio di qualità ottenuto da olive sane spremute subito dopo la raccolta, contiene al massimo 10 -15 mg/kg di alchil esteri, che possono arrivare in via eccezionale a 30. Se il valore aumenta di 5 volte vuol dire che le olive prima della spremitura hanno subito "maltrattamenti" (schiacciature, ammaccature, oppure sono rimaste molto tempo nei piazzali sotto il sole in attesa della spremitura) e l'olio ha un odore cattivo e risulta difettoso. Per aggirare l'ostacolo i produttori lo deodorano e lo vendono come extravergine". A conforto di questa tesi, di recente il settimanale dei consumatori il Salvagente ha pubblicato i test sull'olio extravergine effettuati  dall'Arpam di Ascoli Piceno. L'Agenzia regionale per l'ambiente delle Marche ha analizzato 33 campioni di extravergine prelevati nei frantoi marchigiani e altri 35 acquistati presso esercizi commerciali, in gran parte etichettati come "miscele di oli comunitari", e li ha sottoposti all’esame degli alchil esteri. Il verdetto finale è sorprendente circa un terzo del campione degli extravergini acquistati nei supermercati contiene sostanze che impoveriscono il prodotto dal punto di vista nutrizionale, generate da un difetto di conservazione delle olive dopo la raccolta e prima della molitura. Spiega Ernesto Corradetti, responsabile del Servizio chimico dell’Arpam picena: "La concentrazione media riscontrata nei campioni di frantoio è stata molto bassa, intorno a 15 milligrammi per chilo. Il tenore medio riscontrato nei campioni reperiti sul mercato invece è stato di 150 milligrammi per chilo. Si può quindi ragionevolmente dire che il limite di 150 mg/kg, fissato dal regolamento europeo, non è rappresentativo di un olio extra vergine ottenuto da olive sane e non scoraggia i produttori dal miscelare olio extra vergine con olio di qualità inferiore come il deodorato con elevati valori di alchil esteri".