mercoledì 24 ottobre 2018

Catanzaro: l'ex cognato in collegamento su Canale 5 sbugiarda e umilia la Finta marchesa. "Non esiste alcuna pergamena a Catanzaro, mio fratello le pagava anche il fitto della casa a Milano"

A “Mattino Cinque”, fanno le pulci alla Marchesa Daniela Del Secco D’Aragona, protagonista del GFVip 3: titolo nobiliare vero o bluff “marchettaro” per vendere le creme?

Federica Panicucci è molto intrigata dalla veridicità delle origini della signora Del Secco, che potrebbe pure essere nobile di estrazione sociale, ma non lo è sicuramente nei modi come sanno Maria Monsè ed Elia Fongaro appellati con “me**a, sciacquetta, cretinetti, ti sei scavata la fossa”. La conduttrice dal biondo accecante ha in collegamento da Catanzaro Angelo Leuzzi. L’ex cognato della D’Aragona sostiene, documenti alla mano: “Non è mai stata Marchesa, mio fratello l’ha conosciuta in un villaggio turistico a Tarquinia dove era arrivata con una bambina, non so se facesse la dama di compagnia o la baby sitter. A casa sua a Catanzaro non c’è mai stata alcuna pergamena che attestasse il blasone. Non è Marchesa. Mio fratello le pagava l’affitto della casa in Via Moscova a Milano, questa è la ricevuta di 1000 euro. Perché lo dico? Per smentire categoricamente quello che ha affermato cioè che si sia occupata sempre da sola della figlia Ludovica. Spesso la bambina veniva a casa nostra. La verità è che aveva il pallino di voler fare l’attrice o entrare nel mondo dello spettacolo e ha sempre avuto modi di fare e di vestire un po’ strani”. L’uomo ha un altro documento che fa chiarezza sulle scuole dove si è formata la donna e non sono le Orsoline della Roma bene di Eleonora Giorgi. “Ecco questo è l’attestato: ha un diploma di scuola Magistrale presso l’Istituto Margherita Savoia di Roma”. Caso chiuso. Sempre a “Mattino Cinque” parla Sara Iannone, ex amica della Marchesa dei nostri stivali: “L’ho conosciuta nel 2008 a una festa in Ambasciata e ogni volta presentava un biglietto da visita diverso, ma non c’era mai scritto Marchesa. Era simpatica e la invitavo a Palazzo Ferrajoli che io avevo lanciato come location per le feste. Nel frattempo avevamo fatto il marchio d’Aragona per vendere le creme. L’amicizia si è incrinata perché lei era sempre sopra le righe, ha inventato un castello e  quello che era nato insieme a me come un gioco, per lei ha cominciato a essere reale. Mi diceva ‘tu sai che ho 2000 anni di storia’ e io rimaneva basita, sapevamo entrambe che non era vero però lei ha iniziato a crederci”. Gli ospiti della Panicucci prendono il fantasioso bluff con ironia e la invitano a dire la verità anche se la voglia di scavare fino in fondo non si ferma. Una giornalista in studio ricorda: “Promuoveva le creme con buona competenza 7-8 anni fa in uno studio al secondo piano di un palazzo di Via Condotti. E’ vero che ha un bilocale in centro, ma vive in un appartamento di 200 metri quadrati vicino a Fontana di Trevi”, mentre Andrea Cardella, il figlio adottivo di Marina Ripa di Meana, smentisce Patrizia De Blanck: “In presenza mia, Marina non le ha......

martedì 23 ottobre 2018

lunedì 22 ottobre 2018

Calabria Servizio delle Iene : Morire a 12 anni dopo una caduta. il neurochirurgo rifiutò di curare il bambino dicendo che non c’era posto e la struttura era già piena Condannato ma non ha scontato neppure un giorno di sospensione

Flavio morì a 12 anni, niente carcere al medicocondannato. «Nemmeno un giorno di sospenso


Flavio Scutellà undici anni fa morì in Calabria dopo essere caduto da una giostra: era solo un bambino, aveva appena 12 anni. Per la sua morte un medico, Saverio Cipri, neurochirurgo dell’ospedale di Reggio Calabria, è stato condannato per omicidio colposo ma non è mai stato sospeso né ha mai passato un giorno in carcere. Com’è possibile? Ne hanno parlato Le Iene ieri sera, in un servizio di Nina Palmieri. Tutto iniziò in quel terribile 28 ottobre 2007: Flavio sbattè la testa mentre giocava su una giostra. L’ambulanza lo portò nell’ospedale più vicino, che però non aveva il reparto di neurochirurgia: a Reggio Calabria il neurochirurgo Cipri rifiutò di curare il bambino dicendo che non c’era posto e la struttura era già piena. Flavio morì, e il processo conseguente stabilì che poteva salvarsi se fosse arrivato in ospedale anche solo 5 minuti prima.

La sentenza parlava di negligenza e grave imperizia. Le Iene sono andate a chiedere conto al medico di quanto avvenuto, ma Cipri si è rifiutato di rispondere alle domande: la ricostruzione dell'accaduto è agghiacciante. Dopo il primo ‘no’ (illegittimo, perché per legge l’ospedale non avrebbe dovuto mai rifiutarne il ricovero) e dopo una serie di ritardi delle ambulanze, il padre di Flavio chiama il 113 e la situazione sembra sbloccarsi.L’ospedale di Reggio dà il suo assenso al ricovero, finalmente l’ambulanza arriva, ma ciò che succede ha dell’incredibile: a Gioia Tauro, a metà strada, l’ambulanza si ferma e cambia equipaggio, perdendo un quarto d’ora di tempo. Poi, arrivati a Reggio Calabria, Cipri finisce il suo turno e lascia il caso al medico appena arrivato, senza dargli alcuna indicazione sulle condizioni del piccolo Flavio.

Il processo è durato sette anni. A fronte di una sentenza, «ci ritroviamo ancora questa gente che lavora ancora nello stesso posto, sono tutti lì», dice amaramente il papà di Flavio, Alfonso Scutellà a Le Iene. Il medico, condannato a un anno e sei mesi, non ha fatto un giorno di carcere, ma la cosa più strana è che l’ospedale non ha sospeso lo stesso Cipri, aspettando quasi sette mesi per intervenire quando per legge questo tipo di provvedimenti deve arrivare necessariamente entro 40 giorni dalla sentenza. La beffa finale per la    ......
a seguire il video delle Iene di ieri

venerdì 19 ottobre 2018

La terrificante storia di una donna Calabrese comprata come una schiava da un Piemontese a 14 anni per 500 mila lire picchiata e costretta a prostituirsi uccide il suo aguzzino marito

Assunta, 21 anni di carcere per l'omicidio del marito: "L'aveva comprata in Calabria a 14 anni"
Assunta, 21 anni di carcere per l'omicidio del marito: "L'aveva comprata in Calabria a 14 anni"
La procura aveva chiesto l'ergastolo. Assunta Casella "fu letteralmente comperata, per cinquecentomila lire, dall’uomo che, dopo averla portata in Piemonte, la prese in moglie e la costrinse a una vita durissima"


La procura aveva chiesto l'ergastolo. Assunta Casella, 60 anni, è stata condannata in appello a 21 anni e tre mesi di carcere. L'omicidio risale a due anni fa a Paroldo (Cuneo). Il corpo senza vita del marito Severino Viola, 78 anni, era stato trovato nel giugno 2016 nel noccioleto di casa. 
"Quando aveva 14 anni e viveva in Calabria con la famiglia fu letteralmente comperata, per cinquecentomila lire, dall’uomo che, dopo averla portata in Piemonte, la prese in moglie e la costrinse a una vita durissima”. Secondo il legale della donna, in alcuni casi è stata costretta anche a prostituirsi. E’ il .......

mercoledì 17 ottobre 2018

Elezioni provinciali di Catanzaro l'elenco completo di tutti i 61 aspiranti consiglieri per 12 posti disponibili. Duello tra i sindaci Abramo e Alecci


Elezioni provinciali a Catanzaro si vota il 31 ottobre con la sfida tra Abramo sindaco di Catanzaro e Alecci sindaco di Soverato
Saranno il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, e il sindaco di Soverato Ernesto Alecci a contendersi la guida della Provincia di Catanzaro alle elezioni del prossimo 31 ottobre. Le liste di candidati sono state presentate questa mattina al cospetto del direttore generale dell’Ente intermedio guidato dal presidente Enzo Bruno, l’avvocato Vincenzo Prenestini.
Sergio Abramo sarà sostenuto da tre liste: Centrodestra per la Provincia, Destra Civica e la Provincia ci Lega. Alecci sarà sostenuto da Pd e Area Civica per la Provincia. In campo anche una terza lista che non ha dichiarato alcun collegamento a candidati presidenti, e quindi è in corsa solo per il consiglio provinciale: si ........ .
a seguire l'elenco dei 61 aspiranti consiglieri con le rispettive liste