venerdì 26 ottobre 2018

In attesa del reddito di cittadinanza la Calabria si piazza al terzo posto come beneficiaria del reddito di inclusione, ecco come funziona

Nei primi nove mesi dell’anno, grazie al Reddito di inclusione, sono stati erogati benefici economici a 379 mila nuclei familiari coinvolgendo più di 1 milione di persone. La maggior parte dei benefici, emerge dall’Osservatorio Inps, vengono erogati nelle regioni del sud (69%) dove risiedono il 72% delle persone coinvolte. Il 47% dei nuclei beneficiari di Rei, che rappresentano oltre il 51% delle persone coinvolte, risiedono in sole due regioni: Campania e Sicilia. A seguire Calabria, Lazio,
Lombardia e Puglia coprono un ulteriore 28% dei nuclei e il 27% delle persone coinvolte. Il tasso di inclusione del Rei, ovvero il numero di persone coinvolte ogni 10.000 abitanti, risulta nel periodo considerato a livello nazionale pari a 184; raggiunge i valori più alti nelle regioni Sicilia, Campania e Calabria (rispettivamente pari a 540, 517, 389) ed i valori minimi in Friuli Venezia Giulia ed in Trentino Alto Adige (pari in entrambi i casi a 23). Il 10% dei nuclei percettori di Rei risulta extracomunitario, per cittadinanza del richiedente la prestazione, e di questi si evidenzia un’incidenza del 30% nelle regioni del Nord. L’importo medio mensile erogato nel periodo gennaio-settembre 2018, pari a 305 euro, risulta variabile a livello territoriale, con un range che va da 239 euro per i beneficiari della Valle d’Aosta a 336 euro per la Campania. Complessivamente le regioni del Sud hanno un valore medio del beneficio più alto di quelle del Nord pari a 53 euro (+20%) e del Centro pari a 37 euro (+13%). L’importo medio varia sensibilmente, per costruzione della misura, per numero dei componenti il nucleo familiare, passando da 177 euro per i nuclei monocomponenti a 433 euro per i nuclei con 6 o più componenti.

Ecco come funziona il (REI) reddito di inclusione


giovedì 25 ottobre 2018

Donna Catanzarese denuncia truffa amorevole su whatsapp Si spacciava per un colonnello si fa consegnare dalla 64 enne ben 15.750,00 euro

Alcuni messaggini amorevoli su whatsapp e le confidenze di un uomo spacciatosi per un colonnello in missione in Siria hanno ingannato una 64enne catanzarese che è rimasta vittima di una truffa “amorosa” dai fini esclusivamente economici.

La donna, dopo aver emesso più bonifici, ha capito che qualcosa non tornava ed ha denunciato il tutto al Commissariato di Polizia di Catanzaro Lido.
Nell’immediatezza è stata avviata un’attività d’indagine che, nell’arco temporale di circa due mesi, ha consentito di risalire a un cittadino di nazionalità nigeriana I.O., 24enne residente a Torino, che è stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria.
IL MODUS OPERANDI
In particolare, la donna sarebbe stata dapprima attratta da una relazione sentimentale nata su whatsapp da alcuni messaggi ricevuti da un soggetto spacciatosi come “colonnello Melvin”. Una volta conquistata la fiducia della malcapitata, l’interlocutore avrebbe iniziato ad attuare il suo perverso piano inviandole una foto di una valigetta che dichiarava contenere banconote per il valore di 2.400.000 dollari, perché la potesse consegnare alla donna per custodirla nel periodo in cui il colonnello sarebbe stato in missione Siria.
Nella artata e fantasiosa narrazione la valigetta era in Bulgaria, per sbloccarla alla dogana e farla recapitare, il “colonnello Melvin” avrebbe richiesto grosse somme di denaro che la donna circuita si è lasciata convincere a versare a più riprese con bonifici, 2 su un conto corrente italiano e 2 su conti esteri, per una somma complessiva di 15.750,00 euro.
Nel corso dell’indagine il personale del Commissariato è arrivato al....

mercoledì 24 ottobre 2018

Catanzaro: l'ex cognato in collegamento su Canale 5 sbugiarda e umilia la Finta marchesa. "Non esiste alcuna pergamena a Catanzaro, mio fratello le pagava anche il fitto della casa a Milano"

A “Mattino Cinque”, fanno le pulci alla Marchesa Daniela Del Secco D’Aragona, protagonista del GFVip 3: titolo nobiliare vero o bluff “marchettaro” per vendere le creme?

Federica Panicucci è molto intrigata dalla veridicità delle origini della signora Del Secco, che potrebbe pure essere nobile di estrazione sociale, ma non lo è sicuramente nei modi come sanno Maria Monsè ed Elia Fongaro appellati con “me**a, sciacquetta, cretinetti, ti sei scavata la fossa”. La conduttrice dal biondo accecante ha in collegamento da Catanzaro Angelo Leuzzi. L’ex cognato della D’Aragona sostiene, documenti alla mano: “Non è mai stata Marchesa, mio fratello l’ha conosciuta in un villaggio turistico a Tarquinia dove era arrivata con una bambina, non so se facesse la dama di compagnia o la baby sitter. A casa sua a Catanzaro non c’è mai stata alcuna pergamena che attestasse il blasone. Non è Marchesa. Mio fratello le pagava l’affitto della casa in Via Moscova a Milano, questa è la ricevuta di 1000 euro. Perché lo dico? Per smentire categoricamente quello che ha affermato cioè che si sia occupata sempre da sola della figlia Ludovica. Spesso la bambina veniva a casa nostra. La verità è che aveva il pallino di voler fare l’attrice o entrare nel mondo dello spettacolo e ha sempre avuto modi di fare e di vestire un po’ strani”. L’uomo ha un altro documento che fa chiarezza sulle scuole dove si è formata la donna e non sono le Orsoline della Roma bene di Eleonora Giorgi. “Ecco questo è l’attestato: ha un diploma di scuola Magistrale presso l’Istituto Margherita Savoia di Roma”. Caso chiuso. Sempre a “Mattino Cinque” parla Sara Iannone, ex amica della Marchesa dei nostri stivali: “L’ho conosciuta nel 2008 a una festa in Ambasciata e ogni volta presentava un biglietto da visita diverso, ma non c’era mai scritto Marchesa. Era simpatica e la invitavo a Palazzo Ferrajoli che io avevo lanciato come location per le feste. Nel frattempo avevamo fatto il marchio d’Aragona per vendere le creme. L’amicizia si è incrinata perché lei era sempre sopra le righe, ha inventato un castello e  quello che era nato insieme a me come un gioco, per lei ha cominciato a essere reale. Mi diceva ‘tu sai che ho 2000 anni di storia’ e io rimaneva basita, sapevamo entrambe che non era vero però lei ha iniziato a crederci”. Gli ospiti della Panicucci prendono il fantasioso bluff con ironia e la invitano a dire la verità anche se la voglia di scavare fino in fondo non si ferma. Una giornalista in studio ricorda: “Promuoveva le creme con buona competenza 7-8 anni fa in uno studio al secondo piano di un palazzo di Via Condotti. E’ vero che ha un bilocale in centro, ma vive in un appartamento di 200 metri quadrati vicino a Fontana di Trevi”, mentre Andrea Cardella, il figlio adottivo di Marina Ripa di Meana, smentisce Patrizia De Blanck: “In presenza mia, Marina non le ha......

martedì 23 ottobre 2018

lunedì 22 ottobre 2018

Calabria Servizio delle Iene : Morire a 12 anni dopo una caduta. il neurochirurgo rifiutò di curare il bambino dicendo che non c’era posto e la struttura era già piena Condannato ma non ha scontato neppure un giorno di sospensione

Flavio morì a 12 anni, niente carcere al medicocondannato. «Nemmeno un giorno di sospenso


Flavio Scutellà undici anni fa morì in Calabria dopo essere caduto da una giostra: era solo un bambino, aveva appena 12 anni. Per la sua morte un medico, Saverio Cipri, neurochirurgo dell’ospedale di Reggio Calabria, è stato condannato per omicidio colposo ma non è mai stato sospeso né ha mai passato un giorno in carcere. Com’è possibile? Ne hanno parlato Le Iene ieri sera, in un servizio di Nina Palmieri. Tutto iniziò in quel terribile 28 ottobre 2007: Flavio sbattè la testa mentre giocava su una giostra. L’ambulanza lo portò nell’ospedale più vicino, che però non aveva il reparto di neurochirurgia: a Reggio Calabria il neurochirurgo Cipri rifiutò di curare il bambino dicendo che non c’era posto e la struttura era già piena. Flavio morì, e il processo conseguente stabilì che poteva salvarsi se fosse arrivato in ospedale anche solo 5 minuti prima.

La sentenza parlava di negligenza e grave imperizia. Le Iene sono andate a chiedere conto al medico di quanto avvenuto, ma Cipri si è rifiutato di rispondere alle domande: la ricostruzione dell'accaduto è agghiacciante. Dopo il primo ‘no’ (illegittimo, perché per legge l’ospedale non avrebbe dovuto mai rifiutarne il ricovero) e dopo una serie di ritardi delle ambulanze, il padre di Flavio chiama il 113 e la situazione sembra sbloccarsi.L’ospedale di Reggio dà il suo assenso al ricovero, finalmente l’ambulanza arriva, ma ciò che succede ha dell’incredibile: a Gioia Tauro, a metà strada, l’ambulanza si ferma e cambia equipaggio, perdendo un quarto d’ora di tempo. Poi, arrivati a Reggio Calabria, Cipri finisce il suo turno e lascia il caso al medico appena arrivato, senza dargli alcuna indicazione sulle condizioni del piccolo Flavio.

Il processo è durato sette anni. A fronte di una sentenza, «ci ritroviamo ancora questa gente che lavora ancora nello stesso posto, sono tutti lì», dice amaramente il papà di Flavio, Alfonso Scutellà a Le Iene. Il medico, condannato a un anno e sei mesi, non ha fatto un giorno di carcere, ma la cosa più strana è che l’ospedale non ha sospeso lo stesso Cipri, aspettando quasi sette mesi per intervenire quando per legge questo tipo di provvedimenti deve arrivare necessariamente entro 40 giorni dalla sentenza. La beffa finale per la    ......
a seguire il video delle Iene di ieri

venerdì 19 ottobre 2018

La terrificante storia di una donna Calabrese comprata come una schiava da un Piemontese a 14 anni per 500 mila lire picchiata e costretta a prostituirsi uccide il suo aguzzino marito

Assunta, 21 anni di carcere per l'omicidio del marito: "L'aveva comprata in Calabria a 14 anni"
Assunta, 21 anni di carcere per l'omicidio del marito: "L'aveva comprata in Calabria a 14 anni"
La procura aveva chiesto l'ergastolo. Assunta Casella "fu letteralmente comperata, per cinquecentomila lire, dall’uomo che, dopo averla portata in Piemonte, la prese in moglie e la costrinse a una vita durissima"


La procura aveva chiesto l'ergastolo. Assunta Casella, 60 anni, è stata condannata in appello a 21 anni e tre mesi di carcere. L'omicidio risale a due anni fa a Paroldo (Cuneo). Il corpo senza vita del marito Severino Viola, 78 anni, era stato trovato nel giugno 2016 nel noccioleto di casa. 
"Quando aveva 14 anni e viveva in Calabria con la famiglia fu letteralmente comperata, per cinquecentomila lire, dall’uomo che, dopo averla portata in Piemonte, la prese in moglie e la costrinse a una vita durissima”. Secondo il legale della donna, in alcuni casi è stata costretta anche a prostituirsi. E’ il .......