La calabrese Silvia Vono, ufficialmente, ha annunciato di aver aderito a Forza Italia. La Vono, così, entrata in Parlamento con il Movimento cinque stelle, transitata alla corte di Matteo Renzi in Italia via, compie il passo “estremo”: quello di approdare alla corte di Silvio Berlusconi, proprio quando il cavaliere di Arcore ha puntato il colle più alto di Roma.
La sola accusa che non si deve rivolgere mai a Silvia Vono e d’incoerenza con le sue idee politiche: ella, infatti, non ne ha nemmeno una, e non ne ha manifestate in nessuna occasione. La sola circostanza in cui ha fatto qualcosa per la comunità, fu da vicepresidente del Comitato per la Trasversale. Nel 2018, bene inteso a titolo personalissimo, si candidò al senato con i grillini; e a tutti pareva una candidatura di bandiera, goliardica, e invece si trovò vincente e senatrice: questa sì che è lotteria! E si trovò in maggioranza, nel cosiddetto Conte 1, quello giallo-verde. In questa veste, non ha fatto nulla tranne accompagnare a Catanzaro e Soverato l’allora ministro Toninelli, che, come i fatti provarono, era ed è uguale a nulla. A me in quanto presidente onorario egli promise, presente la Vono, più strade dell’Impero Romano, e non si vide un centimetro. Passò poi, la Vono, da 5 stelle ai renziani di Italia Viva; anche in questa nuova veste, non ha fatto assolutamente nulla. Ieri, 21 gennaio 2022, è passata a Forza Italia; dove non farà del tutto nulla, a parte votare, se glielo comandano, per Berlusconi; o, in alternativa, per chi le comandano. Passata venerdì 21 per il voto di lunedì 24: che mira! Ma io ce l’ho con la Vono? Non più degli altri muti, circa trenta tra deputati e senatori calabresi, che, come si diceva dei ciuchini, una volta, a scuola, scaldano il banco: pensate a Viscomi, assente da qualsiasi cosa… Del resto, a Roma scaldano il banco almeno novecento deputati e senatori, agli ordini di pochi capibastone. E mica scordo quanti altri sono sugheri, e galleggiano in ogni mare: Amato, Casini… e, per esempio locale, Agazio Loiero. È legittimo cambiare casacca e partito? Se la Vono concluderà la legislatura, da lei iniziata con 5 stelle, iscrivendosi, dopo Italia Viva e Forza Italia, all’Unione Sarda o alla Sudtirolern Volskpartei, le battute di spirito andranno a un soldo, però ella non avrà fatto altro che applicare, a suo comodo, l’art. 67 cost., il quale vieta il vincolo di mandato. Cioè un senatore o deputato non solo può cambiare giubba e colore; ma può tranquillamente venire eletto a Fontanasecca Inferiore, promettendo agli abitanti vita e felicità, e poi votare per il bombardamento a morte dello stesso abitato; e il 67 glielo consente. Ma l’art. 11 vieta la guerra… dite? Ma c’è sempre, vedi Iraq e Serbia, l’art. 52. Ora, cercate di non capire male: io, come spesso ripeto, sono tra i pochissimi che hanno letto la costituzione “più bella del mondo”, parola per parola; e appunto per averla letta NON la condivido, manco una virgola. Incluse le giravolte, costituzionalmente legalissime e politicamente assurde, della Vono e dintorni. Anche altrove uno può farlo, ma negli Stati Uniti, se un repubblicano passa democratico o viceversa, forse a N. York lo fischiano, però non oso pensare cosa gli .......