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domenica 3 aprile 2011

San Giovanni in Fiore dopo la coraggiosa denuncia dell'abate don Anastasio Germano si cerca di far luce sul tesoro sparito dall'Abazzia florense e dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie.


San Giovanni in Fiore Il "tesoro" sparito e il grande inganno. Dall'Abbazia Florense e dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni in Fiore sono state portate via opere e arredi sacri di grande valore. È stato l'abate, don Germano Anastasio, a svelare coraggiosamente ai carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale quanto è accaduto nel volgere d'una decina di anni. Il religioso, insediatosi alla guida della prestigiosa parrocchia che fu dell'abate Gioacchino, s'è infatti accorto, con il passare del tempo, che un immenso patrimonio, regolarmente catalogato, era letteralmente svanito nel nulla. L'elenco dei beni illecitamente distratti fa impressione: otto calici d'oro del Seicento, reliquari in argento del Settecento, quadri dello stesso periodo, statue di Santi, mobili antichi... Il valore dei beni sottratti alla chiesa supererebbe i seicentomila euro.
L'Abazzia di San Giovanni in Fiore
Don Germano Anastasio
Don Germano ha avvertito l'arcivescovo Salvatore Nunnari e poi le forze dell'ordine. Il capitano Raffaele Giovinazzo, dopo aver interrogato l'abate e acquisito informazioni da don Santo Canonaco pure lui per un breve periodo in servizio nella città silana, ha proceduto al sequestro di tutti gli atti riferibili al "tesoro" finito chissà dove. Non solo: le indagini si sono presto spostate anche su altre due piste investigative di non trascurabile importanza. Si tratta, in particolare, della vendita dei loculi cimiteriali riservati ai poveri, agli ospiti d'una casa di riposo ed ai religiosi di San Giovanni in Fiore gestiti dalla parrocchia. Loculi che sarebbero stati ceduti a gente comune dietro regolare compenso. Delle somme incassate però don Germano Anastasio non ha trovato traccia. La vendita è tuttavia documentalmente dimostrata dall'esistenza di scritture private reperite e acquisite dagli investigatori della Benemerita. L'altro filone si riferisce, invece, alla cessione di fondi rustici della parrocchia posti in territorio di Rocca di Neto (Crotone). Fondi di cui la chiesa disponeva per via di lasciti e donazioni che sono stati venduti a privati con l'obiettivo di reperire risorse economiche da destinare agli indigenti. Risorse che non si sa che fine abbiano fatto.I carabinieri, nel marzo scorso, hanno invece ritrovato....

Taverna : alla scuola " Don Milani " Presto nuovi interventi per completarne i lavori

Panoramica di Taverna


 Taverna CZ Sono ben 300.000 euro l’ammontare del finanziamento richiesto dall’ente guidato da Eugenio Canino, e con il quale si completerà l’opera di ristrutturazione dell’edificio di via Guglielmo Marconi, sede  tra l’altro - della direzione didattica dell’Istituto comprensivo N. 1,  chiuso dall’agosto del 2006 per ragioni legate a problemi di stabilità strutturale. E in particolate il nuovo intervento, che si aggiungerà a quello ancora in corso e relativo al lato est della struttura. Ma non sono solo questi i lavori da mettere in cantiere.  Nel progetto inseriti anche i lavori di finitura degli interni che non sono stati interessati dalle opere strutturali in corso. Nella maggioranza sono fiduciosi prevedendo  tempi brevi per l'aggiudicazione dei lavori, da poter avviare per il mese di luglio. Sarebbe bello poter riaprire l'edificio all'inizio del prossimo anno scolastico. Gli alunni tuttora sono ospitati in una struttura che originariamente era adibita a carcere la quale qualche anno fa venne riconvertita in un centro sportivo,  una situazione momentanea che ha permesso di non recare ulteriori disagi ai vari scolari. Una sistemazione  momentanea dunque, sperando che con l’avvio del prossimo anno scolastico si possa ritornare alla normalità potendo usufruire dei nuovi locali Si continua a circa un anno dalla vittoria della giunta guidata da Eugenio Canino in ....

La Brigata Catanzaro. Storia di un eroico reparto militare nato a Catanzaro che contribuì valorosamente alla vittoria dell'Italia durante il primo conflitto mondiale ( Quarta parte)

...... Questo episodio, comunque non intaccò il morale della Brigata che continuò sempre e comunque a fare il proprio dovere tanto che S.M. il Re, con decreto del 28 dicembre 1916, concesse motu proprio alla bandiera del glorioso 141° Reggimento la MEDAGLIA D ’ORO  al valor militare con questa motivazione: «Per l’altissimo valore spiegato nei molti combattimenti intorno al San Michele, ad Oslavia, sull’Altopiano di Asiago, al Nad Logem, per l’audacia mai smentita, per l’impeto aggressivo senza pari, sempre e ovunque fu di esempio ai valorosi (luglio 1915 – agosto 1916)». Anche la bandiera del 142° ebbe la sua meritata decorazione con la concessione della Medaglia d’Argento al valor militare.

Diversi mesi dopo, i soldati dei due reggimenti della Catanzaro furono protagonisti della più grave rivolta nell’esercito italiano durante il conflitto. Questo triste episodio si svolse a Santa Maria La Longa dove la brigata era stata acquartierata a partire dal 25 giugno 1917 per un periodo di riposo. La notizia di un nuovo reimpiego nelle trincee della prima linea fece, pian piano, montare quella che in poche ore sarebbe diventata una vera e propria rivolta. I comandi, avendo avuto notizia da informatori di quanto doveva accadere fecero infiltrare nei reparti alcuni carabinieri travestiti da fanti e si era disposta la dislocazione di più di cento carabinieri nelle immediate vicinanze. Alle ore 22 del 16 luglio 1917 iniziò il fuoco che durò tutta la notte. I caporioni di ogni reggimento assaltarono i militari dell’altro inducendo gli stessi ad ammutinarsi  e ad unirsi a loro. Molti caddero morti sotto il fuoco dei rivoltosi, altri ne rimasero feriti. Appena il Comando d’Armata ebbe notizia di quanto stava avvenendo dispose le opportune contromisure inviando sul posto altri carabinieri su autocarri, quattro mitragliatrici, due autocannoni e con il preciso ordine di intervenire in modo fulmineo e con estremo rigore. La lotta durò tutta la notte e cessò all’alba dopo l’intervento degli ufficiali della brigata e dei carabinieri con mitragliatrici ma, soprattutto, dopo l’arrivo ed il posizionamento degli autocannoni. Sedici militari presi ancora con l’arma scottante furono immediatamente condannati alla fucilazione. A questi avrebbero dovuto aggiungersi altri 120 uomini, ma per limitare....

sabato 2 aprile 2011

Simeri Crichi presentazione ufficiale della lista " Futuro Insieme per Nagero" La quale continuerà nel solco tracciato dal sindaco uscente Saverio Loiero.


Articolo tratto da" Il Quotidiano della Calabria"
Per leggerlo bene visualizza l'immagine.

Vita del più grande Santo Calabrese San Francesco di Paola.

Statua di San Francesco di Paola custodita  nella chiesa Madre di Sellia.


San Francesco nacque a Paola, un paese della provincia di Cosenza, da Giacomo d'Alessio e da Vienna, nativa di Fuscaldo (CS). Gli sposi stettero per quindici anni senza riuscire ad avere figli; pregarono molto il Signore perchè concedesse loro il dono tanto atteso. Si rivolsero poi a San Francesco d'Assisi, del quale erano molto devoti, promettendo che, se fosse nato loro un figlio, lo avrebbero chiamato Francesco. Francesco nacque il 27 marzo del 1416, di Venerdì. Già il giorno del suo concepimento si verificò un evento straordinario. All'età di due mesi, Francesco ebbe una brutta infezione ad un occhio, per la quale rischiava di rimanere cieco. La madre, allora, lo portò in chiesa, davanti alla statua del Santo di Assisi per pregarLo, questa volta, di far guarire il suo bambino; come voto, lo avrebbe tenuto per un anno intero chiuso in convento con indosso l'abito dei frati francescani. Franceco guarì e trascorse la sua vita in pura santità e all'insegna della Penitenza. Pare che già da neonato Francesco dimostrava di voler vivere una vita basata sul sacrificio: quando prendeva il latte dal seno della mamma, non lo faceva mai avidamente, ma prendeva il necessario; e soprattutto non lo reclamò mai con il pianto, come solitamente fanno i neonati. l Venerdì, poi, caso veramente strano, rifiutava il latte per l'intera giornata. Comunque, il tempo passava e Francesco cresceva in sapienza e santità. Una notte, all'età di dodici anni, Francesco fece un sogno: San Francesco d'Assisi gli ricordava che era il tempo di adempiere al voto fatto dalla madre. Così fu accompagnato dai genitori al convento dei Frati Minori di S.Marco Argentano (CS). ll soggiorno nel Convento di S. Marco fu per Lui bellissimo: nel convento fece molti miracoli e sviluppò la sua santità nell'umiltà e nella sapienza. Intanto, un anno passò e i genitori andarono a prendere Francesco per riportarlo a Paola, nella sua casa. Dopo qualche anno, Francesco sentì il bisogno di vedere i luoghi dove era vissuto il Santo poverello di Assisi. Così, con i suoi genitori, fece il suo viaggio ad Assisi, ma per un po' si fermò a Roma. Tornato dal viaggio, all'età di quattordici anni, Francesco decise di vivere in solitudine e si ritirò a fare una vita da eremita nel bosco di Paola, verso la montagna. Si rifugiò in una grotta solitaria e fredda: per letto aveva la nuda terra e per guanciale un sasso. Egli trascorreva molto tempo a pregare e per cibo mangiava le radici degli alberi. Rimase a vivere da eremita per ben cinque anni, lontano da tutti, fino a quando un giorno i cani di alcuni cacciatori lo scoprirono. Francesco uscì dalla solitudine e si costruì una celletta, dove riceveva i visitatori. Tutti andavano da Lui per chiedere preghiere, aiuti e prodigi. Oggi il luogo viene indicato come Antico Oratorio. Altri eremiti seguirono il suo esempio di vita, di preghiera e penitenza e presero il nome di "Eremiti di fra' Francesco". Essi indossavano una tonaca di lana, come cintura avevano ai fianchi un pezzo di fune e camminavano a piedi scalzi . Usavano un cappuccio, che secondo la tradizione gli fu consegnato dall'Arcangelo Gabriele che gli raccomandò di farlo indossare anche ai suoi frati. Il numero di  visitatori e seguaci aumentava; l'oratorio era troppo piccolo e fu necessario, perciò, costruire una chiesa. Durante la costruzione della chiesa e del convento di Paola, cominciò ad operare i primi miracoli. Dopo qualche anno, Francesco lasciò Paola e si recò a Paterno Calabro per la costruzione del secondo convento. A Paterno rimase per ben nove anni, durante i quali costruì una chiesa ed un convento. Anche in questo paesino operò moltissimi miracoli. Terminata la sua opera a Paterno Calabro, fu invitato nel 1456 in un altro paese calabrese: Spezzano della Sila, dove costruì il terzo convento. Il popolo di Spezzano fu molto riconoscente al Santo e ai suoi frati per l'opera di salvezza materiale e spirituale che offrì loro. Nel 1458 San Francesco giunse a Corigliano Calabro e costruì il quarto convento, dietro le insistenze che ricevette dal principe Sanseverino e da sua moglie, che risiedevano a Corigliano. Egli rimase a Corigliano circa due anni, poi si recò, nel 1460, nuovamente a Spezzano della Sila e da lì ricevette l'invito di recarsi a Crotone dove lo attendevano per la costruzione di un altro convento. L'opera di San Francesco consisteva essenzialmente nel far comprendere agli uomini quanto fosse grande e misericordioso l'Amore di Dio.
Sentendo parlare di Lui, delle sue opere e dei suoi miracoli, molti desideravano conoscerlo e averlo nel proprio paese.

venerdì 1 aprile 2011

Il blog Selliaracconta durante il mese d'aprile 2011

Il calendario del mese di aprile 2011 da scaricare
Con l’arrivo del mese di aprile la primavera finalmente esplode con le sue mille sfaccettature. E’ molto bello farsi un giro nelle varie campagne in questo periodo,magari sedendosi sull’erba soffice gustando i vari profumi (ovviamente non bisogna essere allergici ) Il blog non è andato mai in letargo anzi durante la stagione invernale appena conclusa è rimasto sempre aggiornato riportando in primo piano le varie notizie soprattutto sul nostro circondario. I paesi in cui di più stiamo cercando di riportarne le varie notizie sono oltre a Sellia: Simeri Crichi, Soveria Simeri, San Pietro Magisano, Zagarise, Sersale, Albi, Taverna Pentone, Sorbo, Fossato, Sellia Marina, Catanzaro. Un impegno non da poco gratificato dal sempre costante aumento di consensi che giornalmente riceviamo. Ritornando ai vari appuntamenti con il blog durante il mese appena iniziato, dopo aver ultimato nel mese di marzo il vocabolario dialettale Selliese, con questo mese riprenderemo con l l’inserimento della lettera C il dizionario dei proverbi e modi di dire Calabresi, antiche saggezze popolari dove si trovava con un proverbio il rimedio per ogni problema. Un nuovo racconto sempre ambientato a Sellia ci accompagnerà per tutto il mese, come al solito sarà suddiviso in vari capitoli. Per Sellia sconosciuta vi descriveremo alcune usanze durante le festività Pasquali, ma soprattutto in questo mese del risveglio della natura cercheremo di sensibilizzare, di risvegliare le coscienze assopite, tiepide dei Selliesi che si sentono delusi, amareggiati, sconfitti. Dobbiamo unire le forze dobbiamo smetterla subito con queste estenuanti lotte elettorali che si protraggono di anno in anno dove solo pochi ridono mentre Sellia muore, non abbiamo più scuse, non possiamo poi dire che non lo sapevamo. Selliaracconta rimarrà sempre dalla parte di Sellia, dalla parte di tutti voi nessuno escluso, voi che abitate a Sellia, che la mantenete viva che malgrado tutto non mollate voi siete i.....