giovedì 15 dicembre 2011
mercoledì 14 dicembre 2011
I Carabinieri della stazione di Simeri Crichi arrestano un operaio per appropriazione di circa 320 quintali di sabbia sul fiume Alli
Si era appropriato di circa 320 quintali di sabbia, prelevandola dal
greto del fiume Alli con l'utilizzo di mezzi meccanici di proprieta'
della ditta per la quale lavora. Per questo, i Carabinieri della
stazione di Simeri Crichi hanno tratto in arresto un operaio di 59 anni,
Antonio Trapasso. L'uomo, finito in manette nel corso di un controllo
in contrada Apostolello, nel territorio di Simeri Crichi, era sprovvisto
delle necessarie autorizzazioni e dovra' rispondere di furto aggravato,
distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Trapasso e' comparso
davanti al giudice Folino del tribunale di Catanzaro, il quale ha
convalidato l'arresto e disposto l'obbligo di presentazione alla polizia
giudiziaria.
Dovrà rispondere di furto aggravato distruzione e deturpamento di bellezze naturali
Dovrà rispondere di furto aggravato distruzione e deturpamento di bellezze naturali
Fiume Alli (CZ) |
martedì 13 dicembre 2011
storie vere di brigantaggio a Parenti (CS)
Uno studio approfondito sul brigantaggio mette in luce
il fatto che il fenomeno, nato come rivolta sociale
verso la fine del 700', ben presto degenerò in volgare delinquenza ed i
briganti in nome di fantasiose rivolte socio-politiche giustificarono i loro
misfatti,le loro crudeltà,le loro barbarie,i loro capricci ed arbitrii. E'
doveroso ricordare che spesso, come negli episodi che andiamo per raccontare,i
briganti agivano in Parenti per tentare di derubare i ricchi proprietari
terrieri o per motivi di odio nei confronti di qualche signorotto del luogo.
Vicino al centro abitato di Parenti si trova una località agreste di nome
Poverella, in questa località viveva una comunità di contadini e d
pastori. Un giorno furono assaliti da una banda di briganti intenzionati a
rubare loro tutto il bestiame che possedevano. Nello scontro a fuoco i pastori
ebbero la meglio ed i briganti furono costretti a riparare in fuga. Ma alcuni
giorni dopo,nottetempo,fecero irruzione nella comunità e sgozzarono tutti gli
uomini,che colti di sorpresa nel sonno,non ebbero il tempo di opporre la pur
minima resistenza. Il disgustoso dell'episodio fu che essi obbligarono le mogli
dei pastori a tenere sotto la gola dei mariti delle ciotole di legno che
venivano usate come tazze per bere il latte fresco appena munto,in cui si
raccolse il sangue dei trucidati. Dopo l'eccidio usarono violenza alle donne e
imbrattarono di sangue le mura di quelle squallide case coloniche come perenne
ricordo del loro barbarico gesto,che ricordasse,con terrore ed orrore,a tutti
la loro ferocia ed imponesse ad ognuno una completa sottomissione ai loro
voleri. Ancora oggi il fatto viene raccontato dalla popolazione del luogo con
raccapriccio e con una punta di velato timore. Questa è una tradizione che,ci
si potrebbe dire,non ha alcun valore storico e non dimostra assolutamente che il
brigantaggio,in quel periodo, fosse esplosione di violenza e non guerra sociale. E' vero ed è per questo che
trascriviamo un documento storico riguardante il Parafante. Parafante <
nello stesso anno (1791) del mese di ottobre assaltò colla sua
compagnia la comune dei Parenti,e propriamente alla casa di Filippo Cardamone, dacciò
ci potesse cadere acconcio di uccidere Giuseppe Cardamone figlio di Filippo,
perchè costui era capitano civico,e cercava la sua distruzione,pur nondimeno si
fece resistenza all'interno del paese,pose però Parafante fuoco al palazzo di
Cardamone,ed in quello conflitto restò ferito il signor Pietro Cardamone zio
del capitano nell'occhio sinistro,di cui oggi ne è privo. Essendo la sua
compagnia numerosa ebbe l'intento di entrare nel paese,per cui entrati
dentro,fecero un saccheggio lo più minuto che mai. Parafante domandò poi una
somma di ducati settecento,a cui non si volle aderire. E da ciò ne derivò
dichiarata inimicizia tra questa famiglia di Cardamone,con detto Parafante;con
lui vi era unito il nominato Niurello,e sempre facevano dei furti in ogni ceto
di persona che incontravano. Parafante poi si portò nella Sila nel mese
di settembre corrente anno nel luogo detto Varco di Piazza nella mandria di
Antonio Cardamone ,e Filippo Cardamone soci,ambedue della comune di
Parenti,ed avendo ivi ucciso dodici vitelli,undici bagagli,nove vacche,e si
prese epr comodo dei briganti suoi compagni giumenti numero quattordici,e pose
fuoco a tutti gli utensili di rame,e di legno,solamente lasciò il tugurio per
comodo dei foresi. Dopo di aver fatto questo delitto passò all'ovile dei
stessi soci,ed uccise a colpi di coltelli quattrocento pecore che erano ivi
racchiuse. Parafante fece questi barbari danni,perchè l'anno
passato cerò a detto Cardamone una somma di denaro,che sommava a ducati 700, e
detta somma li furono denegati. La civica di Carpanzano era nel mese di agosto
alla Sila nel posto di Ppetraravo,comandata dal capitano civico Gregorio
Cristino. Parafante assaltò il detto posto nottetempo,ma fu respinto,e fugato
dalla stessa civica.Egli vedendosi così respinto,si portò nella mandria
di Filippo Cardamone della comune di Parenti e li uccise undici bagagli,ottanta
pecore,e undici vitelli.
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