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mercoledì 14 dicembre 2011

I Carabinieri della stazione di Simeri Crichi arrestano un operaio per appropriazione di circa 320 quintali di sabbia sul fiume Alli

Si era appropriato di circa 320 quintali di sabbia, prelevandola dal greto del fiume Alli con l'utilizzo di mezzi meccanici di proprieta' della ditta per la quale lavora. Per questo, i Carabinieri della stazione di Simeri Crichi hanno tratto in arresto un operaio di 59 anni, Antonio Trapasso. L'uomo, finito in manette nel corso di un controllo in contrada Apostolello, nel territorio di Simeri Crichi, era sprovvisto delle necessarie autorizzazioni e dovra' rispondere di furto aggravato, distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Trapasso e' comparso davanti al giudice Folino del tribunale di Catanzaro, il quale ha convalidato l'arresto e disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Dovrà rispondere di furto aggravato distruzione e deturpamento di bellezze naturali
Fiume Alli  (CZ)

Per le celebrazioni del quinto centenario della nascita del Cavaliere Calabrese "Mattia Preti" Il comune di Taverna chiede un ruolo primario

martedì 13 dicembre 2011

Sellia inaugurati due laboratori didattici e culturali finalizzati a migliorare l'offerta scolastica.


Articolo tratto dalla "Gazzetta del Sud" del 12.12.2011

Simeri Crichi i consiglieri del gruppo la "Svolta" chiedono un intervento urgente di bonifica dell'arenile divenuto una vera discarica


Articolo tratto dal "Quotidiano della Calabria"

storie vere di brigantaggio a Parenti (CS)


Uno studio approfondito sul brigantaggio mette in luce 
il fatto che il fenomeno, nato come rivolta sociale verso la fine del 700', ben presto degenerò in volgare delinquenza ed i briganti in nome di fantasiose rivolte socio-politiche giustificarono i loro misfatti,le loro crudeltà,le loro barbarie,i loro capricci ed arbitrii. E' doveroso ricordare che spesso, come negli episodi che andiamo per raccontare,i briganti agivano in Parenti per tentare di derubare i ricchi proprietari terrieri o per motivi di odio nei confronti di qualche signorotto del luogo. Vicino al centro abitato di Parenti si trova una località agreste di nome Poverella, in questa località viveva una comunità di contadini  e d pastori. Un giorno furono assaliti da una banda di briganti intenzionati a rubare loro tutto il bestiame che possedevano. Nello scontro a fuoco i pastori ebbero la meglio ed i briganti furono costretti a riparare in fuga. Ma alcuni giorni dopo,nottetempo,fecero irruzione nella comunità e sgozzarono tutti gli uomini,che colti di sorpresa nel sonno,non ebbero il tempo di opporre la pur minima resistenza. Il disgustoso dell'episodio fu che essi obbligarono le mogli dei pastori a tenere sotto la gola dei mariti delle ciotole di legno che venivano usate come tazze per bere il latte fresco appena munto,in cui si raccolse il sangue dei trucidati. Dopo l'eccidio usarono violenza alle donne e imbrattarono di sangue le mura di quelle squallide case coloniche come perenne ricordo del loro barbarico gesto,che ricordasse,con terrore ed orrore,a tutti  la loro ferocia ed imponesse ad ognuno una completa sottomissione ai loro voleri. Ancora oggi il fatto viene raccontato dalla popolazione del luogo con raccapriccio e con una punta di velato timore. Questa è una tradizione che,ci si potrebbe dire,non ha alcun valore storico e non dimostra assolutamente che il brigantaggio,in quel periodo, fosse esplosione di violenza e non guerra sociale. E' vero ed è per questo che trascriviamo un documento storico riguardante il Parafante. Parafante <  nello stesso anno  (1791) del mese di ottobre assaltò colla  sua compagnia la comune dei Parenti,e propriamente alla casa di Filippo Cardamone, dacciò ci potesse cadere acconcio di uccidere Giuseppe Cardamone figlio di Filippo, perchè costui era capitano civico,e cercava la sua distruzione,pur nondimeno si fece resistenza all'interno del paese,pose però Parafante fuoco al palazzo di Cardamone,ed in quello conflitto restò ferito il signor Pietro Cardamone zio del capitano nell'occhio sinistro,di cui oggi ne è privo. Essendo la sua compagnia numerosa ebbe l'intento di entrare nel paese,per cui entrati dentro,fecero un saccheggio lo più minuto che mai. Parafante domandò poi una somma di ducati settecento,a cui non si volle aderire. E da ciò ne derivò dichiarata inimicizia tra questa famiglia di Cardamone,con detto Parafante;con lui vi era unito il nominato Niurello,e sempre facevano dei furti in ogni ceto di persona che incontravano. Parafante  poi si portò nella Sila nel mese di settembre corrente anno nel luogo detto Varco di Piazza nella mandria di Antonio Cardamone ,e Filippo Cardamone  soci,ambedue della comune di Parenti,ed avendo ivi ucciso dodici vitelli,undici bagagli,nove vacche,e si prese epr comodo dei briganti suoi compagni giumenti numero quattordici,e pose fuoco a tutti gli utensili di rame,e di legno,solamente lasciò il tugurio per comodo dei foresi. Dopo di aver fatto questo delitto passò all'ovile dei  stessi soci,ed uccise a colpi di coltelli quattrocento pecore che erano ivi racchiuse.   Parafante fece questi barbari danni,perchè l'anno passato cerò a detto Cardamone una somma di denaro,che sommava a ducati 700, e detta somma li furono denegati. La civica di Carpanzano era nel mese di agosto alla Sila nel posto di Ppetraravo,comandata dal capitano civico Gregorio Cristino. Parafante assaltò il detto posto nottetempo,ma fu respinto,e fugato dalla stessa civica.Egli vedendosi così respinto,si portò nella mandria  di Filippo Cardamone della comune di Parenti e li uccise undici bagagli,ottanta pecore,e undici vitelli.