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sabato 2 marzo 2013

Assolto il sindaco di Zagarise Pietro Raimondo dall'accusa di inquinamento ambientale, secondo i giudici del tribunale di Catanzaro il fatto non sussiste

Assolto perché il fatto non sussiste. Il sindaco di Zagarise Pietro Raimondo è stato scagionato dalla sezione penale del Tribunale di Catanzaro (giudice Catricalà, procuratore Scalzi) in merito alle accuse di inquinamento ambientale. La sentenza del 24 febbraio chiude un processo apertosi nel 2008 in seguito alla denuncia che il depuratore del comune di Zagarise risultava non funzionante con la conseguenza che i relativi liquami si immettevano sul territorio libero. Un problema che in realtà durò ben poco, esattamente fino al quando il Commissario per l’Emergenza restituì ai comuni la gestione dei depuratori, così che l’amministrazione di Zagarise, una delle poche a dotarsene, riuscì subito a ripristinare la piena funzionalità della struttura. Una lunga dissertazione quella con cui l’avvocato Luigi Sciumbata, difensore del sindaco di Zagarise, ha convinto il giudice sulla piena innocenza di Pietro Raimondo e dell’ing. Colosimo, dirigente dell’area tecnica del comune. Nella sua copiosa produzione di atti amministrativi il legale ha comprovato la confusione delle attribuzioni che discendono da un quadro normativo assai nebuloso riguardo alla titolarità della gestione ed alla manutenzione straordinaria del depuratore. L’avvocato difensore ha citato la legge 36/1994, la normativa regionale ovvero la legge n.10/1997 in forza delle quali la gestione del depuratore competeva all’Ato (Ambito territoriale ottimale). A scagionare il sindaco

A Magisano Mattia Preti entra nella scuola. Lezione sull'arte del grande cavaliere Calabrese nell'anno delle sue celebrazioni




venerdì 1 marzo 2013

La pacchia della Casta non finisce mai! A Fini un assegno di 300mila euro a Formigoni una buonuscita di 500mila euro questi sono solo due esempi di uno dei tanti scandali che ancora dobbiamo subire

LA PACCHIA DELLA CASTA - I DEPUTATI E I CONSIGLIERI TROMBATI SI CONSOLANO CON LE “LIQUIDAZIONI” -



Teodoro Buontempo avrà di che consolarsi. Trombato alle elezioni della Camera, il presidente della Destra porta a casa doppio vitalizio. Deputato per cinque legislature, si è ritrovato assessore della Regione Lazio nel momento in cui si cancellavano per legge i vitalizi (naturalmente dal giro successivo), ma estendendo contemporaneamente quel beneficio ai componenti della giunta. Avendo avuto Buontempo due vite politiche, ecco che gli spettano due vitalizi. Un'assurdità in piena regola, però mai corretta. Con il risultato che non soltanto ci sono in Italia almeno 200 ex politici cui spetta doppia razione, ma ancora adesso, dopo l'abolizione dei vitalizi in tutte le Regioni seguita all'indignazione popolare, c'è chi potrà cominciarne a godere. Come l'ex consigliere laziale dell'Udc Rodolfo Gigli, dal 2001 al 2006 deputato di Forza Italia.
Oppure l'ex capogruppo del Pd nella stessa Regione Esterino Montino, senatore ulivista per sette anni: il quale forse vi dovrebbe però rinunciare nel caso in cui fosse eletto sindaco di Fiumicino. O ancora l'ex vicepresidente Udc della giunta di Renata Polverini, Luciano Ciocchetti, deputato durante tre legislature, sia pure a corrente alternata: anche se per avere l'assegno della Camera gli toccherà probabilmente aspettare fino all'età di 60 anni, lui che ne ha 54.
Il vitalizio della Regione, quello invece può scattare da subito. Perché applicando le vecchie regole ancora valide per consiglieri e assessori uscenti e grazie a una modifica furbetta introdotta in Parlamento che ha vanificato il limite dei 66 anni previsto dal decreto anti-Batman di Mario Monti, la pensione può scattare già a 50 anni. Dal che si deduce che gli ex consiglieri laziali non rieletti i quali potrebbero da subito incassare il vitalizio sono ben 40 su 71.
Ecco chi prende il vitalizio
Nemmeno il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, classe 1943, finora deputato dell'Udc ed ex consigliere regionale della Campania, ha il problema dell'età. Ma l'incarico istituzionale che oggi ricopre, in una quantomeno antiestetica sovrapposizione di ruoli da quando è pure a capo della Giunta provinciale, gli impedirà di riscuotere immediatamente i due vitalizi cui avrebbe diritto? Boh...
Sappiamo sicuramente che Zinzi è stato uno dei dieci ex consiglieri che grazie alla magia di una leggina campana approvata nel silenzio generale nel 2005 incassava sia il vitalizio regionale che l'indennità parlamentare. Rimasto fuori dalle liste alle ultime politiche, avrebbe lasciato il seggio in eredità al figlio Giampiero, se questi fosse andato oltre i primi dei non eletti.
Di certo, quello che l'amministrazione di

Le prestigiose opere di Mattia Preti sono rimaste a Taverna grazie all'impegno dell'ex sindaco Vavalà