Una bottiglia su tre dell'olio italiano se l'è bevuta una mosca terribile. E il prezzo di ciò che si è salvato è alle stelle. È l'anno nero dell'extra vergine d'oliva. Non se ne produce. Non se ne trova. Una tragedia per i coltivatori, un dramma per gli appassionati della bruschetta. Tutta colpa del clima pazzo e del concatenarsi di una serie di eventi negativi. A giugno l'unica vera ondata di calore ha provocato il disseccamento dei fiori compromettendo la produzione di frutti. Quelli sopravvissuti hanno poi dovuto combattere con alti tassi di umidità, piogge abbondanti, poco sole, condizioni ideali per malattie e attacchi parassitari. Come quello della famelica mosca. Che ha fatto strage. E come se non bastasse, a dare il colpo finale ad un settore che conta su 250 milioni di piante, garantisce impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative all'anno e un fatturato di 2 miliardi di euro, sono arrivate le tempeste di grandine.
il bollettino è dappertutto di guerra: più
che dimezzata la produzione nel centro Italia, Umbria compresa, in
Puglia e Calabria contrazione di oltre un terzo, in Campania e Sardegna
-40%, -37% nel Lazio, in Sicilia -22%. Lo stivale piange in media un
crollo della produzione di -35% e si attesta intorno alle 302mila
tonnellate rispetto alle 464mila (dato Istat) della scorsa campagna. È
una batosta per gli italiani che ogni anno consumano 12 chili di olio
etravergine a persona. E la qualità, checché ne dicano i produttori, non
è quella delle annate migliori, mentre i prezzi sono ovviamente in
salita.In Calabria si annuncia annata di scarica soprattutto nella pianura,
mentre in collina e nelle aree pedemontane la situazione appare meno
compromessa. Il calo produttivo sarà comunque del 20% e difficilmente la
produzione supererà le 50 mila tonnellate.
Situazione migliore in
Sicilia, unica regione italiana che si salva dal segno negativo. La
produzione risulterà stabile, forse addirittura un lievissimo
incremento, rispetto all'anno scorso.
Drammatica invece la
situazione in tutto il centro nord, con cali del 50% in Emilia Romagna,
Lombardia, Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia. Cali consistenti
anche in Umbria, Campania e Lazio, tutte al -40%, mentre in Toscana, a
causa della scarsa produzione nel Chianti e nel Senese, il calo si
fermerà al 35%.
Le maggiori preoccupazioni riguardano ora i danni
quantitativi procurati dalla mosca delle olive i cui attacchi ripetuti
potrebbero far ridurre ancora la produzione in alcune aree e far
propendere per non raccogliere laddove la situazione appare compromessa.
Se l'Italia è in grande difficoltà festeggia invece il ritorno a produzioni abbondanti la
Grecia,
grazie a buone performance a Creta, dove si produce il 30% dell'olio
greco, e in tutto il ......