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mercoledì 16 novembre 2016

Riecco i 10 milioni! Per la SP 25 Arsanise/Catanzaro ricompaiono i 10 milioni già finanziati poi spariti poi rifinanziati poi di nuovo spariti poi.......

“La Strada provinciale 25, importante arteria che collega il Capoluogo di regione al territorio della Presila, si farà, così come il porto di Catanzaro: le risorse necessarie sono state inserite nel Piano di Azione e Coesione (Pac) 2014-2020 della Regione, deliberato ieri sera, esattamente come assicurato
dal presidente Mario Oliverio, e da noi ribadito in più occasioni già dopo la rimodulazione del Piano avvenuta lo scorso mese di febbraio”. Il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, ha appreso con grande soddisfazione la notizia dell’approvazione da parte della Giunta regionale del Piano di Azione e Coesione (Pac) 2014-2020, che contiene le risorse necessarie per la realizzazione della Strada provinciale 25. “L’importante deliberato di ieri sera rappresenta la migliore risposta alle strumentalizzazioni mirate periodicamente a screditare la disponibilità e l’impegno del presidente della Giunta regionale Mario Oliverio nei confronti di Catanzaro e del suo comprensorio – afferma ancora il presidente della Provincia di Catanzaro– E l’approvazione del Pac 2014-2020 lo dimostra in maniera concreta”. “Il ripristino della Strada provinciale 25 per Magisano, lungo il cui tratto scorre anche l’acquedotto che serve la città di Catanzaro, per un importo di dieci milioni di euro, rappresenta un opera infrastrutturale fondamentale per rompere l’isolamento delle aree interne e sfruttarne le potenzialità economiche e turistiche – ha detto ancora Bruno – e restituisce alle comunità di questo territorio quanto la Giunta del governatore Scopelliti aveva sottratto. Anche con il finanziamento del porto, il presidente Mario Oliverio ha dimostrato con i fatti di tenere nella giusta considerazione le istanze del......

martedì 15 novembre 2016

Sequestrati beni per oltre 25 milioni di euro tra alberghi turistici,ville di lusso,campi sportivi situati a: Catanzaro, Taverna, Badolato, Montepaone, Davoli, Roma.

Beni per un valore di oltre 25 milioni di euro sono stati sequestrati dal Gico di Catanzaro, che hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Procura distrettuale, nei confronti di Antonio Saraco, di Badolato, imputato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, ed arrestato nell’estate del 2013 nell’ambito dell’operazione Free Boat Itaca”, blitz che convolse 25 persone ritenute affiliate o fiancheggiatrici della cosca Gallace-Gallelli-Saraco di Guardavalle e Badolato.

Nell’ambito delle indagini, in particolare, erano emersi due episodi di estorsione che gli inquirenti ritengono siano stati compiuti da Antonio Saraco nei confronti di altrettanti imprenditori modenesi, responsabili della società che è titolare della struttura portuale di Badolato.
Secondo la tesi degli investigatori, nel primo episodio, l’indagato, insieme ad altri, avrebbe costretto i due imprenditori ad affidare la gestione del porto ad un società ritenuta “compiacente”, la “Ranieri Boat Service”. In questo contesto, Sacco avrebbe proprio riferito implicitamente che la ‘ndrangheta avrebbe avuto la necessità di riciclare il denaro nell'ambito delle strutture portuali.
Nel secondo episodio, invece, sempre l’indagato avrebbe invece tentato di estorcere all’imprenditore modenese, per il tramite di Antonio Ranieri, 120 mila euro, facendogli intendere che la richiesta proveniva dal capo del “locale” di Guardavalle, Vincenzo Gallace. La consegna dei soldi però non avvenne dopo che Gallace, venuto a conoscenza della richiesta, avrebbe ordinato una spedizione punitivanei confronti di Saraco.
Le indagini patrimoniali effettuate successivamente a completamento dell’intera attività, coordinate dal procuratore distrettuale di Catanzaro, Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Luberto e dal sostituto Vincenzo Capomolla, avrebbero permesso alla Guardia di finanza di ricostruire l’ingente patrimonio riconducibile Saraco, anche per il tramite di presunti prestanome; patrimonio che sarebbe risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati o all’attività economica svolta dallo stesso e dai suoi familiari.
I beni sequestrati comprendono il noto villaggio turistico “Aquilia Resort” di Badolato, una lussuosa villa e una società a Roma, 33 immobili, un campo sportivo e..........

lunedì 14 novembre 2016

Una strage che non conosce la parole fine. Maria Concetta è la ventisettesima vittima della S.S.106 "la strada della morte" Ecco il triste elenco 2016

27 vittime sulla S.S.106 nel 2016. Una vittima ogni 11 giorni.


Una donna di 87 anni, Maria Concetta Livieri, ha perso la vita nell’incidente avvenuto ieri a Copanello nel comune di Stalettì in provincia di Catanzaro. La donna è morta durante il trasporto in ospedale a seguito del violento impatto frontale avvenuto tra una Fiat Punto ed un Suv che ha causato tre feriti per fortuna ora fuori pericolo.

Maria Concetta è la ventisettesima vittima della S.S.106 in Calabria nell’anno 2016 dopo Eugenio Vadalà di 28 anni e Giuseppe Barone di 18 anni deceduti l’8 gennaio a Bocale fraz. di Reggio Calabria, Francesco Nicola Dati di 29 anni deceduto il 21 gennaio a Cirò Marina (KR), Carmela Palermo di 66 anni deceduta il 6 febbraio a Rossano (CS), Francesco Gaetano di 62 anni deceduto il 13 aprile a Corigliano Calabro (CS), Maria Cristina Brancatisano di 53 anni deceduta il 15 maggio a Montebello Jonico (RC), Pasquale Scarano di 67 anni deceduto il 16 maggio a Brancaleone (RC), Vittorio Leotta di 25 anni e Deborah Ranieri di 21 anni deceduti il 22 maggio a Sant’Andrea dello Jonio (CZ), Dmytro Lazarenko di 27 anni deceduto il 29 maggio a Ferruzzano (RC), Francesco Manoiero di 20 anni deceduto il 04 Giugno a Catanzaro Lido, Francesco Antonio Tarantino di 61 anni deceduto il 22 Giugno a Simeri Crichi (CZ), Giuseppe Varlaro di 22 anni deceduto il 5 luglio a Cassano all’Ionio (CS), Francesco De Salvo di 61 anni deceduto il 17 luglio a Rossano (CS) e Domenico Ciccarello di 62 anni deceduto il 27 luglio a Roccella Jonica (RC), Herde Yanosch di 30 anni e Fabio Capalbo di 27 anni deceduti l’11 agosto a Calopezzati (CS), Vittoria Lopilato di 23 anni, Lorena Lopilato di 24 anni, Francesca Bressi di 24 anni, Pasquale Papaleo di 25 anni deceduti il 21 agosto a Santa Caterina dello Jonio (CZ), Roberto Santini di 51 anni, la moglie Rossella Sardiello di 46 anni, ed il figlio Marco di 19 anni deceduti il 27 agosto a Villapiana (CS), Giuseppe Amodeo di 82 anni deceduto il 22 settembre a Cariati (CS) e Petro Izay di 73 anni deceduto l’1 ottobre a Pellaro fraz, di Reggio Calabria
 L’Associazione intende ribadire e sottolineare che tutto ciò rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana ed intende evidenziare, inoltre, che...........

giovedì 10 novembre 2016

L’esercito dei forestali calabresi 5.887 operai al lavoro con paletta e secchiello contro i 277 (ventuno volte di meno) del Veneto Inchiesta di Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera.

La Regione ha 5.887 forestali stabili contro i 277 (ventuno volte di meno) del Veneto, dove il costo (tutto compreso, anche i 347 «stagionali») è di 21 milioni di euro netti contro i 185 milioni di euro che occorrono per i soli stipendi «forestali»

Nella foto un fermo immagine tratto da un servizio delle Iene 

Paletta e secchiello: per mettere in sicurezza la terra più esposta d’Italia al rischio idrogeologico, i «forestali» calabresi sono dotati degli strumenti di un bambino in spiaggia. Basti dire che al suo arrivo, sei mesi fa, il nuovo commissario straordinario trovò un esercito di 5.887 uomini e tre ruspe. Tre. Tutte tre fuori servizio. Chiese una Panda: mancava l’assicurazione. A dispetto di spese per circa duecento milioni. Nascoste in un bilancio intenzionalmente impenetrabile. Dieci volte più pesante di quello dei forestali del Veneto.«Questa volta non ci saranno picchetti e occupazioni. Il governo Renzi, grazie al presidente Oliverio e alla delegazione parlamentare pd, ha inserito in legge di Stabilità 50 milioni per Lsu e 130 per i forestali!», esulta sul suo blog la deputata Enza Bruno Bossio, «Avanti sulla strada dei diritti!». Quali? Questo è il punto: i «diritti» dei dipendenti di «Calabria Verde» fondata nel 2013 per sistemare in un unico carrozzone i vecchi forestali dell’Afor, i riciclati delle comunità montane e gli addetti alla sorveglianza idraulica, passati dal part-time al tempo pieno con un raddoppio dei costi? O i diritti dei cittadini italiani che si fanno carico di queste spese di assistenzialismo puro e ancor più dei cittadini calabresi ai quali dovrebbe esser garantita la possibilità di vivere senza l’incubo che al primo nubifragio venga giù tutto?
Il dissesto idrogeologico
Sono 9.417 le frane censite che mettono a rischio quasi la metà del territorio. Un quadro così allarmante da spingere mesi fa lo stesso Sergio Mattarella a ricordare quanto la Calabria abbia «sofferto speculazioni e incurie» nonché del «perverso connubio tra malaffare e cattiva amministrazione». «Il dissesto idrogeologico», ammonì, «è causa di un impoverimento di risorse e di rischi per le popolazioni. Intervenire per ridurlo è opera di grande valore sociale». Parole al vento. Anche l’ultimo conto consuntivo della società, nonostante la svolta tentata con la nomina a commissario di Aloisio Mariggiò, un generale dei carabinieri scelto per arginare le polemiche, mostra come solo una minima parte dei costi esorbitanti finisca nella gestione dell’azienda e oltre il 96% in stipendi. La ricerca Dice una ricerca di Confartigianato che, non bastassero i rischi sismici e idrogeologici, la Calabria col 26,8% degli edifici in stato di conservazione mediocre o pessimo, è la regione messa peggio del Paese. Eppure, denuncia il geologo Mario Pileggi, i «2.587 interventi per un costo di un miliardo e duecento milioni ritenuti necessari» nel Piano di difesa del suolo del 2008-2009, sono stati portati a termine solo «in minima parte». Ovvio: «Ci sono operai mandati a mettere in sicurezza una fiumana pericolosa senza un mezzo meccanico», sorride amaro il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri. «Qualcuno si è portato il badile da casa. Si può risanare un territorio pericoloso senza una ruspa e con le vanghe portate da casa?». O il forestale è un eroe e si spacca la schiena come gli antichi schiavi nubiani o si mette all’ombrae aspetta sera. L’inchiesta sui fondi Dice tutto, sulle priorità della politica (niente grane coi forestali, al risanamento penseremo poi...) l’inchiesta aperta appunto dalla magistratura su 80 milioni di euro di Fesr (Fondi Europei Sviluppo Regionale) stanziati per contenere i rischi idrogeologici e usati invece per gli stipendi a quella massa abnorme di forestali. Soldi che la Ue a questo punto non verserà più. Persi. Addio. Come la spieghi, agli europei e agli italiani, quella scelta? Come possono capire, gli «altri», una Regione con 5.887 forestali stabili (e va già meglio d’una volta quando lo stesso Giacomo Mancini, calabrese, li definì «una maledizione») contro i 277 (ventuno volte di meno) del Veneto, dove il costo (tutto compreso, anche i 347 «stagionali») è di 21 milioni netti contro i 185 per i soli stipendi «forestali»? Un dettaglio? Il tributarista Michele Mercuri, dell’UniCal, ride amaro dell’incasso 2014 per il «materiale legnoso» che doveva coprire un po’ i costi: 14.603 euro. «Sufficienti a coprire poco meno dello 0,005% delle spese». E il bello è che in questi stessi anni, come emerge dall’inchiesta a Castrovillari del giudice Eugenio Facciolla, c’è chi col legno ha fatto montagne di soldi. Chiudendo contrattini da poche centinaia o migliaia di euro per la rimozione di legname caduto a terra per poi radere al suolo ettari ed ettari di alberi secolari con motoseghe, gru e camion rimorchi. Misfatti ecologici già denunciati da decenni. E da decenni combattuti a chiacchiere. L’ingerenza della politica locale Esattamente come l’antico vizio dei mammasantissima politici locali di usare forestali, ricattati con le clientele, per .......

mercoledì 9 novembre 2016

Settimo compleanno del blog Sellia racconta il Comprensorio Auguri! Un 1.000.000 di volte grazie a tutti voi per i crescenti consensi


Oggi il blog compie sette anni dunque una piccola analisi sul settimo compleanno del blog Sellia racconta il Comprensorio senza dilungarmi troppo è doverosa.
Iniziata l'avventura nel 2009 (esattamente come oggi) il blog piano piano si è saputo guadagnare consensi sempre crescenti Come ho avuto modo di ribadire quando il 9 novembre 2009 nasceva questo spazio virtuale aveva come unico obiettivo quello di far conoscere i tanti racconti sul glorioso passato del mio amato borgo Sellia. Obiettivo raggiunto appieno con i tantissimi racconti inseriti durante il primo anno, poi la naturale evoluzione visto la crescente richiesta di notizie da parte dei paesi vicini  cosi quel Sellia racconta diventava Sellia racconta ..... il Comprensorio dando risalto ai comuni di: Catanzaro, Albi, Magisano, Zagarise, Sersale, Sorbo, Fossato, Pentone, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Sellia Marina, Sellia. Una positiva costante del blog è la sua crescita infatti ogni anno si è registrato il raddoppio dei contatti dell'anno precedente poi il 2016 è un anno molto prolifico per il blog, abbiamo ormai superato il 1.000.000 (milione)  di contatti mentre i contatti giornalieri si
attestano stabilmente con una media di 1000 (mille) Per  quanto riguarda le  notizie che vengono pubblicate si cerca sempre di privilegiare i comuni sopra citati cercando notizie di nicchia dando massimo spazio ai vari servizi che voi ci inviate con l'auspicio che sempre di più aumentano perché il blog rimane a disposizione di tutti chiunque può vedere le proprie segnalazioni, i propri servizi, le foto etc pubblicate sul blog
Auguri Sellia racconta il Comprensorio Buon.......