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sabato 6 giugno 2020

Sersale la Riserva Valli Cupe da 7 mesi versa in stato di assoluto abbandono Il tutto grazie a una legge scellerata fortemente voluta dall'On Tallini che ha tolto la gestione al comune.

Sono passati quasi SETTE MESI (per l’esattezza 200 giorni

dall’approvazione della legge con la quale il consigliere regionale Tallini (oggi Presidente del Consiglio regionale) ha “cacciato” dalla gestione della Riserva Naturale Regionale delle Valli Cupe (ente con personalità di diritto pubblico) il Comune di Sersale (ente pubblico) per sostituirlo con l’Associazione Legambiente Calabria (soggetto privato), affidando a quest’ultimo soggetto privato anche la gestione di risorse finanziarie pubbliche (euro 100.000,00 all’anno), e ad oggi (venerdì 05 maggio 2020) la Riserva delle Valli Cupe si trova senza alcuna gestione. Dell’associazione privata Legambiente Calabria non vi è alcuna traccia e la Riserva delle Valli Cupe, uno degli esempi più belli di cose positive in una regione caratterizzata da disfunzioni, mal governo e commissariamenti di enti regionali e sub regionali, grazie al Consigliere regionale Tallini (oggi Presidente del Consiglio Regionale) versa in stato di assoluto abbandono e tutto il sistema (cooperative di giovani, associazioni di volontariato, titolari di esercizi commerciali, di B&B ed ospitalità diffusa) e lo stesso Comune di Sersale in stato di assoluto disorientamento anche per l’impossibilità di programmare la stagione primavera-estate in.......

venerdì 5 giugno 2020

Alle porte di Catanzaro i carabinieri forestali di Taverna sequestrano un canile lager con 66 cani maltrattati e denutriti

 Sequestrato canile abusivo, segnalato anche da alcuni cittadini alle forze dell'ordine. Il luogo, nascosto dalla vegetazione e difficile da raggiungere nella campagna di Janò, a due passi da Catanzaro
Foto d'archivio
Un canile “lager” quello scoperto e posto sotto sequestro dai Carabinieri forestali di Taverna, in coordinamento con dalla Polizia locale di Catanzaro, nella via Galliani del quartiere Janò di Catanzaro. Nella fatiscente struttura - costituita da due capannoni costruiti senza alcuna autorizzazione - vi erano detenuti sessantasei cani da caccia, tutti di razza, di cui 10 cuccioliCon l’accusa di maltrattamento di animali è scattata la denuncia per il proprietario della struttura. Il canile lager si trovava esattamente in via Galliani nel quartiere Janò di Catanzaro, costruito senza alcuna autorizzazione, è stato posto sotto sequestro dal Comando carabinieri forestali di Taverna, diretto dal maresciallo Arcuri, coadiuvato dalla Polizia locale di Catanzaro al seguito del maresciallo Grande è stato denunciato il proprietario per maltrattamenti di animali. I cani, privi del certificato di provenienza e di microchip verranno trasferiti, nell’ambito di.......

giovedì 4 giugno 2020

Catanzaro scoperto negozio di droga in pieno centro. Un arresto e tre denunce


Un arresto e tre denunce: è il bilancio di un controllo da parte dei carabinieri di Santa Maria e Tiriolo che hanno anche arrestato, in flagranza di reato e per detenzione ai fini spaccio di droga, un 31enne, A.T., formalmente residente a Isca sullo Ionio ma domiciliato a Catanzaro. Denunciate anche altre tre perone, due 28enni e un 25enne. Le indagini sono partite a seguito dei controlli da parte dei militari di Tiriolo nei confronti di un 28enne che, incensurato, frequentava pregiudicati del postoMentre i carabinieri di Santa Maria, durante dei controlli, hanno scoperto invece che alcuni tossicodipendenti dell’area sud spesso si recavano in centro città. Le attività dei due reparti hanno portato alla stessa “fonte”: un appartamento della zona stadio di Catanzaro. I carabinieri hanno quindi fermato e controllato un giovane del capoluogo che aveva appena acquistato 5 grammi di marijuana (e per questo è stato segnalato alla Prefettura come assuntore di stupefacenti) e poi hanno perquisito la casa. Nell'abitazione, risultata in uso al 31enne, ma dove sono stati trovati anche gli altri tre, hanno trovato oltre 315 grammi di marijuana, materiale per il confezionamento e la pesatura, e la somma in contante di 400 euroNelle abitazioni dei quattro è stato poi scovato dell’altro materiale e ed in quella ad Isca sullo Ionio, del 31enne, 16 piantine di marijuana in vegetazione. Per l'uomo è quindi scattato l'arresto sia detenzione ai fini di spaccio che per.............

mercoledì 3 giugno 2020

Pentone i pochi "cafoni" cercano inutilmente di mettere in cattiva luce l'ottimo lavoro della giunta Marino.



Località Cafarda del comune di  Pentone  immersa nel verde nella Sila Piccola li alcuni cittadini irrispettosi delle regole di convivenza confondono, ancora una volta e sempre di domenica, i piccoli cestini dei rifiuti con bidoni dell’immondizia creando così vere e proprie discariche in un luogo pensato per accogliere tutti. Non si esclude a priori l’utilizzo di un sistema di videosorveglianza con multe salatissime per quanti persistono ad abbandonare rifiuti dove non si dovrebbe. Il primo cittadino Vincenzo Marino sottolinea la mancanza di rispetto e del bene comune rimarcando sui social :che “Le parole non bastano più ora passiamo ai fatti” , ha detto il primo cittadino di Pentone, stigmatizzando il comportamento di chi va in Sila per consumare il proprio pic nic, ma poi.......
lascia i rifiuti per strada.

Calabresi immuni al coronavirus. Uno studio conferma che "Uno scudo genetico ha protetto il Sud: “Combinazione di ambiente e Dna”

C’è anche uno “scudo genetico

 tra le ipotesi per cui il Sud Italia potrebbe essersi salvato dal ciclone coronavirus. «L’idea è quella di una interazione tra dna ed ambiente, che avrebbe disegnato in modo profondamente diverso la mappa dell’epidemia nel nostro Paese», spiega il dottor Pierpaolo Correale, direttore dell’oncologia del Gom di Reggio, coinvolto nel progetto di ricerca (il lavoro è stato presentato dal prof. Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute e professore ordinario di Anatomia Patologica dell’Università di Siena e ne fa parte anche fa la dott.ssa Rita Saladino, della Tipizzazione tissutale del Gom). «Il fenomeno osservato, chiamato impropriamente “scudo genetico”, consiste nell’identificazione di Alleli HLA (Human Leucocyte Antigen) a rischio nelle aree del Paese affette dall’epidemia. L’HLA controlla la risposta immunologica dell’organismo. Può essere considerato atecnicamente – spiega Correale- una sorta di “tesserino immunitario” ereditato dai genitori che definisce la risposta ad agenti ambientali, patogeni e alterazioni molecolari pericolose per l’organismo. Per tale motivo, è considerato elemento fondamentale nell’esecuzione dei trapianti di midollo».In un recente lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista “International Journal of Immunotherapy”, ad opera sua e di altri collaboratori a livello nazionale, viene dimostrato che la risposta ai farmaci immunoterapici di recente introduzione nella pratica clinica è specificamente correlata alla presenza di alcuni di questi HLA. Spiega Correale: «Questa esperienza ci ha portato a confrontare l’incidenza di covid con la presenza (prevalenza) di particolari alleli espressi nell’ambito dei registri nazionali dei donatori di midollo e che presentavano differenze interregionali e interprovinciali sostanziali. In particolare, sono stati identificati due alleli a rischio che sono molto espressi nelle regioni del Nord e poco espresse nel centro sud e nelle isole. Allo stesso tempo, all’interno della stessa Regione, la presenza degli alleli a rischio muta tra province confinanti. Il tutto è mantenuto in stretta correlazione con l’esplosione dell’infezione da covid proprio nelle aree dove gli alleli a rischio compaiono maggiormente». Che valenza dare a questi dati? «Sono in piena linea con numerose osservazioni internazionali e saranno riconfermati in studi clinici sperimentali. La parola “scudo” non è stata utilizzata per sostituire impropriamente la parola immunità o corazza, o addirittura “scorza”, ma solo una maggiore refrattarietà a sviluppare la malattia in forma aggressiva. Tali dati possono essere dimostrati sulla base dell’evidenza empirica se, guardando non troppo lontano, si tiene a mente l’esperienza delle locali rsa: Villa Torano Castello (Cs), Chiaravalle (Cz) e Melito Porto Salvo (Rc) dove, nonostante l’alta percentuale di infetti, non si sono verificate le attese carneficine. Si tratta – comunque- di studi che.........

lunedì 1 giugno 2020

Il patrocinio di San Vitaliano non si trova più a Catanzaro ma a Reggio Calabria Dopo la chiusura del convento i frati Francescani hanno staccato la bellissima ed imponente tela dalle pareti della Chiesa del Monte dei Morti di Catanzaro trasportandola "in riva allo stretto"

La religiosità popolare dei catanzaresi tramanda che San Vitaliano, patrono di Catanzaro, sia anche protettore degli stranieri. Ma che, addirittura, il Santo andasse ad esercitare a domicilio il suo patrocinio non si era mai sentito.

Eppure è quello che sta accadendo da un po’ di decenni a questa parte, da quando, cioè, i frati cappuccini hanno staccato la bellissima ed imponente tela raffigurante “Il patrocinio di San Vitaliano” dalle pareti della Chiesa del Monte dei Morti e della Misericordia di Catanzaro e l’hanno trasportata al convento francescano dell’Eremo di Reggio Calabria.

Interrogarsi sul perché San Vitaliano stia ancora in riva allo Stretto è legittimo per i fedeli catanzaresi, e dovrebbe esserlo ancor di più per l’arcivescovo della Diocesi di Catanzaro, ma anche e soprattutto per la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria, per la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria, per l’Ufficio Diocesano di Catanzaro per i Beni Culturali Ecclesiastici e per il Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che fin dal 22 febbraio 2020 sono stati allertati con apposite missive del Comitato pro Monte di Catanzaro affinché esercitino la dovuta vigilanza in ordine ad eventuali movimenti di patrimonio storico-artistico riferibile al Convento e alla Chiesa del Monte di Catanzaro - di cui il Capitolo Provinciale di Calabria dell’Ordine dei Frati Minori cappuccini ha decretato la soppressione - chiedendo la restituzione delle opere e dei beni culturali che risultassero essere spostati altrove e, nel contempo, la restituzione di alcune tele che attualmente, non si sa per quale misterioso motivo, si trovano nel convento dei frati a Reggio Calabria, tra cui proprio la maestosa (cm. 240 x 170) opera dipinta e firmata nel 1746 dal maestro catanzarese Vitaliano Alfì che ritrae il Santo Protettore nel gesto di affidare alla benevolenza della Madonna Assunta in Cielo la città di Catanzaro, della quale è raffigurata una significativa e fedele veduta dell’epoca. Ad oggi, in mancanza di notizie di provvedimenti adottati dalle predette istituzioni, cresce la preoccupazione per la sorte del patrimonio librario, archivistico e storico-artistico del Convento dei Frati Cappuccini e della annessa Chiesa del Monte dei Morti e della Misericordia in Catanzaro che, come noto, è formato da beni di rilevante pregio (ori, argenti, tele, statue, arredi e suppellettili, tessuti e damaschi in seta catanzarese, documenti d’archivio, opere manoscritte, preziose e rare cinquecentine, seicentine e volumi di epoca posteriore) che si sono accumulati nel corso dei secoli e che sono intimamente connessi con l’identità religiosa, storica e culturale della città di Catanzaro, della quale concorrono a formarne il patrimonio immateriale. E’ per queste motivazioni, oltre per quelle non marginali di carattere normativo e legale che speriamo non debbano scendere in campo, che riportare tra le mura cittadine il quadro di San Vitaliano riveste un significato simbolico di straordinario valore per la comunità dei ..............