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giovedì 3 marzo 2011

Lettera di don Francesco dove si fa chiarezza del perchè ha deciso di lasciare Sellia per dedicarsi ad una sola parrocchia.

Carissimi,
da quando è stata resa pubblica la notizia della mia scelta di lasciare la Parrocchia di Sellia per servire solo la comunità di Simeri, i sentimenti negli animi dei selliesi sono stati diversi, misti a delusione, tristezza, amarezza. La scelta è stata esclusivamente personale, nessuno mi ha tolto, nessuno mi ha costretto.
In questi giorni sono state dette molte cose e ho letto molte cose e mi dispiaceva non poter rispondere. Addirittura, qualcuno è arrivato a dire che già dopo un mese del mio ingresso in comunità, me ne volevo andare. Mi sembra un po' esagerato.
Ecco come sono andati i fatti:
Circa 5 mesi or sono, sono andato dal Vescovo con una precisa richiesta: quella, cioè di poter essere esonerato nel servire entrambi le parrocchie si Sellia e di Simeri perchè le attuali condizioni di salute non mi permettono di svolgere il servizio pastorale bene, secondo il mio cuore e il cuore di Dio. In quel momento non c'erano soluzioni, soluzione arrivata 20 giorni fa, con la disponibilità dei nuovi parroci, Don Simone e Don Maurizio.
Perchè ho deciso per una parrocchia anziché un'altra? Ci sono motivazioni evidenti, cioè logistiche, pratiche: Simeri è una comunità più piccola, con meno ammalati, strutturalmente parlando più adeguata a me, con una sola chiesa etc. e questo è quando ho detto anche al Vescovo e lui mi è testimone e poi facendo un bilancio personale ho avuto delle motivazioni personali per decidere ciò. La gente vorrebbe sapere queste motivazioni, ma queste fanno parte della mia persona ed è giusto che rimangano mie.
Tengo a precisare quanto ho detto anche al Vescovo: “Eccellenza, oggi vi posso dire che il 90% della popolazione di Sellia mi vuole bene e ha una profonda stima di me e sarà dispiaciuta quando riceverà la notizia”, e così realmente è stato. Questo è vero e lo penso con il cuore. Voi mi volete bene, veramente bene. Ma anche io vi ho voluto e vi vorrò bene.
Parlando con una persona le ho detto due cose: la prima: in questi anni vi ho visti sempre come delle perle che il Signore mi ha consegnato e come un pezzo della mia carne e questo mi ha fatto gioire per le vostre gioie e mi ha fatto soffrire per le vostre sofferenze. Nel povero, ho visto Gesù, nell'ammalato ho visto Gesù, nel bambino ho visto Gesù, in tutti ho visto Gesù e tutto ciò che ho fatto l'ho fatto come se lo facessi a Gesù. La seconda cosa che le ho detto è stata questa: ogni qualvolta in una comunità parrocchiale avvengono dei problemi è sempre responsabilità del sacerdote che li permette. Se il sacerdote fosse più prudente, più saggio, più santo, più attento, certe cose non accadrebbero. Da questo comprendete che non addito nessuno ma me stesso. Detto questo, ribadisco: è stata una scelta esclusivamente personale.
Ciò che però, in questo momento mi preme ribadire è: A Sellia  ho fatto tutto con amore e dedizione, a volte, anche sbagliando, ma sempre con tanto amore. A sellia c'è tanta gente speciale che ama davvero il Signore e che andrà avanti al di là del prete. Oggi, però Sellia vive un momento particolare e se non ci si da una mossa, e ci si mette mano al cuore e alla coscienza, è destinata a morire, ma permettetemi, nella schiettezza del mio parlare, qualcuno sta aspettando questo: il fallimento.
Sono venuto nella semplicità e  me ne vado nella semplicità. Sono venuto senza niente e me ne vado ricco di tanto amore: quello dei bambini che ho portato sempre nelle palme delle mani; quello degli anziani: da persona che sa cosa sia la sofferenza, mi sono fatto uno solo con loro e ho sempre cercato di regalare loro un sorriso, un'attenzione in più; quello di tante coppie cristiane di cui è piena Sellia che testimoniano l'amore di Gesù, fatto sacramento, quello dei giovani che mi hanno sempre affiancato anche se in più occasioni mi sono dovuto mostrare forte e duro ma basta accendere i telegiornali per vedere cosa succede in giro. Grazie a chi in questi anni non si è risparmiato in nulla ed ha lavorato non per vanagloria ma per amore a Dio e ai fratelli.

Vi chiedo scusa se ho offeso qualcuno, chiedo perdono se ho mancato in qualche cosa, perdonatemi se ho deluso le vostre aspettative. Questa è la mia scelta, se pur non condividendola rispettatela. E se in questi anni vi ho fatto un po' di bene, ricordatemi per questo.

Arrivederci Sellia. Ti porterò nel mio cuore.

Grazie
Don Francesco Cristofaro