È quanto emerge da una ricerca di Legautonomie che sarà presentata il prossimo 31 ottobre a Catanzaro
Fornire elementi conoscitivi chiari ed aggiornati attraverso una
mappatura delle realtà comunali minori che presentano indubbie
debolezze di natura socio economica che ne limitano lo sviluppo: è
l’obiettivo del report di ricerca su “Classificazione della marginalità
dei piccoli comuni calabresi realizzato da Legautonomie Calabria.
L’analisi sarà illustrata lunedì 31 ottobre, alle 10,30, a Catanzaro
nella sala della Unione Regionale Bonifiche Calabria. “Lo studio,
attraverso un metodo semplice, riproducibile e scientificamente fondato -
è detto in un comunicato - realizza una prima classificazione della
marginalità socioeconomica dei comuni calabresi con popolazione fino a
5.000 abitanti. Lo studio descrive con metodo analitico - l’unità di
rilevazione é il singolo piccolo comune - la Calabria dei “piccoli” che
rappresentano ancora una parte “minore” relativamente alla popolazione
che vi risiede (circa 1/3 del totale), ma è quella chiamata a gestire il
67% del territorio regionale. Oggi i comuni con meno di 5.000 abitanti
rappresentano il 79,5% delle amministrazioni comunali calabresi, 10
punti in più della media nazionale”. Il report è così strutturato: una
prima parte che descrive in maniera sintetica la situazione complessiva
dei comuni calabresi fino a 5.000 abitanti con particolare attenzione
agli aspetti demografici; una seconda parte che illustra brevemente i
presupposti metodologici dell’analisi; un terzo, e ultimo capitolo, che
evidenzia i risultati delle classifiche ottenute con l’elenco di tutti i
piccoli comuni calabresi e il relativo indice di marginalità. “Per
ciascuna parte del rapporto - afferma il presidente di Legautonomie
Calabria Mario Maiolo - viene fornita una lettura essenziale dei dati di
base, anche attraverso una descrizione grafica e cartografica dei
fenomeni maggiormente rappresentabili .L’auspicio è che questa nuova pubblicazione, oltre a contribuire alla conoscenza di questo mondo istituzionale regionale, possa generare un maggior carico di consapevolezza rispetto i processi di declino in atto per opporvisi con nuova e rinnovata strumentazione di intervento”.