L’amministrazione comunale di Pentone, su iniziativa dell’Assessore
alla Cultura Francesco Citriniti, ha organizzato, di concerto con alcune
Associazioni locali, nell’ambito della XIV^ Settimana della Cultura,
un’interessante manifestazione incentrata sul tema dell’emigrazione.
In particolare sono stati proiettati, presso il salone adiacente il
Santuario di Termine, due filmati, messi a disposizione dalla Cineteca
della Calabria, del grande regista calabrese Gianni Amelio, tra l’altro
nato e vissuto abbastanza vicino a Pentone, a San Pietro Magisano.
Continua, ha tenuto a precisare l’assessore Citriniti nel suo
intervento, l’opera di valorizzazione,da parte dell’amministrazione del
comune presilano, di calabresi che si sono distinti, in campo
artistico, cinematografico, politico etc., a livello nazionale ed
internazionale, nella convinzione che è di fondamentale importanza
proiettare ai giovani esempi di “calabresità positiva”.
Anche Pentone, come gran parte dei paesi del Sud, è stato interessato
nei decenni scorsi, dal fenomeno dell’emigrazione di massa, dettata
purtroppo il più delle volte dall’esigenza di trovare un posto di
lavoro, talvolta per scelta, talaltra per il desiderio di cercare
maggiori opportunità professionali, sociali ed economiche. Tanti i
compaesani sparsi in ogni dove, dal Canada all’ Argentina, dalla
Svizzera alle grandi città del Nord Italia, che hanno avuto il coraggio,
perché comunque sono sempre scelte molto coraggiose, di andare alla
ricerca di una seconda opportunità.Tutti, nessuno escluso, ha mai rotto
però i legami affettivi con il paese d’origine. Consapevoli di questo
forte legame, Pentone ha sempre organizzato eventi tesi a rimarcare
questo forte legame con i suoi cittadini lontani, un esempio per tutti
la Festa dell’Emigrante, giunta alla 29^ edizione,organizzata dalla
locale Pro Loco, in collaborazione con l’amministrazione comunale e di
altri organismi, che ogni anno vuole essere una sorta di tributo a tutti
coloro che vivono lontani dal natio paesello. Due filmati di un
emigrato d’eccezione, Gianni Amelio, che hanno riportato alla nostra
memoria tutte le emozioni ed anche le difficoltà di tutti coloro che
coraggiosamente hanno deciso di trovare una sistemazione altrove,
lontana dai propri affetti. L’Avv. Eugenio Attanasio, presidente della
Cineteca e presente alla manifestazione ha esaltato, nel proprio
intervento, le peculiarità e le maestrie del montaggio dei filmati da
parte del noto regista.
Un particolare che è emerso, in uno dei filmati è stato il “cordone
ombelicale” venutosi a creare tra i nostri emigrati e la stazione
Termini di Roma. L’abitudine di recarsi spesso nella grande stazione,
paragonabile alle nostra Agorà, e che consentiva agli emigrati di
incontrare i propri paesani o più semplicemente a vedere partire o
piuttosto arrivare gli emigrati, una forma curiosa di solidarietà, di
spirito di appartenenza.
Il secondo dei due filmati, sempre di Gianni Amelio, rappresentava
invece il fenomeno inverso, ovvero l’immigrazione a Catanzaro. Si
trattava di calciatori professionisti che negli anni ’60 giungevano
nella nostra città a far parte della squadra di Calcio. Essi furono
costretti a scontrarsi con una realtà molto diversa rispetto alle città
del nord da cui provenivano. I commenti da parte degli stessi giocatori e
da parte delle loro mogli, evidenziavano i disagi, i problemi
logistici, le opportunità negate, la mancanza anche minima di eventi
mondani. Tutti commenti non certo edificanti per la nostra realtà, ma
verosimilmente concreti, plausibili.
Emerge comunque, in entrambi i filmati, sempre una legittima nostalgia
ed avversione nei confronti di una realtà che non si sente come propria,
un’amarezza ed uno spirito critico che, di solito è insito nel fenomeno
stesso dell’emigrazione.
Tanti gli interventi, da parte dei convenuti, tra gli altri l’Avv.
Attanasio, Don Gaetano Rocca, il Prof. Franco Santopolo, il Prof.
Peppino Paonessa, capogruppo del gruppo di opposizione Alternativa
Democratica.Tanti i presenti, tra cui i presidenti delle Associazioni
che hanno collaborato all’organizzazione di questa riuscita
manifestazione, Brunella Scozzafava Presidentessa dell’Associazione
Isegoria, Antonio Primerano, presidente dell’Associazione culturale
Antelios, Mario Sei, Presidente di Teatro 6, Vincenzo Fabiano,
presidente dell’ASD Scuola Calcio, Vitaliano Marino, Presidente della
Pro Loco di Pentone, oltre a Vincenzo Marino, presidente del Comitato
Civico L’Arco.
Gli autorevoli interventi hanno rimarcato il forte legame tra gli
emigrati e la propria terra, i propri valori e le proprie tradizioni.
Oggi, come allora, la gente continua ad emigrare, tra questi anche
giovani ricercatori, i quali emigrano oltre continente, alla ricerca di
nuove opportunità, laddove i campi di applicazione dei loro studi
risultano essere maggiori e certamente più lusinghieri, ma questo
evidentemente è un fenomeno non tanto legato ad un disagio vero e
proprio quanto alla politica economica del nostro paese.
Certo il fenomeno dell’emigrazione appartiene, volenti o nolenti, alla nostra stessa cultura.
Fra tutte desideriamo riportare una frase di Don Gaetano Rocca, parroco
di Pentone, il quale ha detto che il fenomeno dell’emigrazione di per
sé non è né negativo e né nostalgico, in quanto l’uomo,
antropologicamente è portato a spostarsi, è alla ricerca continua di una
realizzazione legittima quanto necessaria. Le nostre gambe non hanno
radici, ma sono libere di muoversi, di spostarsi. Il problema è - ha
detto Don Gaetano a margine del suo discorso - lo scontro tra
l’indesiderabilità e l’accoglienza.
Lo scontro non è tra Nord e Sud, tra Oriente ed Occidente o tra le
diverse religioni, semmai lo scontro nasce dalla mancanza della cultura
dell’accoglienza, della tolleranza, e, questo vale spesso per gli
emigrati, ma anche per i tanti immigrati, che vivono nel nostro paese e
che fanno una gran fatica a sentirsi totalmente integrati.
Nessun commento:
Posta un commento
SELLIARACCONTA ®©2009 Tutti i commenti sono moderati in automatico