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martedì 25 febbraio 2014

La festa degli incontri. Uomini, donne e bambini nel Paese delle Idee virtuose “Pentonello”.


 

La festa degli incontri

estatepentonese
Estate pentonellese – Turisti visitano le mostre e acquistano i prodotti con i sapori della Calabria
L’assessore alla Bellezza è in piazza in compagnia di un gruppetto di nostri concittadini, sta parlando di un certo Antony Gormley uomo che sa come stupire.
Oltre ad essere un architetto , racconta Fiore, è un archeologo, ed è l’inventore di un nuovo linguaggio artistico  che ha posto come principale campo d’indagine le diverse relazioni fra il corpo e lo spazio architettonico che lo circonda.
Gormley utilizza il calco grezzo del proprio corpo come matrice  della sua opera, strumento e materia della sua ricerca, qualcuno potrebbe definirlo  un megalomane perché usa sé stesso per le sue opere.
Nel gruppetto sono tutti meravigliati, non solo per la cultura di Fiore ma anche per l’amore che mette nel raccontare e per l’entusiasmo che manifesta. Fiore sa entrare nella vita delle persone, nella vita degli artisti, nelle loro opere, con grande emozione, dopo un po’ ne fa parte, ci vive dentro e ne parla come se fossero vecchi amici.
Le sue opere, continua Fiore riferendosi a Antony, vengono così inserite nei contesti più disparati divenendo veicolo e simbolo di quell’eterna riflessione dell’uomo sulla mutevole realtà circostante: le sue sculture sono esposte a testa in giù e sospese a un filo, in piedi a vegliare pensose in cima agli edifici dei centri cittadini, su promontori innevati, semi-immerse nell’acqua del mare o nel bel mezzo di campi coltivati.
Fiore ha saputo creare grande interesse anche senza parlare sempre di Pizzello, Paparano, da’ fiumara o di Cafarda o de’ Colle Colle. La curiosità per questo artista un po’ strampalato è grande tant’è che qualcuno vorrebbe saperne di più e  incuriosito chiede una foto o un’immagine di queste opere, ed ecco che Fiore apre la portiera della macchina e invita i suoi amici a Catanzaro per un caffè al bar Moniaci, offre lui.
Prima tappa però è il Parco della biodiversità mediterranea, da tanti conosciuto  come Parco della scuola Agraria. Scesi dalla macchina e fatti quei pochi passi necessari per essere immersi nel parco, tutti rimangono a bocca aperta davanti… ad Antony in persona! E non solo perché  senza mutande.
Espposizione di Antony Gormley  al Parco delle biodiversita mediterranee
Esposizione di Antony Gormley nel Parco della biodiversità mediterranea – Catanzaro
Non potevano pensare che la bellezza fosse così vicina e soprattutto gratis. In passato hanno fatto decine di gite, sono partiti con i trolley per andare a Roma, San Giovanni Rotondo, Bologna, Pisa, Venezia. Tanti ricordi e tante foto… con i gladiatori,  sulla scalinata di Padre Pio, vicino alla torre degli Asinelli a Bologna, con le gondole a Venezia.
In ogni viaggio la cosa più importante da fare sembrava quella di portare a casa e ai nipotini le bellissime palle con la neve da tutte le città d’Italia insieme a tanti monili, chincaglierie, reliquiario vario,  per decorare la propria casa, dell’utilità è meglio non parlarne, ma non sempre dobbiamo trovare assolutamente un’utilità pratica nelle cose.
Anche Carmela aveva i cassetti pieni, da ogni gita le figlie le portavano o una palla o una ceramica
Anche Carmela aveva i cassetti pieni, da ogni gita le figlie le portavano o una palla o una ceramica da appendere
Adesso si rendono conto che anche il turismo può essere consapevole e le gite possono arricchire. Si può viaggiare, fotografare, conoscere altra gente e tornare con la testa piena di idee, di belle amicizie, di scambi culturali e non solo col trolley pieno di cianfrusaglie e il problema di come smaltire pantagrueliche e bellissime mangiate. L’assessore Fiore con semplicità ha fatto capire che tutti dobbiamo sentirci protagonisti, dobbiamo informarci e interagire con le altre città, le altre culture.
Vedere nuovi posti, scoprire le bellezze dei paesi che si visitano e al ritorno cercare di applicarle nei luoghi dove si vive. In questo Fiore è perfettamente d’accordo con le parole di Peppino Impastato, e le applica tutti i giorni nel suo lavoro.
“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore” (Peppino Impastato)
Anche l’assessore del paese vicino è …..
d’accordo con le parole di Peppino, ma solo con le parole perché nei fatti, per certi assessori,  è meglio tenere la gente perennemente rassegnata e così loro possono fare i saputi.
Il discorso sembra complicato da realizzare, ma quante volte si ritorna da una gita con un nuovo profumo, un nuovo foulard, un vestito originale, un attrezzo introvabile per la cucina o per il salotto. Se da una parte si portano a casa tante idee e oggetti personali difficilmente si riporta un colore provenzale da proporre per le facciate delle case, un’idea floreale per abbellire una piazza, un modello particolare di fontana per proporne l’installazione. Diciamo che negli anni chi ci ha governati ha distrutto o resa vana qualsiasi forma di partecipazione attiva.
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L’idea che hanno cercato di instillare in tutti noi è stata quella che abbiamo bisogno di  un capo, senza un capo sembra quasi che siamo na’ maniata e citruli. Fiore è convinto che invece si governa meglio con la partecipazione e la qualità più importante per un buon amministratore è quella di saper ascoltare. E’ per questo che Fiore è sempre tra di noi, per avere il tempo di vivere le situazioni, ascoltare i cittadini, confrontarsi con loro e alla fine le soluzioni non possono che essere le migliori.
Fiore anche se fa l’assessore più che un capo è un coordinatore, gli piace vedere la gente che si da da fare, chiaramente è lui che si prende tutte le sue responsabilità. Ogni volta che chiede un parere inizia dicendo che  non può sapere tutto, che nessuno nasce imparato… e di cose invece ne sa tante!
cassetta
Fiore insiste, quando andate in giro guardatevi attorno, fotografate, chiedete e riportate indietro novità e idee che insieme cercheremo di realizzare a Pentonello. Ha messo anche una cassetta in Comune, la Cassetta delle idee. Tutti possono metterci dentro biglietti con idee e suggerimenti l’età consentita è da 0 a 100 anni e passa!
All’inizio alcuni lo prendevano anche in giro… vuole fare come all’AUCHAN, poi quando hanno visto arrivare anche biglietti dal Canada o dagli Stati Uniti e che le idee sono prese in considerazione sul serio, hanno cambiato idea. Dobbiamo anche capire che i pentonellesi abituati per anni ad avere a che fare cu’ vavusi chi parlanu pe’ parlà hanno bisogno di un po’ di tempo per recuperare la fiducia nella “politica”.
Uno dei primi messaggi che Fiore ha trovato nella cassetta arrivava da lontano,  è un biglietto  firmato Joe Marino.
Fiore col solito entusiasmo ci parla  anche di Yue Minjun, l’artista cinese specializzato nel ritrarre se stesso mentre ride, sembra parlare di persone lontane per farci scoprire   che poi  sono terribilmente vicine.
Il paese vicino sembra invece immerso nel medioevo, tutti gli anni la solita festa degli emigranti, senza un minimo di colore, senza prospettive nuove, il loro assessore sembra vivere solo nel passato. Ogni occasione è buona per ricordare le partenze dal porto di Napoli, le valige di cartone, la tragedia degli saluti, i fazzoletti sventolanti dal piroscafo dopo aver asciugato le lacrime delle giovani spose.
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L’assessore del paese vicino non insegna a cogliere i cambiamenti che i nostri amici lontani hanno realizzato: figli che lavorano come medici nelle moderne strutture ospedaliere, ingegneri che progettano con l’ausilio delle nuove tecnologie, insegnanti, imprenditori, sindacalisti. Il ricordo è sempre quello della disperazione nella quale neanche più i nostri emigranti si riconoscono. I nostri emigranti lavorano da anni nei paesi che li hanno accolti e dove hanno acquisito gli stessi diritti. Vivono in case con tutte le comodità, sono diventati cittadini del mondo, navigano in internet, leggono le nostre storie, si informano!
giovani
Pensate forse che tra questi giovani non possa esserci un ragazzo-a figlio dei nostri amici lontani?
Lo stereotipo che  l’assessore del paese vicino propone   è sempre lo stesso, legato all’emarginazione, alla sofferenza del povero calabrese perseguitato perché si porta dietro le sue origini. Alla fine di ogni manifestazione, l’assessore del paese vicino, non riesce a congedarsi dal pubblico se prima non porta la commozione al massimo livello con le canzoni che hanno accompagnato l’emigrazione e col volume in crescendo partono le note di “Mamma mia dammi cento lire”.
L’atmosfera è commovente, l’assessore del paese vicino, in abito da sera con la fronte corrugata, con il microfono “gelato” in mano e le labbra contorte in smorfie di indescrivibile vero dolore, canta appassionatamente. Il pubblico volteggia con le mani in aria, sembrano scene tratte dai film di Fellini.
Balletto che si ispira all'immortale capolavoro cinematografico di Federico Fellini
Balletto che si ispira al capolavoro cinematografico Amarcord di Federico Fellini
Quante volte  gli abitanti del paese vicino  hanno sentito in queste canzoni le parole lacrime, dolore, pianto, disperato, tristezza, angoscia?
A Pentonello questi avvenimenti sono ormai lontani ricordi. Grande merito dobbiamo anche riconoscere a Joe Marino che riuscì,  con un biglietto fatto trovare nella Cassetta delle idee, a stimolare il cambiamento fino a cambiare i connotati  a questa tradizione anacronistica, arcaica, arretrata, desueta.
Joe scrisse: Vorrei rivolgermi alle persone che sono interessate e potrebbero cambiare una certa mentalità, per favore… trovate un’espressione appropriata per gli amici che vivono in città differenti dalla vostra senza rompere i (zucchini) che crescono nell’orto del vicino. Lo so, siamo come gli innamorati che non si dimenticano mai…
Oggi a Pentonello non c’è più la Festa dell’Emigrante, come non c’è più a Roma, Milano, Torino o Genova!
La festa dell’emigrante è diventata la Festa degli Incontri. I pentonellesi che abitualmente lavorano a Milano, Bologna, Treviso, Roma o negli Stati Uniti o in Canada, nel mese di settembre, subito dopo la Festa, si ritrovano con i nostri fratelli che per scappare dalle guerre e dalla miseria sbarcano a Lampedusa, con i fratelli ospitati a Riace, con quelli che lavorano in nero nelle nostre campagne di Rosarno. Tutti insieme, da quel mondo che la sociologia chiama Melting Pot ci raccontano le loro esperienze, le loro storie, i loro mondi. Una volta tanto invece di essere noi a viaggiare, sono loro che ci portano per mano nel mondo variegato delle esperienze umane.
Alla fine dell’incontro tra le persone c’è sempre quello tra le cucine ed è così  che ci hanno fatto conoscere le specialità gastronomiche dei loro paesi: i vini veneti e piemontesi, la Capponadda genovese, Il “lengual” trevigiano,  le fritoe veneziane, la torta co’ bischeri portata dagli amici di Pisa, dal Canada ci hanno fatto conoscere lo Yorkshire pudding.
Gli amici marocchini una sera si sono messi a fare il Kebab arrotolato mentre i senegalesi sono riusciti a stupirci con un piatto a base di fichi secchi e datteri. I senegalesi per  essere sicuri di cuocere il miglio alla loro maniera si son portati dietro 1  lime  perché non erano sicuri di trovarlo da noi.
I pentonellesi hanno accettato le novità gastronomiche  un po’ a malincuore. Fino alla sera prima erano convinti  che la provola silana, la soppressata, il capocollo e il vino calabrese fossero insuperabili.
Lo Staff dei nuovi assessori ha così trasformato Pentonello in un piccolo borgo internazionale, turisti da ogni parte giungono per vedere le opere di Antony a Catanzaro e poi fanno una piccola deviazione per vedere l’opera di Yue Minjun a Pentonello dove una volta c’era la fontana da Tòscina, e quando vengono in vacanza i nostri concittadini dal Canada, dagli Stati Uniti, e dal Nord trovano le novità che il nuovo assessore al Benessere Umberto ha realizzato in collaborazione con l’assessore Fiore:
Il paese fiorito, le vie più belle e pulite e poi …gli incentivi economici ai pentonellesi per mantenere le loro case in buono stato di manutenzione.
Per chi non risiede abitualmente a Pentonello risulta interessante anche l’abbattimento dell’ IMU e l’azzeramento della tassa raccolta rifiuti che fino a qualche mese fa era una forma di  pizzu legalizzato.
Eugenio l’assessore all’accoglienza che, come tutti i suoi colleghi, vede lontano sa benissimo che chi giunge in paese non arriva in mongolfiera. Per raggiungere la Calabria spesso sono necessarie spese non indifferenti e viaggi molto lunghi. Vogliamo contraccambiare questi sforzi con una bella accoglienza che non sia semplicemente l’aria buona da Sila e l’acqua e Carbasile?
Nuova installazione di Yue Minjun in località "Fontana da Toscina" a Pentonello
Nuova installazione di Yue Minjun in località “Fontana da Tòscina” a Pentonello
La fontana da Tòscina prima dell'intervento di valorizzazione
La fontana da Tòscina prima dell’intervento di valorizzazione
 
Servizio su Segnalazione
 
Articolo tratta da: pentonello.wordpress.com
























































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