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venerdì 23 ottobre 2015

i 10 luoghi del mondo dove è vietato morire Si parte dalla Grecia dove il divieto venne istituito nel 426/A.C. per finire a Sellia dove il divieto è il più recente

Per  quanto possa sembrare assurdo, esistono luoghi al mondo in cui vige il divieto di morire. Si tratta di un veto dettato principalmente da due ragioni: la sacralità del posto e l'esaurimento di loculi, ossari e tombe al cimitero.
Ma ci sono anche casi più particolari. Uno è quello della cittadina norvegese di Longyearbyen, dove le temperature estremamente rigide non permettono ai cadaveri di decomporsi. Un altro caso è invece quello di Sellia, paesino in provincia di Catanzaro in via di spopolamento, dove un'ordinanza del sindaco prescrive agli abitanti di fare tutto il possibile per mantenersi in buona salute.
Al momento sono dieci i luoghi dove vige la stramba legge. Si va dal Brasile al Giappone, dalla Spagna alla Francia. E ben due si trovano in Italia.
  • 1. Isola di Delos (Grecia)
    Agf
    Durante l'inverno del 426/5 a.C. gli Ateniesi decisero di "purificare" l'isola: aprirono tutte le tombe esistenti e trasportarono le ossa e i suppellettili nella vicina isola di Renea, dove li seppellirono in una fossa comune. Si decise che da allora in poinessuno avrebbe più potuto nascere o morire a Delos e che le donne partorienti e gli ammalati gravi avrebbero dovuto trasferirsi a Renea. Da quel momento nessuno nacque, nessuno mori e nessuno fu seppellito sull'isola sacra; e gli abitanti di Delos rimasero senza patria. Nel 422 a.C. gli Ateniesi portarono a termine la "purificazione" esiliando tutta la popolazione locale.
  • 2. Isola di Itsukushima/Miyajima (Giappone)
    Agf
    A Itsukushima, un'isola giapponese che ospita meno di 1800 abitanti, è dal 1878 che è vietato nascere e morire. Secondo la religione shintoista si tratta infatti di un'isola sacra. Le donne incinte o le persone anziane o malate devono dunque lasciare il luogo sacro prima, rispettivamente, del parto o della dipartita. Per tale motivo l'atollo non ospita né reparti ospedalieri di maternità né cimiteri.
  • 3. Longyearbyen, isole Svalbard (Norvegia)
    Agf
    A Longyearbyen, l’insediamento più popoloso delle isole Svalbard, arcipelago a nord della Norvegia, è da 70 anni che è vietato morire. Il motivo del provvedimento va ricercato nella bassissima temperatura tipica della località, che impedisce una rapida decomposizione dei cadaveri. Il problema del freddo rigido è sorto durante la pandemia del 1917-20. Le autorità di Longearbyen dopo 13 anni si accorsero che i corpi delle vittime erano rimasti pressoché intatti e pensarono che il vecchio virus poteva in realtà non essere mai stato definitivamente debellato. Anche se nessuno fu nuovamente colpito dall'influenza mortale, per precauzione e per paura nel 1930 il cimitero cittadino fu chiuso. Da allora le sepolture sono state vietate e dal 1950 è stato stabilito che morire in città non è consentito. A Longyearbyen, che conta circa 2mila abitanti, non c’è nessuna casa di cura per anziani: nel caso di un grave malore le autorità locali provvedono al trasporto del paziente, in aereo, al più vicino ospedale, a circa 2 ore di distanza.
  • 4. Lanjarón (Spagna)
    Wikipedia
    La morte è proibita anche a Lanjarón, un paesino dell'Andalusia con 4mila abitanti. Ad emettere la legge fu il sindaco del comune spagnolo nel 1999: l'uomo spiegò che l'ordinanza era una conseguenza inevitabile del fatto che, nonostante le numerose richieste, il governo non aveva provveduto ad ampliare il cimitero, ormai pieno. Il terreno per realizzare un nuovo cimitero non mancherebbe, ma ancora non si è proceduto con i lavori
  • 5. Le Lavandou (Francia)
    Facebook
    La decisione di bandire le morti nel paesino francese è stata ratificata nel 2000 dal sindaco di allora. L'ordinanza del primo cittadino, motivata dal fatto che non c'era più posto nel cimitero comunale, fu l'unica risposta possibile all'assurda sentenza che vietava di costruire un nuovo cimitero perché "avrebbe guastato la bellezza del sito prescelto".
  • 6. Biritiba Mirim (Brasile)
    Facebook
    Biritiba Mirim è un paese di.......
    coltivatori nella periferia di San Paolo. Non essendoci spazio per allargare il cimitero locale e non essendo possibile ricorrere alla cremazione, per non rovinare la particolare composizione dei terreni locali dal 2005 è vietato morire. “I cittadini dovranno prendersi cura della propria salute, allo scopo di non morire. Altrimenti saranno sanzionati”, si legge nel testo dell’ordinanza pubblicato sul sito del comune.
  • 7. Cugnaux (Francia)
    Wikipedia
    Un "divieto di morire" è stato ufficialmente promulgato nel 2007 a Cugnaux, un paesino nei pressi di Tolosa: nei due cimiteri esistenti non c'erano più tombe disponibili. Il sindaco ha pregato tutti i cittadini che non disponessero già di una sepoltura di andare a morire altrove. Il solo terreno disponibile per un terzo cimitero si trovava nei pressi di una caserma dove però era vietato costruire. Ma dopo l'emanazione del provvedimento da parte del sindaco il ministero della Difesa ha ceduto.
  • 8. Sarpourenx (Francia)
    Wikipedia
    Sarpourenx è un pittoresco villaggio nel sud della Francia. Il sindaco nel 2008 ha emanato il decreto di divieto di morte all'interno del comune, dopo che un tribunale francese non gli ha dato il permesso di ampliare quello esistente. Non solo: chi dovesse morire nel paesino sarà sanzionato.
  • 9. Falciano del Massico, Caserta (Italia)
    Wikipedia
    Falciano del Massico, un paesino in provincia di Caserta con 4mila abitanti, dal 1964 non ha un cimitero. Così il sindaco Giulio Cesare Fava ha deciso di imporre il divieto di morire nel comune. “È un’ordinanza un poco provocatoria, ma l’ho dovuta fare per sensibilizzare gli organi competenti". Un cimitero in realtà ci sarebbe anche, ma a causa dei mutamenti amministrativi appartiene al comune limitrofo di Carinola e in ogni caso è ormai saturo.
  • 10. Sellia, Catanzaro (Italia)
    Comune di Sellia
    Sellia è un piccolo borgo medievale alle porte di Catanzaro in via di spopolamento: il 60% dei 500 abitanti è ultra 65enne. Il primo cittadino del comune calabrese ha così emanato un’ordinanza in cui si "fa divieto di morire" e si invitano i cittadini a occuparsi della propria salute. L’ordinanza prevede incentivi e agevolazioni per quanti aderiranno all'"obbligo" di mantenersi in buona salute e, viceversa, meccanismi sanzionatori per quanti dimostreranno disinteresse.
  •                                     su segnalazione                         

1 commento:

  1. perchè il sindaco di Sellia non fa come gli antichi, che vada a fare il "Ratto delle Zagaritane " o vice versa e fate procreare procreare con tante pillole " blu " la resa è più facile.

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