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giovedì 10 novembre 2016

L’esercito dei forestali calabresi 5.887 operai al lavoro con paletta e secchiello contro i 277 (ventuno volte di meno) del Veneto Inchiesta di Gian Antonio Stella per il Corriere della Sera.

La Regione ha 5.887 forestali stabili contro i 277 (ventuno volte di meno) del Veneto, dove il costo (tutto compreso, anche i 347 «stagionali») è di 21 milioni di euro netti contro i 185 milioni di euro che occorrono per i soli stipendi «forestali»

Nella foto un fermo immagine tratto da un servizio delle Iene 

Paletta e secchiello: per mettere in sicurezza la terra più esposta d’Italia al rischio idrogeologico, i «forestali» calabresi sono dotati degli strumenti di un bambino in spiaggia. Basti dire che al suo arrivo, sei mesi fa, il nuovo commissario straordinario trovò un esercito di 5.887 uomini e tre ruspe. Tre. Tutte tre fuori servizio. Chiese una Panda: mancava l’assicurazione. A dispetto di spese per circa duecento milioni. Nascoste in un bilancio intenzionalmente impenetrabile. Dieci volte più pesante di quello dei forestali del Veneto.«Questa volta non ci saranno picchetti e occupazioni. Il governo Renzi, grazie al presidente Oliverio e alla delegazione parlamentare pd, ha inserito in legge di Stabilità 50 milioni per Lsu e 130 per i forestali!», esulta sul suo blog la deputata Enza Bruno Bossio, «Avanti sulla strada dei diritti!». Quali? Questo è il punto: i «diritti» dei dipendenti di «Calabria Verde» fondata nel 2013 per sistemare in un unico carrozzone i vecchi forestali dell’Afor, i riciclati delle comunità montane e gli addetti alla sorveglianza idraulica, passati dal part-time al tempo pieno con un raddoppio dei costi? O i diritti dei cittadini italiani che si fanno carico di queste spese di assistenzialismo puro e ancor più dei cittadini calabresi ai quali dovrebbe esser garantita la possibilità di vivere senza l’incubo che al primo nubifragio venga giù tutto?
Il dissesto idrogeologico
Sono 9.417 le frane censite che mettono a rischio quasi la metà del territorio. Un quadro così allarmante da spingere mesi fa lo stesso Sergio Mattarella a ricordare quanto la Calabria abbia «sofferto speculazioni e incurie» nonché del «perverso connubio tra malaffare e cattiva amministrazione». «Il dissesto idrogeologico», ammonì, «è causa di un impoverimento di risorse e di rischi per le popolazioni. Intervenire per ridurlo è opera di grande valore sociale». Parole al vento. Anche l’ultimo conto consuntivo della società, nonostante la svolta tentata con la nomina a commissario di Aloisio Mariggiò, un generale dei carabinieri scelto per arginare le polemiche, mostra come solo una minima parte dei costi esorbitanti finisca nella gestione dell’azienda e oltre il 96% in stipendi. La ricerca Dice una ricerca di Confartigianato che, non bastassero i rischi sismici e idrogeologici, la Calabria col 26,8% degli edifici in stato di conservazione mediocre o pessimo, è la regione messa peggio del Paese. Eppure, denuncia il geologo Mario Pileggi, i «2.587 interventi per un costo di un miliardo e duecento milioni ritenuti necessari» nel Piano di difesa del suolo del 2008-2009, sono stati portati a termine solo «in minima parte». Ovvio: «Ci sono operai mandati a mettere in sicurezza una fiumana pericolosa senza un mezzo meccanico», sorride amaro il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri. «Qualcuno si è portato il badile da casa. Si può risanare un territorio pericoloso senza una ruspa e con le vanghe portate da casa?». O il forestale è un eroe e si spacca la schiena come gli antichi schiavi nubiani o si mette all’ombrae aspetta sera. L’inchiesta sui fondi Dice tutto, sulle priorità della politica (niente grane coi forestali, al risanamento penseremo poi...) l’inchiesta aperta appunto dalla magistratura su 80 milioni di euro di Fesr (Fondi Europei Sviluppo Regionale) stanziati per contenere i rischi idrogeologici e usati invece per gli stipendi a quella massa abnorme di forestali. Soldi che la Ue a questo punto non verserà più. Persi. Addio. Come la spieghi, agli europei e agli italiani, quella scelta? Come possono capire, gli «altri», una Regione con 5.887 forestali stabili (e va già meglio d’una volta quando lo stesso Giacomo Mancini, calabrese, li definì «una maledizione») contro i 277 (ventuno volte di meno) del Veneto, dove il costo (tutto compreso, anche i 347 «stagionali») è di 21 milioni netti contro i 185 per i soli stipendi «forestali»? Un dettaglio? Il tributarista Michele Mercuri, dell’UniCal, ride amaro dell’incasso 2014 per il «materiale legnoso» che doveva coprire un po’ i costi: 14.603 euro. «Sufficienti a coprire poco meno dello 0,005% delle spese». E il bello è che in questi stessi anni, come emerge dall’inchiesta a Castrovillari del giudice Eugenio Facciolla, c’è chi col legno ha fatto montagne di soldi. Chiudendo contrattini da poche centinaia o migliaia di euro per la rimozione di legname caduto a terra per poi radere al suolo ettari ed ettari di alberi secolari con motoseghe, gru e camion rimorchi. Misfatti ecologici già denunciati da decenni. E da decenni combattuti a chiacchiere. L’ingerenza della politica locale Esattamente come l’antico vizio dei mammasantissima politici locali di usare forestali, ricattati con le clientele, per .......
costruire o restaurare le proprie abitazioni. Vizietto costato l’arresto a settembre a Paolo Furgiuele, che da direttore generale non solo aveva concorso a dirottare i soldi di cui dicevamo, ma per ristrutturare casa sua aveva usato gli operai di Calabria Verde e il parquet destinato agli uffici aziendali. Altra inchiesta parallela, con alcuni protagonisti già indagati per il dirottamento degli 80 milioni dalle opere idrogeologiche agli stipendi, quella su un appalto da 32 milioni di euro per.......l’acquisto (finalmente) di macchinari indispensabili per la guerra agli incendi. Appalto finito «fuori tempo massimo» (sui responsabili decideranno i giudici) col solito risultato, raccontato sul Quotidiano della Calabria da Paolo Orofino: soldi perduti e buttati via. E i camion, le autobotti, le attrezzature da comprare? Addio… «L’assoluta mancanza di mezzi meccanici adeguati e le limitazioni contrattuali previste per il personale impiegato nella sorveglianza idraulica, non hanno consentito di effettuare l’auspicato salto di qualità», accusa il commissario Aloisio Mariggiò nella relazione allegata al bilancio 2015. Peggio: «In tema di valorizzazione del demanio forestale sono mancati sia la pianificazione che la progettazione e la programmazione. Non esistono, per l’anno 2015, progetti esecutivi...». Nonostante l’approvazione nel 2014 di «un piano attuativo che prevedeva l’impiego di risorse per un importo di euro 304.565.629»… Da far cadere le braccia. Tanto più che quella di forestali calabresi è una storia che racchiude insieme da decenni il dramma sociale, la prepotenza politica e le schifezze del peggiore welfare clientelare. Cavalcati via via dalla destra e dalla sinistra, dalla sinistra e dalla destra. Sperando sempre che non esondi una fiumara o che non arrivi un acquazzone. Si propose anni fa, come commissario plenipotenziario deciso a risolvere tutto, perfino il leghista Roberto Calderoli: «Ghe pensi mi. Ne faremo una Svizzera, anzi il Cantone Calabro». In Calabria, però, non lo videro mai.

Fonte: CorrieredellaSera

9 commenti:

  1. sono una vera piaga nessun politico vuole metterci mano

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  2. vergogna vergogna vergogna non solo non fanno un caxxo dalla mattina a sera ma hanno anche distrutto il bellissimo patrimonio boschivo della calabria basta indovinare chi appicca i tanti incendi boschivi estivi

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  3. Prendono anche soldi della comunità europea destinata ai nostri giovani per pagari i stipendi di questa massa di raccomandati nullafacenti

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  4. bisogna comunque fare una bella distinzione quando si usa la parola FORESTALI da non confondere con il CORPO FORESTALE DELLO STATO che nulla a che vedere con questi operai

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  5. un forte grazie al presidente che avete votato il grande oliverio che sta risolvendo i problemi della calabria spesso fa rimpiangere l'ex scopelliti

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  6. L'assistenzialismo che in tutti questi anni l'ha fatta da padrone in Calabria è una vergogna per tutti sia per quelli che l'hanno perpetrata sia per quelli che l'hanno ricevuta,per questo la Calabria non decollererà mai,siamo un popolo di lecchini e di opportunisti,ci mancava Oliverio per completare l'opera!!!!!!!

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  7. Vogliamo parlare dei servigi che hanno svolto questi operai(che prendono uno stipendio meglio di chi ha studiato una vita e senza nessuna responsabilità) ai politici di turno e non solo....? Hanno ristrutturato case, hanno raccolto le olive,hanno potato alberi per loro senza fiatare e noi abbiamo pagato..... VERGOGNA!!!!!!!

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  8. Nullafacenti pagati,VACABBONDAZZI!!!

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  9. Dottor GRATTERI solo lei ci può aiutare, faccia pulizia, faccia pulizia e forse la Calabria vedrà un po' di luce!!!!!!!!!Questi nostri figli sono mortificati e umiliati dal clientelismo,ci dia lei una mano per debellare questo cancro!!!!!!!

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