sabato 9 ottobre 2010

La patata Silana conquista il marchio IGP contro l'imitazione del prodotto


Finalmente la ''Patata della Sila'' ha conquistato il giusto riconoscimento  per l'Italia di una nuova indicazione geografica protetta (Igp) contro imitazioni e falsi in Europa. Bruxelles ha dato il via libera definitivo all'iscrizione nel registro europeo delle denominazioni e indicazioni geografiche protette (Dop e Igp) di una eccellenza della produzione agricola calabrese di cui si ha gia' notizia nella Statistica del Regno di Napoli del 1811. La coltivazione della patata ha rappresentato da sempre un'importante fonte economica. La zona di produzione comprende esclusivamente il territorio dei seguenti comuni: Acri, Aprigliano, Bocchigliero, Celico, Colosimi, Longobucco, Parenti, Pedace, Rogliano, San Giovanni in Fiore, Serra Pedace, Spezzano della Sila, Spezzano Piccolo, in provincia di Cosenza e il comune di Taverna in provincia di Catanzaro.
«La patata della Sila» si contraddistingue per la capacità di lunga conservazione e per le ottime qualità culinarie. In particolare, la grande attitudine alla frittura risulta essere legata agli ottimi valori di sostanza secca riscontrati dopo la cottura in olio, che permettono una maggiore persistenza del colore bianco-giallo della polpa della patata. Inoltre, il sapore tipico della patata risulta essere più marcato, La coltivazione delle patate fu introdotta in Calabria dai francesi di Giocchino Murat, che ne era un accanito consumatore e fervente sostenitore del nuovo prodotto. In Francia era stato Parmentier a diffonderne l'uso nel 1788, poco prima dello scoppio della Rivoluzione. Con la complicità del Re Luigi XV fece piantonare dai soldati dei campi seminati con il prezioso vegetale nei pressi della capitale. Questi avevano ricevuto l'ordine di mostrarsi particolarmente distratti, tanto che l'intero raccolto fu trafugato e utilizzato dai parigini, che ebbero modo di apprezzarne gli svariati usi alimentari. Il tubero divenne, con il caffè e la cioccolata, una dei prodotti distintivi dei rivoluzionari che lo fecero conoscere in tutto Europa con le guerre napoleoniche, incoraggiandone la coltivazione. Fino alla fine del Settecento, infatti i centri abitati della Calabria si dividevano tra "Paesi del grano", nelle pianure della Sibaritide, del Marchesato, del Poro, del Lametino e "paesi dell'albero", dediti esclusivamente alla coltivazione di olivi, viti, castagne ed altri alberi da frutto. I secondi erano particolarmente esposti a frequenti carestie non potendo disporre di una dispensa sufficiente a superare il lungo inverno durante il quale non vi era alcuna significativa produzione agricola, e la misera dispensa non bastava ad assicurare nutrimento a tutti i componenti della famiglia. Il grano invece, poteva essere conservato e dava una maggiore sicurezza di una continuità di risorse alimentari per la famiglia. I paesi dell'albero sono quelli interni, con una agricoltura più povera, con una popolazione che costantemente tendeva a spostarsi altrove, verso la prima zona. La situazione migliorò notevolmente nell'Ottocento per l'introduzione delle nuove colture (patata e segale mentre il mais era stato introdotto nel secolo precedente). Solo verso la metà del secolo fu introdotta la coltivazione del pomodoro e delle melanzane, che oggi sembrano che facciano parte dell'alimentazione tipica mediterranea, mentre la loro origine è sudamericana.

3 commenti:

  1. Un giusto riconoscimento verso la nostra patata Silana che ottiene il marchio IGP dato dalla comunita Europea contro imitazioni da parte di altri paesi produttori.

    RispondiElimina
  2. ma lo sapevate che oltre il 90% delle patate che mangiamo non provengono dalla Sila.

    RispondiElimina
  3. Allora viva la PATATAA.............

    RispondiElimina

SELLIARACCONTA ®©2009 Tutti i commenti sono moderati in automatico