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venerdì 1 aprile 2011

Agghiacciante scenario scoperto dalla polizia di Corigiano Calabro dove dei bambini erano costretti a prostituirsi con persone benestanti di età compresa tra i 50 e i 70 anni


I Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro, nell’ambito di un’operazione denominata “Flash market”, hanno tratto in arresto otto persone accusate, a vario titolo, dei reati di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile. I provvedimenti, emessi dal Gip presso il Tribunale di Rossano su richiesta dei pubblici ministeri Maria Vallefuoco e Vincenzo Quaranta, scaturiscono da indagini iniziate nell’agosto del 2010, dalle quali è emerso l’agghiacciante scenario che coinvolge minori italiane avviate alla prostituzione dall’età di dodici anni e uomini della zona con discrete disponibilità economiche, di età compresa tra i 50 e i 70 anni. Nel corso dell’attività investigativa, la situazione di particolare indigenza delle vittime e delle loro famiglie avrebbe facilitato ad alcuni degli arrestati l’adescamento e l’avvio alla prostituzione delle minori già all’età di dodici o tredici anni. In alcuni degli episodi accertati è emerso che due ragazze, tra gli arrestati, da vittime sarebbero poi diventate carnefici, avviando alla prostituzione persino le sorelle più piccole pur di trarne profitto. È stato inoltre accertato che uno dei destinatari del provvedimento procacciava, su richiesta ad una vasta clientela, prostitute anche non minorenni, e in uno degli appuntamenti organizzati avrebbe, con un terzo soggetto, sequestrato e violentato una delle vittime. Il tariffario previsto per i rapporti con le minori prevedeva un corrispettivo molto più elevato in caso di consumazione con ragazzine senza pregresse esperienze sessuali, favorendo in questo modo l’avvio di giovani indigenti alla prostituzione in tenera età. Agli arresti sono finiti il presunto organizzatore dello sfruttamento, Pietro Berardi, 47 anni, di Corigliano Calabro, il suo braccio destro, Natale Musacchio, 42 anni, e due donne, di cui non sono state rese note le generalità. E poi alcuni clienti: Giuseppe Russo, 68 anni, pregiudicato di Corigliano Calabro; Alberto Falbo, 70 anni, imprenditore di Longobucco; Leonardo Malfarà, 69 anni, commerciante di Corigliano Calabro; Damiano Collefiorito, 51 anni, operaio di Corigliano Calabro. In un caso, dimostrato dai militari, una delle bimbe fu violentata in gruppo, perchè non voleva prestarsi all’atto sessuale. Tra i violentatori c’è anche una persona non ancora identificata. Secondo i militari, i genitori delle bambine non erano a conoscenza dei fatti. “Le indagini non possono dirsi concluse, ma abbiamo voluto lo stesso bloccare quanto avveniva, per salvaguardare per quanto possibile le bambine” ha detto il Tenente Colonnello Vincenzo Franzese, Comandante del Nucleo Operativo dei carabinieri di Cosenza. “C’era un vero tariffario: da 50 a 250 euro, che venivano pagati se la bambina era al suo primo rapporto sessuale” ha detto il capitano Pietro Paolo Rubbo, Comandante della Compagnia dei carabinieri di Corigliano Calabro. Indagini iniziate da un anno, poi i militari non ce l’hanno fatta....
più a sapere cosa accadeva senza intervenire. “E non possiamo raccontare tutto, non vi diciamo neanche i nomi delle ragazze coinvolte, che adesso sono maggiorenni ma che sono state prima vittime e poi carnefici delle loro sorelline più piccole”. Un turpe traffico di carne umana, che veniva ceduta a maturi imprenditori della zona.