L’amministratore delegato di Medcenter, Domenico Bagalà, ha confermato l’abbandono di Maersk dal porto di Gioia Tauro e la conseguente perdita di centinaia di migliaia di teus di volumi dallo scalo. Ovviamente questo abbandono provocherà esuberi che si aggirano intorno al 25% della forza lavoro di Medcenter. Bagalà ha chiesto aiuti economici alla Regione per poter affrontare questa fase delicata della storia del porto di Gioia Tauro. Preoccupatissime tutte le organizzazioni sindacali confederali ed autonome che si apprestano adesso a fare una conferenza stampa per annunciare le loro contromosse. L’ufficialità degli esuberi ha surriscaldato gli animi dei lavoratori che da ieri mattina hanno attivato un sit-in davanti alla sede dell’autorità portuale dove era in corso la riunione del Comitato portuale e non escludono iniziative di mobilitazione più forti per costringere le istituzioni e la politica a farsi carico del problema Gioia Tauro. Durante la mattinata di ieri i lavoratori hanno ricevuto sostegno da parte dei sindaci del territorio, di consiglieri provinciali eletti e di esponenti politici regionali. Intanto la vicepresidente della Regione Antonella Stasi - informa una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta - ha partecipato alla riunione straordinaria del Comitato Portuale di Gioia Tauro, convocato per discutere sulla disamina delle problematiche del
Porto e delle sue prospettive. “Abbiamo saputo ufficialmente solo da poche ore che Maersk abbandonerà il porto di Gioia Tauro - ha affermato la Vicepresidente Stasi - si tratta di una preoccupazione che si associa a quelle già manifestate da parte di altre istituzioni e dei sindacati, ci sarà, inoltre, una diminuzione considerevole dei traffici del porto che automaticamente porterà, cosi come comunicato da MCT, alla riduzione delle forze lavoro. La Regione Calabria si è resa da subito disponibile ad avere prontezza della problematica e quindi a capire, attraverso un’analisi concreta, la portata numerica di tale diminuzione. Martedì prossimo ci vedremo a Catanzaro con MCT, per avere il dettaglio dei numeri. La Regione è disponibile a ragionare con MCT le soluzioni possibili, così come stato chiesto a tutti i soggetti componenti del Comitato Portuale, per avere dei suggerimenti e nuovi elementi per rendere più attraente l’infrastruttura portuale. La Regione Calabria ha già un piano di interventi costituito dall’APQ per Gioia Tauro, all’interno del quale non ci sono solo la realizzazione di infrastrutturali ma anche incentivi alle imprese e programmi di sviluppo. Gli incentivi per le imprese stanno già per partire, attraverso un accordo che vede coinvolte la Regione Calabria, INVITALIA e Ministero dello Sviluppo Economico per azioni di marketing, finalizzate all’attrazione di aziende per l’area industriale di Gioia Tauro legate alla logistica”. “A giugno - ha proseguito la Vicepresidente Stasi - realizzeremo un evento importante organizzato dalla Regione insieme ad Assologistica, per promuovere l’area di Gioia Tauro e saranno presenti circa quaranta aziende nazionali ed internazionali ma anche locali. Questo è un primo punto di partenza, la Regione crede molto nel Porto di Gioia Tauro e nello sviluppo della logistica come valida alternativa alla crisi attuale del transhipment. Stiamo lavorando con grande impegno su questa problematica, abbiamo già avviato una serie di percorsi, in questo momento dobbiamo accelerare con l’apporto di tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Ci confronteremo seriamente con MCT che ha chiesto un nostro sostegno e l’intervento del Governo centrale, il nostro impegno non mancherà, però a MCT chiediamo la presentazione di un Piano Industriale credibile che contenga una analisi chiara di ciò che è successo in passato e ciò che vorrà fare per il futuro. Sappiamo bene che la logica dei mercati del transhipment è lontana dalla contingenza e dalle situazioni territoriali, ma sappiamo anche che i mercati possono essere favoriti con l’introduzione di elementi di competitività”.
“Vogliamo evitare di commettere gli errori del passato - ha concluso la Vicepresidente Stasi - e soprattutto vogliamo un quadro definito dei programmi futuri di MCT per capire se sono convincenti e coincidono con i nostri percorsi ed obiettivi. Solo così potremmo unire le nostre strade, sostenendo, altresì, un azione nei confronti del Governo centrale a supporto della causa. Non più quindi incentivi a pioggia, ma fondi specifici destinati allo sviluppo che si affianchino ad investimenti fatti dalle imprese che hanno intenzione di impegnarsi in modo serio e duraturo”. “Quanto emerso dalla riunione nel corso del Comitato Portuale conferma che la situazione è ormai drammatica. Medcenter Container Terminal ha ufficializzato l’addio di Maersk che porterà di conseguenza una forte contrazione di volumi nello scalo da richiedere drastiche misure di contrasto. Per questo motivo MCT ha chiesto supporto alla Regione Calabria - dichiara Daniele Caratozzolo, segretario provinciale del SUL-Comparto Trasporti di Reggio Calabria e componente del Comitato Portuale di Gioia Tauro - affinché questo difficile momento possa essere assorbito senza avere forti impatti sull’occupazione dello scalo. Interventi, quindi, strumenti anche economici per far fronte all’emergenza in atto. Emergenza che è figlia della malaugurata decisone che portò Grand Alliance a Cagliari senza che nessuno facesse nulla per impedirlo. Soltanto noi del Coordinamento dei Portuali - afferma Domenico Macrì segretario dei segretario dei portuali di Gioia Tauro e componente del Comitato Portuale di Gioia Tauro - avevamo gridato con forza che quella decisone avrebbe determinato grossi problemi per il terminal e così è stato. E purtroppo, - continua Macrì -il nostro grido d’allarme lanciato nelle scorse settimane di un quanto mai probabile addio di uno dei due maggiori vettori del terminal, nonché azionista, ha trovato puntualmente riscontro prima nei fatti, con la progressiva riduzione del traffico su Gioia Tauro ed ora nelle parole del neo amministratore delegato di MCT Domenico Bagalà, al quale il precedente management di MCT ha consegnato un terminal che soffre un decennio di ritardi della politica, di decisioni errate a tutti i livelli e di cattiva gestione”.