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mercoledì 4 maggio 2011

La Ndrangheta sul comune di Marina di Gioiosa Jonica. Arrestati il sindaco e tre assesori

Il Sindaco di Marina di Gioiosa Ionica e tre assessori dello stesso comune sono finiti in carcere nell’ambito dell’operazione antimafia disposta dalla DDA di Reggio Calabria contro la cosca Mazzaferro che ha portato complessivamente a 40 arresti. Rocco Femia, eletto in una lista civica, e gli altri tre componenti dell’Amministrazione comunale sono indagati per associazione mafiosa. L’operazione è stata denominata in codice “Circolo formato” ed avrebbe messo in evidenza lo stretto rapporto tra mafia e politica. L’attività investigativa della Squadra mobile della questura e del commissariato di Siderno, coordinati dalla DDA di Reggio Calabria, ha fotografato la situazione esistente sul territorio prima, durante e dopo le elezioni amministrative del 13 e 14 aprile del 2008 per il rinnovo del consiglio comunale del comune ionico. In quella circostanza, da quanto si è appreso nel corso di una conferenza stampa, la cosca Mazzaferro ha sostenuto la lista capeggiata da Rocco Femia, 52 anni, detto “Pichetta”, insegnante, poi diventato sindaco, mentre la consorteria Aquino, sconfitta dal responso delle urne, sosteneva un’altra coalizione. Tra gli arrestati, oltre al sindaco, figurano Vincenzo Ieraci, 56 anni, inteso come “u menzugnaru”, assessore all’ambiente; Francesco Marrapodi, 50 anni, impresario, gia assessore ai lavori Pubblici, i quali oltre all’associazione mafiosa viene contestata la turbativa di una gara d’appalto; Agostino Rocco, 30 anni, detto “gemello”, assessore alla politiche sociali e candidato al consiglio provinciale nella tornata elettorale dei prossimi 15 e 16 maggio con una lista di centrodestra. A quest’ultimo viene contestato il reato di associazione mafiosa. Tra gli arrestati c’è anche un agente di Polizia. L’agente finito in carcere è Giuseppe Avenoso, assistente capo della polizia di Stato in servizio alla centrale operativa del commissariato di Siderno. L’uomo è accusato di aver comunicato ad uno degli indagati una relazione di servizio. Va specificato che l’operazione “Circolo formato”, che ha portato, prende il nome dal “battesimo” di due picciotti, avvenuto il 10 novembre del 2008 in località “Galea” di marina di Gioiosa Ionica nei pressi dell’abitazione paterna di Rocco Mazzaferro. Quel rituale, con i partecipanti che si sono disposti in cerchio (“Circolo formato”), è stato registrato dai poliziotti che da tempo tenevano sotto controllo i presunti affiliarti alla cosca Mazzaferro. Quella sera, i poliziotti, rischiando di essere scoperti, si sono avvicinati a meno di dieci metri dal luogo della “cerimonia” ‘ndranghetista.
Le persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Circolo formato” contro il clan Mazzaferro, sono Domenico Agostino, 36 anni, Fabio Agostino (31), Francesco Agostino (33), Giuseppe Agostino (34), Rocco Agostino (31), Vincenzo Agostino (69), Franco Avenoso (44), Salvatore Coluccio (44), Vincenzo Commisso (55), Rocco Femia (52), Salvatore Frascà (42), Riccardo Gargiulo (38), Francesco Ieraci (61), Vincenzo Ieraci (56), Salvatore Larosa (52), Salvatore Lucà (75), Gianluca Manno (32). Ed ancora: Francesco Marrapodi (50), Ernesto Mazzaferro (57), l’ordinanza gli è stata notificata in carcere; Francesco Salvatore Mazzaferro (69), Guerino Mazzaferro (65); a Luca Mazzaferro (34), l’ordinanza del gip è stata notificata in carcere; Rocco Mazzaferro (47), Arturo Mittica (44), Salvatore Novembre (73), Giuseppe Oppedisano (65), Vincenzo Primerano (30), Silvano Pugliese (57), Raffaele Scali (22), Giuseppe Sfara (58), Domenico Tarzia (60), Rocco Totino (25) Giuseppe Tuccio (32), Sono irreperibili Cosimo Agostino (58), Giuseppe Coco (56), Rocco Pietro Mazzaferro (46), Nicola Pignatelli (49), Giuseppe Pugliese (50). “È un’operazione contro una cosca mafiosa e di una parte politica che era stata appoggiata dalla cosca al punto che venivano monitorate tutte le cariche che si sarebbero ricoperte successivamente”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. “Questo dimostra - sottolinea Grasso - che è importante colpire le organizzazioni mafiose nelle loro relazioni esterne con la politica locale e il resto della società che fornisce forza e appoggio alle stesse organizzazioni. Paradossale è che uno scontro tra cosche si trasferisce in uno scontro politico e quindi una cosca politica ha il sopravvento e favorirà una cosca mafiosa. Questa stretta connessione tra ‘ndrangheta e politica locale fa paura. Si è potuto procedere anche contro Sindaco e assessori per il reato di associazione mafiosa - ha detto Grasso - perchè ci sono riscontri e prove di contatti e legami stretti con l’associazione. Se ci fosse un reato di voto di scambio fatto da adesioni e promesse, tra mafiosi e candidati, forse sarebbe diverso perchè laddove ci sono questi contatti e non c’è la possibilità - ha concluso il Procuratore Nazionale Antimafia - di provare l’appartenenza all’associazione non c’è uno strumento giuridico per poter colpire questi collegamenti e queste collusioni”. “Emerge la capacità dello stato di reagire, posto che è stata emessa ed eseguita una misura cautelare nei confronti dei maggiori esponenti della cosca Mazzaferro, così come a luglio era stata emessa nei confronti della cosca Aquino”. Lo ha detto il capo della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, parlando ai cronisti, a margine della conferenza stampa sull’operazione “Circolo formato”. “Poi - ha proseguito Pignatone - quello che le indagini hanno fatto emergere e che determina la misura cautelare è la presenza pesante della cosca Mazzaferro, in particolare di Rocco e di suo cugino, a Marina di Gioiosa; il condizionamento delle elezioni sino alla nomina del sindaco, che poi vanno a festeggiare insieme. Nomina del Sindaco che, da un lato, - ha spiegato - è il segno del controllo del territorio, dall’altro la premessa per affari piccoli e grandi perchè si va dalle piante o dalle panchine sul lungomare per la ditta amica alle forniture di cemento sulla 106. È emblematico - sottolinea Pignatone - anche in questo processo come quasi in tutti gli altri, parte la politica locale colpita al massimo livello, visto che è stato arrestato il sindaco e tre assessori, c’è anche un appartenente alla polizia di stato arrestato per rivelazioni di notizie, ci sono imprenditori. Ripeto, però, accanto a questo mi pare importante ribadire la capacità delle forze dell’ordine, della magistratura di attuare una repressione seria. Come tante altre volte abbiamo detto la società civile deve fare pure la sua parte”.