martedì 3 gennaio 2012

L'Antico borgo di Sellia durante il mese di gennaio


L’Antico borgo di Sellia durante il mese di Gennaio
“L’Epifania ogni festa porta via” recita giustamente un antico detto popolare, a Sellia l’epifania si festeggiava due volte a Capodanno nella Chiesa madre con una solenne funzione e  successiva processione “ccu u Bombinuzzu subbra a palla” adornato da tanti angioletti  a conclusione il suggestivo bacio,mentre il 6 gennaio a conclusione delle feste il tutto si ripeteva nella chiesa del Rosario con la processione Du Bombinuzzu du Rosaru ( vedi foto risalente agli anni 40 dopo l’alluvione del 1943) Dopo le feste si ritornava con più assiduità ai lavori nei campi se c’era “l’annu da carrica” i vari trappiti proprio in questo mese entravano in pieno regime facendo turni anche di notte l’odore di sanza si sentiva per tutto il paese, ognuno sceglieva il frantoio in base al parentato  ma soprattutto ai punti che le olive prendevano .Se le olive erano abbondanti tutta l’economia del paese ne beneficiava dai vari commercianti dagli artigiani ecc… Questo mese era anche uno dei mesi più piovosi dell’anno ma si doveva andare in campagna lo stesso  mettendo in pratica due detti pieni di saggezza che dicevano “Pana E Mantu un gravanu tantu” quando si partiva per la campagna un ombrello un indumento più pesante non doveva mancare mai dentro” a vertula” anche se la giornata si presentava bella. Il secondo detto diceva: “Si u tempu e da marina pia a pignata e vai e cucina, si u tempu e da muntagna pia u zappuna e vai in campagna” i nostri nonni non avevano i vari mezzi di informazione per sapere in ogni istante che tempo fa, ma erano attenti conoscitori di ogni cambiamento climatico conoscendo i vari venti osservando le nuvole seguendone i vari movimenti riuscivano con molta più precisione dei vari Bernacca dei nostri giorni a indovinare se pioveva per molto oppure no. Mi viene adesso in mente un terzo detto popolare che diceva: “Irtu, zappuna e cunnu ti caccianu e stu munnu” dove  “irtu” erano le tante salite che i nostri nonni dovevano fare a piedi per ritornare a casa dopo una giornata di duro lavoro nei campi,......
“zappuna” attrezzo primario dei contadini sempre chini a lavorare la dura  terra “cunnu” in questo caso non e una parolaccia  ma l’organo genitale femminile, scusatemi ma per amplificarne l’importanza  cito un ultimo saggio "detto" sempre attuale “Tira chiù nu pilu e cunnu cca nu carru e voi” ogni commento lo lascio a voi
Autore Sellia Racconta, si prega a chiunque ne faccia uso anche in forma parziale di citare in modo chiaro la fonte.