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Appena ordinato sacerdote se l’è presa con la giustizia “meschina e
gretta”, quella che ha messo in carcere suo padre per estorsione
aggravata da metodi mafiosi. Ma per don Vincenzo Scerbo quello
dell’ordinazione non era un giorno qualsiasi e suo padre non era lì. Per
questo il giovane prete di Isola Capo Rizzuto è salito sul pulpito e ha
pronunciato un’omelia in difesa del papà e contro la magistratura. “Una
parte del mio cuore viaggia lontano da questo luogo, attraversa i muri e
le sbarre del carcere di Siano per accostarsi al cuore di mio padre”. E
ancora: “Elevo gravida di dolore la mia preghiera a Dio perché la sua
giustizia intervenga là dove la giustizia di questo mondo ha mostrato
tutta la sua meschinità e la sua grettezza, guidata da logiche di parte e
verità di comodo”.
La predica non è passata inosservata in una terra piagata dalla
‘ndrangheta. Il sindaco della cittadina, Carolina Girasole, liquida la
vicenda: “E’ una faccenda interna alla Chiesa”. E in effetti il parroco,
don Edoardo, ha richiamato il giovane sacerdote. Lui si è difeso:
“Mio
padre è innocente. Mio nonno è stato ucciso 21 anni fa, non hanno mai
preso gli assassini. Le pare che io possa stare con la ‘ndrangheta?”.
veramente potremmo dire da che pulpito arriva la predica
RispondiEliminaquando i preti impareranno a fare veramente i preti forse qualcosa cambierà
RispondiEliminagià ma caro amico il fatto è che moltissimi preti sanno fare molte cose meno che fare i preti
RispondiElimina🤮
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