Italia Nostra, sezione di
Catanzaro, per la “XIV Settimana della Cultura”, sponsorizzata dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Direzione Regionale
Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, ha presentato un
progetto relativo ad un convegno, dal titolo: “Via Francigena o Vie Francigene? Riflessioni per un itinerario storico-culturale calabrese”
17 aprile 2012, ore 17:00 Casa delle culture, provincia di Catanzaro.
Il convegno, sponsorizzato anche dalla Regione Calabria, si pone
l’obiettivo di promuovere e valorizzare gli itinerari medievali
meridionali, al fine di vivificare le economie locali, promuovere
l’osservazione dei beni culturali e paesaggistici, in particolare della
Calabria. Dopo l’introduzione della presidente della sezione di Italia
Nostra, Prof. Maria Adele Teti, Ordinario di Urbanistica presso
l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, il tema sarà affrontato,
con una lezione magistrale, dal Prof. Pietro Dalena, Ordinario di
Storia Medievale presso l’Università della Calabria; concluderà
l’Assessore Regionale ai Beni e alle Attività Culturali, prof. Mario
Caligiuri; interverrà, l’arch. Alessandro Ciliberto, dottore di ricerca
che ha svolto una tesi sull’argomento.
Il convegno intende porre l’accento sull’esistenza di vari percorsi storici che interessano non solo l’area nord europea e italiana, ma
anche l’area meridionale e la Calabria, esclusa, fino ad ora, da azioni
e progetti volti alla valorizzazione di questi particolari beni
culturali. Ciò a scapito dei valori storico culturali più radicati nella
regione Calabria che, soprattutto nell’alto medioevo, ha visto fiorire
numerosi monasteri Benedettini, Cistercensi, Florensi, fondati da
Gioacchino da Fiore, e Certosini; è stata meta di anacoreti, di numerosi
religiosi e santi che dimorarono nelle pendici dei monti, da nord a sud
della regione: S. Elia, S. Nilo, S. Bruno, Bartolomeo da Simeri, solo
per citare i più noti. Inoltre, malgrado la documentazione ancora ad
oggi non del tutto esaustiva, l’avvicendamento, nel 1096, dall’impero
bizantino al regno normanno-svevo, caratterizzato dal passaggio dalla
chiesa di rito greco a quello latino, si inserisce all’interno di
vicende che segnarono profondamente la storia, non solo religiosa,
europea e, soprattutto, della regione Calabria. Dopo il riconoscimento,
da parte dell’Unione Europea, del valore storico della via Francigena,
denominato “Itinerario culturale d’Europa” che da Canterbury conduce a
Roma, ben descritta da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, nel 994
d.C., sono fioriti studi e progetti di valorizzazione di vari percorsi
storici che interessano, oltre al più noto S. Iacopo di Compostella,
anche itinerari meno noti.
Pellegrinaggio
vuol dire letteralmente “viaggio in terra straniera”: lungo queste vie,
che solcano l’Europa e l’Italia, da nord a sud, penetra la cultura che
si consolida, dopo la caduta dell’impero romano, su nuove basi.
L’esistenza di queste trame viarie, percorse dai pellegrini, mercanti e
viandanti, che da Roma si avviano verso la Puglia per Gerusalemme, come
sostenuto da Pietro Dalena nel suo libro “Vie di pellegrinaggio nel Sud
Italia verso Gerusalemme nel Medioevo”, trovano un punto d’incontro nel
“ganglio stradale molto attivo in cui la direttrice Capua-Reggio
Calabria (la via Popilia) interseca la via per Grumentum e la Val
d’Agri” collegando, tramite strade di servizio, la Lucania, il Bruzio e
l’Apulia. Emerge chiaramente come il Medioevo è attraversato, malgrado
una grande instabilità politica, da pellegrini che, instancabilmente,
attraverso strade dissestate, in gran parte quelle ereditate dall’impero
romano, e sentieri impervi, si dirigono verso i monasteri o verso la
Terra Santa spinti da varie motivazioni, per fare penitenza, per
scontare una pena o per cercare l’avventura e dare senso alla propria
vita.
Nel giubileo del 1300 furono
duecentomila i pellegrini che si recarono nella Città Santa, con grande
beneficio economico della curia, che tuttavia dovette affrontare non
poche spese a causa delle opere edilizie necessarie all’evento come, ad
esempio, la costruzione della Gran Loggia delle Benedizioni, costruita
sul palazzo del Laterano. Ripercorrere quelle strade, così come hanno
fatto numerosi pellegrini, vuol dire intraprendere un viaggio che,
attraverso la memoria, ci proietta verso la contemporaneità, più vera e
significativa e verso una Calabria che mantiene, ancora nascosti, molti
tesori dell’arte e del paesaggio.