c'erano proprio tutti. Dopo qualche settimana di latitanza,
praticamente l'intero gruppo consiliare in Regione del Pd ha risposto
presente alla manifestazione, organizzata in piazza Prefettura del
capoluogo, per chiedere chiarezza sull’esito del voto del 6 e 7 maggio
scorsi, dopo le numerose irregolarità riscontrate nei verbali degli
scrutini. Identica scelta, quella di esserci, fatta dalla deputata Doris
Lo Moro, dai sindaci di Lamezia Terme, Gianni Speranza, di Isola Capo
Rizzuto, Carolina Girasole, e di Rosarno, Elisabetta Tripodi, nonché dal
segretario cittadino dell'Udc di Catanzaro, Gianluca Tassone. Ma i
protagonisti veri sono stati i cittadini, più di 600 persone, numeri che
da queste parti solitamente riesce a muovere solo la squadra di calcio.
«L'immagine più bella di Catanzaro, di una città che non resta
indifferente, che non dorme quando è a rischio la democrazia!. Sono le
prime parole di Salvatore Scalzo, quando riesce a salire sul piccolo
palco di piazza Prefettura. È un omaggio a quel «terremoto silenzioso,
al coraggio straordinario di chi in questi giorni sta denunciando». Poi
il giovane candidato del centrosinistra precisa: «Siamo in piazza non
per cambiare il risultato elettorale, ma per difendere le regole
democratiche della città». Per questo Scalzo avrebbe voluto la presenza
di Sergio Abramo, ma avverte: «Apprezzo le parole di Abramo sul
riconteggio delle schede, ma sono parole che avrebbe dovuto pronunciare
prima della proclamazione, prima di infilarsi la fascia tricolore». Non
passa neanche il concetto delle responsabilità personali: «Le liste le
fanno i partiti, perché la politica deve essere ancella della
magistratura». La battaglia va avanti, Scalzo annuncia che la petizione
al Presidente della Repubblica ha già raggiunto 2000 firme. Il
centrosinistra chiede
ufficialmente l'intervento del ministro degli
Interni prima della proclamazione dei consiglieri. Lunedì, invece, sarà
presentato il ricorso al Tar.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere, proclamando comunque la
sua innocenza, Francesco Leone, il consigliere comunale di Catanzaro
indagato per voto di scambio nell'inchiesta avviata dalla Procura della
Repubblica. Leone è stato sentito dalla Digos su delega del pm Gerardo
Dominijanni, titolare dell'inchiesta. Francesco Leone è stato eletto con
la lista ''Per Catanzaro'' che ha sostenuto la candidatura a sindaco
del candidato di centrodestra, Sergio Abramo. L'inchiesta che vede
indagato Leone trae origine da un'informativa della Digos che, la
domenica in cui si è votato, il 6 maggio scorso, ha fermato vicino un
seggio elettorale, nel quartiere Siano, due pregiudicati, uno dei quali
trovato con alcune centinaia di euro e alcuni volantini in favore di
Leone e di un normografo. Da qui il sospetto degli investigatori che i
due pregiudicati facessero compravendita di voti in favore di Leone.
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