In un giorno i 34 ministri francesi (18 titolari e 16 “delegati”,
qualcosa di simile ai nostri sottosegretari solo un po’ più importanti)
hanno visto passare il loro stipendio da 14.200 euro (lordi) a 9.400. Il
presidente stesso guadagnerà 14.910 euro a fronte dei 21.300 percepiti
fino a qualche settimana fa da Nicolas Sarkozy. François Hollande
ha impiegato 24 ore, il tempo di scrivere e firmare un decreto, per
tagliare l’assegno mensile suo e dei ministri del nuovo governo. Con il
risultato che se Sarkozy si aumentò lo stipendio del 170%, Hollande se
lo è appena ridotto del 30%. Magari la mossa non salverà i bilanci della
Francia, ma la promessa “anti casta” della campagna elettorale ha
trovato la sua concreta applicazione nell’arco, appunto, di 24 ore.
I ministri inoltre potranno salutare il cumulo di mandato, pratica
piuttosto frequentata fino a ieri: in sostanza se sei un membro del
governo non puoi essere contemporaneamente presidente di Regione o
sindaco. Il “cash” in dotazione ai ministeri è stato ridotto del 10%.
Una dieta
imposta alla cosa pubblica che farà passare il costo mensile
del governo per il contribuente da 470mila euro (era Sarkozy) agli
attuali 350mila. Il tutto suggerisce un immediato paragone con le
vicende italiane. Per la cronaca, il presidente del Senato Renato
Schifani aveva lanciato un appello alle forze politiche perché
affrontassero il capitolo “costi della politica”. Succedeva 56 giorni
fa.
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